Raramente ho assistito – eppure ne ho viste tante – a una crisi politica che si trasforma in avanspettacolo. Riepiloghiamo: Renata Polverini l’altro ieri va in aula, parte lancia in resta e infilza tutto il consiglio: «O cambiate rotta, o andiamo a casa». Nel frattempo Franco Fiorito, detto «Er Batman», sparisce dal radar del palazzo della Regione. Lo spendaccione del Pdl, detentore dell’invidiabile record di bignè ingurgitati a ripetizione e dell’acquisto di pizza a metri, sembrava fosse in ritiro spirituale. Ieri i magistrati della procura di Roma lo hanno sottratto alle sue meditazioni per confessarlo. Mentre l’uomo-pipistrello del Pdl parlava con i pm, colpo di scena: la Polverini ha intenzione di dimettersi. Anzi no. Immaginate la scena in redazione: arriva il capocronista, entra nella stanza del direttore (senza bussare) ed esclama: «Aho’, Porverini molla!». Vabbè, facciamo una riunione per aggiornare il quotidiano. Ci sediamo intorno al tavolo e uno dei colleghi che segue la Regione esclama: «Nun se dimette più, s’è sentita male». In ogni caso, il giornale è da rifare.
Mai visto uno psicodramma del genere. Nemmeno il tempo di preoccuparsi che in rete spuntano le foto di una festa organizzata da un altro consigliere regionale del Pdl. Sia chiaro, ognuno è libero di spendere i propri soldi come vuole, ma vestirsi da suini e mettere in piedi un baraccone con qualche migliaio di persone in stile basso impero romano, non è certo il massimo in quest’epoca. Altro che sobrietà. «Er Batman» non è solo nell’universo. Al di là dell’uso dei fondi per i partiti, delle piccole e grandi ruberie, la realtà è che la politica è piena di Trimalcioni, è scosciata, scollacciata, sguaiata e improduttiva. Non sono un moralista, non fa per me, ma diamine, si diano una regolata. Altrimenti faranno tutti la fine di Fra’ Lusi, l’ex tesoriere della Margherita, che ieri si è svegliato all’alba per le orazioni del mattino. In convento. Visto che in casa a scontare i domiciliari c’è anche la moglie e insieme non possono stare. Lusi dopo aver colto il meglio della Margherita (i soldi in cassa) si ritrova alle prese con le erbe officinali. Che politica. Dalle maschere di maiale al saio.
Giunti a questo punto, che la Polverini resti o meno, ha poca importanza. Il danno irreparabile è fatto. E per loro è sempre carnevale. Mario Sechi, Il Tempo, 20 settembre 2012

.…………..Oggi è l’anniversario della presa di Porta Pia che restituì Roma all’Italia grazie ai bersaglieri di La Marmora e a qualche decina di morti e di feriti. Avrebbero fatto meglio a risparmiarli  quei poveri cristi – liberatori e liberati – e a lasciare Roma ai papalini che, almeno quelli, i festini vestiti da antichi romani non li avrebbero fatti. Quanto alla Polverini non è di certo l’Angelina di Anna Magnani, la sagace e integerrima popolana che sapeva difendere con le unghie e con i denti il popolo; la Polverini  è solo e invece una che non sa nemmeno lei perchè s’è ritrovata da centralinista a presidente del Lazio e che ora recita sul palcoscenico di un ritrovato Ambra Iovinelli, celebre ritrovo romano  di  soubrette  a mezzo servizio, una farsa che offende più delle ruberie. Ma che se ne ritorni lì da dove è venuta  e ci lasci in pace. Anzi, per dirla con i romani delusi e affranti  all’indomani della “liberazione”: annatevene tutti, lasciatece piangere da soli. g.