Giuliano Amato giudice costituzionale

ROMA, 12 SET – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “con decreto in data odierna, ha nominato ai sensi dell’art. 135 della Costituzione, Giudice della Corte Costituzionale il Professore Giuliano Amato”. Fa parte delle prerogative del Capo dello Stato scegliere cinque dei quindici ‘giudici delle leggi”’.

“Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano con decreto in data odierna – si legge nella nota del Quirinale – ha nominato ai sensi dell’art. 135 della Costituzione, Giudice della Corte Costituzionale il Professore Giuliano Amato, in sostituzione del Professor Franco Gallo, il quale cessa dalle sue funzioni di Giudice e di Presidente della Corte Costituzionale il prossimo 16 settembre. Il decreto è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Onorevole Dottor Enrico Letta. Della nomina del nuovo Giudice Costituzionale il Capo dello Stato ha dato comunicazione al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e al Presidente della Corte Costituzionale”. Fonte ANSA, 12 settembre 2013

…………………..L’antico proverbio contadino è quanto mai “azzeccato” per l’ultima nomina di Napolitano che non contento di aver infoltito la sinistra del Senato con quattro nuovi senatori a vita al costo sine die di un milione di euro all’anno, stamattina ha nominato un nuovo giudice costituzionale, e guarda caso anche questa volta di sinistra, nella persona di Giuliano Amato, meglio noto come il prezzemolo di tutte le minestre, da quella craxiana, a quella dei banchieri a cui dedicò la “rapina” cui sottopose i conti correnti degli italiani nel 1992, depredandoli notte tempo di una prelievo forzato mai più restituito. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti di tutti i fiumi del mondo ma lui, il Giuliano nazionale, il dottor sottile che suggeriva a Craxi le mosse politiche, è riuscito non solo ad uscire indenne da ogni sconvolgimento ma ha tratto fior di vantaggi,  dalla nomina a premier nel 1992 al posto di Craxi che tradì senza indugi, alla nomina  apremier dopo D’Alema agli sgoccioli della maggioranza ulivista di Prodi del 1996. Qualche settimana fa non gli è riuscito di fare bingo con la elezione a presidente della Repubblica che avrebbe aggiunto un ulteriore sonoro tintinnare di emolumenti mensili a quelli, davvero miserabili che riscuote ogni mese: 35 mila euro, ma non si è perso d’animo ed infatti dopo una breve attesa intervallata dalla mancata nomina a seatore a vita ecco la nomina a giudice costituzionale, nell’ambito della quale, potrebbe, forse a breve, dimostrare il suo eterno contorcimento, negando a Berlusconi, ex amico di Craxi e quindi anche suo ex amico, una qualsivoglia benevolenza a proposito della legge Severino ove fosse quest’ultima  fosse sottoposta al vaglio di costituzionalità. Anche in questo malaugurato caso il nostro non  si sottrarrebbe e farebbe il suo dovere: sempre al servizio di Sua Maestà  di Chi comanda. g.