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LA LISTA MONTI OVVERO LA LISTA “MONTICARLO”, di Alessandro Sallusti

Pubblicato il 5 gennaio, 2013 in Politica | No Comments »

Mario Monti ha presentato ieri la sua lista per il Senato e la sua coalizione per la Camera.

Qui sarà sulla scheda elettorale assieme a Udc e Fli, cioè Casini e Fini. Il bello è che ha spacciato l’iniziativa come una alleanza civica. Che cosa abbiano di civico due professionisti della politica come Casini e Fini resta un mistero. Chi voterà Monti si affiderà quindi a ciò che di più nefasto ha prodotto la politica italiana, Fini e Casini, entrambi emblemi della casta dei privilegiati e della peggiore partitocrazia: mai un giorno di lavoro, stipendi, pensioni e vitalizi da nababbi.

La lista, invece che a Monti, sarebbe stato più corretto intitolarla a Monti-carlo, in memoria della più recente performance del leader del Fli. Ricordate? La casa del principato monegasco, patrimonio di An, che Fini ha svenduto al cognato. Negando poi, una volta scoperto da noi del Giornale, l’evidenza dei fatti e diventando addirittura spergiuro.
Evidentemente Monti vuole riavvicinare i cittadini sfruttando la passione per la casa. Non la nostra (che ci tartassa) ma le loro. Infatti anche l’altro socio, Casini, ha a che fare, sia pure indirettamente, con il mattone. Il suocero del capo dell’Udc è il più grande costruttore italiano, oltre che proprietario di giornali e società che hanno strettamente a che fare con le cose pubbliche. Insomma, un conflitto di interessi grande come, appunto, una casa, che a confronto quelli di Berlusconi sembrano piccole cose.

La morale è che Monti si affida a personaggi come Bocchino, Granata e Cesa. Forse, dico forse, Frattini e Pisanu. Cioè un mix di mestatori, ex portaborse, egocentrici, alcuni coinvolti in situazioni giudiziarie e politiche inquietanti. E tutti con il comune denominatore dell’incoerenza e dell’ingratitudine. Una compagnia di giro che Monti vuole offrire su un piatto d’argento alla Merkel per fare di noi italiani carne di porco. Senza nulla rischiare perché lui, il grande ed etico Monti, la vecchiaia se l’è assicurata con il seggio di senatore a vita (25mila euro al mese più benefit) ottenuto un anno fa dal presidente Napolitano come gentile omaggio sia pure pagato da noi tutti.
In questo il premier non è diverso dai suoi nuovi compagni di avventura: bugiardo («non entrerò mai in politica»), mantenuto (senatore a vita), e assai furbetto. 4 gennaio 2012

…………………….Meglio di così non si poteva descrivere Monti: bugiardo, mantenuto e furbetto.  Sopratutto “mantenuto”  in cambio di nulla, o meglio in  cambio della pelle e della vita di milioni di italiani. Spremuti come limoni per accondiscendere agli  interessi della Germania  e sopratutto delle Banche. g.

E’ NATO IL PARTITO DI MONTI

Pubblicato il 4 gennaio, 2013 in Politica | No Comments »

IL GIGANTE BRUNETTA, di Alessandro Sallusti

Pubblicato il 4 gennaio, 2013 in Politica | No Comments »

Due episodi di allarmante razzismo ieri in Italia. Il primo a Busto Arsizio, dove tifosi della Pro Patria hanno intonato cori razzisti contro i giocatori di colore del Milan.

Il secondo, molto più grave, su Rai Uno, dove Monti ha ironizzato sull’altezza fisica dell’ex ministro Brunetta e ha chiesto di silenziare le ali radicali del Pd. Monti si svela così peggio di un razzista da stadio. Gli uomini etichettati e messi al bando in base al colore, ai requisiti fisici, alle idee. I termini usati dal premier: «statura» e «silenziare» ricordano le peggiori dittature, una tecnica di selezione della razza che Monti ha probabilmente affinato nella sua lunga e personalmente proficua frequentazione con Angela Merkel e le sue ambizioni egemoniche di tragica memoria in quanto a purezza e perfezione fisica.

Ecco chi hanno pensato di sostenere i vescovi italiani, ecco chi dovrebbero votare i cattolici: un professore che va in chiesa la domenica e che in settimana divide le persone tra alti e bassi, con dichiarato disprezzo per i secondi, evidentemente non fisicamente all’altezza del ruolo. Gli do un consiglio, così, per fare un salto di qualità e di coraggio: perché non ironizzare sul fatto che il ministro delle Finanze tedesco è un signore handicappato che si muove in carrozzina? Proponga di gettarlo dalla rupe, in nome dei princìpi di bocconiana memoria, o per compiacere il suo sponsor cardinale Bagnasco.

