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Poiché non esiste una palla di vetro in grado di prevedere i risultati delle elezioni, il sistema per sapere se una legge elettorale funzioni o meno è molto semplice: il meccanismo deve essere in grado di reggere senza incepparsi, e senza produrre mostri o storture, di fronte alle eventualità che potrebbero determinarsi. Per dirla con la Corte costituzionale, deve essere razionale.

Abbiamo fatto la prova con l’ipotesi di legge elettorale presentata ieri come un “accordo storico”: noi questo accordo lo vogliamo sostenere e migliorare, ma proprio per questo dobbiamo fare in modo che di “storico” non vi siano le supercazzole che il “Vampirellum” produrrebbe. Ecco di seguito un po’ di esempi di situazioni nelle quali, in assenza di una norma di chiusura, la traduzione dei voti in seggi con il sistema congegnato produrrebbe assurdità. Alcune potranno apparire ipotesi astratte e di scuola. Ma anche quando fu elaborato il “Porcellum”, che all’epoca appariva ragionevole, nessuno aveva previsto che il centrosinistra e il centrodestra sarebbero scesi sotto il 30 per cento e che un italiano su quattro si sarebbe affidato a un comico genovese e a un “guru” con i capelli come Jim Morrison e gli occhialetti alla Trotsky. Meditate, gente, meditate. E correggete finché siete in tempo.

Ecco i risultati delle simulazioni:

1.    Alle elezioni si presenta una coalizione composta da 5 liste. La coalizione ottiene complessivamente il 37% dei voti, arriva prima e conquista con il premio di maggioranza il 53% dei seggi. La prima lista ottiene il 21% dei voti mentre le altre 4 ottengono insieme il 16% dei voti ma si fermano tutte sotto la soglia del 4,5%. Tutti i seggi della coalizione vanno alla prima lista che con i 21% dei voti si porta a casa il 53% dei voti, con un premio di maggioranza del 32% (!) superiore a quello attribuito alle ultime elezioni che ha innescato la sentenza della Corte. E superiore a quello previsto dalla fascistissima legge Acerbo.

2.    Alle elezioni si presenta una coalizione di due liste che ottiene complessivamente l’11,5% dei voti. Entrambi i partiti superano la soglia del 4,5% ma poiché la coalizione non ha superato quella del 12% a loro non spetta alcun seggio.

3.    Alle elezioni si presenta una coalizione di 5 liste che ottiene il 17% dei voti ma, poiché nessuna delle liste supera la soglia del 4.5%, non ottiene alcun seggio.

4.    Alle elezioni una lista si presenta senza coalizzarsi con altre liste. Ottiene più di 2,5 milioni di voti ma, non superando la soglia dell’8%, non ottiene alcun seggio. Alle stesse elezioni una lista si presenta in solo 3 regioni ed ottiene 250.000 voti. Avendo superato la soglia del 9% dei voti rispetto agli elettori delle tre regioni (1 molto grande e  2 piccole) ottiene seggi in proporzione ai voti.

5.    Alle elezioni alla Camera la Coalizione A supera il 37%, arriva prima mentre al Senato è la coalizione B a conquistare il premio. La corrispondenza tra voti e seggi è stata alterata in nome della governabilità ma il Paese è ingovernabile. L’attribuzione di due premi di maggioranza a diverse coalizioni rende anche più difficile realizzare dopo le elzioni un’ampia intesa di Governo.

6.    Alle elezioni nessuna coalizione supera, alla Camera e al Senato, la soglia del 37% dei voti necessaria per ottenere il premio di maggioranza. Si procede al secondo turno di ballottaggio, ma alla Camera le prime due coalizioni ammesse al ballottaggio sono A e B mentre al Sentato sono B e C. In esito al ballottaggio alla Camera vince la coalizione A, che ottiene il 55% per cento dei seggi mentre al Senato vince la coalizione C che ottiene il 55% dei seggi.

7.    Alle elezioni si presentano 6 coalizioni e nessuna lista da sola. Tra le coalizioni presentatesi, 5 non superano la soglia del 12% ed ottengono complessivamente il 55% dei voti totali. In questo caso la sesta lista con il 45% dei voti ottiene il 100% dei seggi.


……………Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, la nuova legge elettorale le cui conseguenze sono quelle delle simulazioni sopra illustrate è molto, ma molto peggiore di quelle della legge appena abrogata.  g.