In un documento il Pdl elenca gli errori del governo Monti: crollo del Pil, frenata dei consumi e imprese senza futuro. Il 22,6% dei bambini rischia la povertà, mentre la pressione fiscale è al 48,3%: due famiglie su tre intaccano i risparmi

Un documento di dieci car­telle. Numeri, cifre, previsioni che rappresentano sotto ogni angolatura (economia, finanza pubblica e produzione) lo sface­lo che il governo Monti lascia dietro sé.

Questo documento, messo a punto da Renato Brunetta , è al­la base­ della rifles­sione che ha indot­to Silvio Berlusco­ni a tornare in «campo» liquidan­do i tecnici.

CROLLA IL PIL, AUMENTANO I DISOCCUPATI

Nel 2012 il pil italiano, secon­do i dati Istat, è di­minuito del 2,3% rispetto all’anno scorso, mentre il tasso di disoccu­pazio­ne ha tocca­to il massimo de­gli ultimi 10 anni avvicinandosi al­l’ 11 per cento. Il governo dei «tec­nici » ha de facto consegnato il Pa­ese a una spirale recessiva: l’anno prossimo il pil do­vrebbe continua­re a calare (-1% secondo l’Ocse) e anche i disoccu­pati con­tinueran­no ad aumentare (11,4% nel 2013 e 11,8% nel 2014). Tasse e perdita di posti di lavoro hanno determi­nato la flessione dei consumi (-3,2%): calate di oltre la metà le spese per andare al ristorante, per le vacanze e persino per l’ab­bigliamento. In frenata la pro­duzione industriale (-4,2%). Gli investimenti delle imprese e dello Stato, perciò, latitano (-7,2% per l’Istat). Massiccio, perciò, il ricorso alla cassa inte­grazione: per il 2012 la Cgil ne stima un utilizzo per oltre un mi­li­ardo di ore con 510mila lavora­tori coinvolti.

SENZA SPERANZE

Ma è la «fotografia» della so­cietà italiana a rendere lo scena­rio drammatico. La disoccupa­zione giovanile ha aggiornato il proprio record al 35,7%, men­tre le donne che lavorano sono solo il 47,2% (-11,4 punti in me­no rispetto alla media Ue). Ne consegue, come evidenzia la Caritas, che gli italiani costretti a rivolgersi ai centri assistenzia­li sono ormai il 33,3%, cioè uno su tre e nei primi sei mesi del­l’anno sono aumentati gli inter­venti di assistenza materiale per casalinghe, pensionati e an­ziani. Allo stesso tempo, osser­va Save The Children, il 22,6% dei bambini italiani è a rischio povertà, mentre 1,8 milioni di fan­ciulli già vivono in condizioni di priva­zione. Il governo di Monti ha reso l’Italia un Paese da terzo mondo.

SOLO TASSE

Gli italiani sono diventati più poveri tra Imu, accise e pro­grammati aumenti dell’Iva, ma le finanze pubbliche hanno continuato a peggiorare. La pressione fiscale ha raggiunto il 43,8% del pil, massimo stori­co. L’Italia è in fondo alla classi­fica (131simo posto) dei Paesi amici delle imprese. Il salasso, però, non è servito a nulla: il rap­porto debito/pil, ammonisce l’Ocse,quest’anno dovrebbe at­testarsi al 127,8% e continuerà a salire fino al 2014 (132,2%). L’atteso pareggio di bilancio è un obiettivo non più raggiungi­bile ( quest’anno il deficit/pil sa­rà al 3%). e anche la mina dello spread, che aveva indotto Ber­lusconi a fare un responsabile passo indietro, non è stata disin­nescata: il differenziale di rendi­mento tra i nostri Btp e i Bund te­deschi è rimasto costantemen­te sopra i 300 punti negli ultimi 4 mesi dopo esser sceso sotto quota 400 per effetto dell’an­nunciato intervento della Bce. Monti, insomma, non è riusci­to a tagliare la spesa per interes­si che zavorra i conti pubblici.

UN PAESE PIÙ POVERO

La dieta dimagrante a cui ci hanno costretto Monti, Grilli e Passera ha eroso quest’anno il risparmio del 64% delle fami­glie italiane. Inevitabile rompe­re il salvadanaio se non si riesce a far fronte alle spese per l’abita­zione ( 250mila sfratti per moro­sità attesi nei prossimi tre an­ni). Le compravendite immobi­liari sono calate del 25%annuo tra luglio e settembre. Nei pri­mi 9 mesi 2012 sono state imma­tricolate il 20,5% di auto in me­no rispetto al 2011 e il 75% dei concessionari vuole cambiare mestiere. Cosa che dovrebbero fare anche Monti & C.

Fonte Il Giornale, 7 dicembre 2012