Non sembra vero che nel  secondo decennio del 21° secolo si debbano rivedere  in Europa scene che eravamo convinti dovessero ormai appartenere al passato. Almeno al secolo scorso, quello che fu insanguinato da ben due guerre mondiali e nella seconda parte  del secolo dal predominio di una terribile e sanguinosa dittatura che avrebbe tenuto in galera interi popoli, quelli dell’Europa dell’Est, imprigionati dietro la cosiddetta cortina di ferro, costretti alla miseria e ridotti alla schiavitù, sino a quando la caduta del Muro di Berlino, nel 1989, non li avrebbe infine resi liberi e restituiti alla vita. Prima che ciò accadesse,   tragici eventi sconvolsero alcune di quelle Nazioni, tra cui la Cecoslovacchia e l’Ungheria, le cui capitali, prima Budapest nel 1956 e poi Praga nel 1968 furono teatro della  sanguinosa  repressione dei carri armati sovietici e pagarano con il sangue di tanti sconosciuti eroi il loro anelito di libertà e di indipendenza. Da allora  sono trascorsi decenni, l’Europa si è unita, almeno sotto il profilo economico e monetario, tanti dei Paesi al di là della ex cortina di ferro, non solo sono governati da sistemi ispirati alla democrazia parlamentare, ma molti fanno parte  a pieno titolo,  dell’Unione Europea. Eppure tutto ciò non ha impedito che  in Ucraina, ex granaio d’Europa, e nella sua capitale, la splendida Kiev,  ancora in queste ultime ore,  un governo illiberale  tornasse ad utilizzare i sistemi e ad adottare gli strumenti tipici delle dittature comuniste, tentando di impedire lo svolgersi di manifestazioni antigovernative e filoeuropee, e poi aprendo il fuoco sui manifestanti, nel tentativo di disperderli. Le immagini giunte da Kiev non lasciano spazio ad equivoci, si tratta di una brutale repressione che mira, come già era accaduto più di mezzo secolo fa a Budapest e a Praga, a reprimere la rivolta e il diritto alla libera autodeterminazione del popolo ucraino. Sono decine i morti che si contano al termione degli scontri tra poliza e manifestanti e solo a tarda notta il presidente filosovietico  ha acconsentito ad una tregua accettando l’invito in tal senso dell’Europa e il pressing esercitato dal presidente americano, sconvolto, sonmo sue parole, dalle immagini che “mai più avremmo voltuo rivedere”. Invece le rivediamo, perchè dovunque il comunismo continua a governare lo fa con il solo modo che conosce, il terrore e la repressione. Kiev brucia, il mondo libero intervenga prima che sia troppo tardi. g.

Ultimora: la tregua si è infranta già alle prime ore del mattino, e scontri vilentissimi sono in corso tra manifestanti antigovernativi e forse speciali del regime filorusso che vuole impedire  l’adesione alla UE dell’Ucraina, che è sempre sull’orlo della guerra civile. Non accada anche ora ciò che accadde all’epoca delole rivolte di Budapest e di Praga, quando gli occhi del mondi si volsero dall’altra parte. Intervengano gli organismi intgernazionali come tre anni addietro in Libia, anche se l’Ucraina non ha giacimenti petroliferi o altgre ricchezze, salvo una, l’antica civiltà cattolica ed europea.g.