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COMPOSTAGGIO: IMBARAZZATO (E OPPORTUNO) DIETROFRONT

Pubblicato il 18 novembre, 2011 in Notizie locali | No Comments »

Sulla ipotesi di un impianto di compostaggio nelle immediate periferie di Toritto segnalata dal PDL con un comunicato è intervenuto il PD con un suo comunicato nel quale ha negato negava quanto emergeva da un verbale dell’ATO che secondo il PD sarebbe stato trascritto male. Replica ora il PDL con il comunicato che riportiamo.

IMBARAZZATO (e opportuno !) DIETROFRONT

(dietro l’alibi  di un verbale presunto “scorretto”  sull’impianto di compostaggio)

In fondo a questo comunicato riproduciamo  il  verbale dell’assemblea dell’ATOBA4  del 23 maggio 2011 nel quale si legge che il sindaco Geronimo “propone possibili localizzazioni alternative ….ipotizzando anche una eventuale disponibilità di una area nella Z.I. del Comune di Toritto”.

Parole chiare ed inequivocabili,  scritte non in russo antico,  ma in italiano corrente e corretto, che non lasciano spazi a dubbi di sorta: Geronimo candida la zona industriale di Toritto quale possibile sito per l’impianto di compostaggio dell’ATOBA4.

Ora la ”santa alleanza” che governa il nostro Comune,  in un comunicato diffuso dopo il nostro documento-segnalazione, sostiene che la disponibilità  manifestata da Geronimo ad ospitare l’impianto nell’area industriale di Toritto  è stata verbalizzata male e che non è vero niente: ne prendiamo atto, respingendo  però ai mittenti l’accusa di falso, visto che le parole di Geronimo, sono, tutti possono ampiamente constatarlo, assolutamente chiare, e, ripetiamo, inequivocabili.

E se, come si sostiene, con malcelato imbarazzo, sono state “verbalizzate scorrettamente” avrebbe dovuto essere cura di Geronimo, che riceve copia dei verbali,  chiedere la immediata rettifica ove davvero le sue parole fossero state mal riportate.

Alla luce di questo sostanziale dietrofront, possiamo ritenere conclusa  qui la nostra  “missione” che era quella di togliere il “tappo” ad una notizia che comunque circolava nel paese, creando panico e preoccupazione, cogliendo l’obiettivo di costringere,  chi ne ha il dovere,  a smentire e ad addossarsi la responsabilità  di non fare scelte scellerate.

Riguardo, poi, alla possibilità di allocare l’impianto presso la cosiddetta astronave, la avevamo fermamente stigmatizzata con una interrogazione presentata al Comune, a mezzo posta certificata, in data 16 giugno 2011,  dal nostro gruppo consiliare, per cui risulta anche falsa l’accusa di non essercene  occupati e preoccupati.

A proposito, poi, di alcune opere pubbliche, richiamate, come il classico cavolo a merenda, nel suddetto  comunicato, la caserma dei carabinieri, la centrale telefonica, l’ufficio postale, che  sarebbero state realizzate dall’ex sindaco Gagliardi (20 anni fa!) nella cosiddetta Lama Ovest che taglia il territorio comunale  con  presunto grave pericolo per i cittadini,  è appena il caso di alcune precisazioni.

LA PRIMA. Al momento della loro progettazione e costruzione,  della cosiddetta Lama Ovest non v’era traccia neppure sulle “carte” e così è stato sino a quando  la sua esistenza  non è stata certificata nel 2004 dal PAI ( Piano di assetto idrogeologico), e ovviamente non si poteva avere consapevolezza di una sua presunta pericolosità.  E  tanto ciò è vero, che il sindaco Geronimo, ancora con lettera del dicembre 2006, chiese all’Autorità di Bacino di “esprimere un parere sulla potenziale pericolosità della Lama” (Ovest).

LA SECONDA. Se quelle opere pubbliche, fatte “male”, ma fatte!, possono ( e non è vero!) determinare quel po’di danni che col senno di poi si denunciano,  ben potevano, “e dovevano!”, gli unti del Signore, nei circa 15 anni da che comandano loro, provvedere alla loro messa in sicurezza,  o, in alternativa,  alla loro demolizione, per cui, per esempio:

  1. Demolendo la Caserma dei Carabinieri, realizzata a totale carico  del Ministero degli Interni, previo concessione da parte del Comune del terreno al prezzo simbolico di una lira,  avrebbero rimandato i carabinieri nei fatiscenti locali di Palazzo Stella, il quale a sua volta non avrebbe potuto essere destinato al mai realizzato progetto dei Bollenti Spiriti:
  2. Demolendo l’Ufficio Postale, costruito a totale carico dell’Italpost, organismo preposto dal Ministero delle Poste alla costruzione degli uffici postali,  avrebbero rimandato gli impiegati e  soprattutto i cittadini- utenti delle Poste negli angusti ed inospitali locali del piano terra comunale;
  3. Demolendo la Centrale telefonica), realizzata dalla SIP con un investimento a fondo perduto di 5 miliardi di lire dell’epoca,  su terreno ceduto dal Comune per 99 anni al prezzo simbolico di una lira,  avrebbero privato i cittadini di questo Comune dell’utilizzazione dei servizi che la moderna centrale telefonica numerica, rispetto all’allora esistente e  obsoleta  centrale analogica (c’è qualcuno nella “santa alleanza” che capisca la differenza?) ha messo a disposizione degli utenti.

Quanto al ponte radio, installato dalla SIP per assicurare la ricezione della telefonia mobile di cui tutti facciamo uso, è appena il caso di ricordare che i controlli dell’ARPA di tre anni fa, hanno certificato l’assoluta sicurezza dell’impianto rispetto alla salute dei cittadini che non potrebbe in alcun modo essere barattata nè con  24 mila euro (i soldi pagati da VODAFONE per installare i suoi ripetitori) nè con qualsiasi cifra si dichiarasse disponibile a pagare la TELECOM oggi per mantenere il ponte radio ove questo risultasse pericoloso.

Ponte radio ( e centrale telefonica ) che rimangono lì dove sono,   visto che in primo grado, nella causa promossa dal Comune contro la Telecom per chiedere il pagamento di  un canone in alternativa alla loro rimozione, la richiesta del Comune è stata rigettata dal giudice (che fortunatamente per le esangui casse comunali  ha compensato le spese)   con sentenza n. 24/2011 e argomentazioni  che rilevando la natura di “servizio pubblico” della centrale telefonica, da sole sburgiardano i calunniatori di professione a proposito di presunti “regali”.

