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PAGHIAMO NOI L’AVVOCATO AI POLIZIOTTI INDAGATI (PER AVER FATTO IL LORO DOVERE)

Pubblicato il 18 novembre, 2012 in Cronaca, Giustizia, Politica | No Comments »

Un altro poliziotto è stato indagato dal­la magistratura per i tafferugli av­venuti durante i cortei di protesta a Roma.

Non è il primo e, temiamo, non sarà l’ulti­mo vista l’aria che tira.

Un’ aria fetida, alimentata oltre che dai soliti noti anche da opinionisti e giornali che tra­sudano odio verso le forze dell’ordine e simpatie giusti­ficazioniste nei confronti di giovani teppisti che scorraz­zano a volto coperto e armati di spranghe. I dati ci dicono che nel 2011 oltre 400mila tra poliziotti e carabinieri hanno rischiato la vita per di­fendere la nostra incolumità e le nostre città durante ma­nifestazioni di piazza. E che 470 di loro sono rimasti feriti in modo grave.

Lo Stato è molto generoso con i suoi dipendenti. Gli sta­tali, anche se fannulloni e in­capaci, restano tranquilla­mente al loro posto. I magi­strati quando sbagliano non rispondono in prima perso­na dei danni provocati. Non parliamo dei politici, mante­nuti come sappiamo da veri pascià. Solo poliziotti e cara­binieri sono di fatto abban­donati a loro stessi e inchio­dati a responsabilità perso­nali. Se indagati, devono an­ticipare le spese dell’avvoca­to e sperare di essere assolti per rivedere i soldi spesi chis­sà quando perché il fondo per l’assistenza legale esiste solo sulla carta. Se condan­nati, arrivederci e grazie, ze­ro rimborsi. Per gente che guadagna poco più di mille euro al mese può voler dire la rovina. Non parliamo poi delle spese mediche per esa­mi o cure specialistiche in ca­so di lesioni. Vi pare giusto tutto questo? A noi no, per cui abbiamo deciso di aprire una sottoscrizione del Gior­nal­e per pagare le spese lega­li e mediche degli uomini del­le forze dell’ordine mandati al macello nelle manifesta­zioni di piazza e poi lasciati soli da uno Stato ingiusto e ci­nico, debole con i forte e for­te con i deboli. Apriamo la sottoscrizione noi due, con mille euro a testa. Siamo sicu­ri che in tanti aderiranno an­che in tempo di crisi, ognu­no per le sue possibilità. Glie­lo dobbiamo a questi ragazzi in divisa. E se a qualcuno di loro è scappato uno sberlo­ne di troppo non ha fatto che bene. Martedì vi daremo le coordinate bancarie per di­mostrare nei fatti da che par­te stiamo tutti noi. Un grazie anticipato e buona domeni­ca. Vittorio FELTRI e Alessandro SALLUSTI, Il Giornale 18 novembre 2012

…………….Domani – 19 novembre -  ricorre l’anniversario – il 43° -  della morte  a Milano di Antonio Annarrumma, il poliziotto poco più che ventenne, assassinato durante lo sciopero generale che si celebrò appunto quel giorno,il 19 novembre 1969.  Più che uno sciopero fu la prova generale di ciò che sarebbe ancora venuto, gli anni di piombo, le brigare rosse, le vendette, i poliziotti, i magistrati, i politici, assassinati da giovani educati alla violenza da cattivi maestri che non pagarono per quel di sbagliato  che avevano insegnato. La proesta è legittima purchè non  sfoci nella violenza e nella devastazione o anche nell’assalto alle forze di polizia che difendono lo Stato che siamo noi. Nè è  tollerabile che ad avere la peggio devono essere i servitori dello Stato, che merita sempre di essere difeso al di là di chi lo rappresenti perchè, lo abiamno detto lo Stato siamo noi. Per questo aderiamo all’inziativa di Feltri e di Sallusti e invitiamo i nostri amici a fare altrettanto. Lo dobbiamo a noi stessi, alla nostra cultura legalista, ai nostri Valori e ai nostri principi che tradiremmo se non fossimo come sempre dalla parte delle forze dell’ordine. g.

E’ MORTO PINO RAUTI, FU COFONDATORE DEL MSI

Pubblicato il 2 novembre, 2012 in Cronaca, Politica | No Comments »

È morto Pino Rauti. L’ex segretario del Movimento Sociale Italiano avrebbe compiuto 86 anni il 19 novembre.

L’ex europarlamentare si è spento alle 9:30 di questa mattina nella sua abitazione di Roma.

Giornalista, politico e uno dei fondatori del Msi (nel 1946), Rauti nacque a Cardinale nel 1926. Nei primi anni ‘50 contribuì a dare nuovamente vita all’organizzazione neofascista che rispondeva alla sigla FAR (Fasci di Azione Rivoluzionaria).

