Archivio per la categoria ‘Giustizia’

LA MARCIA DELLA LIBERTA’, di Alessandro Sallusti

Pubblicato il 12 marzo, 2013 in Giustizia, Politica | No Comments »

Era dal 1980 che i moderati non scendevano pacificamente in piazza. Era ottobre e 40mila dirigenti della Fiat sfilarono per le vie di Torino contro i sindacati che avevano paralizzato la fabbrica con scioperi, picchetti e violenze quotidiane.

Chiedevano, i dirigenti, la libertà di lavorare. Ieri erano solo, si fa per dire, in duecento, quanti sono i deputati e senatori del Pdl. Hanno marciato su Palazzo di giustizia di Milano per manifestare contro quella magistratura che ha sferrato un attacco micidiale per togliere dalla scena politica Silvio Berlusconi. Ormai siamo oltre l’accanimento, c’è chiara la volontà di umiliare un imputato, di farlo passare per malato immaginario quando fior di specialisti di fama internazionale giurano sulle precarie condizioni del suo cuore e dei suoi occhi.
Il clima d’odio montato dalle Procure ha raggiunto livelli da barbarie e pericolosamente coinvolto anche gli specialisti che hanno in cura il presidente. Insulti e minacce non stanno risparmiando neppure il professor Zangrillo, primario del San Raffaele e medico privato di Berlusconi, al quale invece andrebbero le scuse della Boccassini per aver messo in dubbio le sue diagnosi, confermate ieri pomeriggio dai periti medici nominati dal tribunale.
Quel far west che era la Fiat di trent’anni fa, e che originò la marcia silenziosa dei giusti, è molto simile al far west di oggi delle Procure: abusi, arbitri, violenze, la legge sterzata a uso e consumo personale da parte di una categoria, quella di pm politicizzati, che per ben 24 volte negli ultimi 18 anni ha dato l’assalto a Berlusconi senza riuscire a ottenere una sola condanna definitiva tanto erano infondate le accuse.
La manifestazione di ieri ha placato per qualche ora la furia delle toghe, nonostante da Napoli sia arrivata la richiesta per un nuovo processo. Ma per andare oltre occorre tenere il problema sul piano politico. Serve un segnale forte di pacificazione che ripristini un senso di giustizia e di garanzia per gli oltre otto milioni di italiani che hanno appena riconfermato fiducia in Silvio Berlusconi e nel Pdl. Oggi il segretario Alfano ne parlerà con il presidente Napolitano, dal quale ci si aspettano parole importanti. Altrimenti la battaglia, oltre che nelle piazze, si sposterà in Parlamento con forme e modi drastici. Perché, come dimostrato ieri, senatori e deputati del Pdl non sono più disposti, finalmente, a sopportare oltre. Nel caso, e per quel poco che conta, avranno tutto il nostro appoggio. Il Giornale, 12 marzo 2013

………………La marcia dei 40 mila dipendenti della Fiat,  lungo le strade di Torino, per lo più operai e quadri, stanchi delle soperchierie dei sindacati rossi fu un segnale ma anche la tromba che suonò la carica della riscossa della gente comune che voleva lavorare  e anche più semplicemente non subire le angherie di prepotenti che si nascondevano dietro il paravento sindacale per nascondere la loro indole e i loro obiettivi. La “marcia” segnò uno spartiacque nella storia italiana, ponendo fine alla stagione delle violenze rosse che avevano insanguinato il Paese. Ora c’è un’altra la violenza, quella che che taluni pm politicizzati perpetrano nelle aule di giustizia, trincerandosi dietro l’autonomia dell’ordine giudiziario  e  talvolta dietro il principio della obbligatorietà dell’azione penale per sferrare attacchi inauditi ai dirigenti e milianti di destra. Autonomia che spesso invece sono gli stessi magistrati a violare e l’obbligatorietà dell’azione penale che vale verso alcuni ma non per tutti. Ciò accade anche perchè l’ordine giudiziario non è sottoposto ad alcun controllo ma ad un organo interno alla giustizia, il che rende spesso problematico ottenere per loro ciò che essi chiedono per i comuni cittadini: rispetto della legge e prima ancora rispetto per il bene più prezioso, cioè la libertà personale. E’ di queste ore la notizia, clamorosa, che le fotografie che avrebbero dovuto inchiodare Ottaviano Del Turco, all’epoca del suo clamoroso e scenografico arresto, presidente dell’Abbruzzo, alle sue responsabilità di percettore di tangenti,  non  mostravano un bel niente benchè il procuratore dell’Aquila assicurò  che la loro visione era la prova decisiva. Oggi in Aula l’avvocato di Del Turco ha mostrato le foto nelle quali non è ritratto  un bel niente per cui la prova regina è svanita nel nulla, mentre restano le accuse di un imprenditore che da subito apparve poco credibile ma le cui accuse, si disse, erano suffragete da prove. Prove oggi svanite mentre resta la gogna mediatica cui fu sottoposto Del Turco, costretto a dimettersi e ridotto in carcere come un malfattore. Nessuno conosce l’esito del processo ma sin d’ora ci chiediamo: quel procuratore che sulla scorta di fotografie inesitenti ordinò l’arresto di Del Turco pagherà per il suo errore? E’ solo questa, o almeno questa,  la riforma che vogliamo della giustizia. Che paghino anche i magistrati che sbagliano, come qualsiasi altro. g.

