Liberi. Dalla Merkel, dalle tasse, dai magi­strati in malafede, dal governo Monti e da tecnici incapaci. Liberi di parlare e spende­re i nostri soldi senza essere spiati e perse­guitati.

Liberi da uno stato di polizia,dalla politica del­l’inciucio: chi vince le elezioni deve poter comanda­re. Silvio Berlusconi ieri ha aperto le finestre: si cam­bia aria, via quella stantia, ormai puzzolente, degli ul­timi anni, dentro quella fresca.

C’è voluto lo shock di una sentenza barbara per liberare anche il Cavaliere dal giogo di cattivi consiglieri e mediocri collaborato­ri che stavano pensando solo alla loro sopravvivenza. Il predellino due non è in piazza, ma nell’aula ma­gna di villa Gernetto, assente lo stato maggiore del Pdl. Finalmente il Cavaliere si è accorto che qualcu­no stava vendendo lui, ma soprattutto noi e ciò in cui crediamo, al miglior offerente, che si chiami Napoli­tano, Monti o Casini poco importa. Berlusconi ritro­va il coraggio dei bei tempi, e quei notabili del Pdl che già pensavano di essersi sbarazzati dell’ingombran­te signore restano ammutoliti. Altro che passo indie­tro: qui si fa una duplice piroetta in avanti.Non arren­dersi mai è nel dna dell’uomo, tanto che due giorni fa alla notizia di un suo ritiro avevamo titolato con pre­veggenza: «Arrivederci». Non ci abbiamo creduto neppure un secondo, anche se non speravamo in tan­ta velocità. Quello di ieri è stato un classico contropiede, di quelli che spiazzano tutti.

Si riparte dal Nord, dove il vento dell’antipolitica soffia giustamente più forte e dove le misure recessive del governo Monti picchia­no più duramente. Meglio, molto meglio ricucire con la Lega che vendersi a Casini. Un Pdl a trazione sudi­sta o romanocentrico è una contraddizione in termi­ni. E finalmente basta con le politiche recessive che una Germania egoista e furbetta impone a Monti e al suo governo. Gli spazi di manovra per cavarcela da so­li ci sono e Berlusconi li ha ben spiegati. Il nostro Pil negativo, che ci obbliga a sacrifici in favore dei tede­schi, è figlio di due bugie. La prima è che il reddito sommerso non si vede ma esiste, la seconda è che il risparmio privato è ricchezza vera e va conteggiato. Ora tutti si chiedono che succederà. Non lo so, ma immagino due ipotesi. La prima: il Pdl la smette di prendere strade pericolose per le nostre libertà fon­damentali e si riaffida completamente al suo fondato­re. La seconda: parte del Pdl preferisce allearsi con le sinistre più o meno mascherate e i partiti delle tasse, e allora potrebbe nascere un soggetto politico comple­tamente nuovo nel nome di Silvio Berlusconi. Come andrà a finire lo sapremo nelle prossime ore. Non tan­te, perché adesso è concreta la probabilità che il go­verno Monti ( fischiato ieri da militari e studenti) ven­ga fatto cadere sulle imminenti nuove misure recessi­ve che ha proposto al Parlamento. Allora addio pri­marie e tatticismi. Si andrà a votare, finalmente. E Ber­lusconi, in qualche modo, ci sarà. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 28 ottobre 2012