Dopo due attentati a Roma, al Ministero degli Esteri e all’ambasciata statunitense, il 24 maggio 1951 furono condotti numerosi arresti nei confronti dei quadri di questa organizzazione, fra questi Pino Rauti. Il processo si concluse il 20 novembre 1951 e Rauti venne assolto.

Nel 1954, dopo la vittoria dei fascisti in doppiopetto e la nomina a segretario di Arturo Michelini, diede vita al centro studi Ordine Nuovo che uscirà poi nel 1956.

Ricevette la guida del MSI nel 1990 al congresso di Rimini, coalizzandosi con la componente di Domenico Mennitti e battendo Fini per la segreteria, ma non riuscì ad arrestare l’emorragia di voti per la morte di Almirante. Dopo la sconfitta alle amministrative e alle regionali in Sicilia del 1991, il Comitato centrale del partito lo destituì e “restituì” la carica a Fini.

Europarlamentare dal 1994 fino al 1999, dopo la svolta di Fiuggi (che trasforma Msi in An) Rauti, da sempre animatore dell’ala “di sinistra” di quel partito, fonda il Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Rauti ha esercitato inoltre una notevole influenza sul movimento giovanile del partito, sfociato nei tre Campi Hobbit. Fonte ANSA, 2 novembre 2012

.……………Con Pino Rauti scompare l’ultimo protagonista di una stagione politica che caratterizzò nel bene e nel male la vita italiana del secondo dopoguerra, dal 1946 al 1992. Giovanissimo  combattente della RSI, dopo la guerra partecipò con Michelini, De Marsanich, Almirante e pochi altri alla fondazione del MSI, nel quale militò  sino alla fondazione di Ordine Nuovo in aperta contestazione con l’orientamento legalista del partito guidato da Arturo Michelini. Vi rientrò nel 1969, dopo la morte di Michelini e l’avvento alla segreteria di Almirante. Fra il 1956 e il 1969, Rauti, giornalista  di notevole qualità e preparazione, fu animatore di cenacoli intellettuali della destra politica, raccogliendo consensi e dissensi e divenendo bersaglio di violente polemiche della sinistra. Polemiche che gli provocarono anche la galera dopo l’attentato di Piazza Fontana per il quale fu inquisito  per esserne poi  totalmente prosciolto. A Fiuggi Rauti, coerente con le sue battaglie e le sue origini “fasciste”,   rifiutò di entrare nella creatura tatarelliana di Alleanza Nazionale e fondo un suo partito che si richiamava alle origini del MSI, con il quale continuò le sue battaglie politiche e idelogiche che mai si discostarono dalle origini. Lo abbiamo conosciuto in tempi ormai lontanti e ne fummo affascinati per la  fecondità della sua dialettica che era disarmante e coinvolgente. Ma come tutti gli intellettuali pagava lo scotto della retorica rispetto alla concretezza che caratterizzava allora, ancor più oggi, la battaglia politica. Sembrava, era un uomo fuori del tempo ma proprio per questo la sua personalità era straripante e di certo non consona al contesto di un partito che di lì a poco avrebbe tradito gli ideali e i valori per perseguire solo le poltrone. Ciò che maggiormente rifuggiva Pino Rauti. g.

BERLUSCONI: LA SENTENZA? UN AVVERTIMENTO MAFIOSO

Pubblicato il 27 ottobre, 2012 in Cronaca, Giustizia, Politica | No Comments »

I toni sono concitati, a volte perfino accesi nell’improvvisata riunione di famiglia che si tiene in quel di Arcore. Alla fine di una delle giornate più difficili, Berlusconi ha sì in parte metabolizzato quella che considera una vera e propria «barbarie», ma l’irritazione – termine ovviamente niente affatto appropriato e di molto edulcorato – resta tutta.

Una sentenza «incredibile», «vergognosa», «politica». Soprattutto «scontata».Ed è questo il punto. Perché – al di là di quel che racconta l’ufficialità – sono giorni che l’ex premier va dicendo in privato che «l’assedio delle procure non si è fermato» e che «andranno avanti finché non mi vedranno morto».

In una telefonata di qualche giorno fa con un ex ministro il Cavaliere è stato piuttosto chiaro: «Sono pronti a condannarmi per Mediaset, poi mi terranno sulle spine fino a gennaio con Ruby dove arriverà ovviamente un’altra condanna. Tutto già scritto, tutto secondo copione. E siccome non si accontentano mai ci sono già altre tre procure che stanno indagando su varie ed eventuali…».Con chi ha occasione di sentirlo al telefono il Cavaliere è un fiume in piena, niente a che fare con lo sfogo – comunque duro – ai microfoni di Studio Aperto. Si aspettava la condanna, certo. Ma forse non le pene accessorie (l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici) né i dieci milioni di euro da risarcire all’Agenzia delle Entrate. «Vogliono vedermi morto e neanche così sarebbero contenti», si sfoga Berlusconi in privato. «Viene voglia di andarsene, mollare tutto e lasciare un Paese così», arriva a confidare. Ma «non gli darò questa soddisfazione», aggiunge in una delle tante telefonate della giornata. Anzi, «bisogna reagire a questa barbarie», bisogna «fare qualcosa» perché «non si può rimanere inermi».

