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RAI 3 CENSURA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: HA CHIAMATO BALLARO’ MA FLORIS NON RISPONDE

Pubblicato il 19 gennaio, 2011 in Cronaca, Politica | No Comments »

Censurato dal “servizio pubblico”. Non è successo a un cittadino qualunque, ma al presidente del Consiglio. Ieri sera Silvio Berlusconi ha telefonato a sorpresa alla trasmissione Ballarò, dedicata quasi interamente alla vicenda Ruby, ma il conduttore Giovanni Floris, ormai in chiusura, ha deciso di non farlo intervenire in trasmissione. Lo ha riferito, prima della chiusura della puntata, lo stesso Floris.

“Ha telefonato – ha detto il conduttore – il presidente Berlusconi; ma visto come era andata l’ultima volta, lo abbiamo invitato a venire da noi la prossima settimana”. Floris si è riferito all’ultima telefonata del premier alla trasmissione, quando egli ha chiuso bruscamente e polemicamente la telefonata rifiutando di rispondere ad alcune domande. Dalla redazione di Ballarò, come per scusarsi, viene fatto presente che domenica scorsa il presidente del Consiglio era stato invitato a partecipare proprio alla trasmissione di questa sera. Nel frattempo gli hanno buttato giù il telefono in faccia. Il giornalista dice anche “naturalmente ribadiamo il nostro invito già per la prossima puntata: già da martedì il presidente del Consiglio potrà venire a Ballarò per confrontarsi con gli altri ospiti e per rispondere alle nostre domande”. E quanto alla puntata, per Floris è stata “una puntata utile, in cui si sono confrontate civilmente visioni molto diverse di quanto accaduto in questi giorni”.

.…..Insomma in Italia,  un modesto conduttore della televisione pubblica, pagato con i soldi dei cittadini la cui maggioranza ha votato per il presidente Berlusconi, può decidere di impedire al presidente del Consiglio, oggetto di una squallida puntata di un programma datato, di dire la sua sulla vicenda di cui è accusato di essere protagnista. Siamo alla frutta della democrazia in questo Paese! g.

LA PERSECUZIONE GIUDIZIARIA DI BERLUSCONI E’ COSTATA SINORA 300 MILIONI DI EURO. CHE NON PAGANO I MAGISTRATI MA GLI ITALIANI

Pubblicato il 17 gennaio, 2011 in Cronaca, Politica | No Comments »

