LA PANDEMIA PRETESTO PER IL NUOVO ORDINE MONDIALE, intervista ad Alessandro MELUZZI di Alfonso PISCITELLI
Pubblicato il 22 agosto, 2020 in Il territorio | Nessun commento »
Ad Alessandro Meluzzi, che per Vallecchi ha pubblicato Contagio. Dalla peste al coronavirus, in cui ricostruisce i rapporti tra epidemie e politica nella storia, abbiamo posto una domanda, per così dire, “cronometrica”: quale è stato l’esatto momento in cui i politici che oggi governano l’Italia sono passati dall’ “abbraccia un cinese” o “il vero virus è il razzismo” all’idea che, con una accorta gestione delle paure della gente, potevano chiudere sotto chiave la società italiana e mettersela in tasca…
Alessandro, quando è scattata questa “fase 2”?
È scattata quando hanno interiorizzato il senso di una intervista data una decina di anni fa da Jacques Attali, in cui il mentore di Macron sosteneva che una pandemia avrebbe consentito di realizzare il “New World Order”, il Nuovo Ordine Mondiale. Allora sono passati dagli slogan ingenui della globalizzazione (i confini sempre aperti, la Cina che è vicina) a una più pervicace strategia di controllo sociale.
La frase di Attali somiglia ad alcune dichiarazioni di europeisti secondo i quali le crisi economiche sarebbero buone occasioni per creare il Super-Stato della UE….
L’élite tende a concentrare i poteri attraverso due meccanismi fondamentali: l’eliminazione delle sovranità nazionali e la cancellazione del ceto medio. La presenza di un ceto medio autonomo produttivo è da ostacolo alla grande uniformizzazione che i fautori della globalizzazione auspicano.
Cancellazione del ceto medio: viene in mente anche una certa predicazione pauperista che si sente sugli altari. Omelie di pauperisti che ovviamente auspicano sempre la povertà altrui, mai la loro…
Certo, la rimozione di papa Benedetto XVI e l’avvicendarsi del nuovo Papa gesuita ha affermato anche in Vaticano un discorso che coniuga i motivi di un convinto globalismo con i temi di un pauperismo di tipo latinoamericano.
D’altra parte, i leader “populisti” sono andati in difficoltà davanti all’emergenza COVID lanciando segnali contraddittori riguardo alla pericolosità o meno del “virus cinese”.
In alcuni casi è mancata una lettura a 360 gradi, la comprensione del significato profondo di quanto stava avvenendo. Nonostante tali incertezze le elezioni americane rimangono fondamentali: se Trump viene rieletto rimane aperta la porta per un cambiamento significativo degli equilibri mondiali.
E in questo scenario come valuti l’annuncio di Putin di un vaccino russo?
Putin è un judoka ed è abituato ad utilizzare le armi dei suoi avversari per disarcionarli. Il mainstream reagirà dicendo che quello di Putin è un vaccino cattivo…
Il “mainstream”, la narrazione dominante: quale potrebbe essere l’argomento che vi si contrappone?