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GLI SPRECHI DI STATO: NEL 2011 IL PRESIDENTE DELLA CAMERA HA FATTO SPENDERE A CARICO DEI CONTRIBUENTI 200 MILA EURO PER IL SUO FOTOGRAFO PERSONALE.

Pubblicato il 28 aprile, 2012 in Cronaca | No Comments »

Fini pavone della Camera Spende 200mila € in foto

L’unica volta che non l’ha chiamato è stato lo scorso 18 aprile, quando Gianfranco Fini ha preferito dare meno pubblicità possibile a un suo incontro diplomatico: quello con l’ambasciatore delle Maldive, Iruthisham Adam. Si capisce perché: l’ambasciatore è utilissimo a chi – come Fini – ama le vacanze alle Maldive, ma quell’incontro non fa aumentare la popolarità. Per quello il presidente della Camera  non ha chiamato Enrico Para, il fotografo personale che sta incollato a Fini come un francobollo praticamente da quando l’ex leader missino ha ottenuto i primi incarichi istituzionali. Tutte le altre volte Para era lì con la sua macchina fotografica. Che gli sarà restata incollata alla mano nel 2011, visto che Fini si è fatto fotografare come mai gli era accaduto nella vita. Si deve piacere un fracco il presidente della Camera, visto che per le sue foto ha fatto sborsare (ai contribuenti, mica paga lui) la bellezza di 201.014,44 euro l’anno scorso.

A tanto ammontano le fatture pagate nel primo e nel secondo semestre alla Impero Fotografico srl di Para (che ne è il proprietario insieme alla moglie, anche lei fotografa). Nel primo semestre una fattura da 73.075,20 euro, e una da 34.449,60 euro. Nel secondo semestre la terza fattura, da 93.489,64 euro. Per Fini dunque il 2011 è stato l’anno del Gran Pavone, e per il fido Para l’anno della cuccagna. L’anno prima, secondo i dati rivelati dai soliti radicali e messi a disposizione dei contribuenti su Linked Open data Italia alla Impero fotografico srl erano stati pagati in tutto 76.692 euro. In un anno dunque la cifra è quasi triplicata. Fini ha viaggiato come una trottola e anche all’estero ha sempre voluto il suo fotografo di fiducia al seguito, pagandogli oltre alle fatture anche le spese di viaggio e di pernottamento. E anche il 2012 non sarà da meno: Fini si è già fatto ritrarre in ogni posa nella visita negli Usa: stretta di mano a Barack Obama, visite accompagnate dalla vecchia amica Nancy Pelosi. Subito prima un viaggetto nella penisola balcanica e subito uno a Londra con raffica di strette di mano e di foto. Nelle feste comandate al presidente della Camera piace invece mettersi la divisa (pure la mimetica) e andare a farsi fotografare insieme ai militari in qualche missione italiana in giro per il mondo: l’ha fatto ad Herat, in Libano e in Kossovo (qui però si è tenuto il caldo suo giaccone, perché si battevano i denti dal freddo). Il fotografo personale lo ha accompagnato in tutti gli altri viaggi all’estero. E naturalmente corre in ufficio non appena c’è qualche visita di rango anche alla Camera dei deputati.

La Camera ha anche altri fotografi ufficiali: c’è Umberto Battaglia, che fu fotografo personale di Pier Ferdinando Casini e che Fini ha mantenuto a corte pagando profumatamente sia lui che la sua Image communication net srl (circa 142 mila euro per gli scatti istituzionali nel 2011). C’è infine la Luxardo foto di A. Sulpizi che raccoglie le briciole (38 mila euro l’anno scorso).

Para e la sua società non lavorano solo per Fini. Come molti fotografi vivono anche di servizi banali (matrimoni, cresime, battesimi etc…), e poi dove c’è un ex missino sono sicuri di trovare lavoro. Lui era il fotografo ufficiale del Secolo di Italia e del Msi, e ancora oggi risulterebbe fotografo ufficiale di Alleanza Nazionale. Con Fini ha lavorato (anche come vide operatore) a palazzo Chigi quando questi era vicepremier e agli Esteri appena il nume di Para è sbarcato lì. In contemporanea, però, Para e la sua società diventavano anche fotografi ufficiali di tutte o quasi le istituzioni in cui arrivava al potere un ex missino. Silvano Moffa lo portò con sé alla provincia di Roma, Francesco Storace alla Regione Lazio, Mirko Tremaglia al ministero degli italiani nel mondo, Altero Matteoli a quello dell’Ambiente, Gianni Alemanno alle politiche agricole, e così via. di Franco Bechis, Libero, 28 aprile 2012

