Un altro poliziotto è stato indagato dal­la magistratura per i tafferugli av­venuti durante i cortei di protesta a Roma.

Non è il primo e, temiamo, non sarà l’ulti­mo vista l’aria che tira.

Un’ aria fetida, alimentata oltre che dai soliti noti anche da opinionisti e giornali che tra­sudano odio verso le forze dell’ordine e simpatie giusti­ficazioniste nei confronti di giovani teppisti che scorraz­zano a volto coperto e armati di spranghe. I dati ci dicono che nel 2011 oltre 400mila tra poliziotti e carabinieri hanno rischiato la vita per di­fendere la nostra incolumità e le nostre città durante ma­nifestazioni di piazza. E che 470 di loro sono rimasti feriti in modo grave.

Lo Stato è molto generoso con i suoi dipendenti. Gli sta­tali, anche se fannulloni e in­capaci, restano tranquilla­mente al loro posto. I magi­strati quando sbagliano non rispondono in prima perso­na dei danni provocati. Non parliamo dei politici, mante­nuti come sappiamo da veri pascià. Solo poliziotti e cara­binieri sono di fatto abban­donati a loro stessi e inchio­dati a responsabilità perso­nali. Se indagati, devono an­ticipare le spese dell’avvoca­to e sperare di essere assolti per rivedere i soldi spesi chis­sà quando perché il fondo per l’assistenza legale esiste solo sulla carta. Se condan­nati, arrivederci e grazie, ze­ro rimborsi. Per gente che guadagna poco più di mille euro al mese può voler dire la rovina. Non parliamo poi delle spese mediche per esa­mi o cure specialistiche in ca­so di lesioni. Vi pare giusto tutto questo? A noi no, per cui abbiamo deciso di aprire una sottoscrizione del Gior­nal­e per pagare le spese lega­li e mediche degli uomini del­le forze dell’ordine mandati al macello nelle manifesta­zioni di piazza e poi lasciati soli da uno Stato ingiusto e ci­nico, debole con i forte e for­te con i deboli. Apriamo la sottoscrizione noi due, con mille euro a testa. Siamo sicu­ri che in tanti aderiranno an­che in tempo di crisi, ognu­no per le sue possibilità. Glie­lo dobbiamo a questi ragazzi in divisa. E se a qualcuno di loro è scappato uno sberlo­ne di troppo non ha fatto che bene. Martedì vi daremo le coordinate bancarie per di­mostrare nei fatti da che par­te stiamo tutti noi. Un grazie anticipato e buona domeni­ca. Vittorio FELTRI e Alessandro SALLUSTI, Il Giornale 18 novembre 2012

…………….Domani – 19 novembre -  ricorre l’anniversario – il 43° -  della morte  a Milano di Antonio Annarrumma, il poliziotto poco più che ventenne, assassinato durante lo sciopero generale che si celebrò appunto quel giorno,il 19 novembre 1969.  Più che uno sciopero fu la prova generale di ciò che sarebbe ancora venuto, gli anni di piombo, le brigare rosse, le vendette, i poliziotti, i magistrati, i politici, assassinati da giovani educati alla violenza da cattivi maestri che non pagarono per quel di sbagliato  che avevano insegnato. La proesta è legittima purchè non  sfoci nella violenza e nella devastazione o anche nell’assalto alle forze di polizia che difendono lo Stato che siamo noi. Nè è  tollerabile che ad avere la peggio devono essere i servitori dello Stato, che merita sempre di essere difeso al di là di chi lo rappresenti perchè, lo abiamno detto lo Stato siamo noi. Per questo aderiamo all’inziativa di Feltri e di Sallusti e invitiamo i nostri amici a fare altrettanto. Lo dobbiamo a noi stessi, alla nostra cultura legalista, ai nostri Valori e ai nostri principi che tradiremmo se non fossimo come sempre dalla parte delle forze dell’ordine. g.