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AL CAPO DELLA POLIZIA DIMEZZANO LO STIPENDIO: DA 55 MILA A 24 MILA EURO MENSILI, E LUI FA RICORSO

Pubblicato il 22 agosto, 2012 in Costume, Cronaca | No Comments »

Tempi di tagli in Italia, ma non proprio per tutti. Il decreto del presidente del Consiglio Mario Monti, quello con cui è stato fissato per legge che chi lavora per l’amministrazione pubblica non possa guadagnare di più del primo presidente della Corte di Cassazione (294mila euro l’anno), non è stato digerito da tutti. A guidare la fila dei ribelli ci sarebbeAntonio Manganelli: il capo della polizia, il manager pubblico più pagato d’Italia, avrebbe infatti presentato ricorso contro quel decreto che, di fatto, gli dimezza lo stipendio che oggi lo vede percepire qualcosa come 621mila euro all’anno.
La polemica del capo della polizia sulla notevole decurtazione della sua busta paga è solo la prima ufficiale, e non è da escludere che possa essere presto seguita da altre. La lista degli amministratori pubblici scontenti per questo nuovo (e improvviso) taglio, infatti, risulta essere molto lunga.

ecco alcuni funzionari di stato che rischiano di vedersi tagliato il loro magro stipendiuccio

1. Antonio Manganelli, capo della polizia: 621.253,75
2. Mario Canzio, ragioniere generale dello Stato: 562.331,86
3. Franco Ionta, capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria: 543.954,42
4. Vincenzo Fortunato, capo di gabinetto del ministero dell’Economia: 536.906,98
5. Biagio Ambrate Abate, capo di stato maggiore della Difesa: 482.019,26
6. Raffaele Ferrara, direttore monopoli di Stato: 481.214,86
7. Giuseppe Valotto, capo di Stato maggiore esercito: 481.021,78
8. Bruno Branciforte, capo di Stato maggiore marina: 481.006,65
9. Giovanni Pitruzzella, Antitrust: 475.643,38 (gli altri componenti 396.379.00)
10. Pier Paolo Borboni, presidente Energia e gas: 475.643,00 (gli altri membri 396.379,00)
11. Corrado Calabrò, presidente Agcom: 475.634,38 (gli altri membri 396.369,44)
12. Leonardo Gallitelli, comandante dei carabinieri: 462.642,56
13. Giuseppe Bernardis, capo di Stato maggiore aeronautica: 460.052,83
14. Claudio De Bertolis, segretario generale Difesa: 451.072,44
15. Giampiero Massolo, segretario generale Affari esteri: 412.560,00
16. Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto ministero dell’Interno: 395.368,40
17. Giuseppe Vegas, presidente Consob: 387.000,00 (gli altri componenti 322.000,00)
18. Mauro Nori, direttore generale Inps: 377.214,86
19. Franco Gabrielli, capo della Protezione civile: 364.196,00
20. Cesare Patrone, direttore generale del corpo forestale: 362.422,13
21. Giuliano Quattrone, direttore generale Inps: 333.416,97
22. Massimo Pianese, direttore generale Inps: 322.841,14
23. Maria Grazia Sampietro, direttore generale Inps: 314.371,92
24. Gabriella Alemanno, direttore agenzia del territorio: 307.211
25. Giuseppe Baldino, direttore generale Inps: 306.548,79
26. Marco Di Capua, vicedirettore Agenzia delle entrate: 305.558,00
27. Attilio Befera, direttore Agenzia delle entrate: 304 mila
28. Nino Di Paola, comandante guardia di finanza (in pensione): 302.939,25 euro
29. Giuseppe Serino, capo dipartimento ministero Politiche agricole: 300.753,00
30. Enrico Giovannini, presidente dell’Istat: 300 mila
31. Giuseppe Ambrosio, direttore generale ministero Politiche agricole: 297.500,00
32. Daniela Becchini, direttore generale Inps: 296.208,91
33. Bruno Brattoli, capo dipartimento giustizia minorile: 293.029,60
…………..Poveraccio Manganelli…..come farà a campare con soli 24 mila  euro mensili visto che sinora gliene servivano 55 mila…e neanche ce la faceva ad arrivare a fine mese…? Ma come non si vergogna questo signore a lamentarsi di un taglio che comunque gli consente di percepire uno stipendio che è pari a circa 24 pensioni  medie  mensili di 24 operai italiani che hanno lavorato per 40 anni buttando il sangue e cogliendo gli obiettivi produttivi, cosa che non può certo dirsi del corpo che comanda questo Manganelli. E come non si vergognano tutti gli altri che percepiscono stipendi favolosi mentre milioni di cittadini percepiscono pensioni di fame con cui non ce la fanno neppure a pagare bollette e ricette? Ma davvero a costoro saranno tagliati gli stipendi? Ci crediamo poco. Magari sostituiranno i tagli con omoljmenti aggintivi , gettoni e consulenze varie. Cose che come si sa non si negano a nessuno della casta e sopratutto si possono facilemente nascondere. Anche al fisco. g.