..…………..Questo signore che ha sperperato nel solo 2011 a carico del bilancio della Camera dei Deputati 200 mila uero per soddisfare la sua vacua vanità, è lo stesso che ieri ha dichairato che si può far politica anche senza prendere un centesimo. Provi a farla senza farsi fotografare per un anno intero. E tolga dalle spalle dei contribuenti i 200 mila euro risparmiati. g

E’NATO IL PRINCIPATO DI FILETTINO, CON PARLAMENTO, GOVERNO E PREMIER: FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA!

Pubblicato il 11 marzo, 2012 in Costume, Cronaca, Politica | No Comments »

Il regista Pasquale Squitieri con la moglie Claudia Cardinale
FILETTINO (FROSINONE) – Con il giuramento di dieci ministri, da ieri sera e’ operativo il governo del Principato di Filettino, nel Frusinate. A guidarlo, nel ruolo di premier, sara’ il regista cinematografico Pasquale Squitieri, scelto dal principe reggente Carlo Taormina a capo dell’ esecutivo della nuova istituzione del paese montano in provincia di Frosinone. Con il giuramento dei ministri, il Principato di Filettino si appresta ad intraprendere le prime azioni di governo. La struttura organizzativa del Principato, dopo l’elezione del Parlamento con trenta deputati, è stata completata. I ministri cominceranno subito loro attivita’ e gia’ nei prossimi giorni verra’ convocata la prima seduta del consiglio dei ministri, che sara’ chiamato a varare i primi importanti provvedimenti.Oltre al premier Pasquale Squitieri, hanno giurato davanti al principe reggente Carlo Taormina (che conserva l’interim al Lavoro) nove ministri: Carlo Monti che va agli Esteri al posto del segretario generale del Consiglio regionale del Lazio Nazzareno Cecinelli; Maria Rosaria Galella, ministro della Giustizia; Carlo Bonzano ministro dell’Interno; Davide Della Morte ministro della Sanità (all’ultimo momento ha rinunciato il prof. Augusto Mosca dell’equipe medica del Vaticano); Roberto Cocco, ministro dei Lavori Pubblici; Vincenzo Giannotti, ministro delle Finanze; Francesca Pontesilli, ministro dei Diritti della Persona e delle Pari Opportunita’; Laura Iona, ministro della Cultura; Guglielmo Cialone, ministro dello Sviluppo con delega ai trasporti. Restano da nominare i ministri del Turismo e dell’Ambiente. ”Nei prossimi giorni saro’ a Filettino – ha detto il premier Pasquale Squitieri – e mi mettero’ subito al lavoro. Prendo molto seriamente questo mio incarico”. Secondo Taormina la nascita del Principato di Filettino ”e’ la risposta all’abbandono dei territori e al degrado della politica”.

”Sono felice di essere stato chiamato a guidare il governo del Principato di Filettino. E’ un governo che intende restituire ai cittadini di Filettino il loro diritto alla proprieta’ del territorio”. Lo ha detto all’ANSA il regista cinematografico Pasquale Squitieri, da ieri sera presidente del Consiglio dei ministri del Principato di Filettino, il piccolo paese in provincia di Frosinone che si sta trasformando in Principato su progetto lanciato la scorsa estate dal sindaco Luca Sellari. ”Il nostro obiettivo – ha aggiunto Squitieri- e’ di portare Filettino nel mondo facendone un centro positivo sul piano economico, culturale e sociale. Penso, ad esempio, anche all’ organizzazione di un importante rassegna di cinema. In un momento cosi’ difficile per il nostro Paese l’iniziativa partita da Filettino e’ giusta e deve far riflettere. Ora il problema e’ lavorare e progettare e su questo ci sara’ il massimo impegno da parte del governo che sono stato chiamato a presiedere dal mio amico principe, Carlo Taormina. Prendo molto seriamente questo mio incarico – ha concluso Squitieri- e gia’ nei prossimi giorni saro’ a Filettino per iniziare il mio lavoro”. Fonte ANSA, 11 marzo 2012

