E’ FINITA UN’ERA, MILIONI DI VOTI SONO IN LIBERTA’, di Mario Sechi
Pubblicato il 14 settembre, 2012 in Politica | Nessun commento »
La situazione politica è «liquida». I due blocchi del sistema sono senza argini e la geografia dei partiti è destinata a cambiare. Entrambi i poli provano a resistere, ma è come fermare il vento. A sinistra il Pd tenta di fermare l’onda di Matteo Renzi ma, al di là delle primarie, il sindaco di Firenze è un fenomeno di lunga durata. La miccia ha bisogno della dinamite, Renzi l’ha trovata in una classe dirigente all’ultima spiaggia. Quando un vecchio lupo di mare come D’Alema compie il grossolano errore di paragonare Berlusconi a Grillo, siamo alla frutta. Lo stesso fenomeno di autismo politico colpisce il Pdl. Il partito che più di tutti aveva provato a superare la sclerosi del passato, è fermo sul binario morto del secolo scorso. La cosa paradossale è che il leader più pop – Berlusconi – si è lanciato in aria con il seggiolino eiettabile, lasciando il jet azzurro senza pilota. Così il dinamismo e l’imprevedibilità, punto di forza di Silvio, sono spariti. In trasferta a Malindi. Serve altro. Ci pensi bene, Cavaliere. Chi le chiede ardentemente di ricandidarsi ha a cuore solo il suo seggio in Parlamento, niente di più. Lei può accettare questo gioco cinico, ma attenzione: chiuse le urne e conquistata la poltrona, molti cambieranno casacca. E lei resterà solo. Si chiama “trasformismo”. Ci pensi, con calma. Per queste ragioni chiedere a Berlusconi di correre ancora nel 2013 e lasciarlo solo ad affrontare una probabile sconfitta non è giusto. Un leader che ha segnato un’epoca, cambiato il linguaggio della politica, innovato il sistema dei partiti e contribuito a creare l’alternanza in un Paese dove esistevano solo governi democristiani, non conclude la sua parabola nel crepuscolo tragico di una strategia kamikaze. La guerra nel Pacifico è finita. E non ci si iscrive al partito dell’ultimo giapponese nella giungla perché lo chiede un clan mediocre di fanatici che urla «armatevi e partite». A meno che non lo voglia davvero lui. In quel caso, auguri. E solo un appunto, a futura memoria: Matteo Renzi, stella nascente del Pd, ieri ha “chiamato” il voto degli elettori di centrodestra. È finita un’era. I voti sono in libertà. Anche quelli di Berlusconi. Mario Sechi, Il Tempo, 14 settembre 2012
………………E’ così! Milioni di voti sono in libera uscita, quasi come nel 1994. Ma a differenza del 1994, quando tutto accadde senza che nessuno lo avesse previsto, questa volta la “libera uscita” di milioni di elettori alla ricerca di chi ne sappia e voglia intepretare le speranze e i sogni, proprio così, i sogni, è sotto gli occhi di tutti, meno che delle caste dei partiti, imprigionate nei loro privilegi e nei loro “villaggi esclusivi”, come nelle satrapie comuniste che soppravivono alla caduta del muro. Più di tutti sono in libera uscita milioni di voti che nel 2008 avevano scelto il centrodestra di Berlusconi, a cui si erano affidati, certi di esserne difesi, tutelati e protetti. Così non è stato. Nè i comportamenti della mediocre (forse pegggio che mediocre!) classe dirigente del PDL offre alcuna buona ragione perchè quei voti si riconoscano in quel partito in cui si continua ad avitare l’analisi politica e la strategia del futuro preferendo affidarsi al demiurgo Berlusconi solo per salvarsi le terga e ciò sulle quali esse si posano. Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti che non è più il tempo di pensare che “tanto i voti li prende Berlusconi” come soleva dire un mediocrissimo dirigente pugliese ora emigrato in Lucania, ora i voti bisogna che li conquisti la proposta politica elaborata da una classe dirigente diligente, preparata e pronta anche alla sofferta rinuncia dei propri privilegi. Ma da questo orecchio nessun vuol sentire. Per questo il futuro prossimo venturo rischia di rivelarsi apportatore di dolorose realtà. g.