Va bene, Cinque stelle si è ridotto a Due stelle e mezzo. Certo, è tornato a galla, benché malconcio, il bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra, l’interregno tecnico-grillino è in ritirata, il governo se ne giova. D’accordo, a questa tornata amministrativa è cresciuta l’area del non voto, Toro Astenuto ha trionfato alla grande. Ma vogliamo dire una cosa? Da vent’anni o quasi, ogni volta che non è in gioco direttamente o simbolicamente Berlusconi, il centrodestra annaspa, s’ammoscia, perde colpi. Coi candidati il più delle volte insegue con affanno i rivali, con le liste arranca, con i programmi non ingrana. Se non è in gioco il Cavaliere, fa risultati deludenti. Eppure l’area moderata antisinistra, conservatrice, mezza cattolica, mezza liberale, mezza destrorsa, forse è maggioritaria nel Paese. Questo non è un elogio di Berlusconi, ma una preoccupata fotografia del suo regno. Senza Berlusconi il centrodestra è una mucillagine, poca roba, nessuna identità o progetto forte, non leader o sindaci svettanti né una classe dirigente affidabile e popolare. La soluzione non può essere Berlusconi forever, meno male che Silvio c’è, dopo di lui il diluvio o il pediluvio, comunque appiedati. Si deve puntare su uomini, proposte, idee e non confidare solo nell’immortalità di Berlusconi e nell’accanimento terapeutico di giudici e nemici che gli allunga la vita politica e gli allarga il consenso. Che dite di fare un pensierino adulto e non aspettare che poi arrivi Padre Silvio a salvare baracca e burattini? Marcello Veneziani, 29 maggio 2013.

……..Tutto vero, quando Berlusconi non c’è (in lista),  il centro destra, anzi, per dir meglio, il PDL annaspa e affoga, salvo che in qualche sporadico angolo del Paese. Ma la cosa, cioè la questione, pare non interessare nè preoccupare la classe dirigente pidiellina che poi è quella che si identifica con gli eletti,  perchè gli altri, i non eletti,  poco contano e  quindi, a parere dei primi, cioè degli eletti, non hanno nè il dovere, figuriamoci il diritto, di preocuparsi. Ci pare di poter dire, quindi, e  a ragion  veduta,  che quelli che dovrebbero preoccuparsi si limitano a tirar a campare (seguendo l’insegnamento andreottiano) e al più a intonare la canzone (di Iva Zanicchi, ci sembra di ricordare): finchè la barca va, lasciala andare…..con tutto quel che segue. g.