BARBARI, di Alessandro Sallusti

Pubblicato il 10 marzo, 2013 in Giustizia, Politica | No Comments »

Se dei presunti intellettuali, come è successo ieri dalle colonne di Repubblica, fanno un appello a un comico capo partito, allora vuole dire che il Paese è davvero alla frutta. Vedere questi tromboni di sinistra alla Barbara Spinelli in ginocchio davanti a Grillo è un vero spettacolo: ti preghiamo, ti scongiuriamo, sostieni Bersani, dicono in lacrime. Non hanno coraggio né dignità, sono uno scarto della società che ha solo paura di perdere per sempre. Via Berlusconi, avevano pensato, finalmente tocca a noi. E invece niente, si ritrovano appesi al pollice di Grillo strozzati nella loro boria.

Non meritano ascolto. Sono patetici, pensano di rappresentare un Paese che esiste solo nei loro salotti e nei loro giornali. E nelle Procure che assetate di sangue pensano di poter sparare il colpo alla nuca a Silvio Berlusconi. Quello che è successo ieri a Milano va oltre l’accanimento, siamo alla barbarie, a un Piazzale Loreto due punto zero. Berlusconi è malato in ospedale, fior di primari hanno certificato la sua impossibilità a presenziare all’ennesimo processo. Niente, i periti del tribunale hanno ammesso la malattia ma sostengono che se trasportato in ambulanza, l’ex premier può essere domani in aula. Lo vogliono finire anche fisicamente, da Napoli rimbalza la voce di una possibile richiesta di arresto sul caso dei parlamentari di sinistra passati al centrodestra. Se ci sarà una nuova campagna elettorale, come probabile, Berlusconi dovrà essere o morto o in galera, perché così hanno deciso. E non importa che nella sola ultima legislatura 161 parlamentari abbiano cambiato casacca per motivi più o meno nobili in base a un diritto costituzionale (non esiste il vincolo di mandato).

Non importa che Prodi non cadde per il tradimento di De Gregorio (il parlamentare passato col centrodestra e finito sotto inchiesta) ma per un’inchiesta giudiziaria di tale pm De Magistris, oggi sindaco di Napoli, che coinvolgeva l’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella. Ormai la verità non conta, sono bestie che sentono l’odore del sangue del nemico braccato e ferito e hanno la bava alla bocca. Vogliono esibire il corpo di Berlusconi, ma cercano tutti noi, i nostri ideali e le nostre libertà. Sono dei pazzi, nel senso clinico della parola, vanno fermati. Possiamo farlo solo noi alzando la voce. Non so che cosa deciderà di fare Berlusconi. Il mio consiglio non richiesto è di non consegnarsi, non arrendersi. Se sarà necessario combattere, lo faremo. Per noi, oltre che per lui. Il Giornale, 10 marzo 2013

……La prima Repubblica cadde per mano di un analfabeta, la seconda per mano di un superburocrate, la terza, appena nata,  rischia di cadere per mano di un manipolo di giudici, tutti aspiranti Vysinskij, il famigerato pubblico ministero di Stalin che mandò a morte decine di migliaia di oppositori del feroce  dittatore russo. Ma se tutto ha un limite, a noi sembra che questo limite sia stato raggiunto e ampiamente superato. Il PDL,  se c’è,  anche oltre la preparazione  delle liste dei nominati, questo è il momento di dimostrarlo. g.