Naturalmente alla sentenza del Tribunale di Modugno è stato proposto appello dal Comune di Toritto, con grande gioia dell’avvocato incaricato che incasserà una sostanziosa parcella a spese dei contribuenti torittesi e per questo,  grato,  ringrazia!

Toritto, novembre 2011                                                                            IL PDL DI TORITTO

P.S. Il verbale di cui si fa cenno nel comunicato è visionabile sul sito www.torittonline.it

SARA’ VERO? IL SINDACO GERONIMO RISPONDA E CHIARISCA

Pubblicato il 8 novembre, 2011 in Notizie locali | No Comments »

Il PDL di Toritto ha diffuso ieri un documento nel quale ipotizza che il sindaco Geronimo vorrebbe allocare un impianto di compostaggio all’intenro della zona industriale di Toritto, a poche centinai di metri dall’abitato. Nel documento viene ampiamente spiegato in cosa consista, cosa faccia, e quali svantaggi produce l’impianto. Ci pare che tocchi al sindaco Geronimo spiegare, chiarire e nel caso smentire la notizia diffusa dal PDL sulla scorta di atti che vengono richiamati  nel documento. Ecco il testo integrale del documentio del PDL.

Il sindaco Geronimo vuole  installare  un impianto di compostaggio di rifiuti a poche centinaia di metri dal centro abitato: ci farà morire dalla puzza….e non solo!

L’antefatto

Nel territorio dell’ATOBARI4 (Ambito Territoriale Ottimale) di cui fa parte Toritto,   deve essere realizzato un impianto di compostaggio per il trattamento e la trasformazione in terriccio e concime della frazione umida dei rifiuti solidi urbani e degli scarti della produzione agricola e industriale biodegradabile, nonché un sito  per la raccolta e stoccaggio della quota di  frazione secca riveniente dall’umido.

Lo svantaggio principale di questo tipo di impianto è costituito  dalla emissione di odori puzzolenti che rendono impossibile la coesistenza con i centri abitati.

Non a caso la norma regionale (Decreto Commissario Delegato n. 41 del 6.3.2001) stabilisce che detti impianti non possono sorgere a meno di 300 metri da case sparse o isolate, a meno di 2000 metri dal limite degli agglomerati urbani, a meno di 2500 metri da ospedali, luoghi di cura, etc.

Il fatto

Nella riunione del 15 aprile 2011 dell’Assemblea dell’ATOBARI4 fu deliberato, benché assente il rappresentante del Comune interessato, che l’impianto venisse realizzato in località “Torre dei Gendarmi”, in territorio di Grumo Appula, presso la cosiddetta “astronave”, ancor oggi sotto sequestro giudiziario, lungo la statale 96, dopo il bivio di Mellitto.

In quella riunione il Comune di Toritto era rappresentato dall’assessore Caterina  Castoro che insieme al rappresentante del Comune di Santeramo, si astenne.

L’assessore Castoro, che rappresentava il sindaco Geronimo, non motivò le ragioni della sua astensione ma lo fece nel corso di una intervista rilasciata al periodico di Altamura “Il Resto” che la pubblicò il 24 giugno 2011. Nell’intervista, l’assessore Castoro, che è assessore all’Ambiente in seno alla Giunta Geronimo, spiegò che la sua astensione era in realtà un “no”, in quanto, ritenendo evidentemente di parlare a nome dell’intera maggioranza e soprattutto del sindaco Geronimo, dichiarò che “Non siamo affatto favorevoli. Ci rendiamo conto che il suo avvio sarebbe un reale danno sia per Toritto che per Quasano”: l’assessore Castoro, però,  (forse!?) non conosceva, al momento del rilascio dell’intervista, quel che invece aveva già fatto il “suo” sindaco.

Quel che ti combina Geronimo (sindaco)

Infatti, poco più di un mese dopo “l’astensione che equivaleva ad un no” dell’assessore Castoro alla realizzazione dell’impianto di compostaggio a 10 chilometri da Toritto, l’assemblea dell’ATOBARI4 si riunisce nuovamente il 23 maggio 2011 e questa volta alla riunione partecipa per il Comune di Toritto lo stesso sindaco Geronimo, il quale,  dopo aver chiesto e ottenuto la revoca della precedente delibera del 15 aprile 2011, si legge nel verbale dell’assemblea che:

“Propone di valutare possibili localizzazioni alternative ( a quella deliberata) ….ipotizzando anche una eventuale disponibilità di un’area nella Zona Industriale del Comune di Toritto”.

Cosicchè, mentre  l’assessore Castoro, appena un mese prima si era dichiarata contraria ad una localizzazione dell’impianto di compostaggio a 10 chilometri da Toritto, per via dei suoi enormi svantaggi ambientali,  Geronimo,  un mese dopo,  si dichiarò invece disponibile a installare l’impianto all’interno della zona industriale di Toritto, la cosiddetta zona PIP, lungo il dismesso  tracciato della statale 96,  che dista meno di 300 metri da case sparse e da significativi insediamenti industriali di Toritto, molto meno di 2000 metri dal limite dell’agglomerato urbano di Toritto, e molto meno di 2500 metri dall’ex presidio ospedaliero di Toritto nel quale sono allocati ambulatori medici e in prospettiva un centro di terapia riabilitativa,  e quindi in aperto contrasto con le norme regionali.

Primo obiettivo (di Geronimo) raggiunto

Nella seduta dell’assemblea dell’ATOBARI4 successiva, il 20 giugno 2011, con la delibera n. 3, presente per il Comune di Toritto il  vicesindaco, si procede alla revoca della deliberazione n. 1 del 15 aprile 2011 e a dare mandato al presidente del consorzio di chiedere formalmente agli altri comuni facenti parte dell’ATOBARI4 la disponibilità per l’eventuale localizzazione degli impianti di compostaggio e stoccaggio”.

Da allora tutto tace,  ma  entro il 31 dicembre prossimo occorre che l’ATOBARI4 individui il sito ove allocare l’impianto perché a quella data  scade  il termine  per la presentazione della domanda  alla Regione per il finanziamento dei costi di costruzione dell’impianto, perciò è possibile  che il Comune di Toritto avvii da un momento all’altro la procedura per insediare questo indesiderabile oltre che “puzzolente  regalo” di Geronimo,  nel nostro territorio e sotto le nostre case.