ROSSELLA URRU, OVVERO UN ALTRO “SPRECO” ALL’ITALIANA

Pubblicato il 21 luglio, 2012 in Costume, Cronaca | No Comments »

la sig.na urru, come tanti suoi coetanei, vive un senso di colpa esistenziale verso i poveri e ce l’ha col mondo intero perche’ lei sta bene e altri no. e cosi’ decide di salvare il mondo e cosa fa? se ne va in un campo profughi del sud algeria, posto infestato da bande criminali e malfattori di ogni risma. per questo suo capriccio, l’italia ha dovuto pagare 10 milioni di euro a terroristi di al-quaeda, oltre ad impiegare altri svariati milioni per sostenere l’operazione e l’apparato di intelligence. cara rossella, bastava che voltavi l’angolo di casa tua, stesso nel tuo paese, e avresti trovato migliaia di poveri da assistere e aiutare e avresti comunque “salvato” il mondo, senza combinare tutto questo casino.

..un capriccio costato allo stato italiano tra i 15 e i 20 milioni di euro….soldi che potevano essere impiegati per aiutare i poveri e gli affamati qui in italia. rossella urru, poi, ha dichiarato: <<ringrazio tutti quelli che hanno sostenuto la mia famiglia e la liberazione. ora voglio continuare il mio lavoro.>> vuoi continuare il tuo lavoro!? eh gia’…se ti rapiscono di nuovo, pagano i contribuenti italiani il tuo riscatto.
ma cara rossella, non possiamo sostenere con i nostri soldi i tuoi capricci…
liberateci dalla urru!!!

….Da www.dagospia.it

.……..ed ha anche il coraggio di dire che non vede l’ora di tornare laggiù…ma se ne stia a casa e aiuti i poveri, i derelitti, gli strangolati dalle tasse che sono servite per pagare i suoi capricci. A proposito, Monti invece di fare il cascamorto all’rrivo della urru, avrebbe fatto meglio ad occuparsi dello spread che cavalca come un cavallo al gran premio di tordivalle. g.

A MESAGNE L’ADDIO A MELISSA, 16 ANNI, ASSASSINATA DA UN KILLER SPIETATO

Pubblicato il 21 maggio, 2012 in Cronaca | No Comments »

Si è conclusa la cerimonia funebre per Melissa. La bara bianca è stata condotta fuori dove una piazza gremita l’ha applaudita. Un lancio di palloncini ha salutato l’uscita del feretro dalla chiesa. La bara è stata caricata su una vettura che si è allontana fendendo la folla, seguita dal padre della ragazza, Massimo Bassi, in lacrime.

CUSCINO ROSSO A FORMA DI CUORE – Un cuscino rosso a forma di cuore, una foto di Melissa sorridente e i fiori bianchi e rosa ornavano la bara bianca di Melissa Bassi deposta dinanzi all’altare della chiesa madre di Mesagne dove si sono celebrati i funerali della ragazzina uccisa nell’attentato di Brindisi. La chiesa era gremita, con almeno 700 persone.

