I nomi non c’entrano. I nuovi quattro senatori a vita nominati da Napolitano sono tutte persone ragguardevoli, e ciascuna nel proprio campo hanno onorato l’Italia conseguendo meritati successi internazionali e, giustamente,  consistenti onorari professionali. Quel che  non va è l’istituto. Quello dei senatori a vita è una vera e propria sciocchezza tutta italiana, pari  a quella del  voto agli italiani all’estero, cui si riconosce un diritto cui non corrisponde alcun dovere, primo fra tutti quello di contribuire alle spese dello Stato del quale  pur vengono investiti del  titolo  per  contribuire ad eleggere i governi. Baggianate svendute come prova di amor di patria, che è ben altra cosa e che si deve e si può manifestare in  tanti e  ben altri modi.  Stessa cosa per i senatori a vita, quelli nominati per alti meriti (quali erano quelli del prof. Monti nessun lo sa…) che ben potrebbero essere onorati diversamente ( (il fascismo, giusto per fare per esempio, istituì l’Accademia d’Italia, della quale venivano chiamati  a far parte quanti, come nel caso dei neo senatori a vita, avessero onorato l’Italia nei campi della cultura, ampiamente intesi), e quelli cosiddetti di diritto, cioè gli ex presidenti della Repubblica, ulteriore anomalia tutta italiana che in questo caso non si rifà nè all’Europa nè al mondo. In nessun paese europeo e in nessun paese al mondo, salvo che nei paesi a regime totalitario, esistono i presidenti emeriti e perciò issati su scranni sui quali nelle democrazie vere ci si issa solo con il voto dei cittadini. In America che,  pur ultimamente con qualche sforzo, è considerata la regina delle democrazie,  gli ex presidenti, alcuni tuttora viventi, da Bush padre a  Bush figlio,  passando per Clinton, cessati dalla loro carica che li aveva posti nel più alto posto di comando del mondo, sono tornati ad essere cittadini normali, con gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti gli altri cittadini americani. Unico privilegio, che tale non è, la tutela da parte dei servizi segreti americani che non tutelano tanto le loro persone fisiche quanto ciò che essi potrebbero essere indotti a rivelare con grave danno e pregiudizio per la Nazione americana. Tutto qui. Nessun laticlavio post fine mandato, nessun alto stipendio o vitalizio che dir si voglia, nessun ufficio a spese dei contribuenti,  niente di niente. In Italia invece, democrazia alla panna, gli ex presidenti costituituiscono una specie di super casta, mantegono privilegi e stipendi e benefit come se fossero in carica e per di più partecipano, al Senato, alla formazione delle maggioranze ,talvolta alterando la volontà popolare. Allo stesso modo i sentaori a vita che la Costituzione più bella del mondo  prevede possano essere nominati, motu propri, dal presidente  della repubblica in carica sino a cinque  durante il mandato (per Napolitano eccezionalmente saranno dieci…) e  per i quali  sempre la Costituzione prevede stipendi, privilegi e benefit di tutto rispetto: non una carica onorifica, ma una carica sostanziosa che già per questo è uno schiaffo al buon senso. Ma ancor di più lo è mentre sono al lavoro i cosiddetti saggi che debbono elaborare un testo condiviso per riformare lo Stato, riformando la Costituzione. E tra le riforme da varare c’è anche, per evidenti ragioni di buon senso, la eliminazione dei senatori a vita, non fosse altro per diretta conseguenza della eliminazione del Senato, inutile e dispersivo doppione della Camera dei Deputati e la sua trasformazione nelle Camera delle Autonomie nella quale, evidentemente, non potrebbe e non potrà esserci posto nè per gli ex presidenti della repubblica nè per chinque altro che non siano espressione delle autonomie. Anche alla luce di ciò le nomine di Napolitano, che egli stesso, informa il Quirinale, ha comunicato lieto ai nominati,  appare per un verso una forzatura rispetto al pur tanto conclamato quadro futuro,  e per altro verso una implicita  dichiarazione di  dubbi circa la effettiva possbilità che si possa giungere, dopo una trentina d’anni di parole, ad una effettiva riforma costituzionale. A meno che Napolitano,  contraddicendo se stesso, anche abbia semplicemente fatto  uso, finchè in tempo, del potere che l’attuale Costituzione gli assegna.  E forse quesrta la cosa che più dispiace, se fosse vera. g.