Il punto è che il Cavaliere resta convinto che si tratti di una «sentenza mafiosa», una sorta di «avvertimento». A fare due conti, infatti, l’interdizione dai pubblici uffici potrebbe diventare una vera e propria bomba ad orologeria nella prossima legislatura. La prescrizione per il processo in questione dovrebbe scattare a fine 2013 (c’è chi dice nel 2014) ed è possibile che entro quella data si riesca ad arrivare a sentenza definitiva. Definitiva e dunque esecutiva. Il che significa che se il prossimo anno Berlusconi tornerà ad essere eletto in Parlamento, nel 2014 calerà sulla sua testa la spada di Damocle dell’interdizione dai pubblici uffici nel caso in cui appello e Cassazione dovessero confermare la sentenza.

A quel punto, infatti, alla Giunta per le elezioni della Camera (o del Senato a seconda di dove siederà il Cavaliere nella prossima legislatura) verrebbe notificata la sentenza definitiva per verificare se Berlusconi ha titolo o no a sedere in Parlamento. E il tutto dovrebbe essere rimesso al voto della giunta prima e dell’aula poi. Nel 2014, insomma, il Parlamento potrebbe trovarsi a votare sulla legittimità di Berlusconi a sedere alla Camera o al Senato. Definirla una bomba ad orologeria è un eufemismo. Non solo per il Cavaliere, ma per la politica tutta perché è chiaro che difficilmente si arriverà alla cosiddetta Terza Repubblica continuando a tenere Berlusconi sulla graticola e mettendolo all’angolo sotto il profilo giudiziario.Anzi.

Esattamente il contrario. «Ho subito più di 60 procedimenti, più di mille magistrati si sono occupati di me e il mio gruppo ha avuto 188 visite della Polizia giudiziaria e della Guardia di finanza. Ci sono state 2.666 udienze in questi 18 anni e ho dovuto spendere più di 400 milioni in parcelle di avvocati e consulenti», ripete Berlusconi ai suoi interlocutori. Ed è con loro che torna ad ipotizzare di restare in prima linea, perché «se l’accerchiamento continua bisogna difendersi in qualche modo». Difficile dire come finirà. Il Giornale, 27 ottobre 2012

LE SBRUFFONERIE DI MONTI: CONVINSI LA THATCHER DEI BENEFINI DI MAASTRICHT”

Pubblicato il 15 ottobre, 2012 in Cronaca, Politica | No Comments »

Chi l’avrebbe mai detto che un premier così europeista come Mario Monti potesse avere tanta ammirazione per Margareth Thatcher? Eppure, a rivelarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio che, in una intervista al The Independent, ha parlato della sua stima nei confronti della Lady Ferro, nonostante avessero delle visioni antitetiche.

Infatti, fu proprio Monti a convincere la Thatcher “che il Trattato di Maastricht fosse una buona idea”. Bastò una chiacchierata col professore a far sì che i dubbi della Lady di Ferro si dissolvessero in un battibaleno. Come ha dichiarato al giornalista Michael Day a Milano, ricordando un incontro con Margaret Thatcher avvenuto poco dopo l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht, nel 1992, Monti ha raccontato: “Fu diretta come sempre. Mi disse: “Non capisco perché gli italiani siano così entusiasti di Maastricht”. Quando le spiegai i benefici del trattato replicò: “Ora capisco. Stai dicendo che consentirà finalmente agli italiani di fare quelle cose che avrebbero dovuto fare sempre ma che non c’era la volontà di fare. Poi aggiunse: “Gli inglesi non sono interessati a Maastricht perché hanno me”.

.………..Noi,  invece, avevamo nel nostro futuro lui, il supertassatore dei poveri, sinanche dei disabili, dei lavoratori a reddito fisso, dei pensionati. Che diverso destino  tra noi e gli inglesi.. a noi Monti.  da dimenticare al più presto, agli inglesi la Lady di ferro, da ricordare e onorare per sempre. E non era neppure una professorona e tanto meno una rettrice di una qualsiasi università inglese, la più scalcagnata delle quali vale la migliore italiana. g

BAMBINO PRELEVATO CON LA FORZA DA POLIZIOTTI: IL GOVERNO SI SCUSA. IL CASO DISCUSSO ALLA CAMERA E AL PARLAMENTO EUROPEO

Pubblicato il 12 ottobre, 2012 in Costume, Cronaca, Giustizia | No Comments »

20121012_151257_B9DBC353.jpg Continuano l’indignazione e le polemiche per il caso del bimbo di 10 anni di Padova portato via con la forza dalla polizia dalla sua scuola. La questione è finita alla Camera oggi, mentre sono arrivate anche le scuse del governo, dopo quelle di dieri del capo della polizia Antonio Manganelli. La Lega, intanto, ha portato la vicenda al Parlamento europeo con una interrogazione presentata dall’Europarlamentare del Carroccio Mara Bizzotto.