Magistrati È il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini a fare i conti. «Sono i numeri a dimostrare la persecuzione giudiziaria di cui è vittima ormai da diciassette anni Silvio Berlusconi: 105 procedimenti avviati, 1.000 magistrati coinvolti, 530 perquisizioni, 2.500 udienze, 10 assoluzioni e 13 archiviazioni. Nonostante questo spiegamento di forze un solo numero manca all’appello, quello di una condanna. Per questo motivo la maggioranza degli italiani ha capito da tempo da che parte stare e rinnova la sua fiducia nei confronti del premier e del suo governo che continuerà – conclude il ministro – a lavorare per il bene del Paese». Le cifre fornite dal ministro sono impressionanti. Ma quanto costa allo Stato, e dunque a noi contribuenti, la campagna giudiziaria contro il Cavaliere? In realtà a comunicare i primi dati sull’offensiva era stato lo stesso Berlusconi lo scorso 14 gennaio in un messaggio inviato ai promotori della libertà riferendosi a «una persecuzione che si è articolata su 105 indagini e in 28 processi, il record assoluto credo di tutta la storia dell’uomo in qualunque paese del mondo. Questi processi hanno impegnato i miei difensori in 2.560 udienze, con più di 1.000 magistrati intervenuti con un costo, per me, di oltre 300 milioni di euro in avvocati e consulenti e credo con un costo di pari importo per lo Stato e quindi per i contribuenti» ha detto il premier. In tutto 28 processi – aveva ricordato il premier – che hanno dato luogo a 10 assoluzioni, 13 archiviazioni mentre sono 5 i processi ancora in corso. Inoltre «nessuno di questi processi è collegato alla mia attività di governo come presidente del Consiglio».
In realtà, il costo sostenuto dallo Stato potrebbe risultare molto più alto rispetto ai 300 milioni di euro stimato da Silvio. Cui andrebbero aggiunte le spese effettuate per le intercettazioni. In generale sono costate oltre 272 milioni di euro le intercettazioni telefoniche e ambientali nel corso del 2009: sotto controllo 119.553 telefoni e 11.119 ambienti. Questi, almeno, gli ultimi dati del ministero della Giustizia comunicate lo scorso 16 giugno dall’Associazione nazionale magistrati sulle intercettazioni. L’unico numero che è stato invece ricavato con un ragionamento è quello delle persone intercettate: sono meno di 40mila, cioè lo 0,07 della popolazione italiana; un dato questo che si ottiene dividendo il numero delle utenze sottoposto a controllo per tre, visto che in media ogni persona intercettata utilizza tre o più numeri telefonici. Complessivamente i «bersagli» sono stati 132.384, poco meno dell’anno precedente, quando si erano attestati su 137.086. Rispetto al 2008 però c’è stato un aumento di spesa, visto che allora le intercettazioni erano costate poco più di 233 milioni di euro.
La gran parte della spesa è rappresentata dal noleggio degli apparati per intercettare (computer, server o altro materiale informatico) costato nel 2009 ben 214 milioni di euro. Altri 45 milioni di euro sono stati pagati alle compagnie telefoniche per il noleggio delle linee. Linee che invece in Paesi come la Francia e la Germania vengono fornite a costo zero. Non solo. Secondo un recente articolo apparso sul Sole24Ore, Il budget dell’Italia per la giustizia, circa 7 miliardi di euro, è il più alto d’Europa. Oltre due terzi degli stanziamenti – più di 5 miliardi – sono assorbiti da capitoli di spesa che hanno a che fare con gli stipendi e più in generale con il costo del lavoro. Intanto, i 7,2 miliardi destinati dall’Italia al comparto giustizia (nel 2006 erano il 7% in più), nel 2010 sono saliti a 7,4 miliardi. Tra il 2011 e il 2013, le previsioni indicate nella legge di stabilità riportano i fondi intorno ai 7 miliardi. Camilla Conti, Il Tempo, 17 gennaio 2011

.…..A proposito di giustizia, ieri sera il presidente della Camera Fini è stato ospite di Fabio Fazio alla saporifera trasmissione “Che tempo che fa”. Tralasciamo l’evidente buonismo di Fazi che ha evitato acccuratamente di fare domande “insidiose” a Fini, ma vale la pena di sottolienare invece il “buonismo” ipocrita di Fini verso Berlusconi. A proposito dell’ultimo caso surreale di cui è vittima e protagonista il capo del governo, Fini ha detto “di comprendere il fastidio di Berlusconi il quale però deve andare dai Magistrati difendersi anche perchè i magistrati che sbagliano pagano”. Incredibile. Intano, Fini  nel caso Montecarlo è stato trattato da cittadino diverso dagli altri e per il quale non vale la regola che la legge è uguale per tutti, ma fa specie sentire un addetto ai lavori dire che i magistrati che sbagliano pagano. Forse vive in un altro pianeta per dire una baggianata simile. g.

ADDIO ALL’EROE DI VERMICINO

Pubblicato il 13 gennaio, 2011 in Costume, Cronaca | No Comments »

Isidoro Mirabella Era il piccolo grande eroe di Mentana anche se lui, Isidoro Mirabella, deceduto sabato scorso a 81 anni, siciliano di nascita, nella cittadina garibaldina s’era trasferito «soltanto» negli anni Settanta. Mingherlino e basso di statura ma con un cuore immenso. Nella notte dell’11 giugno 1981 quando l’Italia seguiva in diretta tv da Vermicino i soccorsi per salvare Alfredino Rampi, 6 anni, caduto in un pozzo profondo 35 metri, Isidoro Mirabella si presentò volontario e vi si calò. Era il secondo giorno di tentativi per estrarre il bimbo ancora vivo e l’ottimismo iniziale cominciava a scemare.

