Giuseppe Pisanu, detto Beppe, Cirino Pomicino e Ciriaco De Mita insieme fanno 230 anni di età, dei quali 130 passati in parlamento. In carriera tut­ti e tre, chi più chi meno, sono finiti in guai giudi­ziari ed avevano ruoli importanti quando i parti­ti accumulavano tangenti e lo Stato debito pub­blico à gogo. Politici di professione, lavori zero, hanno avuto stipendi, privilegi e pensioni che li pongono nella top ten della Casta. Casini, che di anni ne ha solo 57 ma che da ben 30 fa solo il depu­tato, li ha arruolati e voluti ieri in prima fila alla chiusura del congresso fondante di «Italia», il nuovo partito che si pone in alternativa alla poli­tica tradizionale.

Non siamo su Scherzi a parte , accade davvero nel circo impazzito della politica che tenta di so­pravvivere a se stessa. Il partito più gerontoco­mio d’Italia, anagraficamente e politicamente parlando, ha cambiato nome e sta facendo la cor­te a Mario Monti e ai suoi uomini. Casini non sta più nella pelle di fare, dopo aver brigato trent’an­ni con la politica, lo sponsor dei tecnici. Non è pentito, è solo furbo e senza vie d’uscita non vo­le­ndo allearsi col centrodestra e non potendo al­learsi con una sinistra zeppa di comunisti. Monti è il suo nuovo faro, per la prima volta il Casta-di­va Casini è disposto a uscire dal cono di luce del riflettore principale. Ma tanto entusiasmo, al mo­mento non sembra ricambiato. Ieri Monti lo ha gelato con una delle sue battute da professore ca­rogna. «Casini? Ricordo che fu colpa sua se non fui confermato ministro europeo nel 2004», ha detto in sintesi il premier. Il fatto è noto. Berlusco­ni voleva confermare Monti in Europa, ma Casi­ni si oppose, minacciando di uscire dall’allora maggioranza di centrodestra. Il nobile motivo era che Casini doveva piazzare il suo amico Roc­co Buttiglione, e tanto fece che ci riuscì. Sì, avete letto bene: Rocco Buttiglione scalzò d’ufficio Ma­rio Monti, ma combinò tanti e tali casini (con la minuscola) che non riuscì neanche a insediarsi, primo caso nella storia europea, nel governo di Bruxelles.

Questo è Casini, questi sono i suoi compari su cui dovrebbe contare Monti per restare a Palaz­zo Chigi. Che dire se non: buona fortuna, signor presidente. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 11 settembre 2011

.…………Ma Casini è un “fervente” cattolico e come tale avrà pensato che per cancellare il peccato (del 2004) gli basta nel 2012 fare penitenza (arruolando nel suo partito un pò di vecchietti). g.