Riferendo alla Camera sulla vicenda, il sottosegretario di Stato, Carlo De Stefano ha affermato: “Riguardo all’effettivo svolgimento e alle dinamiche della vicenda è stata disposta un’inchiesta interna per verificare con obiettività le cause di un comportamento che non è sembrato adeguato rispetto a un contesto ambientale difficile e ostile”, aggiungendo che “la scena del trascinamento richiede che anche in questa sede come già ha fatto il capo della polizia Manganelli vengano espresse le scuse del governo”. “La crudezza di quelle immagini – ha sottolineato – rischia di offuscare tutte le volte che le forze di polizia, con pacatezza, sono intervenute e si sono schierate a tutela delle persone più fragili e indifese”.

Dal canto suo, rispondendo a Palermo ai cronisti che le hanno chiesto un commento sulla caso, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha detto: “E’ una vicenda che ha molto colpito l’emotività. Il capo della polizia ha aperto un’inchiesta per conoscere bene i fatti, e prima di parlare di questi temi così delicati, bisogna sapere bene esattamente come si sono sviluppati, come sono andati. L’unica cosa che so è che la vera vittima è il bambino”. Riguardo chi chiede le dimissioni del questore di Padova, Cancellieri ha detto: “Chi chiede le dimissioni del questore, probabilmente non capiva di cosa andava a parlare”.

Intanto il caso sollevato dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha Visto”, è approdato al parlamento europeo. A portare la questione all’attenzione di Bruxelles è l’Europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto che, con un’interrogazione alla Commissione Europea, invita l’esecutivo comunitario a “verificare se le modalità di esecuzione della sentenza del Tribunale da parte delle forze dell’ordine abbiano violato i diritti dei minori tutelati a livello internazionale ed europeo”. Abbiamo assistito a scene gravi ed indegne di un Paese civile: un bambino inerme di soli 10 anni non può in nessun modo essere trattato con la violenza e la brutalità usate dalle forze dell’ordine” ha concluso la Bizzotto.

Sulla trasmissione di Raitre interviene anche il direttore Antonio Di Bella: ha sollevato un problema drammatico che non poteva essere nascosto o sottaciuto. Come sempre in questi casi il minore non è stato reso riconoscibile né era possibile riconoscere, nelle immagini trasmesse dalla Rai, il volto degli agenti di polizia impegnati nell’operazione. Non si e fatto mai il nome delle persone coinvolte né nominato il luogo dove si sono svolti i fatti. Federica Sciarelli, Stefano Coletta e tutta l’equipe di ‘Chi L’ha visto’ hanno come sempre svolto il loro delicato lavoro con lo scrupolo e l’attenzione che un servizio pubblico deve sempre avere in queste vicende”.

La vicenda ha creato clamore per la modalità con cui il bambino di 10 anni è stato prelevato mercoledì mattina dalla scuola elementare che frequenta a Cittadella (Padova).

.…………Insomma, il capo della Polizia porge le sue scuse alla madre del bambino, il ministro dell’Interno si dichara turbta dal video nel quale si vedono poliziotti che trascinano come un agnello un bambino di dieci anni che si rifiuta di seguirli, urla e piamge, si dispera perchè non riesce a respirare e nonistante ciò gli energumeni vestiti da poliziotti usano la forza per sbatterlo nella macchina con la complicità del padre del bambino (che padre…), il sottosegretario De Stefano rispondendo alla Camera alle numerose interrogazioni proposte sul caso da tutti i gruppi parlamentari, porge le scuse del governo alla madre e ai familiari del bambino trattato comeu na bestia. Dopo tutto ciò ci si aspetta che qualcuni paghi, subito, immediatamente, intanto i polizotti che a dire di tutti si sono mostrati inadeguati (è un eufemismo, ovviamente!) nel trattare il caso, poi il questore di Padova che subito prova a fare i distinguo e arriva a dichiarare che il bambino era corpulento, si proprio così ha detto il questore: il bambino era corpulento, cosicchè chi è corpulento in Italia deve essere trattato come una bestia, peggio come un delinquente comune…un bambino di dieci anni, infine il sindacato di polizia che annuncia denunce a carico di chi ha tentato di impedire che  al bambino  fosse applicato il codice zero, quello che si applica ai capi delle cosche mafiose. Ma siamo in Italia o in un Pese dove i diritti civili, specie quelli che riguardano i bambini sono calpestati, ignorati, delegittimati? Tutti hanno annunciato l’apertura di inchieste sui poliziotti protagonisti di un vera e propria  violenza ai  danni di un bambino: le inchieste si fanno quando ci sono dubbi, non quando il video della violenza brutalmente messa in atto (nè è una scusante che alla violenza abbia preso parte il padre del bambino che solo per questo dovrebbe essere privato di ogni diritto su quell’essere umano)  ha fatto il giro del mondo offrendo al mondo l’immagine di una Italia in cui le forse del’ordine si trasformano in aguzzini di stampo nazista. La smettano di cinchisichiare, si tengano le scuse e sbattano in galera i poliziotti e mandino a casa il questore di Padova, a coltivare margherite. g.

