A che punto è la notte? È sempre buio pesto e di luce per ora non se ne vede. I partiti sono avvolti dall’oscurità, non brilla alcuna idea e il sistema di finanziamento nelle Regioni si sta rivelando un pozzo nero di spesa pubblica a fini privati. La reazione a questo scenario è da stato confusionale: si annunciano grandi epurazioni (di pesci piccoli) e maquillage di vertice che non tengono alla prova di tre quesiti facili facili. Domanda numero uno: quanti politici si sono dimessi dal ruolo di parlamentare e quanti hanno lasciato il consiglio regionale del Lazio? Diamo noi la risposta: nessuno. Domanda numero due: quanti partiti hanno votato l’aumento di quattordici volte dei fondi ai gruppi consiliari del Lazio? Diamo ancora noi la soluzione: tutti. Domanda numero tre: che fine hanno fatto i milioni di euro aggiunti dalle Regioni ai già stratosferici rimborsi elettorali? Facile: non si sa. Mal di testa? Allora preparate l’aspirina, perché al danno si aggiunge la beffa: i consiglieri quando l’assemblea del Lazio si scioglierà avranno anche la liquidazione. Applausi. Cari partitanti, se non si risolvono questi nodi e si rifonda la politica, nessuno crederà alle vostre parole. Non si possono tagliare le pensioni, lasciare che le retribuzioni medie dei dipendenti italiani vengono falcidiate, prosciugare con il fisco famiglie e imprese e contemporaneamente foraggiare la politica a getto continuo. Questa è antipolitica? No, è buonsenso. Nessuno può far finta di niente, ma il così fan tutti non assolve nessuno. Il Pdl deve prepararsi alla traversata nel deserto. Ma c’è modo e modo di farla. Questo è il peggiore. Mentre a sinistra mettono i sacchi di sabbia e cercano di rinforzare gli argini con una coalizione che non ha alcun futuro di governo, a destra si cerca il Santo Graal e non si fa l’unica cosa seria: riaprire il partito alla competizione e chiudere la stagione delle nomine e della cooptazione senza merito. La politica si fa con i voti nell’urna, non con il pallottoliere delle alleanze interne e delle coalizioni destinate allo sfascio. Che senso ha fare accordi di nomenklatura se poi là fuori ci sono milioni di voti in uscita? Rispondiamo ancora noi: nessuno. Ma che glielo scriviamo a fare… Mario Sechi, Il Tempo, 26 settembre 2012

.…………Giusto! Perche scriverlo? Dovrebbe essere ovvio e naturale, e non solo ora che l’ennesimo scandalo ha detto sino a che punto la politica sia infognata e per quanto riguarda il centrodestra sino a che punto la notte è fonda, avrebbe dovuto esserlo da sempre, o almeno da quando una valanga di voti diede al centro destra la maggioranza assoluta nel Parlamento non solo per riformare la Repubblica e gli organi costituzionali, dalla Presidenza a tutti gli altri, ma anche per riformare e ricostruire la società italiana rasa al suolo dai decenni di malgoverno precedente. Invece il centrodestra dopo la vittoria pensò che tanto bastasse e che per il resto c’era tenmpo, anzi di tempo non c’era e questi sono i risultati. Non solo ha subito la scissione di Fini ed ha perduto il governo ma ora si trova in una situazione che definire caotica è poco e definire irreversibilmente destinata al peggio è assai probabile,. E’ vero, in in queste ore si sprecano dichiarazioni ed impegni, compreso l’anatema di Alfano contro Fiorito come se cacciando Fiorito si risolve il problema. Che invece è di ben altra natura e dimensione, riguarda tutto il centrodestra e in primo luogo il PDL che è ormai ridotto ovunque, dove di più dove di neo, come nel Lazio, a bande armate che si contendono i quattrini pubblici. E non consola, non può consolare che il male riguardi tutta la politica, nessuno escluso, compreso i moralizzatori dell’ultim’ora, per esempio gli udiccini il cui capo, Cesa, oggi viene tirato in ballo per essere a sua volta destinatario di favori e prebende da parte della Polverini che l’ha ricoperto, tramite la società che gestisce l’Auditorium di Roma,  di palate di quattrini pubblici. Nè consola che dalle parti del PD si sta più o meno allo stesso punto. E’ tutta la politica che va rifondata, ma vivaddio perchè non deve incominciare la destra a rifondaral,  il centrodestra, che da sempre ha inalberato il vessillo del buon govenro e quello del governo onesto? Davvero non si può? Se è così ci cascano le braccia e ci rifugiamo nei ricordi, quelli almeno non ci tradiranno. g.