Mirabella, detto l’Uomo Ragno, arrivò intorno alle 21 e un’ora dopo iniziò la sua discesa nel pozzo (le trivellazioni erano state fermate) con un seghetto in mano per rimuovere una tavoletta. Fallì e i vigili del fuoco gli negarono altri tentativi. Ci furono polemiche per questo. Il resto è noto, Alfredino morì nel pozzo. L’Uomo Ragno rientrò a Mentana con un peso sul cuore. «Fu una bella botta per lui – dice ora il sindaco Guido Tabanella – come lo era stata la morte improvvisa di Alfiero Bernardi l’allenatore del Mentana Calcio». Bernardi perì nel lago di Vico dove si era gettato per salvare la vita dei propri figli. Anche lui è un eroe della città di Mentana. Ma che rapporto c’era tra Isidoro e il Mentana Calcio? «Isidoro viveva in simbiosi con la squadra, era considerato la mascotte» ricorda Tabanella.

Isidoro Mirabella è morto in povertà ma «dignitosamente» sottolinea il primo cittadino. «Nell’82 si trasferì in una casetta a Castel Chiodato. Campava con la pensione minima, non ha mai chiesto niente a nessuno. Solo negli ultimi tempi qualcuno lo aiutava nelle faccende domestiche perché era solo. Lui non ha mai dato fastidio, era una persona tranquilla». Doveroso da parte dell’amministrazione comunale onorarne il ricordo, pagando tutte le spese del funerale e trovandogli degna sistemazione al cimitero di Castel Chiodato. «Isidoro ha dato lustro alla nostra città – dice Tabanella – con quel suo atto di eroismo a Vermicino. Al funerale è venuta pure la figlia che abita a Milano». Di che cosa è morto? «Era malato, credo avesse un tumore. Ma, anche nella malattia è rimasto riservato e discreto. Un eroe e anche un gran signore».

.…….Non tutto è perduto nella nostra società se c’è chi, come Mentana e il suo sindaco, sanno rendere omaggio, senza clamore e inutili sbandieramenti pubblicitari, ad un eroe sconosciuto come Isidoro  Mirabella che sotto gli occhi di Pertini tentò, senza riuscirci, di salvare la vita del povero Alfredino. Tutta l’Italia pianse ma più di tutti pianse lui. E commosse gli italiani.


MAGISTRATI STIPENDI DA NABABBI:COSTANO UN MILIARDO DI EURO L’ANNO

Pubblicato il 6 gennaio, 2011 in Costume, Cronaca, Giustizia | No Comments »

Pagati, viziati, lentissimi e ipersindacalizzati. La casta dei magistrati continua a lamentarsi, l’ultima richiesta dell’Anm è di pochi giorni fa: “I tribunali rischiano una paralisi complessiva”. Il motivo? Il taglio dei fondi all’assistenza informatica. L’associazione delle toghe ha minacciato lo sciopero e in poche ore il ministro ha aperto il portafogli (una trentina di milioni di euro) e tutto si è risolto. La giustizia costa tanto, si sa. Ma quanto incidono gli stipendi dei magistrati? Tenetevi forte, la cifra fa paura: circa un miliardo di euro. I cugini francesi spendono il 30 per cento in meno e lavorano meglio. Ma i nostri in compenso hanno un primato: la lentezza. Da noi i processi si trascinano a lungo, la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ci multa, i cittadini sotto processo fanno ricorso. E poi? Poi lo Stato, tanto per cambiare, paga i danni. Andando a spulciare il “prontuario delle competenze dovute alla Magistratura Ordinaria” ci addentriamo in una selva di numeri e scatti di anzianità che fanno lievitare il monte salari. Prima bizzarria: dov’è la meritocrazia? Latita, per fare carriera basta “invecchiare”. Tutti arrivano al massimo livello di stipendio, anche quando magari non riescono ricoprire un incarico di alto livello.

