Il governo è sempre più appeso a un filo. Adesso il premier Mario Monti rischia di non avere più i numeri in parlamento. La maggioranza scricchiola.

Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera in Senato

L’incidente si apre a Palazzo Madama dove vota la fiducia al decreto legge sviluppo. Pur garantendo il numero legale, il Pdl ha infatti deciso di non appoggiare più i tecnici. “Il Pdl – ha dichiarato il capogruppo Maurizio Gasparri – vuole esprimere il passaggio del nostro gruppo alla  posizione di astensione nei confronti del governo”. Immediata la reazione del Pd: “Se il governo non ha più la maggioranza, Monti deve salire al Quirinale”.

Il Senato ha votato “sì” alla fiducia posta dal governo sul decreto sviluppo. I voti favorevoli sono stati 127, i contrari 17, gli astenuti 23. Una maggioranza risicata, insomma. Anche Monti è corso in Aula e si è votato la fiducia. Ma, all’indomani del vertice fiume tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del partito, il Pdl ha deciso di non votare. “È un fatto non indifferente – ha fatto sapere il presidente del Senato Renato Schifani – informerò il presidente della Repubblica”. Senza far mancare la maggioranza, non ha appoggiato più le misure messe in campo dall’esecutivo in materia economica. Nel corso delle dichiarazioni di voto, alcuni senatori del Pdl hanno sottolineato la loro contrarietà alle parole del ministro allo Sviluppo Economico Corrado Passera, che questa mattina aveva criticato il Cavaliere per la sua decisione di ricandidarsi. L’ex ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, ha dichiarato che non parteciperà al voto perché “un ministro non può offendere un partito che gli ha consentito di governare per un anno”. Non tutti, però, hanno seguito l’indicazione data da Gasparri. Contrariamente al resto del gruppo che invece non ha partecipato al voto, il senatore Beppe Pisanu ha votato a favore della fiducia: “È indispensabile che il premier prenda atto e faccia i passi necessari almeno per ricostituire nella sua consistenza numerica la maggioranza che e è venuta meno”.

La presa di posizione del Pdl ha creato un forte nervosismo tra le file dei democratici. “Se il Pdl decide di passare all’astensione esce dalla maggioranza, questo vuol dire che il governo non ha più la fiducia della maggioranza delle aule parlamentari”, ha sottolineato il capo gruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro denunciando “un problema politico di enorme importanza”. “Oggi la fiducia ha i numeri che non rispettano la maggioranza del Senato”, ha continuato la Finocchiaro che, pur non avendo la palla di vetro, non ha escluso l’esito “tecnicamente” negativo per il governo. E questo avrebbe un’unica conseguenza: “Monti deve salire al Quirinale”. Soddisfatta, invece, la Lega Nord. “Finalmente il Pdl ha aperto gli occhi e ha deciso di non sostenere più il Governo”, ha commentato il capogruppo del Carroccio Federico Bricolo augurandosi che “il Pdl faccia sul serio” e che “continui su questa strada perché questo vuol dire che si possono aprire anche nuovi scenari politici”. Il Giornale, 6 dicembre 2012