La Corte Costituzionale ha seppellito il Porcellum, il sistema elettorale che lo stesso ideatore definì una “porcata”. Dichiarati incostituzionali il premio di maggioranza e la mancanza di preferenze, ovvero, le liste bloccate. Bocciato quindi il sistema elettorale che ha portato gli attuali deputati e senatori nei Palazzi e promosso invece il ricorso presentato dall’avvocato 80enne Aldo Bozzi che combatteva contro lo status di “cittadino-suddito”. Una sentenza storica e un terremoto politico visto che la Consulta ha di fatto delegittimato l’attuale Parlamento e quindi l’impianto politico-istituzionale italiano. Con il Porcellum, dal 2006 ad oggi, il Parlamento ha approvato leggi, eletto il presidente della Repubblica… Nelle prossime settimane saranno note le motivazioni e soltanto da allora la sentenza sarà efficace. Insomma, tranquilli tutti, per ora non succede nulla, ma subito dopo la pubblicazione, qualsiasi atto dell’attuale parlamento può essere dichiarato incostituzionale… L’unico fatto certo fin da subito è che i partiti ormai non possono più rinviare la riforma elettorale, fosse anche il “ritocco” di quella attuale per arrivare al proporzionale con una preferenza o tornare al Mattarellum. Non sono più illazioni, bisogna trovare un accordo, necessariamente, altrimenti si rischia di andare allo scioglimento anticipato delle Camere perché mantenere in vita un Parlamento che si sa essere stato eletto in modo incostituzionale, dopo l’ufficialità della sentenza, può essere comunque dichiarato invalido e con esso tutti i suoi atti. Ancora una volta sono i giudici delle leggi a dettare l’agenda alla politica che non ha più alibi. A questo punto serve una riforma vera, strutturata, che abbia una lunga durata e dia un forte assetto al quadro politico istituzionale. Mai come ora, i partiti devono riprendere il dialogo e la collaborazione per una legge seria e duratura per il Paese. Sarina Biraghi, Il Tempo, 4 dicembre 2013
……E’ una notizia tanto attesa quanto clamorosa perché accoglie per intero le ragioni dei cittadini esposte nei ricorsi che hanno condotto lo Consulta ad assumere una decisione storica. Finalmente si pone fine sia al Parlamento dei nominati sia al alla scandalosa assegnazione di seggi, come in occasione delle elezioni dello scorso febbraio, senza ragionevoli basi elettorali. Al’ultima competizione per la Camera, la coalizione di centrosinistra con appena il 29,55 dei voti si è vista assegnare ben 340 seggi su 630, mentre alla coalizione di centrodestra con il 29,00% dei voti sono andati poco più di un centinaio di seggi, e i rimanenti agli altri partiti. Semplicemente scandaloso, come scandaloso era l’assegnazione dei seggi a liste bloccate, come accadeva e accade nei regimi totalitari, sottraendo ai cittadini elettori, in barba alla Costituzione , il diritto di scegliere il candidato all’interno di ciascuna lista. Ora bisognerà attendere la pubblicazione della sentenza per conoscere nel dettaglio le conseguenze immediate di questa decisione storica della Consulta, soprattutto due: l’eventuale ritorno immediato, in assenza di interventi legislativi consoni alla Carta Costituzione, al vecchio Mattarellum , cioè al sistema uninominale, e l’eventuale dichiarazione di decadenza dalla carica di parlamentare per ben 148 deputati del Pd, non ancora convalidati dalla Giunta per le e Elezioni della Camera e la ridistribuzione dei seggi tra gli altri partiti: insomma, una rivoluzione nella rivoluzione. Comunque, finalmente!. E’ finita l’epica dei nominati, è finita l’epoca delle veline, è finita una brutta pagina della storia recente della politica del nostro Paese. g.