GRAZIE GIUDICI…. BERLUSCONI ORA PRENDERA’ PIU’ VOTI

Pubblicato il 9 marzo, 2013 in Giustizia, Politica | No Comments »

La persecuzione giudiziaria contro Silvio Berlusconi non s’arresta dinanzi a nulla. Neanche dinanzi a certificati malesseri agli occhi che secondo medici diversi da quelli ospedalieri dove è ricoverato Berlusconi non impediscono a Berlusconi di parteciapre oggi ,a differenza di ieri, all’udienza in corso per il processo d’appello per i diritti Mediaset per il quale in primo grado Berlusconi è stato condannato a 4 anni e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Non v’è chi non constati il particolare accanimento di certa “giustizia” che fa durare un modesto contenziosi civile anche una quindicina d’anni tra rinvii, scioperi, sospensioni… Ma Berlusconi è diverso. Da vent’anni assistiamo ad una speciale caccia alla volpe dove la volpe è Berlusconi e i suoi cacciatori  agiscono in nome e per conto…. E’ una inciviltà giuridica senza precedenti, come altrettanto incredibile è la pretesa dell’Associazione magistrati che vorrebbe  proibire il libero esercizio della protesta da parte della gente, dei circa 10 milioni di elettori che appena 2 settimane fa hanno tributato consenso e fiducia a Berlusconi dimostrando così di non fregarsene più di tanto di cosa lui faccia sotto le lenzuola di casa sua sotto le  quali invece prurigionosi pubblici ministeri si sono infilati a curiosare. L’accanimenmto è così evidente che di per sè è ragione per cui chi lo ha votato lo continuerà a votare. E a giugno, se si vota a giugno o comunque quando si voterà di nuovo, Berlusconi, non il PDL, ma Berlusconi,  prenderà più voti di quanti non ne ha presi lo scorso 24 febbraio: anche questo è un modo per  esprimere la protesta contro un sistema che fa acqua da tutte le parti e si autoassolve perseguitando in maniera così sfacciata Silvio Berlusconi al quale oggi, più di ieri, esprimiamo la nostra solidarietà. g.

…….Credo che Madame Boccassini  muoia dal desiderio di  sbattere Berlusconi in galera e buttare via la chiave…….ma dopo averlo fatto non rischia di  rimanere senza il suo hobby preferito? non rischia di  rimanere  senza il suo LAVORO preferito?  e poi con chi se la prenderà? quale sarà più la sua ragione di vita? come farà senza fare  la caccia a Berlusconi? dovrà poi essere costretta a ritornare a fare quello che deve fare un magistrato? ma forse quello  è un ruolo che non le si addice più…. signora Boccassini la prego lasci stare altrimenti potrebbe stare male e ammalarsi…….POI LE MANDANO LA VISITA FISCALE!  Francesco.

ASSALTO A BERLUSCONI (E ALL’ITALIA), di Alessandro Sallusti

Pubblicato il 27 febbraio, 2013 in Giustizia, Politica | No Comments »

Attenzione, i nemici non sono Bersani o Grillo, che ad abbattere Berlusconi ci hanno provato senza successo.

Ancora una volta il pericolo arriva dalla magistratura che, come dimostra il patetico caso Ingroia, era ed è politicizzata. E da ieri pure furente per la sonora bocciatura subita nelle urne da Rivoluzione civile, il partito dei pm manettari e dei giornalisti complici. Direte: ci risiamo con la menata della giustizia. Già, ci risiamo. E attenzione a non sottovalutare il problema. Perché il tribunale di Milano ha stilato un calendario di udienze e sentenze che riguardano Silvio Berlusconi che non ha precedenti nella storia. Eccolo: venerdì requisitoria del processo di appello per i diritti Mediaset, che andrà a sentenza il 23 marzo (presunta tangente pagata da Berlusconi a se stesso). Il 7 marzo sentenza per il processo Unipol (la pubblicazione dell’ormai famosa intercettazione: «Abbiamo una banca» pronunciata da Fassino). L’8 marzo, festa della donna (guarda caso), requisitoria della Boccassini per il processo Ruby, che andrà a sentenza il 18 o al più tardi il 25 dello stesso mese.
Una concentrazione tale di appuntamenti è incompatibile, oltre che con il buon senso, con i diritti della difesa e dell’imputato, che peraltro negli stessi giorni sarà impegnato a decidere se, come e con chi governare il Paese su mandato di una decina di milioni di italiani che, pur sapendo tutto, ma proprio tutto dei suoi presunti guai giudiziari, ha deciso di confermargli per l’ennesima volta un’ampia fiducia.
Questa ultima porcata ha un obiettivo chiaro: indebolire e delegittimare il leader del centrodestra agli occhi degli italiani e del mondo nei giorni della trattativa più delicata per la sinistra che, dopo aver perso la faccia nell’urna, ora rischia anche tutto il resto in Parlamento. Insomma, ci risiamo. Più il Pdl tiene, più il suo leader deve essere abbattuto per altre vie, nella fattispecie quella giudiziaria.
Calcolare i tempi dei processi in base alle esigenze politiche della sinistra è da criminali, oltre che incivile. Basterebbe congelare le prescrizioni e rinviare lo show a dopo il chiarimento politico. Questione di poche settimane per fatti (sulla cui fondatezza vi rimando all’articolo di Luca Fazzo) datati anni e anni fa. Non sarebbe la fine del mondo. Ma Ingroia insegna. Il loro mondo non è il nostro, è fatto di odi, partigianerie e impunità. Almeno che Napolitano ci metta una pezza e richiami tutti all’onestà che dovrebbe avere chiunque abbia deciso di servire lo Stato. Il Giornale, 27 febbraio 2013