In prima fila c’erano il padre della ragazza, la nonna e gli altri parenti. Nella navata laterale a sinistra hanno preso posto le compagne di scuola di Melissa con magliettine bianche sulle quali hanno scritto loro stesse a mano ‘Melissa resterai sempre nei nostri cuori”.
Le navate laterali della chiesa erano ornate da corone di fiori inviate dalle massime istituzioni italiane: il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, i presidenti di Camera e Senato e il ministro degli Interni.
Il parroco della chiesa accogliendo la bara ha invitato i presenti a evitare di avvicinarsi al padre della ragazza. “Non moltiplicate il dolore – ha detto – tenete conto del peso che questi tre giorni hanno rappresentato per la famiglia”.

Nella piazza antistante c’erano almeno 4.000 persone: gente commossa, intere famiglie con ragazzi e bambini che sono giunti per testimoniare dolore, indignazione e sconcerto per quanto è avvenuto. Fonte ANSA, 21 maggio 2012

.…………..Non ci sono parole per esprimere il dolore e la rabbia che questa vita stroncata da mani  spietatamente assassine hanno provocato in ciascuno di noi. Dolore e rabbia che non ci consentono di tacere un altro dolore e un’altra rabbia provocate questa volta da una assurda “guerra tra procure” che si sta combattendo sulla contrapposizione di due tesi investigative, l’juna che vuole prevalere sull’altra. Da una parte la Procura di Brindisi il cui capo ha sostenuto che non potrebbe trattarsi nè di mafia nè di criminalità organizzata, dall’altra il capo della DDA di Leccce il quale invece sostiene il contrario. L’una o l’altra determinerebbe la competenza di una o dell’altra Procura. Francamente non importa a nessuno chi abbia la competenza, nè sul carattere del delitto, quel che importa è che l’assassino venga acciuffato, assicurato alla giustizia e che giustizia venga fatta. perciò, i due procuratori la smettano di beccarsi come due polli in in un pollaio e facciano in fretta a indirizzare le indagini verso il vero o i veri assassini, perchè come dimostrato in altri casi, spesso i ritardi investigativi, specie se originnati da conflitti di competenza, determinano solo ritardi e talvolta consentono agli assasisni di farla franca. E noi, soprattuto in  questo caso, non ce lo possiamo permettere. g.

A BRINDISI ATTENTATO DI MAFIA? NON STA IN PIEDI, ECCO PERCHE’, di Mario Sechi

Pubblicato il 20 maggio, 2012 in Costume, Cronaca | No Comments »

Brindisi. Mattina. Sole. Aria fresca. Giovinezza. Melissa. Sedici anni. Scende dal bus. Ha la vita davanti. Poi un lampo. E il buio. Roma. Accendo il pc, lancio le agenzie. Alle 8.45 l’Ansa batte la notizia: ++ ORDIGNO ESPLODE IN SCUOLA BRINDISI, STUDENTI FERITI ++ Una bomba a scuola? Com’è possibile? Il riflesso condizionato è quello di dire «criminalità organizzata». Non sono un pistarolo, ma qualcosa non torna. Metto in fila i fatti, tenendo presente quanto mi ha detto una mia fonte: «In questa storia scrivi in spagnolo: metti i punti interrogativi anche all’inizio del pezzo». Farò di più, presenterò i pezzi del puzzle. Eccoli:

1. Perché mai la mafia dovrebbe mettere la firma su un atto così atroce scatenando su di sè l’arrivo dei migliori investigatori italiani? È una manovra boomerang. Una mente criminale non commetterebbe mai un simile errore;

2. Nel vicino centro di Mesagne ci sono regolamenti di conti in corso e nuovi collaboratori di giustizia. Uno dei metodi più usati tra i clan per tappare la bocca a un pentito è quello di colpire i suoi cari. Tra gli studenti c’è qualcuno che ha lontani parenti in odor di mafia?;

