IN ITALIA C’E’ LA FABBRICA (FALSA) DEI CONVEGNI: DAI FUMETTI AL SANNIO IN CRISI
Pubblicato il 4 novembre, 2012 in Il territorio, Notizie locali, Politica | Nessun commento »
Datemi un convegno e mi sistemerò. Patologia ad alta diffusione tra i politici, la «convegnite» ha in questi anni contagiato, trasversalmente, autorevoli e anche meno autorevoli esponenti di tutti gli schieramenti.
E così, dopo l’allarme lanciato da Monti in febbraio che ha invitato «gli amministratori pubblici ad astenersi dall’effettuare spese di rappresentanza evitando di organizzare convegni o altri eventi non strettamente indispensabili» e dopo che un altro pentolone di scandalo, quello ancor più «raffinato» dei convegni inesistenti, scoperchiatoconlenote spese dall’ex capogruppo Idv in Emilia-Romagna, Paolo Nanni sono state passate al setaccio, ciò che ribolle nel cuore degli italiani per bene, oltre alla comprensibile rabbia per essere stati presi per i fondelli un’ennesima volta, è la constatazione della sfrontata faccia tosta che molti rappresentanti eletti dal popolo, dai semplici consiglieri comunali, a parlamentari hanno dimostrato fino ad oggi nel promuovere, varare, organizzare per parlare (e in qualche caso non parlare addirittura) delle tematiche più disparate e disperate.
Secondo quanto ammesso da Nanni buona parte dei convegni da lui organizzati tra il 2005 e il 2010, e pagati coi soldi del gruppo, erano inventati di sana pianta. Cioè non si sono mai svolti e le locandine venivano realizzate a posteriori da lui medesimo. La confessione è arrivata, l’altro giorno dopo un interrogatorio di sette ore, di fronte al pm Antonella Scandellari. I convegni inventati ad hoc servivano, avrebbe spiegato Nanni agli inquirenti, per giustificare le spese delle cene a cui partecipavano, di solito, numerosi commensali, oppure per«mascherare»le spese sostenute per partecipazioni televisive.
Fra i più simpatici convegni- fantasma quello del settembre 2005 dal tema «La mobilità nella nostra regione». Idem per il convegno «Problemi della casa», che risale al 2006. E ancora nel 2006, Nanni ha ammesso di aver realizzato a tavolino la locandina del convegno «La logistica dei servizi sociali in Emilia- Romagna», mai tenutosi. Così nella classifica dei «contributi» stilata recentemente dal Sole 24 Ore in testa c’è la solita Regione Sicilia, che ai gruppi consegna ben 13,7 milioni di euro l’anno,poi la Lombardia che eroga ben 12,2 milioni di euro, quindi il Veneto, che è a quota 9,1 milioni. Il Piemonte, con 7,3 milioni.Poi l’Emilia (6 milioni), la Liguria (5,7), la Sardegna (5,1), la Calabria (4,6), la Campania (4,5 milioni). E via proseguendo, fino alla Basilicata e alle Marche, che hanno speso rispettivamente 575 e 531mila euro. Come evidenziato da più parti, una cifra non lontana dal cinque per cento di queste elargizioni è stata destinata dai partiti a convegni e festival.
Leciti e interessanti oppure inutili e costosi, resta il fatto che, da sempre,l’Italia soffre di«convegnite ». Un esempio recente e illuminante? La quattro giorni, ad alta densità di chiacchiere, promossa dal 4 al 7 settembre dalle varie autorità politiche e istituzionali di Sant’Agata dei Goti ( Benevento): martedì 4 alle 19 «Il Sannio e la Campania, tra aree di crisi e modelli di sviluppo » con Renato Lombardi, consigliere provinciale di Benevento. Gennaro Salvatore, capogruppo «Caldoro Presidente» Consiglio Regionale della Campania. Quindi mercoledì 5 «Prima, Seconda e terza Repubblica: alla ricerca delle nuove classi dirigenti! » con Gianpiero Zinzi, commissario regionale Udc Campania, Marco Pugliese, coordinatore regionale Forza del Sud Campania, Arturo Scotto, segretario regionale Sel Campania Gianmario Mariniello, coordinatore nazionale Generazione Futuro, Guglielmo Vaccaro, commissione Finanze della Camera.