PANORAMA PUBBLICA LA FOTO DI VENDOLA CON IL GIUDICE CHE L’HA GIUDICATO E ASSOLTO

Pubblicato il 21 febbraio, 2013 in Giustizia, Politica | No Comments »

    La foto con il giudice: Vendola perde le staffe, minacca querele e non risponde

    La foto che ritrae Vendola a pranzo con il giudice Susanna De Felice che lo ha assolto lo scorso Ottobre

    di Maurizio Tortorella

    “Panorama risponderà in tribunale e sarà una delle ragioni per cui avrò una vecchiaia ricca e serena: non vorrei portare anche lei in tribunale, ci interrompiamo qui su questa questione, punto”.

    Con queste parole, (leggi qui ) e non senza un filo di nervosismo, ha risposto Nichi Vendola al giornalista del Fatto Quotidiano Manolo Lanaro, che oggi pomeriggio gli chiedeva una replica alla pubblicazione, su Panorama.it, della foto che ritrae il presidente della Regione Puglia allo stesso tavolo conviviale del giudice barese Susanna De Felice, che nello scorso ottobre lo ha assolto dall’accusa di abuso d’ufficio.

    Erano tante le possibili risposte a disposizione di Vendola. Per esempio, avrebbe potuto dichiarare: La foto è falsa, io non c’ero. Oppure: La foto è vera, ma io ero seduto lì per caso e mi annoiavo. O anche: Io ero stato invitato per caso alla festa da mia cugina e non conoscevo nessuno dei presenti…

    Il leader di Sinistra, ecologia e libertà ha invece scelto di non rispondere. Proprio lui, che soltanto ieri si era tolto il cappello («Chepeau!») davanti alla decisione di Oscar Giannino di rispondere con la coraggiosa trasparenza delle dimissioni alle accuse di falso piovutegli addosso per la vicenda delle lauree e del master vantati nei suoi curriculum, ma mai conseguiti.da PANORAMA.IT

    ………………Attendiamo con ansia di leggere il seguito di questa storia che si è già tinta di giallo. Perchè il numero in edicola di Panorama parla della foto ma dichiara di non possederla perchè chi ne è in possesso ha negato di di volerla cedere al settimanale della Mondadori. Pochce ore dopo, invece, la foto è pubblicata da Panorama.it e ovviamente ripresa dalla stampa di ogni tendenza. Vendola annuncia querele ma, secondo Panorama,  non nega la esistenza della foto,  e, sopratutto, di essere stato a tavola insieme al giudice che lo ha giudicato e assolto. Nessuno può dire   se  anche un altro giudice lo avrebbe assolto, ma se è  vero che il giudice De Felice si era attovogliata, sia pure in tempi precedenti, con il suo imputato, bene avrebbe fatto ad astenersi. Sarebbe stata la cosa più corretta. g.

    DAL MONTE DEI PASCHI ALLA FINMECCANICA: LATITANTI SONO LE REGOLE, di Sergio Rizzo

    Pubblicato il 14 febbraio, 2013 in Economia, Giustizia, Politica | No Comments »

    Dopo l’arresto di Giuseppe Orsi la sospensione dei pagamenti alla Finmeccanica da parte dell’India era scontata. Non finirà lì, temiamo. Si parla di un’azienda pubblica nel cui capitale sono presenti molti investitori privati, che opera in un settore strategico e ha una fortissima proiezione internazionale, con rapporti anche governativi. È impossibile prevedere quali ripercussioni avrà questa vicenda in quei contesti. Ma nell’opera di ricostruzione dell’immagine aziendale i nuovi vertici dovranno impegnarsi a fondo. La Finmeccanica ha 70 mila dipendenti, rappresenta il cuore tecnologico dell’industria italiana ed è espressione di quel poco che ancora ci resta della grande impresa manifatturiera.