SCONCERTO E VERGOGNA.

Pubblicato il 11 ottobre, 2012 in Cronaca | No Comments »

Sono sconcertato. Ho appena visto il filmato nel quale si vede un bambino di 10 anni, dico cieci anni, trascinato via da quattro delinquenti con la divisa di poliziotti che lo strattonano senza pietà e sensa rispetto. E’ accaduto a Cittadella, in Italia, non nel terzo o quarto mondo. Un giudice, senza  ascoltare il bambino ha ordinato il suo sequestro in una cosiddetta casa protetta ed ha incaricato la polizia di eseguire l’ordine. Dove è andata la polizia? Alla scuola, sotto gli occhi degli altri bambini, dei genitori, degli insegnanti, e incuranti delle grida e dei pianti del bambino che chiedeva aiuto alla zia, che invocava di essere lasciato, che denunciava di non riuscire a respirare, senza pietà quasi fosse un capretto, i poliziotti con qualche cosiddetto assistente sociale, lo hanno addirittura, ad un certo punto, trascinato per terra e poi l’hanno infilato nella macchina. Senza pietà. Senza alcun rimorso per quello che stavano facendo ad un bambino…ad un bambino, inerme, quei delinquenti in divisa. E chicca finale: una poliziotta con tanto di collana identificativa al collo che irrideva alla zia del bambino che chiedeva spiegazioni e alla quale ha detto: non sono tenuta a dirle nulla. Proprio come facevano i nazisti quando prelevavano i bambini ebrei che deportavano nei campi di concentramento e poi nelle camere a gas. Per carità, non tutti sono uguali. E’ accaduto a Toritto qualche giorno fa un fatto identico. Ma di fronte alla resistenza del bambino che doveva essere sottratto alla famiglia, gli incaricati hanni desistito e non hanno messo in atto inutili e delinquenziali atti di violenza nei confronti del bambino. Perchè a Cittadella è avvenuto questa aggressione violenta ai danni di un bambino di dieci anni? Il solito ministro e il solito capo della polizia, quello che guadagna 650 mila euro all’anno, hanno annunciato di aver aperto una inchiesta interna. Non basta. Di fronte al video che è diffuso nella rete e alle immagini vergognose che lì si possono vedere, devono procedere immediatamente all’arresto degli autori del delittuoso atto ai danni del bambino di d eci anni e gettare via la chiave. Ho diffuso su facebook questa cosa e invitato la rete  perchè si infuri e faccia  entire la sua possente voce su questo episodio che potrebbe capitare a ciascuno di noi, a ciascuno dei nostri figli per colpa di questi killer in libertà. P.S.  L’ANSA, aderendo all’invito del garante dei minori, non ha messo in rete il video che è terrificante, ma molti siti lo hanno fatto perchè  nulla può giustificare la censura di una cosa tanto delinquenziale. Chi vuol  vederlo può andare sul sito del Il Giornale che lo trasmette per intero.

220 MILA PENSIONATI INPS DOVRANNO RESTITUIRE LA 14ESIMA

Pubblicato il 20 settembre, 2012 in Costume, Cronaca | No Comments »

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Roma, 20 set. (TMNews) – Sono 200mila i pensionati Inps  che dovranno restituire la quattordicesima indebitamente percepita nel 2009. Tanti sono gli errori riscontrati nelle autodichiarazioni presentate in quel periodo. A confermare le indiscrezioni dei giorni scorsi è stato il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, a Rai Radio 1.