A seguire la «ciliegina» di giovedì 6: «La politica che non appassiona: perché i cittadini hanno smarrito la fiducia nei partiti politici?». Già perché non appassiona? Ci chiediamo sommessamente. Ma sicuramente una risposta più autorevole l’hanno data Pasquale Sommese, assessore regionale Campania, Antonio Bassolino, presidente fondazione Sudd, Cosimo Sibilia, presidente della Provincia di Avellino. E per concludere venerdì 7 un altro convegno su «L’albero del mondo. Weimar ottobre 1942» con Carmine Valentino sindaco di Sant’Agata de’ Goti. Pasquale Viespoli, presidente gruppo coesione nazionale Senato, Clemente Mastella, segretario nazionale Popolari Udeur, Mario Pepe, commissione Questioni Regionali della Camera, Nunzia De Girolamo commissione Giustizia della Camera.
Atavica patologia la «convegnite » (è rimasta nella storia la memorabile conferenza su «L’ area del Salento come ponte fra l’Italia, i Balcani e il Mediterraneo», tenuta a New York rigorosamente in lingua italiana e davanti a un pubblico di pugliesi fatti arrivare dalla Puglia) ha portato,in tempi più recenti sotto l’attenzione della Corte dei Conti le spesucce di Matteo Renzi, quando era al timone della Provincia di Firenze. Spese di rappresentanza per 2 milioni di euro (ma secondo il dipendente di Palazzo Vecchio, Alessandro Maiorano sarebbero ben 20 milioni) nel periodo dal 2004 al 2009. Qualche chicca? Per la gara-convegno intitolata «Cento picnic, prima festa nazionale a premi dei picnic » del 6 luglio 2008 furono spesi 40mila euro. Per festeggiare il trentesimo compleanno della Pimpa nel 2005 ben 100mila euro. E una città che ha dichiarato fallimento come Alessandria? Non sarà solo colpa dei convegni ma è curioso che ogni anno, dal 2007 in poi, solo l’Assessorato alle Pari Opportunità abbia organizzato un convegno internazionale contro «La violenza sulle donne ». Mentre a Padova il convegno «Il lavoro prima di tutto» è costato 12mila euro. Magari li avessero distribuiti fra i disoccupati qualcuno sarebbe stato più felice. E meno male che da Milano e da Catania sono appena transitati i due convegni internazionali dal titolo incoraggiante: «Spegni lo spreco…». Il Giornale, 4 novembre 2012
…………..E poi ci si meraviglia che le tasse rincarano….non c’è Comune in Italia che non abbia aumentato le tariffe IMU, sia quelle della prima casa, sia le altre. A Toritto, per esempio,l’IMU sulla prima casa è stata aumentata di un punto percentuale che vale, mediamente, cento euro a famiglia, di un punto è stato aumentato anche l’IMU sulle seconde case, che vale più o meno altrettanto. Naturalmente servono, dicono, per coprere i buchi, ovvio, ma spesso i buchi sono quelli che provengono da spese inutili e spesso destinate a favorire i “clienti”. Per esempio a Toritto è stato appena assunto a contratto un altro ingegnere, il terzo!, per 24 ore settimanali e destinato ad occuparsi dei Lavori Pubblici, settore tanto oberato di lavoro (chi li ha visti?) da non potere essere seguiti come sinora è accaduto dall’attuale responsabile. Costo dell’operazione una quarantina di migliaia di euro all’anno. Invece di aumentare l’IMU sulla prima casa che tutti dicono essere una tassa ignobile, si poteva incominciare col risparmiare quesi soldi. Magari invece di assumere un altro ingegnere che pare sia anche pensionato, si poteva “riesumare” l’ingegnere civile , assunto una decina di anni fa, rigorosamente senza concorso, inquadrato in categoria D3, come quello ora assunto a contratto, e che da qualche anno sverna in Comune impegnato in attività marginali, sebbene firmatario di istruttorie di pratiche anche di lavori pubblici. Perchè no? Misteri entro i quali si avvolgono gli sprechi che caricano sui cittadini costi che si potrebbero evitare. A proposito, c’è in Comune qualcuno che segnali tutto ciò alla Corte dei Conti e magari alla Procura della Repubblica? g.