    Le implicazioni rischiano dunque di rivelarsi ben più pesanti di una giornata di passione in Borsa. Anche perché, in concomitanza di una campagna elettorale che getta un’ombra di incertezza sulla stabilità di qualunque futuro governo inquietando i mercati, quella della Finmeccanica non è l’unica ferita a grondare sangue. Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, altra grande impresa pubblica il cui ruolo viene spesso paragonato a quello di un vero e proprio ministero degli Esteri «parallelo», è indagato per una faccenda di presunte tangenti algerine. Mentre l’ex presidente della terza banca italiana, il Monte dei Paschi di Siena, è sotto inchiesta per aver nascosto agli organi di vigilanza alcune operazioni che hanno causato gravi perdite: con l’aggravante, per Giuseppe Mussari, di essere stato per tre anni il capo dei banchieri italiani, incaricato di trattare in nome e per conto di tutti loro gli accordi di Basilea. Lo scandalo senese, poco ma sicuro, non migliorerà i rapporti internazionali delle nostre banche.

    In questa tempesta perfetta non mancano pesanti responsabilità. Così premurosa quando si tratta di spartire poltrone nelle aziende pubbliche e in certe banche, la nostra politica non mostra mai identica reattività quando sarebbe necessario. Nel caso del Monte dei Paschi, ha tollerato il permanere di un rapporto perverso fra banca e partiti locali. Per non parlare della colpevole inerzia del governo di fronte al dilagare del tumore dei derivati. Nel caso della Finmeccanica, invece, ha chiaramente sottovalutato il rischio. Si poteva intervenire prima? Probabilmente si doveva. Difficilmente, in Paesi come la Germania o il Regno Unito, l’azionista pubblico sarebbe rimasto completamente indifferente davanti a un’accusa di corruzione internazionale formulata dalla magistratura già molti mesi fa. Non fosse altro, per tutelare entrambi: l’azienda e l’accusato. In Italia, invece, no.

    Anziché intervenire per tempo, qui si preferisce fare esercizi di dietrologia. Sempre dopo. C’è chi si chiede se lo scandalo del Monte non sia scoppiato ad arte proprio ora per mettere in difficoltà il Pd, e chi sospetta che l’arresto di Orsi nasconda un siluro alla Lega Nord, partito certo non ostile a quel manager, il cui leader Roberto Maroni punta a governare la Lombardia. Altri non escludono che pure l’inchiesta sull’Eni faccia parte di un’offensiva dei magistrati in piena campagna elettorale… L’unico fatto sicuro è che quando in certi casi la politica non agisce tempestivamente lo spazio vuoto viene occupato dalla magistratura. Lo sappiamo da almeno vent’anni. Peccato che la lezione non sia servita a niente. Sergio Rizzo, Il Corriere della Sera, 14 febbraio 2013

    L’ITALIA DELLE TRUFFE, 300 MILIONI NEL 2012 DAI PONTI SCIVOLOSI ALLE MERENDINE

    Pubblicato il 10 febbraio, 2013 in Costume, Giustizia, Politica | No Comments »

    Ponte della Costituzione a Venezia, progettato dall'architetto spagnolo Santiago CalatravaDal ponte di Venezia ’scivoloso’ al maestro marchigiano che mette in tasca alimenti destinati agli alunni, passando per casi malasanità, corruzione, frode. E’ l’Italia degli sprechi e delle frodi fotografata in un dossier messo a punto dalla procura generale della Corte dei Conti che ha messo insieme le iniziative più rilevanti dei procuratori regionali. Casi che nel 2012 hanno comportato un pregiudizio economico che “in base ad un calcolo necessariamente provvisorio si valuta in oltre 293,632 milioni di euro”.

    La Corte dei Conti ha scandagliato l’attività condotta lo scorso anno da tutte le procure regionali e ha messo insieme “le fattispecie di particolare interesse, anche sociale, rilevanti per il singolo contenuto e per il pregiudizio economico spesso ingente”. Dal parcheggio messo sotto sequestro a Genova perché insisteva in un sito sottoposto a vincolo storico-paessaggistico al giro di mazzette nelle camere mortuarie dei nosocomi di Milano, dalle consulenze “inutili” (così le definisce la stessa magistratura contabile) della provincia di Napoli o della “erronea” utilizzazione del tariffario da parte delle Asl calabresi per le prestazioni specialistiche e di laboratorio, la casistica delle truffe e dei danni allo Stato è ampia. Nei faldoni finiti nel mirino dei magistrati contabili anche consulenze non lecite, “imprudenza nella stipulazione di contratti di finanza derivata”, omessa riscossione delle imposte. Fonte ANSA, 10 fe3bbraio 2013