………….Filettino è un paese in provincia di Frosinone, nei pressi degli Altipiani di Arcinazzo che diedero i natali a Rodolfo Graziani, maresciallo d’Italia, comandante delle Forze Armate della RSI, processato per alto tradimento dopo la guerra e assolto perchè aveva agito per alti valori sociali e morali. A Filettino ad opera dell’ex deputato e noto penalista Carlo Taormina è stato istituito il Principato di Filettino, con tanto di Parlamento, governo e premier che nella fattispecie è il noto regista cinematografico Pasquale Squitieri, anche lui ex parlamentare della Repubblica, che rappresentò al Senato dove lo volle Pinuccio Tatarella che di Squitieri e della sua compagna, Claudia Cardinale, era grande amico.  Tra tante notizie cattive, questa è finalmente una buona notizia, quanto meno è una notizia allegra, di quelle che mettono di buon umore e che confermano che sognare si può, almeno  sino a quando qualche pubblico ministero kafkiano non ipotizzerà  il sogno come reato di concorso esterno in appropriazione indebita della speranza. Che come è noto è l’ultima cosa a morire , della specie ritorniamo al passato quando l’Italia, non ancora una e indivisibile ad opera dei rompi…..ni  dei risorgimentisti,era si divisa ma con tanta o almeno tante monete e tanti principati. g.

P.S. Questa gioiosa notizia che apre il cuore alle speranza ci consente di evitare di occuparci delle altre di notizie, e almeno per un giorno fare finta che gli Alfano, i Bersani, i Casini e sopratutto i Monti e i Napolitano esistono (magari!) solo nella nostra fantasia. g.

PER SENATORI (E LORO AMICI) MUTUI ALL’1,57%: L’ENNESIMO PRIVILEGIO DELLA CASTA

Pubblicato il 8 marzo, 2012 in Cronaca | No Comments »

“Quello per i senatori è il top del top, ha un tasso variabile dell’1,57%. E’ una pacchia”. E’ la risposta che ha dato un impiegato della filiale BNL interna al Senato a Francesco Barbato (IdV). L’onorevole, con la telecamera nascosta, era entrato in banca per chiedere un mutuo per l’acquisto di una casa. “E’ una pacchia di cui possono beneficiare anche altre persone – ha precisato l’addetto allo sportello – ma ci deve stare sempre un senatore dietro”. E’  un altro privilegio della casta dei politici: tassi di interesse per i mutui a un terzo di quanto pagano i normali cittadini. Il video è stato pubblicato in anteprima dal sito de La7 all’indirizzo www.piazzapulita.la7.it. La versione integrale nel corso della puntata di stasera del programma di approfondimento de La7 condotto da Corrado Formigli, alle 21.10. Fonte ANSA, 8 marzo 2012

L’INDIA METTE IN GALERA I DUE MARO’ ITALIANI…CHE FIGURACCIA PER LA DIPLOMAZIA ITALIANA

Pubblicato il 5 marzo, 2012 in Cronaca, Politica estera | No Comments »

I due marò arrestati

I due marinai italiani illegittimamente deportati dalla nave italiana nella sede della Polizia indiana,  da oggi sono in carcere per ordine di un solerte giudice indiano. Il Ministero degli Esteri italiano ha diffuso una not ain cui esprime meraviglia per questa involuzione della controversa vicenda che vede i due marinai italiani accusati di omicidio, proprio loro che lì stavano compiendo aloro rischio una misisone di tutela in acque spesso teatro di insidiose scorribande di pirati del 21° secolo. L’arresto peraltro avviene ancor prima che siano accertate le loro responsabilità. Anche alcuni organi di stampa stanno stimolando i loro lettori ad inviare email di protesta all’Ambasciata indiana a Roma. Ci sembra che a prescidnere dalle iniziative di natura propagandistica e accertato che in base alle leggi internazionali la competenza a processare, eventualmente,  i due marinai apparteine all’Italia, ci pare che sia arrivato il momento di alzre il dito contro coloro che permisero ad uomni armati di un Paese straniero di metter epiede sulla nave italiana che essendo in acque internazionali era ed è territorio italiano. Averlo permesso è di per sè ragione di dubitare delle capacità di chi aveva il comando dela nave e anche della diplomazia romana che lo ha permesso. In altri tempi e per molto meno ci fu chi schierò i corpi armati poer impedire che sul suolo italiani agenti stranieri (di un Paese amico!)  facessero il loro comodo. Altri tempi e altri uomini. g.

