Tempi di tagli in Italia, ma non proprio per tutti. Il decreto del presidente del Consiglio Mario Monti, quello con cui è stato fissato per legge che chi lavora per l’amministrazione pubblica non possa guadagnare di più del primo presidente della Corte di Cassazione (294mila euro l’anno), non è stato digerito da tutti. A guidare la fila dei ribelli ci sarebbeAntonio Manganelli: il capo della polizia, il manager pubblico più pagato d’Italia, avrebbe infatti presentato ricorso contro quel decreto che, di fatto, gli dimezza lo stipendio che oggi lo vede percepire qualcosa come 621mila euro all’anno.
La polemica del capo della polizia sulla notevole decurtazione della sua busta paga è solo la prima ufficiale, e non è da escludere che possa essere presto seguita da altre. La lista degli amministratori pubblici scontenti per questo nuovo (e improvviso) taglio, infatti, risulta essere molto lunga.
ecco alcuni funzionari di stato che rischiano di vedersi tagliato il loro magro stipendiuccio
1. Antonio Manganelli, capo della polizia: 621.253,75
2. Mario Canzio, ragioniere generale dello Stato: 562.331,86
3. Franco Ionta, capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria: 543.954,42
4. Vincenzo Fortunato, capo di gabinetto del ministero dell’Economia: 536.906,98
5. Biagio Ambrate Abate, capo di stato maggiore della Difesa: 482.019,26
6. Raffaele Ferrara, direttore monopoli di Stato: 481.214,86
7. Giuseppe Valotto, capo di Stato maggiore esercito: 481.021,78
8. Bruno Branciforte, capo di Stato maggiore marina: 481.006,65
9. Giovanni Pitruzzella, Antitrust: 475.643,38 (gli altri componenti 396.379.00)
10. Pier Paolo Borboni, presidente Energia e gas: 475.643,00 (gli altri membri 396.379,00)
11. Corrado Calabrò, presidente Agcom: 475.634,38 (gli altri membri 396.369,44)
12. Leonardo Gallitelli, comandante dei carabinieri: 462.642,56
13. Giuseppe Bernardis, capo di Stato maggiore aeronautica: 460.052,83
14. Claudio De Bertolis, segretario generale Difesa: 451.072,44
15. Giampiero Massolo, segretario generale Affari esteri: 412.560,00
16. Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto ministero dell’Interno: 395.368,40
17. Giuseppe Vegas, presidente Consob: 387.000,00 (gli altri componenti 322.000,00)
18. Mauro Nori, direttore generale Inps: 377.214,86
19. Franco Gabrielli, capo della Protezione civile: 364.196,00
20. Cesare Patrone, direttore generale del corpo forestale: 362.422,13
21. Giuliano Quattrone, direttore generale Inps: 333.416,97
22. Massimo Pianese, direttore generale Inps: 322.841,14
23. Maria Grazia Sampietro, direttore generale Inps: 314.371,92
24. Gabriella Alemanno, direttore agenzia del territorio: 307.211
25. Giuseppe Baldino, direttore generale Inps: 306.548,79
26. Marco Di Capua, vicedirettore Agenzia delle entrate: 305.558,00
27. Attilio Befera, direttore Agenzia delle entrate: 304 mila
28. Nino Di Paola, comandante guardia di finanza (in pensione): 302.939,25 euro
29. Giuseppe Serino, capo dipartimento ministero Politiche agricole: 300.753,00
30. Enrico Giovannini, presidente dell’Istat: 300 mila
31. Giuseppe Ambrosio, direttore generale ministero Politiche agricole: 297.500,00
32. Daniela Becchini, direttore generale Inps: 296.208,91
33. Bruno Brattoli, capo dipartimento giustizia minorile: 293.029,60
…………..Poveraccio Manganelli…..come farà a campare con soli 24 mila euro mensili visto che sinora gliene servivano 55 mila…e neanche ce la faceva ad arrivare a fine mese…? Ma come non si vergogna questo signore a lamentarsi di un taglio che comunque gli consente di percepire uno stipendio che è pari a circa 24 pensioni medie mensili di 24 operai italiani che hanno lavorato per 40 anni buttando il sangue e cogliendo gli obiettivi produttivi, cosa che non può certo dirsi del corpo che comanda questo Manganelli. E come non si vergognano tutti gli altri che percepiscono stipendi favolosi mentre milioni di cittadini percepiscono pensioni di fame con cui non ce la fanno neppure a pagare bollette e ricette? Ma davvero a costoro saranno tagliati gli stipendi? Ci crediamo poco. Magari sostituiranno i tagli con omoljmenti aggintivi , gettoni e consulenze varie. Cose che come si sa non si negano a nessuno della casta e sopratutto si possono facilemente nascondere. Anche al fisco. g.