Due episodi di allarmante razzismo ieri in Italia. Il primo a Busto Arsizio, dove tifosi della Pro Patria hanno intonato cori razzisti contro i giocatori di colore del Milan.

Il secondo, molto più grave, su Rai Uno, dove Monti ha ironizzato sull’altezza fisica dell’ex ministro Brunetta e ha chiesto di silenziare le ali radicali del Pd. Monti si svela così peggio di un razzista da stadio. Gli uomini etichettati e messi al bando in base al colore, ai requisiti fisici, alle idee. I termini usati dal premier: «statura» e «silenziare» ricordano le peggiori dittature, una tecnica di selezione della razza che Monti ha probabilmente affinato nella sua lunga e personalmente proficua frequentazione con Angela Merkel e le sue ambizioni egemoniche di tragica memoria in quanto a purezza e perfezione fisica.

Ecco chi hanno pensato di sostenere i vescovi italiani, ecco chi dovrebbero votare i cattolici: un professore che va in chiesa la domenica e che in settimana divide le persone tra alti e bassi, con dichiarato disprezzo per i secondi, evidentemente non fisicamente all’altezza del ruolo. Gli do un consiglio, così, per fare un salto di qualità e di coraggio: perché non ironizzare sul fatto che il ministro delle Finanze tedesco è un signore handicappato che si muove in carrozzina? Proponga di gettarlo dalla rupe, in nome dei princìpi di bocconiana memoria, o per compiacere il suo sponsor cardinale Bagnasco.

A confronto di Monti, Brunetta è un gigante che si è fatto largo nella vita facendosi un mazzo che il premier non si immagina neppure. Non è un mostro di simpatia, è vero. Ma non è questo il suo torto. È che da ministro ha provato per primo nella storia della Repubblica, e con qualche successo, a mettere in riga fannulloni e imboscati del pubblico impiego. Ma soprattutto nell’ultimo anno ha messo a nudo con la pignoleria e testardaggine di cui è capace tutte le menzogne del presunto effetto Monti sull’economia, a partire da quelle sullo spread. Un affronto che il premier non ha gradito e al quale risponde ora con la stizza acida e isterica classica del professore frustrato. Mi raccomando, stiamo alla larga dai razzisti, di stadio e di palazzo. Alessandro Sallusti, 4 gennaio 2013

.………………E’ vero, tra Brunetta e Monti il vero “nano” è Monti che dal basso delle sue ben studiate metafore insulta cme un qualisasi ultrà della curva nord un antagonista pignolo quanto preparato, preparato quanto lui, Monti, non sarà mai. Se è questo il “cambiamento” della società italiana auspicato da Monti, grazie, non ci interessa. Pensiamo che la diversità non possa essere nè quella fisica, nè quella sessuale, nè altra che si riferisca a caratteri fisici, l’unica che ci interessa è quella etica. Ma questa non può essere uno spocchioso bugiardo come Monti ad insegnarcela, bugiardo e profittatore dei guai italiani e della, forse, buona fede di Napolitgano che lo ha fatto senatore (anche Caligola ne fece uno…..) per ergersi,  senza aver mai versato nè una lacrima nè una goccia di sudore,  quale paladino del nostro Paese. Ma basta gurdate con chi si accompagna  per avere contezza della “statura” di Monti: da Casini a Fini, due che appena nati, l’uno leccando il culo a Forlani, l’altro ad Almirante, hanno  preso le distanze dal lavoro facendo i politici a tempo pieno e ben pagato. Ora li imbarca Monti sperando di usarli ma correndo il rischio di esseren usato, come uno straccio.. g.