Enrico Mentana, direttore del TgLa7, smet­te i panni del fustigatore e veste quelli del moralista.

Non gli va che un suo collega di rete, Corrado Formigli, abbia fatto uno scoop, trasmettendo nel corso di «Piazza Pulita», il fuori onda nel quale Giovanni Favia, leader grillino, si lasciava andare a giudizi pesanti su Grillo e sul mo­vimento. Scorretto – ha detto il direttore nell’edizio­ne di ieri sera- carpire informazioni con l’inganno, e per di più mandarle in onda senza avvisare gli ospiti presenti in studio, tra i quali lui Mentana medesimo. Evidentemente il direttore pretende di comandare anche in casa d’altri, ma a parte questo non credia­mo che si tratti di sola invidia professionale.

No, ci de­ve essere altro, perché Mentana non si è mai fatto pro­blemi prima d’ora a sfruttare tutti i fuori onda audio e video (oltre che intercettazioni illegali) capitatigli tra le mani. Vuoi vedere che il cuore del direttore su­per partes per antonomasia in realtà batte forte per il vendicatore Grillo e non gli va che qualcuno ne met­ta in discussione la limpidezza? Lecito, ovviamente, ma farebbe bene, per coerenza, ad avvisare anche i suoi ascoltatori. Se così non fosse ci scusiamo e gli segnaliamo un caso simile che evidentemente, nella foga di difende­re i grillini, gli è sfuggito e che riguarda il suo ex edito­re, quello che lo ha reso ricco e potente. Si tratta di un fuori onda giudiziario pubblicato ieri da Il Fatto .

È il resoconto dell’interrogatorio che Silvio Berlusconi ha rilasciato pochi giorni fa a tre pm di Palermo sui soldi dati a Dell’Utri. Battute, giudizi e confidenze che Berlusconi ha fatto nel chiuso di una stanza alla presenza dei soli tre magistrati, uno dei quali è il fami­gerato Ingroia. Niente avvocati, niente cancellieri. Ora, escludendo che Berlusconi abbia spifferato il contenuto al giornale dei giustizialisti, è ovvio che a cantarsela è stata una delle tre toghe. La quale ha vio­lato così la legge e ha mancato di rispetto a un testimo­ne, per di più ex premier e attuale presidente del parti­to di maggioranza relativa. In breve ha commesso un reato. Avremmo sperato che Mentana, giornalista li­bero e puro, si fosse indignato, avesse chiesto al Csm, dal suo pulpito serale, l’apertura di un’inchiesta per violazione del segreto istruttorio e turbativa della po­litica italiana. Facile, caro Mentana, prendersela con Formigli. Prova, se hai le palle, ad attaccare Trava­glio e Ingroia, a difendere Berlusconi quando è vitti­ma di ingiustizie. Ma forse chiediamo troppo anche a un maestro di giornalismo. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 8 settembre 2012