L’organo che valuta ogni quattro anni (ma lo scatto è biennale) la professionalità del giudice è il Consiglio superiore della magistratura, che nel 96 per cento dei casi dà un via libera. Ma la bocciatura, nei rarissimi casi in cui si verifica, non prevede nessun arretramento economico: vige il principio della conservazione dello stipendio maturato. L’orologio dei magistrati continua a correre e lo stipendio a lievitare, qualunque cosa succeda. Per intenderci: è come se tutti i militari diventassero generali. Facciamo i numeri: un magistrato al settimo livello di anzianità, che sarebbe il ventottesimo anno di professione, arriva a portare a casa un lordo di 195.362.33 euro all’anno. Il presidente del Tribunale superiore delle acque pubbliche può mettersi in tasca fino a 260.593.04. Tanto? Non abbastanza, evidentemente, dato che è anche prevista un’indennità che si aggira sui mille euro al mese. Salendo verso le funzioni “apicali”, il vertice della carriera, le cifre aumentano fino a raggiungere il miliardo delle vecchie lire. Queste sono le toghe-paperone, a fronte delle quali ci sono un gran numero di magistrati che portano a casa un’onesta busta paga. Un giudice di primo pelo si accontenta di poco meno di cinquemila euro mensili lordi. Tutto questo ricade sulle nostre spalle.

I tribunali costano a ogni cittadino italiano 45 euro all’anno. Il 18 per cento in più rispetto ai francesi e addirittura il 60 per cento in più rispetto ai 28 euro del Regno Unito. Il totale della spesa è un miliardo di euro. In un’Italia in cui tutti tirano la cinghia, una delle poche categorie che non rischia il posto e neppure la decurtazione dello stipendio, è proprio quella dei magistrati. Le toghe piangono quando c’è da chiedere trenta milioni di euro per computer, ma non fanno mai sacrifici. A dispetto della crisi e soprattutto del buonsenso.

IL BRASILE RIAPRE IL CASO BATTISTI

Pubblicato il 5 gennaio, 2011 in Cronaca, Politica, Politica estera | No Comments »

    La protesta contro Battisti Qualcosa si muove. Il presidente del Supremo Tribunal Federal, Cezar Peluso, ha ordinato ieri di riaprire il dossier relativo all’estradizione di Cesare Battisti presso l’Alta Corte brasiliana, a seguito della richiesta di scarcerazione dei legali dell’ex terrorista rosso e del ricorso presentato dagli avvocati dell’Italia per bloccare tale richiesta. Lo rende noto un comunicato dell’Stf, rilevando che Peluso ha ordinato di «disarchiviare» il procedimento e di allegare agli atti la richiesta «dell’immediato rilascio» di Battisti presentata ieri dopo il diniego all’estradizione deciso il 31 dicembre dall’ex presidente Lula.

    Sembra, dunque, pagare l’agreament scelto dal governo italiano che ieri si è schierato compatto in civili manifestazioni contro la decisione di Lula. E l’umana grandezza di Silvio Berlusconi era racchiusa ieri pomeriggio (prima delle notizie di altro fuso orario) nello sguardo di chi non ha digerito un’incomprensibile presa di posizione, una smorfia che nascondeva una commozione forte quando il premier si è avvicinato alla sedia a rotelle di Alberto Torregiani, occhi umidi e straordinaria compostezza, in piazza Navona, sotto l’ambasciata del Brasile.

    Fotogrammi di una civile quanto determinata protesta, una risposta di grande stile dinanzi a chi ancora una volta dai banchi sgangherati dell’opposizione, ha trovato modo di speculare persino su una storia così amara. Ma quale assenza del governo nella vicenda? Piuttosto, dove erano i «sinistri» fan dell’estradizione quando il signor Battisti si avvaleva della dottrina Mitterand? «È un vero criminale», ha detto di Cesare Battisti il premier. E il concetto è rimbalzato ieri in tutta Italia nelle manifestazioni organizzate davanti alle sedi diplomatiche brasiliane per protestare contro il «no» all’estradizione. La gente che vi ha partecipato pretende che il criminale Battisti non resti impunito e non esita a definire l’ex presidente brasiliano Lula «un vigliacco», un «complice dei terroristi».