Cosa prevede la legge

  1. La normativa vigente prevede che gli impianti di compostaggio siano finanziati  a costo zero per i Comuni che li ospitano dalla Regione tramite i fondi europei e la loro gestione è pubblica. La richiesta, che scade il prossimo 31 dicembre, deve essere accompagnata, oltre che dalla delibera di localizzazione da parte dell’Assemblea dell’ATO, anche  dalla delibera del Consiglio Comunale che accetta la localizzazione.
  2. La dimensione di ciascun impianto è direttamente proporzionale alla quantità della frazione umida da trattare e trasformare.

I dati

  1. 1. In  base ai dati 2010 della raccolta differenziata dei Comuni facenti parte dell’ATOBARI4 (Altamura, Cassano Murge, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge, Poggiorsini, Santeramo in Colle, Spinazzola, Toritto) l’impianto di compostaggio a servizio della stessa ATO,  impegnerà circa 40 mila metri quadri, cioè il 40% dell’intera area industriale del PIP.
  2. Accanto, o all’interno  all’area dell’impianto, bisogna anche reperire altra area per la raccolta e il “provvisorio” stoccaggio dei residui secchi, statisticamente sempre presenti nella frazione umida, pur con la migliore attenzione prestata dai cittadini nel differenziare la frazione organica biodegradabile,  nella misura che può variare tra il 10 e il 25%.
    1. Questa area “provvisoria”,  andrà ulteriormente a sottrarre aree destinate agli  insediamenti  industriali cui è vocata l’area PIP, peraltro con il rischio reale che da “provvisoria” diventi definitiva con la creazione sul territorio, nei pressi del paese, non solo di un maleodorante impianto di compostaggio, ma anche di una vera e propria discarica di rifiuti.
    2. La ricaduta occupazionale è assolutamente esigua: la gestione dell’impianto, infatti, non potrà occupare più di 8/10 persone, quindi una ricaduta occupazionale estremamente riduttiva rispetto alle potenzialità occupazionali sempre auspicate nel PIP.

GLI SVANTAGGI

  1. Il primo, il più grave per la salute e per l’ambiente, è quello, lo evidenziamo ancora, della emissione per ampi raggi, certo al di sopra delle distanze di sicurezza fissate dalla legge,  di odori puzzolenti e insopportabili;
  2. Proliferazione di batteri ed insetti;
  3. Aumento  pericoloso del traffico veicolare con mezzi pesanti  per il  trasporto;
  4. Masse di prodotto (concime) invenduto, in prossimità dell’impianto;
  5. Gas maleodoranti;
  6. Pericolo di esplosioni di impianto quando vengono adottate misure di insufficiente qualità sia nella realizzazione sia nella conduzione dell’impianto stesso, certo remoto, ma possibile;
  7. Emissioni nocive derivanti dalla combustione del biogas (se previsto);
  8. Destinazione di fatto dell’intera area industriale per il puzzolente impianto di compostaggio che provocherà bassissima ricaduta occupazionale perché è inimmaginabile che industrie particolarmente e negativamente sensibili a condizioni di vivibilità ridotte, possano  insediarsi nella parte residua ( al’incirca il 40%) della zona industriale.

Questo ultimo aspetto ci induce a chiederci e a chiedere cosa ne pensino gli amministratori del consorzio per l’area industriale, concessionario dell’intera area, titolati essi solo a concedere l’area per realizzare l’impianto.

In particolare siamo curiosi di sapere cosa ne pensi  il vicepresidente del consorzio, cioè il consigliere comunale Giorgio (lo stesso delle case abusive di via Leonardo da Vinci): è d’accordo con Geronimo (lo stesso che era vicesindaco all’epoca  delle case abusive di via Fleming e via Leonardo da Vinci)?

Visti i precedenti,  non ci meraviglieremmo che i due siano d’accordo, pronti a  sacrificare gli interessi della nostra comunità, dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Toritto, novembre 2011 IL PDL DI TORITTO

TORITTO: FATTI PRIVATI E VIZI PUBBLICI

Pubblicato il 13 settembre, 2011 in Notizie locali | No Comments »

Qualche notte fa, ignoti vandali hanno tagliato una cinquantina di alberi d’ulivo in un terreno di proprietà della famiglia del consigliere comunale Geronimo Filippo, che è anche assessore alla polizia urbana. Non è la prima volta che accade, perché, ci dicono, è accaduto anche nel recente passato. Deplorevole e deprecabile gesto non perché compiuto ai danni del “politico” ma  perchè compiuto. Purtroppo dalle nostre parti accade abbastanza spesso  che  le vendette vengano consumate nottetempo con sfregi che non esitiamo a condannare con forza. E, lo ripetiamo, non perché siano  stati compiuti  contro l’uno o contro l’altro, ma per il semplice fatto che siano  stati compiuti. Sin qui la deplorazione  contro gli ignoti vandali che però non ci esime dal deplorare anche  il tentativo di trascinare a tutti i costi  la questione in politica. Il fatto che il proprietario, o il di lui figlio, delle piante distrutte dalla furia vandalistica  sia un politico,  o,  meglio, uno che fa il consigliere comunale ( perchè la politica è un’altra cosa …. è una cosa seria  ) non è di per sé ragione per ritenere che la origine  del gesto sia necessariamente di natura politica.  Questa tesi, sostenuta dal corrispondente della Gazzetta senza prove di alcun genere, è  quantomeno azzardata, sia perché nessun inquirente, per quanto ci risulta, ha indicato la pista politica, pur senza escluderla, giacchè in questi casi, come è ovvio, nessuna  pista viene esclusa  a priori, sia perché non sono state escluse  piste  di altra natura.  Del resto, rilevato  che   l’attività del consigliere-assessore Geronimo viene svolta all’interno di un organismo  collegiale nel quale lo stesso è parte per nulla determinante, se la tesi “politica” fosse fondata  sarebbe necessario individuare  quale grave e significativo atto amministrativo sia stato assunto di recente  tale da determinare cotanta reazione dell’ autore del gesto vandalico e  individuare il perché la medesima reazione non abbia investito gli altri componenti della giunta comunale. Sempre da  parte del  corrispondente della Gazzetta si è lasciato intendere che  la ragione del gesto criminoso  sarebbe da ricollegarsi all’arruolamento”  di quattro vigili motociclisti di Bari  chiamati a fare servizio di vigilanza sul territorio e come conseguenza delle contravvenzioni che costoro avrebbero elevato nel corso della loro attività. E questo sarebbe il grave e significativo atto amministrativo? Intanto, della suddetta  iniziativa, ancorchè definibile positiva,   hanno menato vanto, se così si può dire, il sindaco e il comandante della polizia municipale, in un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno,  e solo in un secondo articolo,  all’indomani del primo,  si è “elogiato” per l’iniziativa lo stesso Geronimo   Filippo nella sua veste di assessore al “ramo”che comunque opera all’interno dell’organo collegiale, per cui è apparsa a tutti, la storia dei  due articoli,  una “guerra” interna alla maggioranza e alla giunta per attribuirsi i meriti di questa iniziativa  di cui francamente dubitiamo che ci sia da elogiarsi o auto elogiarsi più di tanto. Quindi, a dirla tutta, prima di Geronimo Filippo, la reazione del vandalo, se motivata dalle contravvenzioni,  avrebbe dovuto investire sindaco e comandante dei  vigili urbani. In verità, Geronimo  Filippo  all’interno della Giunta  e della maggioranza è  una mina vagante e potrebbero testimoniarlo i tanti che raccolgono le sue continue intemerate contro sindaco e giunta, compreso qualche consigliere di minoranza sollecitato, anche di recente,  a firmare una richiesta di convocazione straordinaria del consiglio comunale, da lui sponsorizzata alle spalle della maggioranza.  Azioni, le une e l’ altra che non  gli impediscono di continuare  a far parte della Giunta, il cui capo, cioè l’altro Geronimo , conoscendo di che pesce si tratta, poco se ne impipa,  anche perché gli basterebbe poco a ripetere con Geronimo Filippo  quanto già fatto con  l’ex vicesindaco Fasano che ancora piange sul suo defenestramento ( e relativa perdita della cospicua indennità).  Orbene, ci pare che l’assessore alla polizia urbana,  lo diciamo senza averne prova ma sulla scorta di quel che ci dicono del personaggio, capace per esempio  di suscitare generale  ilarità con l’abitudine di “vestire” la divisa di agente penitenziario  in occasione delle manifestazioni istituzionali  che Dio solo sa cosa c’entrino con il suo mestiere di agente penitenziario,  sta tentando di “usare”  l’atto vandalico del quale, deprecabilmente,  è rimasto vittima, per  trarne vantaggio politico. E anche in questo caso finendo per  suscitare altrettanta generale ilarità. Perchè è arduo sostenere che basti qualche  contravvenzione per scatenare una tale sproporzionata reazione …. salvo che non si sia trattato di una contravvenzione a comando, cioè pilotata.  Ma non osiamo neppure immaginare che i vigili urbani motociclisti di Bari si possano  essere prestati  al ruolo di esecutori di azioni meno che commendevoli.   Anche se, come diceva Andreotti, a pensar  male si fa peccato, ma talvolta (solo talvolta!) la si coglie nel vero. g.