3. L’ordigno è rudimentale, mentre la mafia ha a disposizione il miglior esplosivo. Trasportare tre bombole e piazzarle sull’obiettivo è un rischio. Basta niente e ti beccano. È una tecnica da guerriglieri mediorientali, non da picciotti;

4. Mettere insieme tre bombole a gas però è facile e il risultato distruttivo assicurato. Collegarle a un timer è uno scherzo. Ma è fondamentale capire se quest’ultimo è orario o elettronico. Nel primo caso potremmo anche essere di fronte a un errore per cui la bomba scoppia al momento sbagliato, nel secondo lo scoppio è telecomandato e allora siamo di fronte a qualcosa di più sofisticato e inquietante;

5. Per fare tutto questo non c’è bisogno di un team di scienziati uscito dall’accademia dell’esplosivo. Qualsiasi persona con un filo di folle lucidità e crudeltà può mettere insieme le bombole a gas, il timer, trasportarle sull’obiettivo, attendere e provocare il botto per spezzare delle vite. Ecco perché anche la pista del folle non può essere per il momento accantonata.

In ogni caso, ha ragione il procuratore Pietro Grasso: di qualsiasi natura sia, questo «è terrorismo puro». Le indagini sono in corso, sono in pista investigatori in gamba e il procuratore Motta è serio. Ieri sera c’era già un sospettato sotto torchio. Aspettiamo. Lo Stato faccia lo Stato: deve prendere i colpevoli, condannarli, metterli in prigione e buttare la chiave. Mario Sechi, Il Tempo, 20 maggio 2012

..…………Ha ragione Sechi. La lettura più ovvia spesso non è la più corretta. La criminalità, quella organizzata, la più pericolosa, solitamente le sue “attenzioni” le rivolge agli obiettivi che possono nuocerle, non a quelli dimostrativi. Non solo. La criminalità organizzata sa che atti di guerra come è quello compiuto ieri a Brindisi inevitabilmente strasferisce l’attenzione massiccia della Magistratura e delle Forze dell’ordine verso i luoghi teatro delle stragi e ciò “nuoce” agli interessi della criminalità che preferisce vivere sottoacqua così da potersi meglio mimetizzare e sfuggire agli investigatori e alla cattura da parte della polizia  e dei carabinieri. Perciò, al di là delle identiche opinioni espresse dal Procuratore della Repubblica di Brindisi, Di Napoli, che tende ad escludere o almeno a considerarla possibnile insieme ad altre, la pista mafiosa o della criminalità organizzata, è opportuno che le indagini si svolgano a 360 gradi, così da perseguire ogni possibile pista che possa portare alla individuazione dei responsabili di un eccidio tanto odioso quanto inutile. Colpire i ragazzi è ignobile, provocarne la morte è terribile. I colpevoli devono essere identificati e come scrive Sechi messi nelle condizioni di non nuocere più. Per esserne certi, e non scandalizzi nessuno,  c’è la pena di morte. La stessa inflitta, con terrificante cattiveria,   alla giovane studentessa di Mesagne. Perchè  chi dà la morte, merita la stessa sorte. g.

ATTENTATO DI BRINDISI: PER IL PROCURATORE DELLA REPUBNBLICA SI TRATTA DI UN GESTO ISOLATO MA E’ EVIDENTE LA VOLONTA’ DI COMPIERE UNA STRAGE.

Pubblicato il 20 maggio, 2012 in Cronaca | No Comments »

Fiori sul luogo dell'attentato alla scuola 'Morvillo'

Fiori sul luogo dell’attentato alla scuola ‘Morvillo’

L’attentato alla scuola di Brindisi “potrebbe essere un gesto isolato e individuale”. Lo ha detto il procuratore di Brindisi, Dinapoli, sottolineando che in ogni caso c’é stata “una volontà stragista”.”Non è impossibile – ha aggiunto – che tutta l’organizzazione sia stata fatta da una persona sola”. Nelle immagini tratte dalle telecamere stradali e prese in visione dagli inquirenti si vede l’attentatore che preme il tasto del telecomando azionando così la bomba che ha ucciso Melissa Bassi. “Immagini terribili”, ha detto il procuratore.