    Una condanna consapevole che ha unito le principali città italiane, da Milano a Firenze, da Bari a Napoli, da Torino a Roma, dove però esponenti della maggioranza e dell’opposizione hanno manifestato da «separati in piazza». In campo, oltre ai politici, anche familiari delle vittime del terrorismo, studenti e persino brasiliani. A Roma, una Piazza Navona invasa dalle bancarelle delle festività natalizie ha ospitato il sit-in di protesta più ampio al quale hanno aderito, in varie fasi, un migliaio di persone. Un commosso Alberto Torregiani, figlio del gioielliere vittima dei Proletari armati per il comunismo e vittima a sua volta, si è detto soddisfatto da questo «sit-in popolare» senza bandiere di partito «uniti per una battaglia: ottenere l’estradizione dell’ex terrorista».

    Ma neppure il caso Battisti ha unito maggioranza e opposizione: infatti, gli esponenti del Pdl e quelli del Pd e dell’Idv hanno manifestato in momenti diversi e separatamente. Tra i più decisi il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: «In Parlamento ci saranno iniziative a sostegno dell’azione di governo per chiedere l’estradizione dal Brasile di Cesare Battisti e speriamo che su questo ci sia la condivisione di tutte le forze politiche». «Si tratta di una manifestazione serena – ha sottolineato Gasparri – vogliamo seguire la via del diritto per difendere le ragioni delle vittime». Dal canto suo, il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, con al fianco il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, non ha esitato a definire Battisti un «criminale» e a condannare «l’ambiguo» ruolo della Francia. Marino Collacciani, Il Tempo, 5 gennaio 2011

    DILAGA LA PROTESTA CONTRO IL BRASILE PER IL CASO BATTISTI

    Pubblicato il 4 gennaio, 2011 in Cronaca, Politica | No Comments »

    Stamattina, al’aeroporto di Milano, il premier Silvio Berlusconi ha incontrato il figlio del gioielliere milanese Vincenzo Torreggiani, una delle vittime del bandito Battisti, che l’ex comunista Lula ha deliberatamente e ignobilmente sottratto alle galere italiane, assicurandogli un comodo rifugio in Brasile. Il figlio del gioelliere è egli stesso una vittima perchè nell’assalto in cui morì il padre, egli fu colpito a sua volta e da allora è rimasto paralizzato e vive su una sedia a rotelle. E questo mentre l’assassino del padre e suo carnefice se la gode da 30 anni a questa parte, prima protetto in Francia dalla cosiddetta teoria Mitterand e poi in Brasile. Pare anzi che tra la Francia e Brasile ci sia stato un minuetto secondo il quale la moglie di Sarkozy, la ex modella e cantante Carla Bruni avrebbe tefonato personalmente all’allora presidente Lula per chiedergli il “favore personale” di non consegnare Battisti all’Italia. Lo ha rivelato oggi in una conferenza stampa il figlio del maresciallo Berardi, altra vittima dell’assassino e pluriomicida Battisti, assumendosi ogni responsabilità di questa rivelazione. Nell’incontro con Torreggiani, Berlusconi lo ha invitato a partecipare a Bruxelles alla riunione che il PPE dedicherà alla vicenda per chiedere all’Unione Europea di promuovere azione di pressing sul Brasile perchè riveda la sua decisione che suona insulto e offesa per la giustizia italiana, Nel frattempo si moltiplicano in Italia iniziative a sostegno della richiesta di estradizione di Battisti,da parte di tutte le forze politiche, ad eccezione di Rifondazione Comunista che ha chiesto di “rispettare” la decisione di Lula. E si moltiplicano la manifestazioni e i sit-ing dinanzi all’ambasciata brasiliana di Roma e ai consolati brasiliani in ongni parte d’Italia da parte dei militanti del Movimento per l’Italia dell’on. Santanchè e la raccolta di firme promosssa da moltissimi siti web contro il Brasile. Anche il nostro sito ha aderito a questa iniziativa ed ha espresso la solidarietà alle famiglie delle vittime che rischiano di essere assassinate di nuovo, moralmente, dalla decisione  di Lula del no alla estradizione di Battisti che confermiamo essere una decisione squallida, vergognosa e ignobile. g.

    A THIENE I FIUNERALI IN FORMA PRIVATA DELL’ALPINO MATTEO MIOTTO

    Pubblicato il 4 gennaio, 2011 in Cronaca | No Comments »

    Nella foto a destra il povero Miotto è a bordo di un carrarmato in Afghanistan. La fotografia “ufficiale” vede l’alpino  caduto in Afghanistan mostrare una bandiera italiana, mentre quella originale presenta al centro lo stemma sabaudo. Non è ancora chiaro chi e perché abbia sbianchettato ed eliminato nella foto 2ufficiale”  il simbolo “scomodo”.

