Due milioni di euro annuali a Fazio? Più i 600 mila per Sanremo? Un milione e 500 mila ad Antonella Clerici? Un milione e 400 mila a Carlo Conti? Sono cifre «rubate», non ufficiali, che non potete trovare su alcun documento pubblico, su nessun sito della Rai.

Cifre enormi che, nelle maggior parte dei casi, sono meritate perché a loro volta, con i loro programmi, le star televisive fanno guadagnare la Tv di Stato, come i campioni del calcio. La differenza è che i soldi per questi compensi vengono direttamente dalle tasche dei cittadini che pagano il canone e che dunque avrebbero a buon ragione il diritto di verificare come vengono spesi. Invece, nonostante una legge imponga la pubblicazione dei cachet sul sito web, la Rai ha deciso di opporsi a un obbligo che la costringerebbe a rivelare «dati sensibili» che potrebbero metterla in difficoltà con la concorrenza. Essendo la Rai un organismo di diritto pubblico – spiegano in viale Mazzini – l’azienda deve rispettare alcuni obblighi sulle gare d’appalto, ma questi non valgono per la parte artistica, altrimenti non potrebbe stare sul mercato. Questi compensi, dunque, non sono soggetti al limite massimo pari allo stipendio del primo presidente di Corte di Cassazione (274 mila euro annui), come invece è diventato d’obbligo per i dirigenti. La querelle va avanti da anni, con pareri discordanti e contrastanti tra ministero della Funzione pubblica, Parlamento e Garante della concorrenza (quest’ultimo ha dato parere favorevole alla Rai). Motivo per cui, sul sito apposito, dove si dovrebbero leggere i cachet, campeggia ancora la scritta: «Lavori in corso. A breve sarà disponibile la documentazione relativa». Ma l’onorevole Renato Brunetta non demorde e continua la sua battaglia avviata quando era ministro della Funzione pubblica: giorni fa ha chiesto in una lettera alla presidente Anna Maria Tarantola di procedere alla pubblicazione. Altrimenti, minaccia, si rivolgerà alla Corte dei Conti.

In attesa di sapere come la questione andrà a finire, per chi vuole rodere d’invidia, ecco un assaggio dei compensi dei volti più noti della Tv di Stato, ovviamente tutti rintracciati di straforo, a spanne e non certificati da nessuno. Si sa, l’abbiamo detto altre volte, il più pagato dalla Tv pubblica è Fabio Fazio: il suo contratto per Che tempo che fa vale due milioni di euro l’anno cui si aggiungono i 600 mila per condurre il Festival. Totale per la stagione televisiva 2012/2013 due milioni 600 mila euro, cifra in effetti da capogiro. Altri compensi di tutto rispetto, pur se a notevole distanza dal capofila, sono quelli di Antonella Clerici e Carlo Conti. La conduttrice de La prova del cuoco e Ti lascio una canzone mette insieme un milione e mezzo di euro (cui si aggiungono ovviamente molti altri soldi per le telepromozioni). Invece il capitano de L’eredità, i Migliori anni e tanti altri show arriva a un milione e 400mila (più telepromozioni). Tra i giornalisti, il compenso di Giovanni Floris (Ballarò) si aggira sui 550 mila euro, quello di Bruno Vespa, sui 600. La Littizzetto, partner di Fazio, prende 20mila euro a puntata per Che tempo che fa e 350mila euro per il Festival. Mara Venier, per la Vita in diretta guadagna mezzo milioni annui. Gli altri contratti, delle presentatrici dei programmi mattutini o pomeridiani, come Elisa Isoardi o Veronica Maya, si aggirano sui 200mila euro. Tutte cifre che, ovviamente, saremmo pronti a correggere, se potessimo leggerle sul sito ufficiale della Rai. Il Giornale, 10 febbraio 2013