Datemi un convegno e mi si­stemerò. Patologia ad al­ta diffusione tra i politici, la «convegnite» ha in questi anni contagiato, trasversalmente, auto­revoli e anche meno autorevoli esponenti di tutti gli schieramenti.

Il ministro del Welfare, Elsa Fornero

E così, dopo l’allarme lanciato da Monti in febbraio che ha invitato «gli amministratori pubblici ad astenersi dall’effettuare spese di rappresentanza evitando di orga­nizzare convegni o altri eventi non strettamente indispensabili» e do­po che un altro pentolone di scandalo, quel­lo ancor più «raffinato» dei convegni inesi­stenti, scoper­chiatoconleno­te spese dall’ex capogruppo Idv in Emilia-Romagna, Pao­lo Nanni sono state passate al setaccio, ciò che ri­bolle nel cuore degli italiani per be­ne, oltre alla comprensibile rabbia per essere stati presi per i fondelli un’ennesima volta, è la constata­zione della sfrontata faccia tosta che molti rappresentanti eletti dal popolo, dai semplici consiglieri co­munali, a parlamentari hanno di­mostrato fino ad oggi nel promuo­vere, varare, organizzare per parla­re (e in qualche caso non parlare addirittura) delle tematiche più di­sparate e disperate.
Secondo quanto ammesso da Nanni buona parte dei convegni da lui organizzati tra il 2005 e il 2010, e pagati coi soldi del gruppo, erano inventati di sana pianta. Cioè non si sono mai svolti e le lo­candine venivano realizzate a po­steriori da lui medesimo. La con­fessione è arrivata, l’altro giorno dopo un interrogatorio di sette ore, di fronte al pm Antonella Scan­dellari. I convegni inventati ad hoc servivano, avrebbe spiegato Nan­ni agli inquirenti, per giustificare le spese delle cene a cui partecipava­no, di solito, numerosi commensa­li, oppure per«mascherare»le spe­se sostenute per partecipazioni te­levisive.
Fra i più simpatici convegni- fan­tasma quello del settembre 2005 dal tema «La mobilità nella nostra regione». Idem per il convegno «Problemi della casa», che risale al 2006. E ancora nel 2006, Nanni ha ammesso di aver realizzato a tavoli­no la locandina del convegno «La logistica dei servizi sociali in Emi­lia- Romagna», mai tenutosi. Così nella classifica dei «contributi» sti­lata recentemente dal Sole 24 Ore in testa c’è la solita Regione Sicilia, che ai gruppi consegna ben 13,7 milioni di euro l’anno,poi la Lom­bardia che eroga ben 12,2 milioni di euro, quindi il Veneto, che è a quota 9,1 milioni. Il Piemonte, con 7,3 milioni.Poi l’Emilia (6 milioni), la Liguria (5,7), la Sardegna (5,1), la Calabria (4,6), la Campania (4,5 milioni). E via proseguendo, fino alla Basilicata e alle Marche, che hanno speso rispettivamente 575 e 531mila euro. Come evidenziato da più parti, una cifra non lontana dal cinque per cento di queste elar­gizioni è stata destinata dai partiti a convegni e festival.
Leciti e interessanti oppure inu­tili e costosi, resta il fatto che, da sempre,l’Italia soffre di«convegni­te ». Un esempio recente e illumi­nante? La quattro giorni, ad alta densità di chiacchiere, promossa dal 4 al 7 settembre dalle varie auto­rità politiche e istituzionali di San­t’Agata dei Goti ( Benevento): mar­tedì 4 alle 19 «Il Sannio e la Campa­nia, tra aree di crisi e modelli di svi­luppo » con Renato Lombardi, con­sigliere provinciale di Benevento. Gennaro Salvatore, capogruppo «Caldoro Presidente» Consiglio Regionale della Campania. Quin­di mercoledì 5 «Prima, Seconda e terza Repubbli­ca: alla ricerca delle nuove classi dirigen­ti! » con Gianpie­ro Zinzi, com­missario regio­nale Udc Cam­pania, Marco Pugliese, coor­dinatore regio­nale Forza del Sud Campania, Arturo Scotto, se­gretario regionale Sel Campania Gianmario Mariniello, coordina­tore nazionale Generazione Futu­ro, Guglielmo Vaccaro, commis­sione Finanze della Camera.
A seguire la «ciliegina» di giove­dì 6: «La politica che non appassio­na: perché i cittadini hanno smarri­to la fiducia nei partiti politici?». Già perché non appassiona? Ci chiediamo sommessamente. Ma sicuramente una risposta più auto­re­vole l’hanno data Pasquale Som­mese, assessore regionale Campa­nia, Antonio Bassolino, presiden­te fondazione Sudd, Cosimo Sibi­lia, presidente della Provincia di Avellino. E per concludere venerdì 7 un altro convegno su «L’albero del mondo. Weimar ottobre 1942» con Carmine Valentino sindaco di Sant’Agata de’ Goti. Pasquale Vie­spoli, presidente gruppo coesione nazionale Senato, Clemente Ma­stella, segretario nazionale Popola­ri Udeur, Mario Pepe, commissio­ne Questioni Regionali della Ca­mera, Nunzia De Girolamo com­missione Giustizia della Camera.
Atavica patologia la «convegni­te » (è rimasta nella storia la memo­rabile conferenza su «L’ area del Sa­lento come ponte fra l’Italia, i Bal­cani e il Mediterraneo», tenuta a New York rigorosamente in lingua italiana e davanti a un pubblico di pugliesi fatti arrivare dalla Puglia) ha portato,in tempi più recenti sot­to l’attenzione della Corte dei Con­ti le spesucce di Matteo Renzi, quando era al timone della Provin­cia di Firenze. Spese di rappresen­tanza per 2 milioni di euro (ma se­condo il dipendente di Palazzo Vecchio, Alessandro Maiorano sa­rebbero ben 20 milioni) nel perio­do dal 2004 al 2009. Qualche chic­ca? Per la gara-convegno intitolata «Cento picnic, prima festa nazio­nale a premi dei picnic » del 6 luglio 2008 furono spesi 40mila euro. Per festeggiare il trentesimo comple­anno della Pimpa nel 2005 ben 100mila euro. E una città che ha di­ch­iarato fallimento come Alessan­dria? Non sarà solo colpa dei con­vegni ma è curioso che ogni anno, dal 2007 in poi, solo l’Assessorato alle Pari Opportunità abbia orga­nizzato un convegno internaziona­le contro «La violenza sulle don­ne ». Mentre a Padova il convegno «Il lavoro prima di tutto» è costato 12mila euro. Magari li avessero di­stribuiti fra i disoccupati qualcuno sarebbe stato più felice. E meno male che da Milano e da Catania so­no appena transitati i due conve­gni internazionali dal titolo inco­raggiante: «Spegni lo spreco…».  Il  Giornale, 4 novembre 2012