    Si sono svolti ieri a Thiene i funerali dell’alpino  Matteo Miotto Caduto in Afghanisgtan.  “Un generoso cuore d’alpino”. Così ha ricordato Matteo Miotto monsignor Livio Destro, vicario del vescovo di Padova, nell’omelia dei funerali per il giovane militare ucciso giovedì in Afghanistan. “Con il suo ottimismo – ha proseguito monsignor Destro – Matteo aveva contagiato i suoi compagni in quella terra ferita. Era il suo stile di vita che aveva ereditato dal nonno”. La cerimonia è al Duomo della cittadina veneta, in cui Miotto era nato 24 anni fa, per le esquie in forma privata, dopo i funerali soleni svoltisi ieri a Roma, presente il capo del governo Silvio Berlusconi. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa e quello delle Riforme Umberto Bossi, presenti alle esequie, hanno annunciato la loro presenza alla tumulazione della salma nel cimitero della cittadina vicentina, nell’area dedicata ai caduti in guerra, come aveva chiesto lo stesso Miotto prima di partire per la missione che gli è stata fatale.  A Thiene serrande abbassate in segno di lutto e due maxischermi per permettere ai cittadini di seguire le cerimonie.

    Nelle scorse ore la salma del ragazzo era stata trasferita da Roma  alla camera ardente allestita nel Comune veneto. In mattinata è stato un flusso ininterrotto di commilitoni e gente comune, sopratutto ex alpini, che hanno sfilato commossi  davanti alla bara del militare avvolta nel tricolore.

    LE REAZIONI ALLA DECISIONE VERGOGNOSA DEL BRASILIANO LULA. NAPOLITANO: AMAREZZA. BERLUSCONI:RAMMARICO. LARUSSA:E’ UN AFFRONTO.

    Pubblicato il 31 dicembre, 2010 in Cronaca, Giustizia, Politica estera | No Comments »

    Il presidente della Repubblica Napolitano ha espresso “amarezza e contrarietà” per la decisione del capo di Stato brasiliano uscente Lula da Silva di non estradare Cesare Battisti. Napolitano ha parlato anche di una scelta “incomprensibile e infondata”. Intanto il ministro degli Esteri Franco Frattini “ha deciso di richiamare a Roma l’ambasciatore” in Brasile Gherardo La Francesca. “Esprimo profonda amarezza e rammarico per la decisione del presidente Lula di negare l’estradizione del pluriomicida Cesare Battisti nonostante le insistenti richieste e sollecitazioni a ogni livello da parte italiana. Si tratta di una scelta contraria al più elementare senso di giustizia”, ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. “Esprimo ai familiari delle vittime tutta la mia solidarietà, la mia vicinanza e l’impegno a proseguire la battaglia perché Battisti venga consegnato alla giustizia italiana – ha aggiunto il premier -. Considero la vicenda tutt’altro che chiusa: l’Italia non si arrende e farà valere i propri diritti in tutte le sedi”. Il presidente brasiliano uscente Luiz Inacio Lula da Silva ha deciso di non concedere l’estradizione per l’ex terrorista condannato a quattro ergastoli. Immediata la reazione del governo italiano: la decisione di Lula “è un affronto” e “una vergogna” ha detto La Russa aggiungendo che non passerà “senza conseguenze”. Il parere che nega l’estradizione afferma che la decisione di Lula non rappresenta un affronto a un altro stato, “dal momento che situazioni particolari possono generare rischi per la persona, malgrado il carattere democratico dei due Stati”. Il governo brasiliano ha inoltre espresso il suo “profondo stupore” per la protesta degli italiani, “in particolare con riferimenti personali non pertinenti” a Lula. Battisti è rinchiuso nel penitenziario di Papuda, a Brasilia. In Italia l’ex militante dei Proletari armati per il comunismo deve scontare quattro ergastoli per altrettanti omicidi, commessi a fine anni Settanta e per i quali è stato riconosciuto colpevole. Arrestato, Battisti è riuscito a evadere ed è scappato prima in Francia e poi in America Latina. Fonte ANSA.