LE RONDINI HANNO DATO L’ULTIMO ADDIO A LUCIO DALLA

Pubblicato il 4 marzo, 2012 in Costume, Cronaca | No Comments »

Sono state Le Rondini, uno dei brani più belli sgorgati dalla grande vena poetico-musicale di Lucio Dalla a dargli l’ultimo addio, a Bologna,  nella Piazza Grande inondata di sole e di gente, che ha partecipato alle esequie dell’indimenticabile cantautore. Queste le parole de Le Rondini che si sono innalzate nella Cattedrale di San Petronio, al termine della funzione religiosa.

Vorrei entrare dentro i fili di una radio

E volare sopra i tetti delle città

Incontrare le espressioni dialettali

Mescolarmi con l’odore del caffè

Fermarmi sul naso dei vecchi mentre Leggono i giornali

E con la polvere dei sogni volare e volare

Al fresco delle stelle, anche più in là

Vorrei girare il cielo come le rondini

E ogni tanto fermarmi qua e là

Aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici

E come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità.

Vorrei seguire ogni battito del mio cuore

Per capire cosa succede dentro

e cos’è che lo muove

Da dove viene ogni tanto questo strano dolore

Vorrei capire insomma che cos’è l’amore

Dov’è che si prende, dov’è che si dà

L’ADDIO A LUCIO DALLA DOMENICA NELLA SUA BOLOGNA

Pubblicato il 2 marzo, 2012 in Costume, Cronaca, Spettacolo | No Comments »

Si celebreranno domenica 4 marzo, giorno del suo compleanno, le esequie di Lucio Dalla. Si celebreranno nella cattedrale della  “sua” Bologna, nella “sua”  piazza grande, a pochi passi dalla “sua”  abitazione, fra i tanti amici che incontrava ogni giorno e con i quali ha trascorso ogni momento libero dagli impegni che lo portavano in ogni parte del mondo. Intanto è incessante  e inarrestabile la partecipazione al grande dolore e sgomento per la perdita di un grande,  inimitabile cantautore, mentre le emittenti di tutto il mondo trasmettono incessantemente le note della “sua” Caruso, la più famosa canzone italiana nel mondo degli ultimi 30 anni, che ha venduto nella versione di Dalla quasi 30 milioni di dischi. Domenica il nostro cuore insieme a quello di milioni di italiani ed estimatori di Lucio Dalla sarà a Bologna a renderGli omaggio, l’ultimo! g.

ALTRO CHE EROE, E’ SOLO UN CRETINETTI, di Alessandro Sallusti

Pubblicato il 28 febbraio, 2012 in Cronaca, Politica | No Comments »

I no Tav hanno un nuovo eroe, Luca Abbà. Adesso si trova in coma, dopo essere caduto da un traliccio dell’alta tensione in val Susa. Si era arrampicato per protesta ed è rimasto folgorato.

Morale: fratture e ustioni in tutto il corpo più un coro di solidarietà dei novelli rivoluzionari al quale onestamente non ci sentiamo di aderire. Uno che sale su un traliccio non è un eroe, è uno che mette in pratica cose cretine ed illegali. Se l’è cercata e l’ha trovata, nel caso c’è pure l’aggravante dell’età, 37 anni, che rende il tutto oltre che tragico pure patetico. Abbà è vittima di se stesso ma non l’unico responsabile della sua autodistruzione. C’è il lungo elenco di cattivi maestri che soffia sul fuoco della protesta, intellettuali, ex comici, politici con e senza orecchino che giocano con le parole e, senza nulla rischiare, ora pure con la vita degli altri. E poi ci sono i suoi compagni scellerati, che non gli hanno impedito di salire e che ora da vigliacchi accusano la polizia di avercelo issato. Già, perché come noto, i poliziotti di solito obbligano i manifestanti a scalare i tralicci e a mettere poi le mani sui fili dell’alta tensione.

Ma non contenti di aver prodotto un piccolo Feltrinelli ( l’editore filo terrorista che voleva mettere una bomba su un traliccio ma che saltò in aria con esso), il popolo dei no Tav, infiltrato da no global e forse terroristi (lo sostiene una relazione del ministero degli Interni) sta cercando di esportare la rivolta fuori dalla val di Susa. Da Bologna a Roma, via Milano, ieri è stato tutto un bloccare stazioni, autostrade, lanciare fumogeni e petardoni. Spaventare, intimidire, questa è la loro tattica. Cercano l’incidente, e se non arriva per la capacità e la pazienza dei nostri poliziotti sono pure disposti ad autoprodurlo pur di innescare la scintilla della rivolta.