C’è dunque l’identikit di chi ha posizionato l’ordigno davanti all’istituto Morvillo-Falcone ma la persona “non è stata ancora identificata”. Dinapoli ha spiegato che chi ha premuto il telecomando lo ha fatto ad una distanza di sicurezza che però gli consentiva di vedere la scena. Quanto all’innesco, il procuratore ha sottolineato che l’ipotesi più probabile è quella di un meccanismo cosiddetto volumetrico e cioé che si attiva al passaggio di qualcuno. L’ordigno sarebbe stato dunque azionato in precedenza e si sarebbe innescato nel momento del passaggio delle prime ragazze.

Il confezionamento dell’ordigno e’ opera di un esperto di elettronica. “Il congegno – ha detto Dinapoli – non è particolarmente complesso ma non alla portata di tutti”. Il magistrato ha confermato che da ieri è stata condotta una intensa attività investigativa che ha compreso l’interrogatorio di diverse persone e perquisizioni e controlli in vari luoghi della città e della provincia di Brindisi.

Sono stazionarie le condizioni delle ragazze ferite. Le quattro ragazze ricoverate nell’ospedale brindisino ‘Antonio Perrino’ hanno trascorso la notte senza problemi. Le condizioni delle due che sono ricoverate nel Centro Grandi ustionati – Azzurra Camarda e Sabrina Ribezzi – stanno pian piano migliorando. La pressione arteriosa si è stabilizzata e i parametri vitali sono buoni. La prognosi tuttavia rimane riservata. Per Vanessa Capodieci, sorella di Veronica, e Selene Greco che si trovano nel reparto di Chirurgia Plastica, la prognosi è stata sciolta: per loro – informa la direzione sanitaria dell’Asl brindisina – parametri vitali molto soddisfacenti.

Secondo quanto riferito dalla direzione sanitaria dell’Asl brindisina sono stazionarie anche le condizioni della sedicenne ferita più gravemente, Veronica Capodieci, e da ieri pomeriggio ricoverata nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. 

“Devo purtroppo ricordare le ragazze e i ragazzi della scuola di Brindisi, coinvolti ieri in un vile attentato”, ha detto il Papa pregando “per i feriti, tra cui alcuni gravi, e specialmente per la giovane Melissa, vittima innocente di una brutale violenza e per i suoi familiari, che sono nel dolore”. Fonte ANSA, 20 maggio 2012

BRINDISI: I MEDICI SOTTRAGGONO ALLA MORTE LA SECONDA STUDENTESSA DI BRINDISI

Pubblicato il 19 maggio, 2012 in Cronaca | No Comments »

E’ solo una la vittima del tragico ed ignobile attentato dinamitardo che questa mattina ha avuto come bersaglio una scuola intitolata lal moglie di Giovanni Falcone, perita con il marito nell’attentato di Capaci di 20 anni fa. La seconda studentessa per la quale era stata data dall’ANSA la notizia della morte dopo il ricovero in ospedale, in condizioni gravissime,  è stata immdiatamente  sottoposta ad intervento chirurgico nell’ospedale di Brindisi che ha avuto esito positivo. Dopo l’intervento, la giovane studentessa, anche lei di Mesagne e amica del cuore di Melissa, la studentessa invece morta, è stata trasferita in autoambulanza all’ospedale Vito Fazzi di Lecce per le ulteriori cuore che tutti ci auguriamo possano condurla verso la guarigione. Intanto tutta l’Italia si stringe intorno alla famiglia della giovane vittima, ai suoi familiari, e alla città di Brindisi così violentemente aggredita dagli autori dell’attentato che dovranno essere acciuffati e consegnati alla giustizia perchè rendano conto dell’orrendo delitto di cui si sono resi responsbili.

