LO SFASCIO DEL PDL VA IN ONDA SU PORTA A PORTA
Pubblicato il 29 novembre, 2012 in Politica | Nessun commento »
E’ un partito a pezzi il Pdl. Il 28 novembre sera a Porta a Porta condotto da Bruno Vespa va in onda lo sfascio del partito fondato da Silvio Berlusconi. Gli ospiti sono Maurizio Lupi, Daniela Santanchè, Giorgia Meloni e Mariastella Gelmini. I quattro rappresentanti del Pdl si confrontano sulle primarie del partito e riescono a dare quattro linee diverse. O meglio, se Lupi, Santanchè e Gelmini non sembrano disperarsi per l’eventuale annullamento della consultazione popolare, la Meloni al contrario è convinta che sia un gravissimo errore non farle. Ognuno, però, dice una cosa diversa.
Alfano e il Cav – Il problema, infatti, è che il Pdl è spaccato fra la linea di Angelino Alfano che vuole le primarie – ma non se torna il Cavaliere – e il ritorno di Silvio Berlusconi stesso che vuole però candidarsi con un soggetto diverso dal Pdl, si tratti di Forza Italia 2.0 o di una lista con un altro nome. E in questa totale confusione va in scena il dramma del centrodestra. Lupi si dice d’accordo con Alfano: “Le primarie che Angelino ha fortemente voluto erano un’occasione per tornare tra la gente, ma c’è un fatto politico che non può essere trascurato ed è la discesa in campo di Berlusconi. Ora mi chiedo, ha senso fare le primarie? Non è forse meglio parlarne con lui, confrontarsi?”.
Il dilemma – Evidentemente il confronto non è così facile. Soprattutto, dice la Santanchè, che si dice “prima sostenitrice delle primarie”, “non si possono fare il 16 dicembre perché non siamo organizzati” e “e non si può prendere in giro la gente”. Peccato, ribatte la Meloni, che “le primarie sono state decise a giugno” ma poi si è tergiversato. Ora però, sostiene l’ex ministro della Gioventù, “possiamo pensare che se non siamo pronti per il 16 dicembre si possono fare il 20 gennaio. E converrebbe anche a Berlusconi candidarsi. Non sarebbe molto più bello?”. A quel punto la Santanchè la accusa di far parte dell’apparato”, “la gente ha bisogno di contenuti”, ma non si capisce bene dove voglia andare a parare e non risponde alla Meloni che le chiede di concludere.
Fredda analisi – Prende quindi la parola la Gelmini ma il suo intervento si limita ad una fredda analisi, come se lei non avesse nulla a che fare con il partito. Dice: “Le primarie sono solo una delle ricette. Ma il punto di debolezza è che sono primarie per la leadership e non di coalizione”, come invece sono state per il centrosinistra.
Quindi? Verrebbe da chiedere. Quindi nulla. Lupi cerca di andare oltre insistendo sul fatto che “ci sono state troppe indecisioni nel partito”, che “bisogna trovare una linea unica e seguirla”. Il problema è trovarla. LIBERO, 29 novembre 2012
…..Abiamo visto la trasmissione di Vespa di ieri sera. Non riusciamo a dar torto al cronista di Libero. I quattro -ma chi li ha scelti!?- che si sono confrontati, si fa per dire, sotto la bacchetta direzionale di Vespa, sembravano dei fantasmi, piuttosto che dei politici navigati chiamati a fare riflessioni serie e dare risposte chiare. Si sono becdcati tra di loro, riuscendo a dire, anche quelli che tra loro erano d’accordo, ciascuno una cosa diversa dall’altra. E’ stata la fotografia di un partito in disfacimento che neppure nelle ore drammatiche che sta vivendo il Paese riesce a trovare un regolo giusto dei propri comportamenti, almeno quelli pubblici. Poi il dilemma: primarie si, primarie no. Su questo semplice dilemma si è consumato il dramma da piscanalisi: chi era per farle usava per spiegarne le ragioni, le ragioni degli altri, e gli altri, quelli che rano per non farle usava per spiegarnme i motivi, i motivci degli uni, di quelli che erano a favore. Insomma uno psico dramma all’interno di un dilemma. E’ questo era il partito che appena 4 anni fa conquistato la maggioranza assoluta dei voti degli italiani ai quali aveva promesso mirabilie? E’ proprio quel partito, alemno nel ome e nelle persone, ma non nei fatti. Peccato. g.