A confronto di Monti, Brunetta è un gigante che si è fatto largo nella vita facendosi un mazzo che il premier non si immagina neppure. Non è un mostro di simpatia, è vero. Ma non è questo il suo torto. È che da ministro ha provato per primo nella storia della Repubblica, e con qualche successo, a mettere in riga fannulloni e imboscati del pubblico impiego. Ma soprattutto nell’ultimo anno ha messo a nudo con la pignoleria e testardaggine di cui è capace tutte le menzogne del presunto effetto Monti sull’economia, a partire da quelle sullo spread. Un affronto che il premier non ha gradito e al quale risponde ora con la stizza acida e isterica classica del professore frustrato. Mi raccomando, stiamo alla larga dai razzisti, di stadio e di palazzo. Alessandro Sallusti, 4 gennaio 2013

.………………E’ vero, tra Brunetta e Monti il vero “nano” è Monti che dal basso delle sue ben studiate metafore insulta cme un qualisasi ultrà della curva nord un antagonista pignolo quanto preparato, preparato quanto lui, Monti, non sarà mai. Se è questo il “cambiamento” della società italiana auspicato da Monti, grazie, non ci interessa. Pensiamo che la diversità non possa essere nè quella fisica, nè quella sessuale, nè altra che si riferisca a caratteri fisici, l’unica che ci interessa è quella etica. Ma questa non può essere uno spocchioso bugiardo come Monti ad insegnarcela, bugiardo e profittatore dei guai italiani e della, forse, buona fede di Napolitgano che lo ha fatto senatore (anche Caligola ne fece uno…..) per ergersi,  senza aver mai versato nè una lacrima nè una goccia di sudore,  quale paladino del nostro Paese. Ma basta gurdate con chi si accompagna  per avere contezza della “statura” di Monti: da Casini a Fini, due che appena nati, l’uno leccando il culo a Forlani, l’altro ad Almirante, hanno  preso le distanze dal lavoro facendo i politici a tempo pieno e ben pagato. Ora li imbarca Monti sperando di usarli ma correndo il rischio di esseren usato, come uno straccio.. g.

SECONDO GLI AUTOREVOLI SONDAGGI DI NICOLA PIEPOLI MONTI E I SUOI COMPAGNEROS SONO FERMI AL 12%

Pubblicato il 3 gennaio, 2013 in Politica | No Comments »

Roma Non sarà un «leaderino» Mario Monti, come da definizione di Silvio Berlusconi che peraltro quest’ultimo ieri ha sconfessato.

Non sarà un «leaderino» il presidente del Consiglio uscente, ma il suo impatto sulle prossime elezioni rischia di essere trascurabile. Lo suggerisce il primo sondaggio del nuovo anno, realizzato a Capodanno da Nicola Piepoli e pubblicato ieri in esclusiva da affaritaliani.it. Secondo lo storico sondaggista il rassemblement centrista aggregatosi attorno alla figura, al nome e all’agenda di Mario Monti (ovvero Udc, Futuro e Libertà, Verso la Terza Repubblica e Monti’s list vera e propria) attualmente non strapperebbe più del 12 per cento dei voti. Un dato di poco superiore al fatturato elettorale che proprio ieri Berlusconi nell’intervista su SkyTg24 accreditava al partito dei Professori: «I sondaggi danno i suoi partiti a meno del 10 per cento».

Insomma molto rumore per nulla, come scriverebbe William Shakespeare. L’effetto Monti al momento si manifesterebbe in un misero 3 per cento, quanto il sondaggio di Piepoli attribuisce al momento alla Destra di Francesco Storace: uno che ha la sua dirittura politica e morale, per carità, ma che non è stato invocato da mezza Europa come salvatore dell’Italia e dell’euro. E che non ha certo avuto la platea e la visibilità del conducator del governo dei tecnici.
Il 3 per cento? Già, più o meno è così. E siamo stati pure generosi. Siamo infatti andati a ripescarci la media dei sondaggi di metà dicembre (quando Monti doveva ancora annunciare la sua discesa in campo) pubblicata sul sito termometropolitico.it. Ebbene, in quel momento quello che allora si definiva Terzo polo nei sondaggi si ritagliava il 9,2 per cento dei voti, frutto della sommatoria del bottino elettorale virtuale delle allora tre gambe del centro: l’Udc, i finiani e i montezemoliani. Ora che sopra il guazzabuglio centrista è stato apposto il marchietto dell’ultimo inquilino di Palazzo Chigi, il risultato è soltanto di 2,8 punti percentuali superiore. Capite di cosa parliamo quando parliamo di flop?

Certo, molte cose potranno cambiare da qui al 24 febbraio. La campagna elettorale è appena all’alba e non mancheranno i colpi di scena. E poi sentiamo sibilare la solita obiezione del grillo parlante: i sondaggi, si sa, non sono Vangelo. Giusto. Però, quando sbagliano, sbagliano di virgole, al massimo di qualche punto. Quindi appare davvero difficile ipotizzare che un cartello elettorale che oggi è al 12 per cento possa fare una cura di anabolizzanti per gonfiarsi fino a quel 30-35 per cento che probabilmente garantirà la vittoria almeno alla Camera.

