Sappiamo di avere, tra i tanti, un affezionato lettore che  segue quotidianamente le  cose che pubblichiamo e ancor più  ciò che commentiamo. Il suo è un interesse  che trascende ciò che scriviamo, sfiora la paranoia, anzi di più,  sfora nella morbosità tipica dei disadattati mentali che nella ossessione trovano il loro  piacere, che forse non trovano altrove, lì dove  lo trovano le persone normali.  Perciò oggi  scriveremo di Berlusconi e lo difenderemo, non perchè egli sia esente da colpe e rsponsabilità, ma perchè egli è il capro espiatorio, al di là delle sue colpe e delle sue responsabilità,  di tanti omuncoletti come il nostro  ossessionato  e paranoico lettore che per Berlusconi nutre un odio che non lo fa dormire la notte.   Dunque, Berlusconi. Il male assoluto, il nemico pubblico numero uno, il caimano sulle cui spalle ricadono, a sentir taluni,  le colpe di un intero settantennio. Dal 1994,  da quando mandò all’aria i programmi dell’allor sol dell’avvenire occhettano,  lo hanno perseguitato con centinaia di inchieste, con decine e decine di processi, con migliaia di avvisi di garanzia, con accuse di ogni genere, dalla vicinanza con la mafia alla perversione sessuale, passando per quella di  corruttore e sistematico evasore fiscale. Alla fine dei giochi sono riusciti a condannarlo in via definitiva per una  presunta frode fiscale di un paio di milioni di euro, una goccia rispetto alle centinaia di milioni di euro che il suo gruppo ha versato allo Stato. E la condanna è servita ad estrometterlo dal Senato con una procedura il cui iter è stato veloce quanto,  di solito, per altri casi era stato non lento, ma lentissimo. Riprova che l’obiettivo non era accertarne la responsbilità, ma estrometterlo dalla politica. Non avevano fatti i conti con la scorza dell’uomo, che insieme a tanti difetti, chi non ce li ha!, ha un  pregio, ha coraggio che come diceva quel tale – evitiamo di fare citazioni, altrimenti il paranoico che ci legge, va in escandescenze e magari ci chiede i danni per averlo costretto ad andare in escandescenza – chi non ce l’ha, non se lo  può dare, e  Berlusconi è appunto uno che ce l’ha, e nonostante l’età, gli acciacchi, le fibrallazioni di ogni genere, gli addii (degli ex amici) e i ricatti degli aspiranti “secondi”, si è rimesso in gioco, anzi si è rimesso al centro del gioco, aiutato dal segretario del PD, con il quale, fuori del Parlamento, con spregio della Carta Costituzionale che pone il Parlamento al centro della politica, ha contrattato una legge elettorale che nella sostanza ha come obiettivo proprio quello che Berlusconi ha sempre inseguito:avere  da solo la maggioranza di un Parlamento di nominati. Non condividiamo questa legge elettorale, la consideriamo peggiore del porcellum, riteniamo che l’accordo tra Renzi e Berlusconi sia un pessimo accordo che mette a repentaglio il sistema della rappresentanza nel nostro Paese, proprio quando più voci sono necessarie per evitare disastri e danni, ma siamo convinti che la battaglia contro questo accordo che passa sulla testa di tutti, va fatta in Parlamento e che essa non debba essere in alcun modo inquinata da altri interventi, anzi da altre invasioni. Come quella della Magistratura che invece ha tentato un altro colpo.  La Procura di Nap0li ha richiesto il processo a carico di Berlusconi  per la presunta compravendita di senatori alla fine del governo Prodi ed ha sollecitato il Senato a costituirsi parte civile, cioè lo stesso organo che,  un paio di mesi fa, ha dichiarato Berlusconi decaduto in virtù di una procedura assai viziata e di una legge molto discutibile. Non esprimiamo giudizi sull’iniziativa giudiziaria della Procura di Napoli, salvo per ricordare che nei 70 anni di vita parlamentare,  deputati e senatori che hanno cambiato casacca, anche in omaggio al diritto costituzionale di non essere vincolati dal mandato, sono stati centinaia, che governi di centro, di destra e di sinistra, sono nati e/o sono morti per via di questi cambi di casacca, che traditori non certo per gloria ma sempre per interesse, talvolta anche legittimo,  ce ne sono stati e ce ne saranno sempre e proprio per questo è il caso di attendere il giudizio della Magistratura giudicante senza esprimere opinioni. Diverso  invece è  l’opinione sulla incredibile decisione del presidente del Senato, l’ex magistrato antimafia Grasso, che solo soletto, in aperto dissenso con il voto negativo del Consiglio di Presidenza del Senato, ha dato il via libera  alla costituzione  di parte civile del Senato “per ragioni etiche”  nel processo contro Berlusconi.Ragioni etiche? Quali? Quella di aver fatto ciò che da Giolitti in poi, per arrivare a Prodi e poi a D’Alema, hanno fatto tutti,  inducendo ex avversari a diventare amici, trasformandosi in nemici degli ex amici? Cosicchè il signor Grasso, ex magistrato antimafia, ha di fatto messo sul banco degli imputati la storia d’Italia, anzi  la storia del mondo, che di tradimenti e stravolgimenti di alleanze è ampiamente caratterizzata? E poi, non è stato già dichiarato decaduto Berlusconi dallo scranno di senatore, benchè poi gli è stata data una bella seggiola nella sede centrale del PD, il partito di Grasso? Non è già questa, ove se ne condividesse l’atto, una già ampia tutela dell’immagine “compromessa” del Senato?  E Grasso non è lo stesso magistrato antimafia che in tempi non sospetti  ebbe a dichiarare che il governo Berlusconi, con ministro dell’interno Maroni, aveva assunto provvedimenti legislativi assolutamente coercitivi contro la mafia? Era quello di Grasso un atto di riconoscimento o era solo un atto di piaggeria verso il potente di turno caduto ora in disgrazia? Chi scrive queste note ha avuto ed ha  molte riserve  su alcune scelte del presidente Berlusconi ma come è avvenuto quando uno saltimbanco nostrano ha infierito come un maramaldo sul conto di Berlusconi, anche ora, difronte a decisioni che offendono il buon senso  e che puzzano mille miglia di riposizionamenti tattici e strategici in attesa del cambio della guardia al Qurinale, avverte il bisogno di sentirsi vicini al presidente Berlusconi, di esprimergli solidarietà umana  e vicinanza, senza nascondere che  provoca grande gioia sapere che ciò manderà in bestia fumante il nostro affezionato e paranoico lettore antiberlusconiano. g.