A TORITTO COMMISSARIATA LA POLIZIA MUNICIPALE….ARRIVANO I “MERCENARI”

Pubblicato il 7 settembre, 2011 in Notizie locali | No Comments »

Checchè ne dicano sindaco e comandante della polizia municipale,  “intervistati”  per la bisogna dal solito accomodante pennivendolo ( quanti ce ne sono  in circolazione di “manzoniani che tirano quattro paghe per il lesso” per dirla con  Carducci), lo “sbarco” a Toritto di un paio di agenti  motociclizzati della Polizia Municipale di Bari ha sapore di “commissariamento” della locale polizia municipale.  Commissariamento di un settore del Comune preposto alla cura e alla salvaguardia del territorio,  che alza bandiera bianca, si arrende per impotenza dinanzi al nemico (leggasi: violatori delle leggi e dei regolamenti) e chiama in soccorso,  per svolgere il lavoro che dovrebbero svolgere, che avrebbbero dovuto svolgere,  i vigili urbani dipendenti del Comune di Toritto, i vigili urbani di un altro Comune. Non per un lavoro stroardinario in  collaborazione e ad aiuvandum di quelli di Toritto, ma sostituendoli….E’ una dichiarazione di fallimento, altro che euforica soddisfazione espressa da sindaco e da comandante dei vigili urbani. Di quest’ultimo, della sua incompetenza  non è il caso di parlare, parla anche troppo il fatto stesso che per multare gli occupanti abusivi di luoghi e spazi pubblici si sia dovuto attendere  che a farlo fossero i due motociclisti in transferta da Bari come se la violazione si sia  verificata solo ora e non perdurasse  invece da tempo,  o sia stata  scoperta solo ora  e non fosse nota, anzi,  non dovesse essere nota al comandande dei vigili urbani che il suo “ricco” stipendio lo  riceve proprio per far rispettare le leggi e i regolamenti e perchè conosca, prevenga, reprima,  ciò che avviene sul territorio (che, detto per inciso, non  è quello di New York!) su cui esercita autorità e vigilanza,  oppure come se le violazioni al codice della strada da parte di automobilisti e motociclisti indisciplinati e molesti,   per essere sanzionate dovesse aspettarsi che a farlo fossero  i due motociclisti  “esterni” e non potessero, anzi non dovessero farlo per mestiere ( e stipendio) i vigili urbani di Toritto che, comunque, il loro orario di servizio lo svolgono o dovrebbero svolgerlo sulla strada e nel controllo del territorio,   a meno che, come si diceva una volta,  con una battuta che fece la felicità dei loro detrattori “ i vigili urbani sono come i cornetti, se li vuoi trovare devi andare al bar“. Certo gli uomini sono pochi,  ma sei, ci sembra!,  sono di più di due e se due sono stati in grado di mettere in riga il paese (come si  legge tra le riga delle dichiarazioni rese da sindaco e comandante dei vigili urbani) e di fare esplodere di gioia neppure contenuta  sindaco e comandante, figuriamoci sei, se, opportunamente guidati, supportati e indirizzati da guide esperte e sopratutto incalzanti, lavorassero  o avessero lavorato come hanno lavorato i due “venuti dal mare”, che hanno elevato contravvenzioni per violazioni del codice della strada  per 5000 mila euro (che poi sono un centinaio di multe….) e emesso alcuni  verbali contravvenzionali per violazioni ai regolamenti comunali  e alle leggi sul collocamento e sul lavoro nero. Senza dimenticare che il lavoro straordinario se lo si può far fare ai motociclisti di Bari, ben avrebbero potuto e dovuto farlo i vigili di Toritto, peraltro autodotati.  Diciamolo, senza ingingimenti, l’euforia di sindaco e di comandante dei vigili urbani  per questo  vero e proprio arruolameto di “mercenari” (sia detto con garbato rispetto per gli onesti lavoranti comandati da Bari),  chiamati, forse, per fare il lavoro “sporco” da “poteri”- amministrativo e burocratico -  che inneggiano la mattina e anche la sera  alla “legalità” ma così  confessano clamorosamente  di non essere neppure  in grado di usare gli strumenti a loro disposizione  (personale e mezzi) per far rispettare  leggi, regolamenti, viver civile,  è del tutto fuori luogo ed  è solo una maschera che nasconde il fallimento  dell’uno e dell’altro. E il fallimento più clamoroso, prima ancora che della burocrazia, è della politica, cioè del sindaco, di questo sindaco,  che in  13 anni di potere assoluto  è riuscito a sfasciare anche quel poco di buoco che nonostante le non eccelse capacità  del comandante,   la locale  Polizia Municipale era riuscita  a conservare: il rispetto per se stessa. Dopo l’arrivo dei “mercenari” e la loro esaltazione per un lavoro che francamente  era solo di routine e che non dubitiamo che i vigili urbani di Toritto avrebbero ben potuto svolgere,  chi mai nutrirà più rispetto e considerazione per la polizia  locale,  commissariata, derisa e vilipesa? E con quale spirito da ora in poi questa svolgerà le sue funzioni? Prima di euforizzarsi, il sindaco, almeno lui, se ne è capace, ci pensi e, magari, ci ripensi. g.

