SALLUSTI: PER I GIUDICI E’ UN “PERICOLO SOCIALE”….IN GALERA, MENTRE I LADRI E GLI ASSASISNI RESTANO IN LIBERTA’…VIVA L’ITALIA
Pubblicato il 22 settembre, 2012 in Costume, Giustizia, Politica | Nessun commento »
“Ho paura di vivere in un paese dove ci si permette di arrestare le idee, di metterle in carcere”.
Ci sono due fatti che insospettiscono il direttore del Giornale che adesso attende il verdetto della Cassazione previsto per mercoledì prossimo.“Il primo fatto è che queste idee sono di una parte di opinione – spiega Sallusti al TgLa7 – il secondo è che la querela è stata fatta da un magistrato ed è stata giudicata in modo così severa da un altro magistrato”. Poi, c’è una considerazione finale: “Mi preoccupa il silenzio di oggi delle alte cariche dello Stato e del governo che presumo, per motivi di antipatia personale o ideologici, non hanno detto nulla su questa vicenda”. “Sono sempre molto bravi e molto pronti a enunciare dei principi nei convegni – continua il direttore del Giornale – ma quando devono far sentire la loro voce a difesa di tutti i cittadini, a prescindere dal loro pensiero, spesso battono in ritirata”.
Nonostante la situazione, Sallusti assicura che iI suo stato d’animo è “assolutamente sereno”. “Sono convinto della mia assoluta buona fede e di non aver commesso alcun reato”, continua commentando la vicenda giudiziaria che lo vede condannato, senza la condizionale, per il reato di diffamazione dopo la querela di un giudice tutelare, Giuseppe Cocilovo. L’articolo in questione non è stato redatto da Sallusto, ma è stato pubblicato su Libero nel 2007, quando era direttore gerente del quotidiano e dunque considerato “responsabile oggettivo”. La vicenda sarà giudicata il 26 settembre dalla Corte di Cassazione, per la sentenza definitiva. “Una situazione che non esito a definire ’kafkianà e che non ha precedenti – conclude Sallusti – Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. Per il momento, diciamo che resto in fiduciosa attesa”.
.………..Ciò che maggiormente ci lascia stupefatti è il silenzio della parte politica di Sallusti, a incominciare non tanto da Berlusconi che del Giornale è il referente politico, ma del capo di ciò che resta di un grande sogno svanito nel nulla, cioè del PDL. Ci riferiamo ad Alfano che nelle ultime 48 ore non ha fatto altro che parlare di ladri di galline da linciare e di donzelle indifese vittime dei ladri di galline da salvaguardare. A prescindere che , fermo restando che quanto è accaduto nel Lazio accade ovunque, Alfano non può nascondere la polvere, anzi il fango, sotto il tappeto del solo Fiorito, indagato a Roma, per i soldi pubblici usati per scopi privati, indicandolo al pubblico ludibrio prima che i fatti siano accertati nella loro completezza alla faccia della presunzione di innocenza che vale per alcuni e per altri no, come per la stessa Polverini “assolta” da Alfano che , non dimentichiamolo, non ha sospeso dal PDL, ed ha fatto bene, il presidente Formigoni, pur esso indagato per fatti forse più gravi di quelli di Fiorito al quale però è stata già comminata la pena senza processo. Detto questo, stupisce che Alfano, ancora dopo ben 24 ore dalla notizia del possibile arresto di Sallusti per una condanna che è tutto un programma, non abbia ancora detto una sola parola di solidarietà a Sallusti che non è un ladro nè di galline nè di quattrini pubblici, che non ha ucciso nessuno, che non si è macchiato di nessun reato infamannte, tipo farsi trovare a fare sesso con un trans. Nei suoi confronti è stato applicata una legge che trova fondamenta nel Codice Rocco, il guardasigilli fascista che rielaborò il codice penale nel contesto di un regime autoritario che si difendeva con leggi liberticide dalle critiche dei giornalisti. Dopo circa 70 anni una legge fatta su misura per un sistema politico autoritario continua ad esistere in un sistema politico compeltamente cambiato e dove il diritto di critica è sacrosanto, è anzi il primo inalienabile diritto di ciascuno, prima di tutti per un giornalista che ha il diritto-dovere di informare e di fornire elementi di giudizio sui fatti anche quando questi hanno per protagonisti i giudici che come tutti possono sbagliare e che se non hanno sbagliato e sono ingisutamente criticati possono e debbono rivalersi come tutti sul piano civile e non su quello penale. Alfano che è stato anch’egli Guardasigilli e che come tutti i suoi predecessori degli ultimi 70 anni si è dimenticato di modificare le due riga che nell’attuale codice prevedono la galera per il direttore del giornale che pubblica senza controllo una notizia non vera, ora almeno intervenga per difendere Sallusti. Certo, sarà accusato di difendere un giornalista che è della sua parte e perchè mai non dovrebbe farlo? Deve farlo anche perchè gli elettori, pochi o molti che siano rimasti intenzionati a votare per il PDL, debbono sapere che votare per il PDL non può essere una aggravante e un rischio per la propria libertà personale. Si sbrighi a sollecitare l’intervento del governo, questo governo di azzeccagarbugli, fatto da pseudo esperti che una ne combinano e cento ne pensano senza farne una, che sia una, cosa buona e minacci, si minacci, se Sallusti dovesser essere arrestato di staccare la spina a Monti e allo steso Napolitano che a sua volta nulla ha da dire, forse in omaggio alla sua unica vera cultura che è quella dell’ex Unione Sovietica, dove i giornalisti non esistevano e se esistevano dovevano solo elogiare il regime e se non lo facevano finivano nei gulag siberiani. E’ vero, qualcuno potrebbe tirar fuori il precedente di Giovanni Guareschi che alla fine degli anni 40 dovette farsi un anno di carcere per lo stesso reato di cui è accusato ora Sallusti. Ma Guareschi, incautamente e del tutto incosapevolmente, aveva accusato De Gasperi di aver chiesto, verso la fine della gurrra, agli alleati di bombardare Roma. La notizia era falsa e suffragata da falsi documenti che indussero Guareschi a scrivere cose non vere e infamanti per il Capo del Governo e capo di un partito che si richiamava alla Chiesa che a Roma aveva la sua centralità. In quel caso e sopratutto in quel contesto storico-politico, la condanna fu correttamente inflitta e lo stesso Guareschi che pure aveva contribuito fortemente alla vittoria della DC nel’epico scontro del 1948 contro il fronte popolare non protestò e anzi scrisse a De Gasperi una lettera di scuse senza però scriverne un’altra per chiedere la grazia, in ossequio al principio secondo cui chi sbaglia paga. Ma Sallusti in cosa ha sbagliato e perchè mai deve andare in galera come un delinquente comune solo per aver diretto un giornale che ha criticato un magistrato? O dobbiamo sempre sperare che ci sia un giudice a Berlino? g.