All’improvviso la situazione economica italiana sembra essere migliorata (a dispetto di quanto però dicono prestigiose istituzioni) al punto da incoraggiare la prospettiva di un Eden fiscale nella prossima legislatura. Così ecco che mentre Berlusconi si impegna su una serie di sforbiciate a aliquote e tasse, Monti rilancia alla grande. «Presenteremo presto un piano per ridurre il gettito di Imu, Irap e Irpef, da finanziare con una riduzione spesa pubblica sul Pil pari al 4,5% in cinque anni». In una bozza circolata in serata i dettagli: aumento a partire dal 2013 della detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro. Raddoppio delle detrazioni per figlio a carico da 50 a 100 euro per figlio. Introduzione di una detrazione di 100 euro per gli anziani che vivono soli. Tutto fino a un massimo di 800 euro. Il costo stimato è di 2,5 miliardi. La copertura viene dal contenimento della spesa corrente primaria pari a circa 3 miliardi. «Lo Stato – spiega il Prof – non spenderà un euro in più rispetto al 2012». Per il taglio dell’Irap Monti promette l’«eliminazione del monte salari dalla base imponibile Irap». Il risultato sarà un dimezzamento dell’attuale carico fiscale sul settore privato. Per l’Irpef il taglio fiscale avverrà attraverso l’aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la riduzione delle aliquote a partire da quelle più basse. Lo Stato detasserà il salario dei dipendenti delle imprese che aumentano la produttività. Il credito di imposta prevede sgravi fiscali per le imprese che introducono innovazione di prodotto e di processo. Il costo della misura è pari a circa un 1,3 miliardi di euro. Il valore complessivo del pacchetto di interventi è di circa 30 miliardi. Rilancia l’idea di una grande coalizione per le riforme, ma al tempo stesso minaccia l’ipotesi di una manovra correttiva in primavera: «Dipende dal voto». Intervenendo a Omnibus, Monti è sibiliino: anche se nel 2013 il Pil andasse peggio di quanto previsto tempo fa, e se fosse negativo questo non porterebbe di per sè la necessità di una manovra, perché l’obiettivo di bilancio è in temini strutturali, non per ciclo. Quindi io escludo la manovra, ma non escludo niente in certi casi di esiti del voto. In una bozza circolata in serata si prospettava una riforma del mercato del lavoro. Si punta a sperimentare soluzioni più flessibili, partendo da quanto è consentito dall’articolo 8, quello sulle deroghe contrattuali, che ha effetti anche sul recesso dal rapporto di lavoro. Sempre in tema di occupazione il piano del premier propone un piano straordinario per dare l’opportunità di lavoro ad ogni giovane che esce da un ciclo scolastico, mentre a chi non ha opportunità di lavoro, deve essere offerta un’opportunità «dal servizio pubblico, in collaborazione stretta con organizzazioni private imprenditoriali e no, entro il termine massimo di 4 mesi». Anche ieri Monti ha lanciato bordate al Pd accusandolo di essere «molto condizionato» dalla Cgil. «È un peccato che si facciano meno riforme di quelle necessarie, semplicemente perchè ci sono queste gabbie. Io credo che bisogna superarle». Torna a smentire un’alleanza con Berlusconi ma ribadisce che invece vuole essere un punto di riferimento per quanti elettori del Pdl rimasti delusi. «Credo che ci siano molti elettori del Pdl che dovrebbero essere delusi, la rivoluzione liberale e federalista che avevano promesso, non ci sono state. Credo che il nostro programma vada incontro a molte delle esigenze di iniezioni di cose liberali in Italia, un desiderio frustrato degli elettori di Berlusconi. Voglio avere a che fare con questo popolo».Il Tempo, 29 gennaio 2013

…..Che Monti oltre che essere uno spergiuro (aveva garantito che in cambio della nomina n a senatore a vita avrebbe mantenuto una rigorosa distanza dalla politica e poi vi si è buttato dentro come un topo nel formaggio) era anche un incompetente tanto da applicare ad una economia disastrata un0 aumento vertiginoso delle tasse bloccando di fatto ogni possibilità di crescita che si poggia, come sanno anche gli studenti al primo anno di economia, sui consumi che le tasse invece bloccano, è un fatto. Ma che si trasformasse in un qualsiasi politicastro tanto da lui “rigorosoamente” insultato, davvero non se lo aspettava nessuno. Un mese fa, allorchè Berlusconi, da lui definito pifferaio magico, primise che ove vincesse avrebbe tolto l’IMU dalla prima casa, sornione e sarcastico, Monti dichiarò, urbi et orbi, con quella mano a grappolo che è ormai la sua inimitabile rappresentazione scenica, che se tanto fosse accaduto l’anno successivo l’IMU avrebbe dovuto essere rimessa, raddoppiata! E’ un fatto. Ciascuno è libero di dire quel che vuole, ma un minimo di decetente coerenza pur è obbligatoria. Per gli altri, ma per se medesimo Monti non la pretende. Infatti ora non solo annuncia che vuol togliere l’IMU sulla prtima casa, ma annuncia ulterori tagli e riduzioni su altre voci della infinita gamma delle tasse italiane. Come definirlo? Lo lasciamo decidere agli elettori italiani, quelli che ogni giorno si alzano e che vadano a lavorare o vadano ai giardinetti (i pensionati) devono gfare i conti con la miseria, quella che di certo non attanaglia nè lui, nè la di lui moglie, nè la di lui famiglia, essi tutti al sicuro dal laticlavio senatoriale oltre che dalle richhe prevbende ottenute nel passato dalla destra e dalla sinistra. In nome del suo (falso) ecumenismo. g.