…………Naturalmente ai finti euforici fanno codazzo gli sciocchi che non vogliono essere da meno, almeno nell’euforia.  Cosicchè il solito pennivendolo è tornato  a lessare la questione informando che il locale assessore alla polizia urbana è stato multato e che è felice di esserlo stato. Contento lui, che si confessa anche felice violatore della legge,  contenti tutti. Ma eviti  di rivendicare  vanto  e di sollecitare  apprezzamenti (almeno presso le persone che sanno far di conto)  per aver  dichiarato fallimento e contribuito a commissariare il settore cui, diciamo così,  è  nominalmente preposto, senza contare più del due di bastoni quando la briscola è a denari. g.

FASANO: “FARO’ IL TERZO POLO”. PER IL MOMENTO HA FATTO IL…POLLO

Pubblicato il 20 giugno, 2011 in Notizie locali | No Comments »

Giamby in eterna seconda fila. Ma ora sogna la prima....

Non si placa l’ira funesta dell’ex vicesindaco Fasano, che annuncia rivincite e ripicche contro quelli che l’hanno defenestrato, dopo averlo usato.  Nell’immediato annuncia battaglie in consiglio comunale e per il futuro si dice pronto a far nascere il “terzo polo”. Intanto,  sinora lui ha fatto la figura del “pollo”,  mentre, per quanto riguarda i “terzi poli”,  ne sono stati annunciati già due o tre e sino al 2014 chissà quanti ne nasceranno, tutti in lizza per ereditare lo sfascio che lascerà Geronimo, facilitati  tra l’altro dalla riduzione da 16 a  12 dei componenti del Consiglio Comunale che, come altrove,  favorirà il lievitare  di gruppi pronti a scendere  in campo per contendersi l’alloro della vittoria e (qualcuno) dell’affarismo.

Ma se la prospettiva politica è assai lontana, è su  quella amministrativa che i perentori “je accuse”  di Fasano  lasciano il tempo che trovano. “Se fossi stato presente, avrei votato contro al Bilancio” ha dichiarato Fasano . Oh, bella! E chi gli ha impedito di essere presente?   Non solo per votare contro, che è numericamente ininfluente,  ma sopratutto per  motivare le ragioni del no,  il che è politicamente  più significativo e, naturalmente, più…impegnativo.  Eppure la discussione del bilancio ha avuto luogo subito dopo il dibattito sulle sue vicende politico-personali, nel corso della stessa seduta consiliare. Perchè  se ne è andato? Sappiamo cosa obietterà: E’ stato chiamato urgentemente da un cliente. E cosa pretende? Di fare politica clienti permettendo? E poi, visto che le convocazioni dei Consigli Comunali avvengono con largo anticipo, avrebbe potuto farsi sostituire da qualche collega, così come fa quando va in vacanza. Insomma la scusa dei clienti non è buona per giustificare le assenze e le reticenze, e,  magari a posteriori, insinuare che altri hanno profittato dell’ assenza per carpirgli  una “delega sulla fiducia”. Come lo stesso Fasano sostiene essergli capitato  a proposito del Piano Regolatore Generale, nel 1985(?),  insinuando che a carpirgli la fiducia in quella occasione sarebbe stato l’ex sindaco Gagliardi.

Fasano è non solo un insinuatore da quattro soldi, ai limiti della diffamazione, ma anche un imbattibile bugiardo.  Fasano era presente al Consiglio Comunale  che votò a marzo del 1990 (e non nel 1985, quando Fasano non era consigliere comunale)) il Piano regolatore generale e anche lui insieme a tutti gli  11 componenti della maggioranza votò la delibera. Fasano non era consapevole di quel che votava dopo che per 5 anni, mediamente una volta la settimana, si era discusso di PRG? E’ un problema suo,  di cui non può far carico ad altri.   Peraltro,  la delibera di adozione del PRG fu bocciata dal Comitato di Controllo sugli atti degli enti locali perchè al voto avevano partecipato alcuni consiglieri “interessati”. E  a seguito dell’annullamento della delibera di adozione, la maggioranza nel frattempo eletta a giugno del 1990,  decise alla unanimità, compreso quindi Fasano,  di chiedere alla Regione il commissariamento  del PRG, il che avvenne a febbraio del 1991 e da allora  tutta la problematica e l’iter approvativo del Prg furono sottratti alla competenza degli organi comunali e trasferiti al commissario regionale che, come sanno anche i sassi, riformulò la preliminare delibera di intenti e sulla scorta della delibera riformulata  fece rielaborare dal progettista ing. De Mattia il PRG  che risultò, al momento della nuova adozione, 1994, da parte dello stesso commissario ad acta,  notevolmente modificato rispetto a quello adottato dal Consiglio Comunale nel 1990.

E’ evidente quindi che ciò che dice Fasano  circa la“delega sulla fiducia” è una colossale sciocchezza che  può  spiegarsi unicamente o con la  scarsa conoscenza dei fatti amministrativi da parte di Fasano a ulteriore riprova della sua scarsa attenzione alle problematiche della nostra cittadina o per  l’acrimonia che costui nutre nei confronti dell’ex sindaco Gagliardi,  che però non può sconfinare in insinuazioni che ledono la verità dei fatti .

Se, poi,  Fasano Giambattista ha da denunciare  nei confronti dell’ex sindaco Gagliardi,  cose, fatti e/o  comportamenti meno che limpidi sulla sua  attività amministrativa, sul PRG come su  qualsiasi altra cosa,  lo faccia  esplicitamente e se ne assuma la responsabilità nelle sedi competenti, comprese quelle civili e penali.  Se non lo farà, si sarà  confermato solo vaniloquente insinuatore! g.