Pochi giorni fa i nostri eroi della val di Susa hanno preso a sassate l’ambulanza arrivata per soccorrere un poliziotto ferito. Ieri, gli stessi, hanno invocato soccorsi rapidi per il loro amico sofferente a terra. Ma di che razza di uomini stiamo parlando? Possibile che un consistente schieramento della sinistra dia loro ancora copertura e comprensione? Auguriamo a Luca Abbà di riprendersi, ma sul resto non bisogna mollare di un centimetro. Alessandro Sallusti, Il Giornale 28 febbraio 2012

GLI STIPENDI IN ITALIA? LA META’ DI QUELLI TEDESCHI E PIU’ BASSI ANCHE DELLA GRECIA

Pubblicato il 26 febbraio, 2012 in Cronaca | No Comments »

Nel Vecchio Continente l’Italia è, senza alcun dubbio, tra i Paesi con le retribuzioni lorde annue più basse. Stando allo studio pubblicato oggi dall’Eurostat, che fa riferimento ai dati del 2009, il Belpaese si piazza addirittura in dodicesima posizione nell’Eurozona: fanno meglio di noi anche l’Irlanda, la Grecia, la Spagna e Cipro.

Giovane al lavoro

Il valore dello stipendio annuo per un lavoratore di una azienda dell’industria o dei servizi (con almeno dieci dipendenti) è pari a 23.406 euro. Una cifra che si raddoppia in Lussemburgo (48.914), Olanda (44.412) o Germania (41.100). Insomma, anche guardando ai cosiddetti Piigs, il Belpaese riesce a superare soltanto il Portogallo dove lo stipendio medio è di 17.129 euro. Nello studio dell’Eurostat viene, poi, riportato l’elenco delle paghe lorde medie annue dei Paesi dell’Unione europea, diffuse dall’ultimo rapporto Labour market statistics, anche per gli anni precedenti al 2009 in modo da poter osservare la crescita delle retribuzioni. E, anche in questo caso, l’avanzamento per l’Italia è tra i più ridotti: nel giro di quattro anni il rialzo è stato del 3,3%. Una crescita troppo distante rispetto al +29,4% della Spagna o al +22% del Portogallo.

Anche i Paesi dell’Unione europea che partivano da livelli già di per sé alti hanno messo a segno rialzi rilevanti: in Lussemburgo gli stipendi sono, infatti, cresciuti del 16,1%, in Olanda del 14,7%, in Belgio dell’11,0%, in Francia del 10% e in Germania del 6,2%.

Una buona notizia per il Belpaese arriva, tuttavia, dalle differenze di retribuzioni tra gli uomini e le donne, quello che l’Eurostat chiama “unadjusted gender pay gap”. Si tratta di un indice che viene utilizzato nel Vecchio Continente per rilevare le disuguaglianze tra le remunerazioni, ma che è, in realtà, soltanto una mera illusione. Con un gap che supera di poco il 5%, nel 2009 il Belpaese si è infatti collocato ampiamente sotto la media europea (17%): l’Italia è, infatti, il paese con la forbice più stretta alle spalle della sola Slovenia. Ma non è tutto oro quel che luccica. Perché a ridurre le differenze di stipendio in Italia contribuiscono a creare fenomeni di cui non si può andare fieri, come il basso tasso di occupazione femminile e lo scarso ricorso al part time. Non a caso tra i Paesi che vantano una minor divario ci sono anche la Polonia, la Romania, il Portogallo, la Bulgaria e Malta. Tutti Paesi con una bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il Giornale, 26 febbraio 2012

………..In compenso, però, abbiamo i parlamentari meglio pagati del mondo e i burocrati con gli stipendi che sembrano bilanci di società assicuratrici. E nessun Monti al mondo si prenda la briga di raddrizzare il timone!

STIPENDI DEI MANAGER PUBBLICI: BEFERA PRENDE PIU’ DI OBAMA

Pubblicato il 24 febbraio, 2012 in Cronaca, Politica | No Comments »

Redditi pubblici sì, ma con un po’ di maquillage. Trasparenza pure, ma con qualche velatura. Sussurriamolo così, tra noi, senza che nessuno ci senta: questa ideuzza di andare a rovesciare le tasche di ministri, sottosegretari, politici, boiardi e manager di Stato perché gli italiani finalmente sappiano, non è vero che proprio sia piaciuta a tutti gli interessati.