    DA OGGI SIAMO PIU’ POVERI

    Pubblicato il 2 gennaio, 2013 in Giustizia, Politica | No Comments »

    A Monti ormai è cresciuto un naso lungo come a Pinocchio per le troppe bugie fiscali. Il premier infatti scrive, nel documento del governo Analisi di un anno, che il suo obiettivo è ridurre di un punto la pressione fiscale, iniziando con le aliquote delle fasce più deboli. Sarebbe un vero toccasana, ma la realtà è tutt’altra: Monti ha già preparato per il 2013 una sventagliata di aumenti. A cominciare dal decreto Salva Italia, con cui ha varato un macchinoso aumento della tassa sui rifiuti, per famiglie e imprese, la cui pressione dovrebbe passare da circa lo 0,4% del Pil nel 2012 allo 0,6 nel 2013. Il tributo doveva aumentare al massimo di 0,40 euro il metro quadrato ma, non essendo possibile calcolare le superfici esatte, i comuni faranno aumenti a forfait, giocando su presunzioni. A questo si aggiungerà l’aumento dell’Irpef sui fitti degli immobili la cui base imponibile lievita del 10%, mediante la riduzione del 10% della detrazione per spese. Chi ha una aliquota del 45% verrà così a pagare il 50%. Questa norma, inventata per finanziare una parte degli esodati di cui il ministro Fornero si era dimenticata, scatta con la dichiarazione dei redditi del 2013. Il trucco sta nel nascondere l’aggravio nell’imponibile, invece che farlo comparire nell’aliquota.

    Poi, con la scusa di adempiere ai doveri europeisti, di marca tedesca, Monti ha stabilito che l’Italia combatterà la speculazione con una tassa sulla vendita di titoli, che, guarda caso, colpirà anche coloro che li vendono e comprano in contanti. Questa mina fiscale sarà fatta brillare in marzo e sarà più gravosa per chi non compra e vende in borsa, cioè non fa lo speculatore. Un’altra bugia. C’è inoltre l’invenzione di far pagare ai contribuenti tutta l’Imu ai comuni. Sembrerebbe un trasferimento in nome del federalismo fiscale, ma in verità è una trappola per indurre i sindaci ad accrescerla, applicando l’aliquota massima. Non è finita qui. Da luglio scatterà anche la maggiorazione dell’Iva al 22%.
    Così Monti racconta che ridurrà le imposte, ma nei suoi scritti prevede un aumento di pressione fiscale dal 44,7% al 45,3. Bugia doppia, perché temo che s’arriverà al 46. Francesco Forte, Il Giornale, 2 gennaio 2013

    IL MINISTRO GRILLI SOTTO L’OCCHIO DI DAGOSPIA

    Pubblicato il 20 dicembre, 2012 in Costume, Giustizia, Politica | No Comments »

    1. IL PALADINO DEL FISCO, VOLUTO FORTEMENTE DA MONTI PER ARGINARE L’EVASIONE FISCALE. COLUI CHE ORDINÒ TANTI BLITZ CONTRO I FURBETTI, COMPRESO QUELLO, IL PIÙ FAMOSO, A CORTINA D’AMPEZZO, L’ANNO SCORSO. QUELLO CHE GLI EVASORI È ANDATO A STANARLI FIN SOPRA I LORO YACHT. EBBENE, ECCO CHE “BLOOMBERG” LANCIA LA BOMBA CHE RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA VITTORIO GRILLI – 2. IL SITO ECONOMICO LO ACCUSA DI AVER PAGATO NEL 2004 UN MILIONE E 65 MILA EURO LA SUA CASA DI ROMA DA 14 CAMERE, IN UN QUARTIERE DI LUSSO COME I PARIOLI, A UN PREZZO INFERIORE AI VALORI DI MERCATO (SECONDO GLI STANDARD DI TECNOCASA, IL VALORE ERA ALMENO DI 2 MILIONI DI EURO) E CON UN MUTUO SUPERIORE AL PREZZO D’ACQUISTO! – 3. GLI ARCHIVI GOVERNATIVI DIMOSTRANO CHE GRILLI HA OTTENUTO UN MUTUO DI 1,5 MILIONI €URO, IL 41% IN PIÙ DEL PREZZO D’ACQUISTO REGISTRATO. UNO DEI MODI PIÙ CLASSICI PER EVADERE LE TASSE O ELUDERE I CONTROLLI SUL RICICLAGGIO DI DENARO – 3. GRILLI SI DISCOLPA E INTORNO A LUI TUTTI TACCIONO: SOLO ‘’REPUBBLICA’’ A PAGINA 14! -