“La quattordicesima è una bella iniziativa – ha detto Mastrapasqua – ma non può percepirla chi non ne ha diritto. Duecentomila persone hanno presentato dichiarazioni sbagliate, noi possiamo verificarle solo quando l’agenzia delle entrate rende disponibili i loro redditi per poi poter incrociare i dati. Per questo l’accertamento viene fatto quando questa somma è già stata versata. I pensionati che hanno indebitamente percepito la 14 esima – ha concluso – dovranno restituirla. L’Inps si incontrerà con i rappresentanti delle categorie per trovare il modo migliore di effettuare le trattenute cercando di salvaguardare le fasce più deboli”. Da Virgilio, 20 settmbre 2012

..………..Si tratta di pensionati che riscuotono pensioni minime, e che nel maggior numero di casi hanno superato di qualche decina di euro la soglia (circa 8 mila euro) sotto la quale si ha diritto a percepire la 14esima che aiuta chi la percepisce ad affrotnare le crescenti difficoltà economiche che affliggono i pensionati italiani. Di certo con qualche centinaia  di euro in più all’anno non solo non si arricchisconi ma neppure possono pensare di andarea ristoranti superlusso a mangiare aragoste e bere champagne, privilegi questi riservati alla casta, l’ingorda e famelica classe politica, manageriale (di cui fa parte  lo stesso presidente dell’Inps) e burocratica di cui ogni giorno leggiamo sulla stampa le “imprese” a spese dei contribuenti, compreso i pensionati a cui ora la inflessibile ragione di stato imporrà di restituire i pochi soldi percpeiti in più, non certo rubandoli ma solo per errori di calcolo non imputabili a loro. Ci sarà qualche ilustre parolaio, per esempio il superpresidente, che spednerà quyalche parola per chiedere che si faccia una sanatoria a favore di questi pensionati, disgraziati e sfortunati? Attendiamo notizie. g.

IN ITALIA LE TASSE SUI CARBURANTI SONO LE PIU’ ALTE D’EUROPA….

Pubblicato il 1 settembre, 2012 in Cronaca, Economia | No Comments »

“In Italia le tasse sui carburanti solo le più alte d’Europa”.

A certificarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha messo a confronto il prezzo alla pompa e il peso della tassazione della benzina e del gasolio per autotrazione dei Paesi appartenenti all’area dell’euro.

“È vero che abbiamo ancora un sistema distributivo troppo parcellizzato ed un numero di stazioni di servizio self service al di sotto della media europea, tuttavia è indubbio che registriamo il prezzo delcarburante più caro d’Europa perché il peso delle tasse ha raggiunto in Italia un livello record non riscontrabile altrove. In buona sostanza, quando facciamo il pieno alla nostra autovettura a guadagnarci di più non sono le compagnie petrolifere o i gestori delle aree di servizio, bensì lo Stato”, ha lamentato il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi.

Secondo lo studio, su ogni litro di benzina verde il peso delle tasse raggiunto in Italia è di 1,033 euro, pari al 58,1% del prezzo alla pompa. In termini assoluti, vengono dopo l’Italia l’Olanda, con 1,016 euro di imposte su ogni litro, e la Grecia, con 1,008 euro/litro.

“Tenuto conto che il 90% delle nostre merci viaggia su strada non è da escludere che nel prossimoautunno ci ritroveremo con un aumento significativo dei prezzi dei principali beni di consumo”, ha denunciato Bortolussi, secondo cui l’aumento del gasolio avvenuto in queste ultime settimane “è un vero e proprio salasso che sta mettendo in ginocchio tantissimi autotrasportatori italiani”. Fonte ANSA, 1° settembre 2012

..…Ecco una notizia bomba, l’Italia è prima in Europa, ma solo per le tasse, specie sui carburanti. Sarà contento Monti che potrà andarne fiero la prossima volta che incontrerà il “suo” Capo, cioè la cancelliera di ferro Angela Merkel a cui potrà esibire il “primato” come prova dell’impegno serio suo e dei suoi ministri nella operazione strangolamento degli italiani. D’altra parte a lui, cioè a Monti, poco importa che la benzina costi sempre di più, tanto lui viaggia in aereo, gratis e con prima colazione anche quella pagata. g.

NEIL ARMSTRONG, IL PRIMO UOMO SULLA LUNA, E’ MORTO A 82 ANNI.

Pubblicato il 26 agosto, 2012 in Cronaca | No Comments »

Neil Armstrong fotografato da Buzz Aldrin nell’Apollo 11 (fonte: NASA)

di Ugo Caltagirone

“Un vero eroe americano”. Così é stato definito Neil Armstrong, timido e tranquillo ingegnere dell’Ohio destinato però a diventare un eroe globale: il primo uomo a posare piede sulla luna, nell’ormai lontano 20 luglio 1969. Oggi Armstrong ha lasciato questa Terra, quella che commosso riuscì a contemplare dalla superficie lunare. Si è spento ad 82 anni per complicazioni cardiovascolari, in seguito ad una delicatissima operazione al cuore subita all’inizio di agosto. “Neil è stato uno dei più grandi eroi di tutti i tempi e ci ha insegnato l’enorme potere di un piccolo passo”, sono state le parole del presidente statunitense, Barack Obama, che insieme alla First Lady Michelle si è detto “profondamente colpito”.