UNA BOMBA UCCIDE DUE GIOVANI STUDENTESSE A BRINDISI. LA CITTA’ SCONVOLTA.

Pubblicato il 19 maggio, 2012 in Cronaca | No Comments »

Due morti e sei feriti. È il bilancio dell’esplosione di un ordigno avvenuta davanti all’istituto femminile Morvillo-Falconeper la moda e il turismo di Brindisi verso le 7.45 di questa mattina.

L'istituto Morvillo-Falcone

A esplodere due bombe artigianali, assemblate a partire da tre bombole di gpl, trovate vicino a un cassonetto della raccolta differenziata.

Una studentessa, Melissa Bassi, di 16 anni (foto), colpita dall’esplosione,  è deceduta poco dopo. Ad annunciarlo l’assessore alla Protezione Civile Fabiano Amati, poco dopo aver dato il via alle operazioni di soccorso.

La  seconda ragazza, Veronica Capodieci, anche lei di Mesagne, è stata operata in condizioni gravissime, ma è deceduta pochi minuti fa.

Le indagini: mafia o il gesto di uno squilibrato

Due le piste più probabili. Da una parte la vicinanza della scuola al tribunale cittadino, dall’altra il transito della carovana della legalità, che doveva passare oggi da Brindisi e la vicinanza della ricorrenza della strage di Capaci, nella quale morirono il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone e Francesca Morvillo – a cui la scuola è dedicata – insieme agli agenti della scorta. La scuola si trova inoltre molto vicina al tribunale di Brindisi.

Inoltre gli studenti colpiti sarebbero tutti di Mesagne, dove alcuni giorni orsono il presidente della commissione antiracket Fabio Marini era rimasto coinvolto in un attentato: la sua auto era saltata in aria. Non è comunque detto ci sia un collegamento diretto tra i due fatti. Certo è che nel brindisino negli ultimi giorni si è assistito a una recrudscenza di fatti criminali, che aveva portato anche a un incontro con il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri.

In un primo momento si pensava le bombe fossero state nascoste nel cassonetto. Secondo l’ultima ricostruzione sarebbero invece stata posate su un muretto vicino al cancello secondario della scuola. Sembra dunque ormai chiaro che l’obiettivo era proprio l’istituto. Gli inquirenti parlano di una “pista mafiosa”. Gli ordigni potrebbero essere stati attivati con un telecomando a distanza. Non è comunque da escludersi il gesto di un folle e non si sa ancora di preciso che tipo di innesco sia stato utilizzato.

Sul posto starebbero arrivando anche il governatore della Puglia Nichi Vendola, in viaggio da Bari a Brindisi e il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo.

Fonte ANSA, 19 maggio 2012

LA REGIONE FERMA LE PROVINCIE PUGLIESI: BASTA ASSUNZIONI E PRECARIATO

Pubblicato il 17 maggio, 2012 in Cronaca, Il territorio | No Comments »

BARI – La Regione Puglia raccomanda alle Province «estrema cautela e prudenza in tema di organizzazione istituzionale e di gestione del personale». L’invito è contenuto in una lettera che il neo-assessore regionale al personale, Marida Dentamaro, ha inviato ai presidenti delle sei Province pugliesi «in vista – spiega in una nota – della redistribuzione del personale delle Province tra Comuni e Regione». Per l’assessore «è necessario che eventuali nuove assunzioni siano limitate allo stretto necessario per espletare le funzioni fino alla fine dell’anno in corso».