Attilio Befera

Attilio Befera

E non è nemmeno vero che tutti gli interessati abbiano dato una mano a rovesciare tutte, ma proprio tutte, le loro tasche.

I cumuli, dove li mettiamo i cumuli, per esempio? Li vogliamo conteggiare o no? E gli stipendi? Non è che qualcuno, anzi, più d’uno, si sia sbagliato e abbia già dichiarato il suo più «modesto» e «riformato» stipendio, cioè quello del 2012, invece di andare un po’ più indietro nel tempo e rendere e noto e pubblico quanto guadagnava realmente fino a qualche mese fa?

Che i nostri manager pubblici siano strapagati in Italia lo conferma anche l’Ocse che, nel suo ultimo rapporto ha messo nero su bianco la realtà di un Paese dagli stipendi storicamente al di sotto della media ma con vertici societari strapagati. La media certificata dall’Ocse per l’Italia (dati 2009) è comunque di oltre 400mila dollari l’anno (circa 300mila euro), la più alta in assoluto che vede in secondo posizione solo la Nuova Zelanda con poco meno di 400mila e la Gran Bretagna con poco più di 350mila. «Poveri» i manager americani che guadagnano intorno ai 250mila dollari, povero il presidente Usa Barack Obama (300mila euro l’anno) che guadagna meno di Attilio Befera (304mila euro circa, e in sei mesi). Tornando ai dubbi e alle perplessità ieri, è stato lo stesso ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi (nella foto), ad ammettere l’incompletezza dei dati: «Abbiamo chiesto alle amministrazioni di appartenenza di fornirci l’elenco degli emolumenti degli alti dirigenti che sforano il tetto massimo, individuato dal governo nello stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, di circa 294 mila euro. Ma le informazioni ricevute sono al momento incomplete, perché non tutti gli enti hanno inviato i dati richiesti e perché, nell’elenco, mancano i cumuli e cioè gli eventuali stipendi aggiuntivi che i super-manager percepiscono dallo Stato per altri incarichi. E non ci sono neanche i benefit – ha precisato ancora Patroni Griffi – perché noi abbiamo chiesto la retribuzione da contratto».

Detto questo possiamo ben affermare che sono una sessantina i nomi dei vertici della pubblica amministrazione che superano il tetto dei 294mila euro, considerata come soglia massima per gli stipendi dei manager pubblici. Guida la classifica il capo della Polizia, Antonio Manganelli con i suoi 621.253,75 euro ma sono ben piazzati il ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio che ha una retribuzione di 562.331,86 euro, il capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Franco Ionta a 543.954,42 euro, il capo Gabinetto del ministero dell’Economia Vincenzo Fortunato con 536.906,98 euro e il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò (475.643,38). Giusto per la cronaca da segnalare che i Capi di stato maggiore superano i presidenti di antitrust e autorità per l’energia le cui retribuzioni sono identiche: nell’ordine, Giovanni Pitruzzella prende 475.643 euro, Guido Bortoni 475.643 euro. Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, si «accontenta» di 387mila euro tondi, mentre il «suo» direttore generale Antonio Rosati, guadagna 395mila euro più la gratifica annuale. Il capo della polizia Antonio Manganelli, dunque, risulta avere lo stipendio più alto, ma non è affatto detto che sia il più «ricco» tra i dirigenti dello Stato, dato che alcuni colleghi potrebbero superarlo sommando le retribuzioni ricevute per i diversi incarichi.

Tanto che l’ex ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta è stato piuttosto categorico: «È una presa in giro, un elenco vuoto. Vorrei invece che si fornissero dei dati omnicomprensivi. E così non è…». Le commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera formuleranno il parere sullo schema di decreto del governo il prossimo 29 febbraio, perché l’intenzione del governo è che, non appena acquisiti i pareri parlamentari, il tetto agli stipendi sia immediatamente operativo. Il Giornale, 24 febbraio 2012

………..Domanda: perchè il presidente americano ha uno stipendio uguale alla metà del capo dell’agenzia italiana delle entrate?  Risposta: perchè in America tutti possono diventare presidenti, mentre in Italia solo Befera può diventare capo dell’agenzia delle entrate.