    LULA: DECISIONE SQUALLIDA, IGNOBILE E VERGOGNOSA

    Pubblicato il 31 dicembre, 2010 in Cronaca, Giustizia, Politica estera | No Comments »

    Quest’uomo merita tutto il nostro disprezzo, il disprezzo di tutti gli uomini liberi ed onesti, il disprezzo di tutti coloro che aborriscono la violenza e  rispettano la vita umana, il disprezzo di tutti coloro che rispettano la parola data, il disprezzo di tutti coloro che praticano la legalità e rispettano la legge, il disprezzo di tutti coloro che non proteggono gli assassini ed hanno rispetto per le vittime degli assassini, il disprezzo di tutti coloro che mai proteggerebbero i terroristi e che mai li salverebbero dalla galera…..

    Quest’uomo è, ancora per poche ore,  il presidente del Brasile, l’ex sindacalista Lula,  che allo spirare del suo mandato,  ha violato le  stesse leggi del suo Paese, i trattati internazionali, le leggi morali che costituiscono baluardo insormontabile per chiunque rivesta una carica pubblica in ogni psrte del mondo, ed ha negato l’estradizione in Italia del pluriomicida e pluricondananto all’ergastolo Cesare Battisti, terrorista dei Nuclei armati proletari, che sfuggito per 30 anni alla giustizia italiana, doveva finalemente essere ricondotto nelle carceri nel nostro Paese per espiare i suoi reati.

    30 anni fa, Battisti, non ancora assurto al ruolo di intellettuale, girava per le città italiane, seminando sangue e lutti, compiendo rapine a mano armata, uccidendo persone innocenti che avevano la sfortuna di incontrarlo sulla loro strada. A Milano, tra gli altri, uccise il gioielliere Vincenzo Torreggiani e lasciò sul selciato il figlio giovinetto del gioielliere, Alberto, che da allora vive sulla sedia a rotelle.

    Processato e condananto a 4 ergastoli, Battisti riuscì a fuggire e a rifugiarsi in Francia,  dove in virtù della cosiddetta teoria Mitterand potè evitare l’estradizione in Italia. Quando finalmente la Francia, nonostante i lamentosi proclami della intellighenzia di sinistra francese, concesse l’estradizione, nel 2004, Battisti riuscì a sfuggire alla cattura e a rifugiarsi in Brasile.

    Arrestato su richiesta delle Autorità italiane, dopo estenuanti contorsioni giudiziarie,l’Alta Corte brasiliana, pochi mesi fa, autorizzò la estradizione nel nostro Paese, lasciando a Lula l’ultima parola. Lula ha evitato di pronuciarla sino a poche ore fa, tra l’altro preoccupato di non perdere il consenso elettorale dei tanti italiani residenti in Brasile a favore della sua protetta, una ex guerrigliera che è stata infatti eletta nuovo presidente del Brasile e che domani prenderà il posto di Lula.

    Il quale LULA poche ore fa tramite il Ministero degli Esteri brasiliano ha fatto conoscere la sua decisione invocando un presunto pericolo per la vita di Battisti se questi fosse estradato in Italia, fortemente contestato dal nostro Ministero degli Esteri con una  nota diramata ieri e definita dal ministro carioca, cioè di uno Stato che anche nel recente passato non si è molto distinto per il rispetto dei diritti civili e della democrazia, “impertinente”

    Ridicola e nel contempo grottesca ed offensiva quanto pretestuosa motivazione quella addotta da Lula,  che suona come un insulto insopportabile per una Nazione, quella italiana, dove di certo non si pratica nelle carceri la tortura, come avviene in Iran, verso cui è rivolta notoramente la simpatia di Lula, il quale, come abbiamo ricordato, ha violato il trattato bilaterale sottoscritto tra Italia e Brasile in materia di estradizioni.