Se ciò non dovesse accadere «il processo di riassetto istituzionale subirebbe gravi condizionamenti – scrive Dentamaro – risultando compromesso il conseguimento degli obiettivi di efficienza e di risparmio ai quali dobbiamo tendere, senza riserve e senza eccezioni. Bisogna inoltre evitare – aggiunge l’assessore – di creare false aspettative, illusioni o, peggio, nuovo precariato che nessuno può permettersi». In definitiva, conclude Dentamaro, si tratta non solo di «sensibilità istituzionale», ma anche di «corretta gestione delle risorse pubbliche», in vista della perdita di numerose funzioni da parte delle Province. Il Corriere del Mezzogiorno, 17 maggio 2012

.…………..E intanto la Provincia di Bari è tra le provincie italiane che hanno aumentato all’aliquota massima l’addizionale sulla RCA, cioè al 16% per cui  su un premio netto di mille euro, un automobilista pagherà 35 euro di tasse in più. Ovvero da 125 a 160 euro. Su un costo netto di 1.500 euro, l’aumento toccherà i 52 euro. Grazie signor Schittulli che predica bene e razzola male.

ALLA REGIONE SICILIA ASSUNTI “30 CAMMINATORI”. E ARRIVA A QUOTA 17.200 DIPENDENTI, SEI VLTE LA LOMBARDIA

Pubblicato il 17 maggio, 2012 in Cronaca, Politica | No Comments »

camminatori,sicilia,costi della politicaCome la Germania, la pubblica amministrazione della Regione Sicilia non conosce la crisi e assume alla grande: via libera a 157 posti da chauffeur, 55 da sorveglianti di musei per Palermo, che si aggiungono ai 1600 (sic) già esistenti, e ora anche 30 “camminatori” per portare i documenti da un ufficio all’altro della Regione. Sì, avete capito bene.

Definizione di “camminatore”: “fattorino per commissioni; usciere che, in ministeri o uffici amministrativi, è incaricato di recpaitare letter circolari, plichi, ecc. da un ufficio all’altro”. La voce è tratta dal dizionario Treccani e la riporta, al fondo del suo pezzo, Mattia Feltri che su La Stampa fa le pulci ai 17.200 dipendenti pubblici siciliani, una cifra enorme, quasi 6 volte maggiore di quella della Lombardia.

E sui camminatori, Feltri commenta che saranno retribuiti “in cambio dell’instancabile opera delle loro gambe che li condurranno da una stanza all’altra di palazzo d’Orleans (la sede della Regione) a trasferire documenti, cartellette, incartamenti, faldoni, pratiche, fascicoli e dossier dal mittente X al destinatario Y, poiché il mittente X e il destinatario Y hanno già il loro bel daffare. Una mansione certamente di responsabilità, ma anche piuttosto suggestiva in tempi di crisi e di Internet”. E se mandassimo tutti quanti il nostro CV? Peraltro, camminare fa bene alla salute. Fonte Virgilio.it, 17 MAGGIO 2012

IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA DEL GOVENRO MONTI ZOPPINI INDAGATO PER FRODE FISCALE

Pubblicato il 15 maggio, 2012 in Cronaca, Politica | No Comments »

Andrea Zoppini

ROMA – Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Zoppini si e’ dimesso. ”Sono stato raggiunto da una informazione di garanzia con riguardo a vicende delle quali mi sono occupato professionalmente alcuni anni fa. Ho piena fiducia nell’operato della Magistratura e ritengo di potere chiarire ogni aspetto che mi riguarda”, afferma.

Zoppini e’ stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Verbania. Le ipotesi di reato contestate, secondo quanto apprende l’ANSA, sono concorso in frode fiscale e dichiarazione fraudolenta. Al sottosegretario e’ stato notificato un avviso di garanzia e un invito a comparire.

Secondo l’accusa, attraverso un’attivita’ di consulenza, Zoppini avrebbe aiutato alcuni imprenditori del novarese a realizzare una frode fiscale a carattere transnazionale. Per questa sua consulenza, ipotizzano inoltre gli inquirenti, avrebbe ottenuto compensi in nero e su conti esteri. Di qui l’ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta. Fonte ANSA, 15 magigo 2012

.…..Della serie, i controllori sono peggio dei controllati.