…………..E poi ci si meraviglia che le tasse rincarano….non c’è Comune in Italia che non abbia aumentato  le tariffe IMU, sia quelle della prima casa,  sia le altre. A Toritto, per  esempio,l’IMU sulla prima casa è stata aumentata di un punto percentuale che vale, mediamente, cento euro a famiglia, di un punto è stato aumentato anche l’IMU sulle seconde case, che vale più o meno altrettanto. Naturalmente servono, dicono,  per coprere i buchi, ovvio, ma spesso i buchi sono quelli che provengono da spese inutili e spesso destinate a favorire i “clienti”.  Per esempio a Toritto è stato appena assunto a contratto un altro ingegnere, il terzo!, per 24 ore settimanali e destinato ad occuparsi dei Lavori Pubblici, settore tanto oberato di lavoro (chi li ha visti?) da non potere essere seguiti come sinora è accaduto dall’attuale responsabile. Costo dell’operazione una quarantina di migliaia   di euro all’anno. Invece di aumentare l’IMU sulla prima casa che tutti dicono essere una tassa ignobile,  si poteva incominciare col risparmiare quesi soldi. Magari invece di assumere un altro ingegnere che pare sia anche pensionato, si poteva   “riesumare”  l’ingegnere civile , assunto  una decina di anni fa, rigorosamente senza concorso, inquadrato in categoria D3,   come quello ora assunto a contratto, e che da qualche anno sverna in Comune impegnato in attività marginali, sebbene firmatario di istruttorie di pratiche anche di lavori pubblici. Perchè no?  Misteri entro i quali si avvolgono gli sprechi  che caricano sui cittadini  costi che si potrebbero evitare. A proposito,  c’è in Comune qualcuno che segnali tutto ciò alla Corte dei Conti e magari alla Procura della Repubblica? g.