    VITTORIO GRILLI jpegVITTORIO GRILLI jpegQuoque tu, Grilli. Tu, il paladino del fisco, voluto fortemente da Mario Monti per arginare il fenomeno dell’evasione fiscale con mano ferma. Colui che ordinò tanti blitz contro i furbetti, compreso quello, il più famoso, a Cortina d’Ampezzo, l’anno scorso. Quello che gli evasori è andato a stanarli fin sopra i loro yacht, e che a Monaco di Baviera, lo scorso 7 novembre, ha annunciato la sua marcia trionfale dicendo di avere i mezzi a disposizione per recuperare quanto dovuto all’erario. Ebbene, ecco che “Bloomberg” lancia la bomba che rischia di far saltare uno dei capisaldi di questo ormai morente governo tecnico.

    Vittorio Grilli con la compagnaVittorio Grilli con la compagna Il sito economico accusa il ministro delle finanze Vittorio Grilli di aver acquistato la sua casa di Roma da 14 camere a un prezzo inferiore ai valori di mercato del suo quartiere e con un mutuo superiore al prezzo d’acquisto. Secondo i registri dell’operazione, risalente al 2004, il ministro avrebbe pagato un milione e 65 mila euro un appartamento al piano terra con giardino nel quartiere Parioli.

    MARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpegMARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpegE non solo. Gli archivi governativi dimostrano che ha ottenuto un mutuo di 1,5 milioni di euro, il 41 per cento in più del prezzo d’acquisto registrato. Uno dei modi più classici, insomma, per evadere le tasse o eludere i controlli sul riciclaggio di denaro.

    Lui, Grilli, ha mandato in fretta e furia un comunicato per smentire tutto: “Nella migliore delle ipotesi potrebbe essere considerato un pettegolezzo infondato. È poco professionale e sbagliato criticare le disposizioni finanziarie per l’acquisto di un immobile senza sapere nulla degli altri aspetti del rapporto fra banca e cliente che sottende tutte le transazioni commerciali relative a prestiti e garanzie”, ha scritto Grilli in un’email infuocata. “Sia questa che qualsiasi altra operazione in cui io sia mai stato coinvolto è perfettamente legale. Non sono mai stato coinvolto in operazioni di riciclaggio di qualsiasi tipo”. Il ministro dice anche di essere preoccupato perché questa storia potrebbe influenzare le pratiche di divorzio dalla moglie (che attualmente vive a New York).

    lisa e vittorio grilli wwGetContent asp jpeglisa e vittorio grilli wwGetContent asp jpeg VITTORIO GRILLIVITTORIO GRILLI A quanto dichiarato dallo stesso Grilli sul sito del Tesoro, l’appartamento ai Parioli misura 310 metri quadrati. I soffitti sono alti 3.46 metri. Le 14 camere dispongono di una cucina e quattro bagni. Secondo gli standard del 2004, una proprietà del genere in un quartiere di lusso come i Parioli, veniva venduta mediamente intorno ai 7.340 per metro quadrato. Se Grilli ha pagato l’intero immobile 1,065 milioni di euro, vuol dire che ha speso circa 3.435 € al metro quadro. Cioè meno della metà.

    VITTORIO GRILLIVITTORIO GRILLI Proprio questo conferma Raffaele De Paola, che si occupa del quartiere Parioli per l’agenzia immobiliare Tecnocasa. Sentito da “Bloomberg”, De Paola ha detto che, anche se l’appartamento “aveva bisogno di una ristrutturazione completa” (come afferma Grilli), “il prezzo è comunque basso. Il valore era almeno di 2 milioni di euro”.

    VITTORIO GRILLIVITTORIO GRILLI Il venditore della casa, riporta “Bloomberg”, è Massimo Tosato, vice presidente della fund manager Schroders Plc (SDR) di Londra e membro del board of overseers della Columbia Business School a New York.

    L’appartamento è uno dei pochi beni Grilli dichiarati nella sua informativa finanziaria pubblicata sul sito web del Tesoro. Egli ha riferito di avere una polizza di assicurazione sulla vita e di non possedere azioni o fondi comuni di investimento. Le sue altre attività comprendono anche tre automobili: una Rover del 2009, una Jaguar del 1994 e una Volkswagen del 1975, oltre a una barca di 9,6 metri.

