CHE RIDERE, BOTTE TRA I PM, di Alessandro Sallusti
Pubblicato il 29 novembre, 2012 in Giustizia, Politica | Nessun commento »
Che ridere. È meraviglioso vedere, seduto dal divano di casa mia dove mi hanno relegato, i magistrati litigare come matti sul mio arresto. Una scena esilarante che mi compensa ampiamente dei torti subiti.
Il povero procuratore di Milano, Bruti Liberati (che Dio lo abbia in gloria) pur di non mandarmi in galera l’altro ieri aveva chiesto per me gli arresti domiciliari assecondando le indicazioni del presidente comunista Giorgio Napolitano, del premier Monti e del ministro della Giustizia Paola Severino, quella che passa le giornate in dotti convegni invece di mandare una ispezione ai giudici che hanno firmato la mia assurda condanna fondata su motivazioni false.
I tre signori, invece di fare un decreto per riformare la legge (come avrebbero potuto), volevano così evitare la vergogna mondiale del giornalista innocente al gabbio, pensavano di chiudere la questione, complice Bruti Liberati, con i domiciliari, condendo per di più la cosa con la balla della reggia di casa Santanchè alla quale potevano abboccare solo due gazzettieri amici delle Procure, come Poletti, della Stampa e Travaglio de il Fatto , entrambi cretini col botto.
Bene, io che non sono un giurista, già ieri avevo scritto che la decisione era illegale: non ho i requisiti per andare ai domiciliari, e se si sostiene l’inverso allora domani mattina migliaia di detenuti nelle mie condizioni devono lasciare il carcere e tornare a casa, perché la giustizia o è uguale per tutti o non lo è.
Non ho i requisiti perché la sentenza su di me è roba da pazzi (delinquente abituale, socialmente pericoloso) e non lascia spazi di manovra in quanto ho rifiutato compromessi ( servizi sociali rieducativi o cose simili).
I giudici che l’hanno scritta hanno osato l’inosabile perché nella loro immensa arroganza pensavano di avere a che fare con un punching-ball. Le prende ingiustamente e poi si inchina.Illusi.Inchinatevi voi,quando avrete finito di litigare.
Già, perché ieri è scoppiata la rivolta contro Bruti Liberati. Prima gli avvocati di Milano («liberate dal carcere tutti i nostri clienti che si trovano nelle condizioni di Sallusti ») poi quella, senza precedenti, dei pm di Milano che hanno minacciato di mandare sul tavolo del loro capo migliaia di fascicoli di persone che andrebbero arrestate ma che, seguendo la logica applicata a me, andrebbero lasciate ai domiciliari. In realtà a loro di quelle persone e della giustizia non interessa nulla. È solo una guerra interna tra correnti e personaggi frustrati in cerca di vendette per carriere mancate.
Eccola la nostra magistratura mostrare il vero volto. Ed è davvero un brutto volto. Povero il giudice di sorveglianza che oggi o domani dovrà sentenziare definitivamente se confermare i domiciliari oppure dirottarmi in cella. Scommetto che se ne inventerà di tutte pur di non decidere in questo clima di odio e veleni e rinviare più in là possibile: il dentista, il saggio di fine anno della figlia, un terribile mal di pancia. Perché schierarsi oggi, in assenza di ordini politici altolocati, vuol dire giocarsi la carriera. Che conta più della giustizia, del mio diritto di sapere una pena certa, di comportarsi col direttore de il Giornale allo stesso modo di quanto si sarebbe fatto con un anonimo cittadino. Napolitano, Monti e Severino, guardate e vergognatevi. Il Giornale, 28 novembre 2012
.…………….Lo avevamo detto da subito che la strada era quella del decreto legge che modificasse la legge fascista sulla stampa e abolisse il carcere per i giornalisti. Dovevano farlo Monti e Severino e doveva firmarlo Napolitano, tutti e tre noti campioni di democrazie e di tutela del bene supremo dei cittadini, cioè la libertà personale. Invece tutytyi e tre hanno glissato, hanno messo la testa sotto la sabbia e si sono affidati al Parlamento che ha fatto flop. Ed ora da una parte c’è un giornalista condannato al gabbio, facendo rivoltare nella tomba i giuristi e provocando la protesta dell’Unione Europea che non può ammettere che in casa propria si violi iol diritto all’opinione, e dall’algtra una casta, quella dei magistrati, che non vuole riconoscere questo sacrosanto diritto che è proprio del momndo libero. E’ l’ennsima prova del caos in cui vive il nostro Paese, tra primarie che si fanno (quelle del cetnrosinsitra) e che rischiano di far saltare il banco e è primarie che si annunciano e noin si fanno perchè il banco è guià saltato. Amen. g.