DA DOMANI IN ITALIA POTREBBE MANCARE IL GAS: GRAZIE AL FOLLE AMBIENTALISMO DEI VERDI E DELLA SINISTRA

Pubblicato il 7 febbraio, 2012 in Cronaca, Giustizia, Politica | No Comments »

Da domani manca il gas: grazie a verdi e sinistra

Dopo l’emergenza neve, arriva quella riscaldamento. L’Italia imbiancata e gelata si ritrova ora alla canna del gas, letteralmente: da domani, mercoledì 7 febbraio, saranno ridotte le forniture d’energia alle aziende e saranno garantiti soltanto i rifornimenti alle famgilie. Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ha lanciato l’allarme: “La situazione è sicuramente critica perché dalla Russia e dalla Francia sono diminuiti i flussi ma è ben monitorata”, ha spiegato Passera riferendosi alla decisione di Gazprom di tagliare le forniture di gas destinate all’Europa. L’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni ha invece rivelato che se da da domani il colosso russo farà dei tagli potrebbero esserci problemi. Ad oggi la riduzione è stata del 25-26% secondo i dati pubblicati da Snam Rete Gas. Ovviamente preoccupata Confindustria. Il presidente Emma Marcegaglia ha chiesto aiuto: “Si faccia un mix di cose, non si agisca solo sulle imprese”, invocando l’utilizzo delle scorte.

Veti ambientalisti – La situazione, aldilà del pesante maltempo (peraltro prevedibile e previsto visto la stagione), mostra chiaramente tutta la vulnerabilità del paese. Le cause sono varie, tutte però ascrivibili all’intransigenza ambientalista di sinistra e verdi. Mancano sufficienti impianti di rigasificazione, che possano immettere in rete gas liquido trasportato via mare. Al posto degli attuali 2, ne servirebbero 5. Altro punto: bisogna diversificare quando invece l’Italia è appesa al gas. Con le Alpi alle spalle, il potenziale idroelettrico sarebbe immenso ma le ragioni ambientalistiche vietano di toccare il territorio, anche laddove sarebbero possibili interventi assai poco invasivi come le minidighe che rispettano le aree montane. C’è poi l’alto Adriatico e la foce del Po, un enorme giacimento di gas. Non lo si può estrarre perché si rischierebbe di abbassare il livello di terreno. Le tecniche per ovviare a tali controindicazioni ci sono, quello che manca è una classe politica disposta a parlarne senza pregiudizi e paraocchi. Libero 7 febbraio 2012

.………..Se domani dovesse davvero mancare il gas, magari per via del taglio dele forniture da parte della Russia è assai probabile che qualche Procura  avvi immediatamente una azione penale nei confronti di Berlusconi, indagato per la sua nota amicizia con Putin e quindi per una possibile sua  influenza sullo stesso Putin per la decisione del colosso russo di infreddolirci più di quanto già non lo siamo….ovvimente scherziamo. Ma non troppo. E’ di stamattina la notizia che il GIP di Milano ha rinviato a giudizio Berlusconi, l’ennesima volta, per il reato di rivelazione di segreto istruttorio in relazione alla pubblicaizone sul Giornale della telefonata tra Fassino e Consorte, quella nella quale Fassino, allora segretario dei DS, esulta gridando “abbiamo una banca”. Orbene, a prescindere, direbbe l’indimenticato Totò, che il PM aveva chiesto l’archiviazione dell’accusa mentre il GIP l’aveva rifiutata e aveva disposto l’accusa coatta, resta una considerazione. In Italia non si riesce a mantenere nessun segreto e gli atti di tutti i PM d’Italia, ancorchè sottoposti a secretazione, nemmeno un minuto dopo trovano puntuale ospitalità e pubblicazione su tutti i giornali, specie Repubblica, e nessuno, sottolineamo, nessuno,  è mai stato nè indagato,  nè rinviato a giudizio, anche perchè nei confronti di nessuno è mai  tata aperta una qualsivoglia inchiesta. L’unico per il quale opera il reato di rivelazione di atto istruttorio, senza che neppure sia provato, tanto che il PM aveva chiesto l’archiviazione del procedimento, è Berlusconi. Nei confronti del quale, è inutile negarlo, continua ad essere in atto una vera e propria persecuzione  giudiziaria che rasenta  l’ossessione. Perciò non meraviglierebbe se a qualche solerte PM di qualche sperduta procura italiana venisse in mente di indagare su Berlusconi se dovessismo finire oltre che al gelo anche al freddo. Al ridicolo hanno provveduto i PM. g.