La costernazione per la scomparsa del primo ‘moonwalker’ della storia coinvolge ogni angolo del mondo. Insieme a Edwin ‘Buzz’ Aldrin e Michael Collins quel giorno di 43 anni fa emozionò un’intera generazione. E le sue prime parole, appena toccato il suolo lunare, sono rimaste impresse nella memoria e nei libri di storia: “That’s one small step for [a] man, one giant leap for mankind”, un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità. Si coronava il sogno del presidente americano John Fitzgerald Kennedy a cui, in piena guerra fredda, l’Unione Sovietica aveva lanciato il guanto di sfida anche sul fronte della corsa allo spazio, lanciando in orbita nel 1957 il satellite Sputnik.

Ora l’America aveva vinto. Il simbolo di questa vittoria era proprio Armstrong che, in quelle ore passate sulla Luna, insieme ad Aldrin raccolse reperti, scattò fotografie, fece esperimenti, gettando le basi per la futura esplorazione dello spazio. Dopo di loro altri dieci astronauti americani lasciarono le loro impronte sulla luna tra il 1969 e il 1972. Armstrong mostrò anche un enorme coraggio, lui che alcuni amici di infanzia ricordano come un giovane un po’ ‘nerdy’, imbranato: quando il computer del modulo lunare Eagle in fase di atterraggio fece le bizze, prese i comandi manuali e si rese protagonista di un atterraggio mozzafiato: “Houston, qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata”, disse alla fine della spericolata ma decisiva manovra, facendo tirare a tutti un sospiro di sollievo.

Anche ai milioni di telespettatori che in tutto il mondo seguirono – in bianco e nero – l’evento. Forse il primo grande evento mediatico globale della storia della televisione. Armstrong, nato in Ohio da genitori di origine tedesca, è rimasto schivo e poco avvezzo alle luci della ribalta anche dopo essere andato in pensione. Ha continuato a insegnare all’università e le sue apparizioni negli anni sono state sporadiche. Solo nel 2010 fece parlare di sé per essere per la prima volta intervenuto nel dibattito politico, criticando la politica spaziale dell’amministrazione Obama che, in tempi di crisi economica, aveva secondo lui indebolito il ruolo della Nasa promuovendo la corsa allo spazio da parte delle compagnie private. I problemi al cuore lo avevano costretto ai primi di agosto ad un delicato intervento per installare un bypass. Sembrava tutto fosse andato per il verso giusto, come la stessa moglie Carol aveva confermato. “Lo spirito pioneristico di Neil gli è stato utile in questo momento difficile”, erano state le parole del numero uno della Nasa, Charles Bolden. Ma stavolta Neil non ce l’ha fatta. E ora l’America, ma non solo, piange il suo eroe. Fonte Ansa, 26 agosto 2012

……………………Indimenticabile, per chi l’ha vissuta, incollato al piccolo monitor dei TV dell’epoca, rigorsamntne in bianco e nero, la notte tra il 20 e il 21 luglio del 1969, quando Neil Armstrong, comandante dell’astronave che “atterrò″  sulla Luna, tra i commenti del conduttore televisivo in studio a Roma,  Tito Stagno,  che litigava  con l’inviato della Rai ad Houston, Ruggero Orlando, che si contesero l’annuncio: l’uomo ha posato i piedi sulla luna. Ma le voci di entrambi furono sopraffatte da quella di Neil Armstrong che nitida e forte raggiunse tutto il mondo: un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità. L’emozione di allora, vissuta l’alba di jna nuova era, è uguale a quella che ci coglie tutti alla notizia della scomparsa del protagonista di qualla impareggiabile avventura. g.

LE SOBRIE (SIC!) VACANZE DI MONTI IN SVIZZERA: AFFITTO DA 10 MILA EURO

Pubblicato il 23 agosto, 2012 in Costume, Cronaca | No Comments »

La famiglia Monti che passeggia, unita e serena, lungo il corso della ridente cittadina di montagna. I figli che giocano gioiosamente a palla coi nipoti.

La coppia presidenziale mano nella mano tra i campi. L’intero parentado riunito in un frugale pic nic. E nel prossimo numero, sono previste le foto della battaglia del grano, il Capo a torso nudo, mentre nuota, e sotto una gigantesca, autarchica M in marmo di Varese.

Mario, Mario, ti sorridono i Monti. E le gazzette ti fanno ciao. In una enfatica gara alla piaggeria che supera la stampa di regime di mussoliniana memoria, tutti i giornali italiani, con timidissime eccezioni, celebrano in ogni modo, ogni giorno, il nuovo premier, fin dalla sua (non) elezione. E ora, con un encomio inversamente proporzionale al calo del consenso, anche i rotocalchi più glamour e frou frou ambiscono a distinguersi per ossequio e adulazione. Riuscendoci benissimo, peraltro. Ultimi sobri scampoli di vacanza per il Caro Leader, nel suo buen retiro in Engadina con tutta la famiglia, e Vanity Fair – il corrispettivo cartaceo del Drive In di berlusconiana memoria – intona nel numero di questa settimana un’ode bucolica al divino Monti. E in un servizio a metà tra il cartone animato e le veline del Minculpop, regala al popolo italiano una inverosimile cartolina della operosa e frugale villeggiatura della esemplare famiglia presidenziale. Al tempo della democrazia vacante, le vacanze del democratico tecnocrate. Il Capo in sobria giacca da montagna in lana cotta, la first lady con sobrio maglioncino, immaginiamo non di cachemire, legato in vita, la figlia e il genero in sobrie letture impegnati, il secondo genito e la nuora con sobrio passeggino da campagna, i nipotini su sobrie biciclettine, immaginiamo di seconda mano.