IL CINGHIALE E IL CACCIATORE, OVVERO….

Pubblicato il 9 maggio, 2011 in Gossip, Notizie locali | No Comments »

Cacciatore: perchè ce l’hai con me?

Cinghiale:  perchè tu ce l’hai con noi…

QUELLA VOLTA CHE AL PAPA FU RACCONTATA UNA INNOCENTE BUGIA….

Pubblicato il 3 maggio, 2011 in Costume, Notizie locali | No Comments »

E' il 14 marzo 1990: un gruppo di alunni della scuola media di Toritto, accompagnati dal sindaco Gagliardi, partecipano alla udienza generale di Papa Giovanni Paolo II nella Sala Nervi.... e al Papa viene raccontata una innocente bugia

Non si trattò proprio di una bugia, piuttosto di una innocente  imprecisazione. Ad accompagnare i ragazzi, gli insegnanti e il sindaco Gagliardi, alla udienza generale – era un mercoledì -  c’era un sacerdote di Grumo Appula con  radici torittesi, don Antonio Ugenti, che a quel tempo lavorava in Vaticano. Don Ugenti,  che ricordiamo sempre con simpatia e affetto, riuscì a far sistemare i ragazzi lungo il corridoio che il Papa avrebbe percorso due volte, all’arrivo e al ritorno dalla Sala delle Udienze:  al Sindaco, a cui aveva fatto  indossare la fascia tricolore, riuscì a riservare una postazione ancor più  a ridosso del percorso papale. Cosicchè,  quando Giovanni Paolo II arrivò lì dove era sistemato il sindaco Gagliardi, don Ugenti, la cui mano destra si vede nella foto mentre lo indica al Papa, chissà perchè, dice al Papa: Santità, questo è il sindaco del paese di Mons. Colasuonno ( non ancora Cardinale). Non era vero,  ma il Papa ovviamente non poteva saperlo. C’è però che Giovanni Paolo II si rivolge al sindaco Gagliardi e gli dice qualcosa che il sindaco non comprende, sia perchè profondamente emozionato,  sia per la gente che come si vede nella foto si accalca per stringere, toccare, salutare il Papa, sia per la particolare tonalità della voce del Papa. Cosa gli avrà detto il Papa? Il sindaco Gagliardi  se lo chiede più volte durante il giorno ma dovrà attendere la mattina successiva, 15 marzo 1990,  per comprendere ciò  che il Papa gli aveva detto: gli aveva  anticipato, credendolo  il sindaco del paese di Mons. Colasuonno,  una notizia, tenuta sino ad allora gelosamente segreta, e  che  proprio quella mattina, dopo essere stata diffusa durante la notte dall’Ufficio Stampa del Vaticano,  “apriva”  tutti i giornali del mondo: il Vaticano, cioè la Chiesa di Roma,  per la prima volta dopo la rivoluzione d’ottobre, cioè dopo più di 60 anni,  aveva nuovamente un proprio rappresentante ufficiale in Russia, un Nunzio Apostolico  e proprio  nella persona di Mons. Francesco Colasuonno, fine e intelligente diplomatico,   che proprio di ritorno dalla Russia riceverà la porpora cardinalizia. La piccola e innocente bugia di don Ugenti aveva indotto il Papa a rivelare una notizia,   e nell’anticiparla certo  intendeva rendere omaggio alla terra natale di Colasuonno che come poi si apprese era stato il primo, straordinario  artefice della ricomposizione diplomatica tra la Russia e la Città del Vaticano a rappresentare la quale il Papa aveva voluto proprio il futuro Cardinale.

POVERO FASANO, NON SI DA’ PACE

Pubblicato il 2 maggio, 2011 in Il territorio, Notizie locali | No Comments »

E' il 1986, si celebra il 40° della Repubblica con la consegna di diplomi e attestati agli amministratori comunali del quarantennio repubblicano. Fasano, non ancora vicesindaco ma già silente assessore di Gagliardi, è comodamente assiso in prima fila tra due "vittime". Cliccare sulla foto per allargarla.


L’ormai ex vicesindaco di Geronimo, il buon Giamby  Fasano, non si dà pace. Umiliato, deriso e moralmente schiaffeggiato dai suoi ex amici  (compagni!?) con i quali baldanzosamente si schierò nel 2009, invece di fare l’unica cosa che l’avrebbe riscattato, per se stesso,  non per gli altri,  che di lui poco se ne impipano, cioè dimettersi e andarsene a casa a fare ciò che sa far meglio, cioè il cacciatore di cinghiali, ha drighignato i denti e per la prima volta nella sua vita politica,  presente e passata, ha preso la parola in Consiglio Comunale per accusare i suoi ex compagni, e non solo questi,  di “non avergli dato solidarietà” (questa della mancata solidarietà è gia di suo una barzelletta…), e ufficialmente per dissociarsi dalla maggioranza: epilogo della sua  recente avventura politica,  a metà strada  tra il dramma e la farsa, perchè,  come avrebbe detto Ennio Flaiano, la cosa è seria ma divertente.

Ma perchè questa decisione che viene  fuori a così poco tempo di distanza dal rimpasto in Giunta?  A suo dire, lo scorso 18 gennaio, guarda caso  (ma solo per caso!) nel bel mezzo della querelle interna alla maggioranza che è poi sfociata nella sua defenestrazione sia da vicesindaco che dalla stessa Giunta, avrebbe ricevuto una lettera contenente un proiettile, evidentemente a scopo di  minaccia.

Minaccia per cosa? Cosa mai può aver fatto Fasano perchè qualcuno debba mandargli per posta  un proiettile, tra l’altro spendendo pure i soldi del francobollo? E  chi può aver avuto motivo di minacciare Fasano? E quale può essere il motivo? E perchè mai Fasano ha atteso oltre tre mesi per rendere noto un fatto di tanta gravità? Sembrerebbe, sempre a suo dire,  che sarebbe stato invitato a non renderlo noto per ragioni investigative (ma per fatti ben più gravi di una lettera contenente un proiettile – a proposito, di che calibro?- nessun investigatore ha mai invitato chicchessia a non rendere noto le minacce ricevute, anzi subite).