    VITTORIO GRILLIVITTORIO GRILLI Poi c’è la questione del mutuo. Il Monte dei Paschi di Siena, la banca che inizialmente ha erogato il prestito, afferma di non erogare mai fondi che superino il prezzo d’acquisto di un immobile. Nel 2004, la percentuale massima di un mutuo concesso da Mps si attestava al 95 per cento. Dal 2010 in poi, invece, il prestito è stato erogato da Intesa Sanpaolo.

    VITTORIO GRILLI E COMPAGNAVITTORIO GRILLI E COMPAGNA Secondo i regolamenti bancari italiani, il limite massimo per un mutuo è l’80 per cento del valore della casa, limite che, in casi straordinari, può essere esteso al 100 per cento. Ma delle restrizioni legali fanno sì che non si possa concedere più del 100 per cento del mutuo.

    Grilli si discolpa e intorno alui tutti tacciono. da DAPOSPIA, 20 dicembre 2012

    ..…………….Sin qui le rivelazioni di Dagospia. In attesa di saperne di più, magaqri da solerti PM che letta la  soprariportata nota, si mettono a scandagliare per trovare la verità, ci domandiamo quanticasi analoghi si trovano in giro. A sopese dei contribuenti italiani, magari quelli da 400 euro al mese. A proposito, il signor Monti,m che ha scelto Grilli come viceministro prima e ministro poi dell’Economia, dall’alto della sua ben incompetenza as gtrattare glia ffari economici di un Paese come l’Italia, salvo che aumentare le tasse, a Melfi, assai piccato dele critiche che gli piovono adosso, proprio come i dittatori del sudamerica o dell’Africa profvonda, se la prende con chi intrende porre fine alla massacrante azione  tassatoria del suo esecutivo, nel quale c’è anche Grilli. Che faccia tosta! g.

    MAGISTRATI IN POLITICA, MANI SPORCHE SULLE ELEZIONI, di Alessandro Sallusti

    Pubblicato il 18 dicembre, 2012 in Giustizia, Politica | No Comments »

    Che pena, che tristezza. Il magistrato simbolo della lotta al berlusconismo, una persona triste e arrogante al tempo stesso, si mette in politica e si candida alle imminenti elezioni politiche contro Berlusconi.

    Si chiama Ingroia, è il grande accusatore, insieme alla Boccassini, di Silvio Berlusconi, è il padrone di Travaglio, Santoro e di quella schiera di giornalisti e buffoni che hanno cercato di spacciare per giustizia una persecuzione giudiziaria.

    Come fanno i piccoli uomini, Ingroia non ha neppure il coraggio di dimettersi dalla magistratura. Si mette in aspettativa, pagata da noi, perché nell’urna non si sa mai. Male che gli vada, grazie a un Csm complice e alla mancata riforma della giustizia, potrà tornare a fare le sue farneticanti inchieste su mafia e Forza Italia.

    Altro che magistratura Mani Pulite. Qui siamo alle Mani Sporche. Sporche di intrighi, di ingiustizie, di campagne giornalistiche basate su teoremi. E guarda caso la compagnia di giro è sempre la stessa. Con Ingroia c’è Di Pietro, quello che ha tolto il nome dal simbolo del partito ma avrebbe fatto meglio, come ha detto qualcuno, a toglierlo dai citofoni delle case comprate non si sa bene come. C’è quel De Magistris, sindaco di Napoli, che da magistrato fece cadere un governo, quello di Prodi, con una inchiesta farlocca e si sostituì ai suoi indagati facendosi eleggere parlamentare europeo. E c’è tutto il blocco comunista al gran completo, gente espulsa dalla storia che tenta di rientrare in Parlamento all’ombra di pm manettari.

    Con la candidatura di Ingroia c’è la prova definitiva che ci hanno imbrogliato. Altro che inchieste su mafia e politica. Falcone e Borsellino si stanno rivoltando nella tomba nel vedere come la loro magistratura sia diventata uno strumento politico, per di più alleata con quel Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che fu proprio l’uomo che per primo delegittimò all’epoca il loro lavoro con le tragiche conseguenze che conosciamo.
    Non è un tormentone autoassolutorio di Berlusconi. La magistratura è un problema enorme di questo Paese. Più dello spread, più dell’insipienza della classe politica. Io, nel mio piccolo, ne so qualcosa. Alessandro Sallusti, 18 dicembre 2012

    .…………….In attesa di conoscere che farà il salvatore della patria, ovvero Monti Mario, godiamoci la discesa in campo di Ingroia che  in due o tre settimane ha trasvolato l’Oceano non si sa quante volte. Chissà chi ha pagato! g.