Monti, offeso dalla non fiducia del Pdl, ha annunciato che si dimetterà subito dopo l’approvazione della legge di stabilità, cioè a giorni.

È il vecchio vizio dei professori, che giudicano ma non sopportano di essere giudicati, che bocciano ma pretendono di essere sempre promossi, per diritto divino.

Voglio essere sincero e non unirmi al coro di chi oggi si straccerà le vesti, supplicherà il professore di non farlo, lo ringrazierà per il lavoro svolto. Io voglio invece stare dall’altra parte, quella delle migliaia di lavoratori e aziende che sotto l’illuminato governo Monti hanno perso il lavoro e chiuso bottega. Voglio stare con chi maledice quell’ingiusta tassa che è l’Imu,con gli esodati espulsi dalla società per l’arroganza professorale della ministra Fornero.

Nessun lutto, quindi. Della presunta credibilità internazionale non si campa. Ristabiliamo la democrazia sospesa poco più di un anno fa da un blitz del presidente Napolitano. Riprendiamoci la sovranità nazionale delegata in modo sciagurato alle banche e all’Europa tedesca. Riprendiamoci, lo dico da detenuto, la libertà: di decidere, di fare, se sarà il caso di soffrire. Non per il vezzo di una casta osannata e sostenuta dai giornali dei poteri occulti, ma perché lo scegliamo noi. Usciamo allo scoperto, votiamo e sia quel che sia.

È il momento di serrare le fila. Prima lo ha fat­to Grillo attraversando a nuoto lo Stretto di Messina ed è sembrato che l’Italia fosse sua. Poi è venuto il momento della sinistra con la bagarre sulle primarie, un bagno mediatico che ha oscurato tutti. Adesso tocca a noi liberali e moderati incazzati. Riprendiamoci lo spazio che ci appartiene senza paure, distinguo e moralismi. Non cadiamo nel tranello dei sensi di colpa. Dobbiamo essere orgogliosi di aver avuto il coraggio di innescare l’addio del governo dei tecnici. Non ci ha dato nulla, non ci avrebbe dato nulla. Anzi, ci avrebbe fatto a pezzi ancora di più.

Che se poi, come si sussurra, Monti si è dimesso anche per non entrare in conflitto col Pdl in vista di una sua possibile elezione al Quirinale, meglio ancora. Vuole dire che, a differenza di quanto si legge qui e là, i liberali di questo Paese non sono morti, ma ancora temuti e rispettati. Come ci compete. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 9 dicembre 2012

.……….Si dice anche che  Monti, stizzito e incazzato nero per esssere stato ttrattato come un qualsiasi altro politico, specie se di complemento come lui, stia decxidendo si scendere in campo in prima persona con ua sua lista, intitolata s e medesimo. Se questo accadesse, intanto si avebbe la prova che non sbagliava il PDL a sostenere che se Monti voleva succedere a se stesso, come gridavano alla luna Casini, Fini e, buon ultimo, Montezemolo,  avrebbe dovuto farsi eleggere rinunciando a fare il commissario del popolo nominato da Napolitano e poi si vedrebbe quanto cvale nel cuore degli italiani: rischia di avere una amara sorpresa. Cioè rischia di sapere che gli italiani lo odiano ed hanno ragione. g.