Sia come sia, Giamby, defenestrato, umiliato, schiaffeggiato tanto da non poter più mettere la faccia da nessuna parte, ha pensato di rendere la pariglia  alla sua ormai ex maggioranza che non  avrebbe solidarizzato con lui per questa minaccia, e anche per non aver solidarizzato con lui  per le critiche,  sul filo dell’ironia, mista al più evidente sfottò,  che gli sono venute da questo sito.  Poveretto, ancora si illude di essere un piede sopra gli altri e ancora si considera una specie di signorotto per via o del mestiere che esercita o della discendenza  (quale? quella dal brigante D’Urso o dal nonno  calzolaio – nobile mestiere di cui si avverte la mancanza  – ?) di cui mena vanto. Non vogliamo infierire più di tanto, perchè farlo significa sparare sulla Croce Rossa, e a noi, a differenza sua, non ci va di infierire su chi si fa male da solo, anche se, a proposito di inenarribilità, ne avremmo molto da raccontare.  Ma per farlo dovremmo citare fatti e persone la cui memoria ci è cara per metterla in piazza (come ha fatto lui, stoltamente,  con la memoria del padre)  per il solo gusto di sputtanarlo più di quanto non lo sia e non lo abbia fatto da sè.  Anche questa pretesa mancata solidarietà da parte della sua ex maggioranza, ragione invocata per spiegare  la dissociazione, è finita nel grande cesto della ilarità generale allorchè Geronimo sindaco  (il peggio del peggio – stando a ciò che Giamby ha confidato e continua a confidare   a quelli  che aveva osteggiato nel 2009,  nell’intento di averne il sostegno o, almeno, il silenzio – cioè peggio di Gagliardi,  il che per Geronimo  Michele equivale, e davvero ci dispiace per lui,  ad una accusa di pazzia precoce senza l’attenuante della età che, almeno quella,  può invocarsi per Gagliardi….), ha precisato al  Fasano, la cui boccuccia,  a questo punto,  si è ancor più arcuata, che  fu lo stesso Fasano, dandogli notizia della lettera, ad averlo pregato di non diffondere la notizia perchè per ragioni investigative la notizia non doveva essere resa pubblica. Per cui…per cui ci pare che anche in questa vicenda il povero Giamby, che nel frattempo dal ruolo di convinto sostenitore dell’attuale maggioranza  è  passato all’improbabile  ruolo di  patetico apprendista golpista,  così come due anni fa baldanzosamente rivestì quello, ancor meno a lui consono,  del castigatore, ci ha fatto la figura dello sprovveduto, per non usare la espressione milanese che meglio lo identificherebbe. Senza dire che nessuna spiegazione è emersa circa le ragioni della lettera di minaccia, sulle cui origini ci tocca però  fare delle ipotesi.

Siamo propensi ad escludere la pista politica. Intanto perchè Fasano, assessore alla sanità, cioè al nulla,  prima di essere defenestrato, non aveva alcuna rilevanza in fatti amminisitrativi che potrebbero aver scatenato qualche malavitoso, nè è ipotizzabile che la querelle all’interno della maggioranza potrebbe  aver indotto chicchessia a cotanta “fatica” di trovare un proiettile, infilarlo in una busta e spedirla. Allora, esclusa la pista politica, possiamo azzardare tre sole ipotesi.

O si tratta di qualche cliente mal servito, ma, in questo caso, come sa bene Fasano, basta utilizzare la ricusazione, azione che egli conosce bene per averla usata nei confronti di incolpevoli persone con l’arroganza e la cattiveria dei supponenti; o si tratta del marito di qualche cliente di genere femminile, ma siamo portati, per antica cognizione,  ad escludere tassativamente questa ipotesi; resta la terza ipotesi:si tratta della vendetta di qualche cinghiale che stanco di essere vittima dei proiettili di Fasano  cacciatore, ha pensato di rendergli pan per focaccia.  Si, sarà questa, a nostro avviso, l’ipotesi intorno alla quale dovrebbero lavorare, e seriamente,  gli investigatori. E così sia. g.

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P.S.  Chiamati in causa da chi della violenza verbale ha fatto la sola sua arma, specie se senza contraddittorio, e per di più a testa bassa per il solo gusto di ascoltare la propria voce,  ci  pare utile sottolineare due questioni, apparentemente in contraddizione tra loro.

La prima. Accusando altri di essere pazzi, e ovviamente tirandosene fuori,  qualche esperto  ad appendere corone e  a rimuovere  transenne,  si è tolta  per se stesso la possibilità di accedere alla genialità, visto che, secondo un comune sentire ,  talvolta la pazzia è a  confine con la genialità.

La seconda. E’ un vecchio adagio – e di solito gli antichi adagi l’azzeccano sempre -  a ricordare che di solito i buoi dicono cornuti agli asini. Nella fattispecie, poi, si dà il caso che il nostro esperto in  corone e transenne,  del bue non ha solo le abitudini, ma anche una non vaga rassomiglianza. Si soffermi su questo e poi se vuole passi al ruolo di asino. Avendo cura di imparare a ragliare bene, perché anche quella è un’arte. g.

POVERO FASANO: RIMOSSO E UMILIATO….(CIASCUNO HA QUEL CHE SI MERITA)

Pubblicato il 23 febbraio, 2011 in Il territorio, Notizie locali | No Comments »


La sfolgorante carriera politica di Fasano n.2 : da vicesindaco (nella foto in corteo  alla “festa grande” del 1991) a ruota di scorta di improbabili geni.

“Cornuto e mazziato” è il proverbio che meglio può raffigurare ciò che è successo al povero Giambattista Fasano (Giamby per gli amici) che da vicesindaco è stato retrocesso a soldato semplice, avendo ceduto posto e passo, ad un altro,  dotato, dicono,  di spiccate, ancorchè sconosciute (chissà per quanto),   qualità private e pubbliche.

I rumori  si sentivano in giro da una quindicina di giorni, ma da stamattina sono diventati colpi di cannone.

Toritto ha una nuova (si fa per dire ) giunta comunale, nominata dal sindaco Geronimo dopo aver revocato la precedente nella logica della rotazione…. allo scopo di mantenere  alto (sic) il livello di buona amministrazione” si legge nel decreto  n. 1 del 21 febbraio 2011 con cui il sindaco, senza tanti complimenti,  ha buttato fuori dalla giunta Fasano, unico, in verità,   che risulta  essere stato “rotato” ( o matato?!), visto che tutti gli altri assessori sono stati confermati( o richiamati in servizio come il Geronimo Filippo che si è ripreso il posto che provvisoriamente aveva affidato ad una sua sostituta esterna).