    Ed ora per Battisti, che è rinchiuso, si fa per dire, in un penitenziario brasiliano dove però gode del trattamento degli esuli politici, potranno riaprirsi le porte del carcere, ottenere lo status di immigrato, ottenere i documenti di identità e in futuro anche viaggiare all’estero come cittadino brasiliano.

    E’ inaccettabile ed è necessario, obbligatorio, moralmente e politicamente obbligatorio, che l’Italia assuma iniziative forti per contestare una decisione ignobile e vergognosa. Già in queste ore mentre il ministro Frattini ha richiamato in Italia il nostro ambasciatore in Brasile per consultazioni, per una volta l’intero schieramento politico italiano  si è mostrato solidale e fermo nella protesta contro questa decisione che, lo ripetiamo, è vergognosa e squallida, che offende la memoria dei morti e la testimonianza dei superstiti della follia omicida e terrorista di Battisti.

    Non comprenderemmo, nessun italiano comprenderebbe, se la decisione dell’ ormai prossimo ex presidente brasiliano non fosse oggetto di precise, inderogabili, durissime reazioni non solo della nostra diplomazia, ma anche del nostro Parlamento  edel nostro Governo,  che se chiamati a ratificare trattati  commerciali o di qualsiasi altra natura  con il governo del Brasile, al momento di votarli richiamino alla loro memoria  il volto e il nome  delle vittime del terrorista Batttisti, che ora si stanno rivoltando nelle loro tombe. g.


    VENDOLA CADE PER LE SCALE, LA COLPA RICADE SUI GIOVANI DEL PDL CHE AVREBBERO FATTO SCHIAMAZZO DIETRO LA SUA ABITAZIONE

    Pubblicato il 30 dicembre, 2010 in Cronaca, Il territorio | No Comments »

    Svegliato nel cuore della notte dagli schiamazzi di alcuni giovani il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, si è alzato di soprassalto, si è precipitato fuori dalla camera da letto ed è, inavvertitamente, inciampato cadendo per le scale. Il risultato? Conferenza stampa un po’ claudicante.

    Alla fine sono dovute intervenire le forze dell’ordine. Schiamazzi e insulti nel cuore della notte a turbare il sonno del presidente della Regione Puglia. Una notte molto lunga e difficile per il leader di Sinistra e libertà il cui sonno sarebbe stato turbato da un gruppo di giovani del Pdl appostati proprio sotto l’abitazione presidenziale di Terlizzi. Dopo aver bussato più volte contro la porta (“con violenza”), i giovani avrebbero “insultato e molestato” il governatore pugliese che, spaventatosi, avrebbe lasciato il proprio giaciglio per cercare una via di fuga lungo le scale. La paura del “raid” e il sonno turbato hanno reso instabile Vendola che, nel precipitarsi giù dalle scale, è inciampato e caduto. Il presidente della Puglia  questa mattina, si è presentato (come da programma) alla conferenza di fine anno leggermente claudicante. “Non ho avuto una buona nottata – ha raccontato lo stesso Vendola all’inizio della conferenza stampa di questa mattina – perché alcuni giovani del Pdl hanno pensato bene di venire a molestare il presidente a casa sua immaginando che l’abitazione privata possa essere una specie di protesi della lotta politica”.

    .…Proprio come i protestatari  che qualche giorno fa hanno bivaccato di giorno e di notte dinanzi alla villa privata di Berlusconi ad Arcore, anche quella casa “sua”, nel senso privata di Berlusconi, considerandola  evidentemente una “protesi della lotta  politica”. Solo che in quel caso Berlusconi non si è affrettato per le scale e quindi non è caduto e sopratutto non si è lamentato, a differenza di Vendola che dopo aver congedato un bilancio di lacrime e sangue per i contribuenti pugliesi non vuole pagare dazio neppure con una schiamazzata dietro casa. Sempre che sia stata premeditata e che a farla siano stati i giovani del PDL (ce l’avevano scritto in fronte?!?) e non i tanti molestatori che in queste occasioni la fannoda padroni, purtroppo, nelle nostre città, nei nostri paesi, e nei nostri villaggi. Comunque, a Vendola, per fottuna,  è andata molto meglio che al consigliere comunale  SEL di un paesino del centro-nord, anmmazzato l’altra mattina pare da un marito geloso……g.