Dopo il rimpallo tra le procure di Roma e di Milano, alla fine è stato spiccato e consegnato l’ordine di carcerazione nei confronti del direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, condannato dalla Cassazione a 14 mesi di reclusione per diffamazione.

L’ordine è stato inoltrato dal gip agli ufficiali giudiziari ed è stato ricevuto dal diretto interessato. “La speranza che la politica fosse capace di trovare una soluzione sta naufragando per mancanza di volontà e di capacità“, ha dichiarato Sallusti.

Che poi ha aggiunto:“Io non chiedevo una legge ad personam, ma che venisse ripristinata una banale legge liberale che dicesse che per le opinioni nessuno può andare in carcere. Così non è, ma è peggio. Perché in questi giorni, discutendo in Parlamento di questa legge, c’è chi ha inserito un codicillo che permette ai presidenti delle Province di candidarsi alla Camera o al Senato e capite bene che di fronte ad atteggiamenti del genere non posso permettere che la politica più cialtrona si nasconda dietro a una legge di libertà e dietro al mio nome”.

Il direttore fa “un ultimo appello alla politica di interrompere questa sceneggiata che ha messo in piedi con la scusa di evitarmi dal carcere, cosa per altro da me non richiesta”. E si è detto pronto alla galera: “Ci sono tanti italiani in carcere, uno più o uno meno non credo che questo possa cambiare le sorti del Paese”.

………….I più cialtroni sono quelli che approfittando del testo concordato in Commissione Giustizia al Senato per approvare in sede deliberante l’abrogazione di una norma liberticida che risale al fascismo in virtù della quale la Cassazione,  non concedendo a Sallusti le attentuanti generiche che di solito vengono concesse a tutti gli incensurati, ha potuto emettere una condanna alla galera per il direttore del Giornale per il reato di diffamazione peraltro non commesso da Sallusti ma da altri, anzi da un altro che ha pubblicamente ammesso la colpa, hanno tentato di trasformare la proposta di legge in una specie di legge omnibus nella quale infilarci di tutto. In particolare un senatore del Pdl ha cercato di favorire i presidenti delle provincie con un emendamento che consentiva  la loro  candidatura alla Camera e al Senato. Questa operazione ha consentito a sei senatori della sinistra di impedire l’approvazione della legge in commissione e di ottenerne il trasferimento della discussione in aula, cosicchè di fatto mandando in galera Sallusti, che, quindi, sarà il primo giornalista, dopo il caso clamoroso di Giovannino Guareschi nel 1950, a finirci, tra l’altro per un reato neanche commesso e comunque per un reato di opinione come fossimo nella Unione societica ante 1989 o nei paesi del terzo mondo dove la democrazia e la libertà sono tuttora effimeri concetti senza  divenire diritti. Come che sia, ci domandiamo due cose. Primo: che fine ha fatto il PDL, il suo fondatore e presidente e il suo segretario, i suoi capicorrente, i suoi depoutati e senatori dei quali non leggiamo neppure un rigo di commento e , sopratutto, di intervento a favore di Sallusti e più vastamente a favore della libertà di stampa e di opinione, pilastri isostituibili nelle società liberali? Secondo: perchè il PDL non chiede, anzi non impone a Monti di fare un decreto legge che si limiti a eliminare la norma che sbatte in galera Sallusti, lasciando poi al Parlamento il compito, in sede di conversione in legge del decreto, di più precisa definizione della norma? Ci sarebbe un terzo: perchè non è stato immdiatamente espulso il senatore che con il suo codicillo ha dato il là o l’alibi all’affossa,mento della legge in Senato? Tutte domande che in verità si possono condensare in una sola:come può pretendere questo PDL che non è capace di difendere un suo baluardo intellettuale, uno dei pochi,  quale è stato sino ad oggi Alessandro Sallusti,  di recuperare i voti dei milioni di elettori che,  sentitisi traditi sia per le promesse mancate, sia per essere stati abbandonati nelle mani di un demagogo come Monti,  lo hanno abbandonato rifugiandosi per lo pù tra gli aspiranti astenuti dal voto o tra i prossimi elettori di Grillo? g.