Povero Fasano! Poco meno di due mesi fa si era dimesso,  ufficialmente disgustato ( a sentir lui) dalla “mancanza di rispetto”  nei confronti della sua famiglia da parte di altri componenti della maggioranza. Dimissioni che lo stesso Fasano aveva definito “irrevocabili”, dichiarando, a destra e a manca, più a destra che a manca, di essere pentito di essersi schierato  nel 2009 con quelli  che pensava fossero il “meno peggio” (leggi Geronimo) rispetto a quelli  che considerava il “peggio del peggio(leggi Gagliardi), ovviamente attribuendosi il ruolo di supremo giudice degli altri, lui,  che in materia di comportamenti politici,  e non solo,  ha molto da imparare e poco da insegnare  e soprattutto  non risulta che abbia  mai dato prova di essere migliore degli altri  ( e per decenza non scendiamo nei particolari che farebbero arrossire anche un toro!).

Poco meno di un mese fa,  però, colpo di scena.

La Gazzetta annuncia che “il vice sindaco non lascia” , registrando prima la dichiarazione di Geronimo  che si dice “soddisfatto del chiarimento intervenuto e per la piena solidarietà espressa dalla maggioranza a Fasano per gli attacchi verbali ricevuti” e  poi la poetica dichiarazione di Fasano che dice, sento il dovere se non l’obbligo di ritirare le dimissioni perché momenti come questi (gli insulti alla memoria del padre?!) servono per rinsaldare i rapporti di amicizia….. Contento lui….

Insomma, poco meno di un mese fa,  tutto sembrava essersi concluso a tarallucci e vino, con il Giamby che  si riprendeva il suo posto di vicesindaco e il suo bravo stipendio di 1300 euro al mese su cui non sputa nessuno, soprattutto  chi fa fatica a pagare un caffè che sia uno.

Invece, da stamattina, e sono passate si e no due settimane dal comunicato della Gazzetta,  il povero Giamby risulta essere stato, lui  e lui solo,  rimosso (cacciato?!) e per di più umiliato, visto che non  gli è stato consentito di rassegnare le dimissioni per salvare la faccia, è stato ridotto a rango di comparsa, dopo aver dato il contributo decisivo alla riconferma di Geronimo, e  infine è da oggi costretto a reggere il moccolo sia a chi, secondo quanto da lui stesso raccontato, avrebbe “mancato di rispetto” alla sua famiglia,  sia agli altri  che nella maggioranza hanno fatto finta di sostenerlo e poi si sono defilati, preferendo rimanere coperti, piuttosto che correre il rischio di fare la stessa fine di Fasano, visto che nel frattempo si sono rincorse voci di lanzichenecchi pronti a farsi avanti per entrare nella maggioranza  eventualmente a corto di numeri.

Chiunque, al posto di Fasano, avrebbe dato  le dimissioni anche da consigliere comunale  prima che fosse stato reso pubblico l’umiliante  decreto sindacale, ma anche per far questo ci vuole stomaco e coraggio. E stima di sé. g.

IL VICESINDACO FASANO RITIRA LE DIMISSIONI: S’ERA INDIGNATO, MA “POCO, POCO”

Pubblicato il 5 febbraio, 2011 in Notizie locali | No Comments »

La sfolgorante  carriera “politica” di Fasano: da  vicesindaco annusatore di Gagliardi (nella foto la festa dell’Emigrante del 1991) a bizzoso vicesindaco di Geronimo.


Chi ha avuto modo di leggiucchiare Enzo Biagi di certo ricorderà una storiella che Biagi ripeteva abbastanza spesso nei suoi libri e nelle sue “noterelle” sui giornali ai quali collaborava.

C’era una ragazza, raccontava Biagi, che era rimasta incinta, però, “poco, poco,  aveva confessato vergognosa e titubante”. Così si potrebbe dire del vicesindaco Fasano che indignatosi per la “mancanza di rispetto” si era dimesso,  con l’assicurazione,  fornita a destra e a manca, più a destra che a manca,  che le dimissioni erano “irrevocabili”.

Infatti… infatti le ha ritirate,  per cui è ritornato,  “per obbligo, anzi per dovere” sui suoi passi, appena   dieci giorni prima definiti “irrevocabili” ed è ritornato a fregiarsi del titolo e, soprattutto, dello stipendio che, forse, anzi senza forse,  vale e conta più dell’indignazione tanto sbandierata nella  lettera più ridicola che si sia letta nel corso degli ultimi secoli e  diffusa  con grande clamore da lui medesimo.

Insomma, Fasano  era si indignato, “ma poco, poco”. Cosa da far ridere da qui all’eternità.

Che la cosa, anzi le dimissioni, non  fossero una cosa seria non ci voleva molto a intuirlo e che la sbandierata indignazione fosse solo  il frutto di una non giustificata supervalutazione di se medesimo da parte del Fasano era facile da capire e che le une e l’altra si sarebbero perdute per strada  era scontato che sarebbe avvenuto.

Solo qualche scioccherello può aver pensato il contrario, sino al punto di immaginare chissà quali sconquassi amministrativi.  Ma quelli, gli scioccherelli,  abbondano, bipartisan, a destra e a sinistra.

Se fosse stata l’indignazione davvero sentita, Fasano non l’avrebbe sbandierata,  come fa chiunque abbia amor proprio, specie se la ragione dell’indignazione tocca persone amate e per di più scomparse; se le dimissioni fossero state destinate ad essere irrevocabili non le avrebbe motivate con il richiamo alla “mancanza di rispetto”: le avrebbe comunicate  con due riga, e non di più, tenendo  dignitosamente per sé  l’indignazione.

Invece Fasano,  giocando al grande leader e,  forse, chissà, credendo di esserlo per davvero,  si è fatto non solo indurre  (da chi?!) a intraprendere una strada che lo ha ridicolizzato, da destra  a manca, più a manca che a destra (dove tutti lo hanno conosciuto e ricordano….), ha sbandierato ai quattro venti  che sarebbe passato allopposizione ( a far che!?!?!?!,  lui che già nella  maggioranza conta quanto il due di bastoni quando la briscola è a coppe), e infine  ha accettato di  fissare  un prezzo per la sua “indignazione” - il mantenimento della carica di vicesindaco con relativo appannaggio -  e quindi, conseguentemente, anche per  l’oggetto  della sua indignazione. Che dire?

Che  nella nostra precedente nota sull’argomento, anche noi non l’abbiamo azzeccata: Fasano, politicamente, non sta fra la quarta e la quinta delle categorie in cui Sciascia divide gli uomini. E’ decisamente e definitivamente classificabile nell’ultima, quella dei quaquaraquà. g.