Con un fiabesco reportage fotografico che tra vent’anni sarà studiato nelle facoltà di Comunicazione come esempio di propaganda giornalistica dell’era Monti, il settimanale più diffuso e popolare del Paese ci dimostra «come si può essere sobri anche nei luoghi più glamour», altro che bandane e barzellette piccanti: «Basta avere uno stile personale autentico». E con senso critico imparziale autentico, Vanity Fair racconta, a uso delle folle, l’immagine «più umana e meno cattedratica» del Professore in vacanza con tutta la famiglia. Dove? Ma in Engadina, la perla della Svizzera. Tanto amata dai filosofi, e dai banchieri.

Per dimostrare un forte attaccamento al Paese e alle sorti dell’economia nazionale, cosa di meglio che affittare una villa di due piani in Svizzera? E per la sobria somma di diecimila euro per pochi giorni? Del resto, si affretta a precisare il vanitoso, ma sobrio, foglio governativo, «da queste parti, dopotutto, un bilocale ne costa trentamila a settimana». Ah, beh… «In fondo, non si tratta di un castello… Nulla di esclusivo o riservato». Un vero affare, insomma, alla portata anche di un operaio dell’Ilva. È vero, Monti è un habitué, e – riferisce il settimanale – il padrone di casa gli ha fatto un bello sconto. Non si dice, però, se la Finanza svizzera, ammesso che esista, abbia effettuato un blitz per verificare l’emissione di regolare fattura.

Dallo scontino allo scontrino. Meglio non chiamare «furbetto» chi evade le tasse. Meglio non chiamare «vacanze» quelle che sono un «meritato riposo». Il Professore non dorme mai. Già stupiti di non apprendere che Monti abbia scelto come luogo di relax l’Hotel de Bilderberg, a Oosterbeek, con commossa partecipazione veniamo a sapere che nei giorni precedenti Ferragosto il premier è stato a Messa, che «ha fatto cose molto semplici: ha passeggiato intorno al lago con le lenti scure appoggiate agli occhiali da studio» (facciamo notare al giornalista che la sua collega che raccontò solo dei calzini azzurri di un giudice è stata sospesa dall’Ordine), che «si è divertito a guardare i nipoti che giocavano a calcio», che la mattina del 15 agosto è rimasto in casa – «A letto a riposare? No, a lavorare» – che «il massimo del colpo di testa è stata una passeggiata con la moglie in Val di Fex. Mano nella mano, come ragazzi». E poi, con i suoi famigliari, scortati da nove agenti su sobrie berline Volkswagen – non a caso la «macchina del popolo» – è stato accolto «a braccia aperte a una festa campestre privata, con tanto di tendone e tavolini da picnic lungo il ruscello». Essendo in Svizzera, ipotizziamo ci fosse anche Heidi con Fiocco di Neve. Polenta, salsiccia («in punta di forchetta») e simpatia. Chez Giuseppe Faina, presidente della Fondazione Milano per la Scala, che annovera tra i sostenitori banche, assicurazioni e grandi industrie «oltre a molti milanesi appassionati di lirica, come Monti e Signora, appunto». Mica come quei cafoni che si interessano solo delle partite del Milan e delle canzoni da crociera.

Si dice che quando Silvio Berlusconi invitò in Sardegna i coniugi Blair, la signora Cherie supplicò il marito di non farsi fotografare accanto all’allora premier italiano con bandana balneare. Probabilmente la Merkel, a parità di ritorno mediatico, pur essendo qui di casa, ha declinato l’invito a farsi vedere con Monti con la camicia a scacchi, zuava e zainetto in spalla. Del resto, come riferisce Velinity Fair, questa settimana per il Professore – l’Insonne della Bocconi – «è solo una pausa, un quarto d’ora accademico». E domani tornerà a tenerci la sua lezione. Purtroppo. Il Giornale, 23 agosto 2012

.………….E purtroppo per noi tutti, italiani, il ritorno di Monti si accompagnerà ad un altro nugolo di aumenti vertiginosi dei prezzi,. dalle tasse alla benzina. Ma perchè non se ne sta in Svizzera per un prolungato quanto sobrio riposo?