Insomma, sembra aver proprio ragione Silvio Berlusconi. La sfida, alla fine, sarà la solita: centrodestra contro centrosinistra. Con il secondo, sempre in base al sondaggio di Piepoli, al momento in deciso vantaggio, con un 42 per cento frutto della somma dei voti del Pd (33 per cento), di Sel (6) e delle liste minori (3). Lo schieramento alternativo, quello del centrodestra, raccoglie al momento il 30 per cento dei voti ma è in grande rimonta e probabilmente salirà ancora: il Pdl è dato al 17 per cento, la Lega con cui da ieri l’alleanza pare più vicina al 6, la Destra di Storace come detto al 3, i Fratelli d’Italia della strana coppia Meloni-Crosetto (con il terzo incomodo La Russa) al 2 così come Intesa Popolare di Trieste e Catone. Colpisce il precoce declino del Movimento Cinque Stelle, che Piepoli fotografa all’11 per cento, tre punti in meno di un paio di settimane fa e parecchi in meno rispetto a inizio autunno. Consensi che sembrano essersi spostati nella nuova lista capeggiata dal magistrato palermitano Antonio Ingroia, che con altre briciole di sinistra estrema ottiene il 5 per cento. Anche per lui il rischio è l’irrilevanza. Da Affariitaliani.it, 3 gennaio 2012

ECCO COME LA CRISI ITALIANA ARRICCHISCE LA GERMANIA

Pubblicato il 3 gennaio, 2013 in Economia, Politica | No Comments »

Quello che per alcuni è una crisi per altri è un boom. Basta accostare i dati economici provenienti dalla Germania con quelli, per esempio, della Spagna per scoprire due paesi che potrebbero essere tranquillamente su altri pianeti.

L’ufficio federale di statistica tedesco ha rilasciato oggi i dati sull’occupazione e si tratta di numeri in proporzione quasi cinesi: gli occupati sono 41,5 milioni, in aumento per il sesto anno consecutivo e con un incremento di oltre 400mila unità solo nell’ultimo anno. Dall’inizio della «serie» positiva i lavoratori sono cresciuti di 2,7 milioni e, simmetricamente, i disoccupati sono scesi al 5,3% della popolazione attiva.
Anche senza considerare la Grecia, l’altra faccia della medaglia europea è rappresentata dalla Spagna, dove ormai 5 milioni di persone non riescono a trovare un lavoro con un pauroso tasso di disoccupazione del 25%, in continua crescita. In questa forbice che si sta aprendo sempre più è evidente a tutti che l’Italia sta percorrendo la strada spagnola.

Ma qual è il «segreto» tedesco? La Germania ha inteso prima e meglio di tutti che il mercato unico Europeo, venduto all’europeriferia come un’opportunità per contrastare la Cina e le economie emergenti, sarebbe stato in realtà un ring, un’arena con una feroce competizione fra gli stati dell’eurozona senza difese, bilanciamenti e barriere. Le riforme del mercato del lavoro tedesche sono quindi state mirate alla compressione salariale in senso competitivo. In Germania non esiste salario minimo. Molti occupati tedeschi sono in realtà «minijob» a 400 euro al mese e anche i salari dei lavori normali sono stati contenuti con inflessibile rigore e anche con (orrore!) aumenti di spesa pubblica, totalmente fuori dalle regole di Maastricht, per finanziare sussidi di mobilità. Sotto ogni punto di vista i tedeschi hanno «barato», ma il risultato è sotto i nostri occhi: dato che in media l’area economica europea ha saldo commerciale in pareggio significa che se uno vince gli altri perdono. Dall’inizio dell’area Euro il surplus della bilancia dei pagamenti tedesca è stato di circa 1500 miliardi, una cifra spaventosa, pagata dai deficit dei perdenti «partner» europei che adesso vengono sfidati a seguirne l’esempio. Nessuno degli europeisti senza se e senza ma in campagna elettorale sembra però intenzionato a dire ai propri sostenitori la «bazzecola» del feroce taglio salariale che dovrà essere forzatamente imposto in un vano tentativo di rincorsa competitiva alla lepre germanica. Se ne accorgeranno.

E lo spread? Anche in questo caso si dimentica spesso che non è necessariamente un costo in più che dobbiamo pagare sul nostro debito ma che si tratta di una differenza fra i tassi decennali tedeschi e i nostri. Anche quando il nostro tasso rimane fermo ma cala quello tedesco si ha lo spread.
Ebbene, ieri la Germania ha collocato sul mercato titoli di Stato a tasso zero. Anche in questo caso i capitali che fuggono dalla «periferia» per affluire verso Berlino provocano questa stortura. La sfortuna degli uni fa la fortuna degli altri che possono finanziare un debito maggiore di quello italiano a tasso zero o addirittura negativo. Un’aberrazione sotto ogni punto di vista che darà un vantaggio ai conti tedeschi per molti anni a venire. Il World Economy Institute di Kiel ha stimato che la Germania ha guadagnato dall’inizio della crisi 70 miliardi di minori interessi da qui al 2022. Insomma, l’Europa come una lotteria: tutti pagano il biglietto ma vince solo uno (e non siamo noi). Il Giornale, 3 gennaio 2012

.……………Non ditelo a Monti altrimenti s’arrabbia. O monta in sella al cavallo bianco per dissertare su tutto, compreso i poveri che lui non sa neppure cosa siano. Se vuole saperlo vada al mercato, uno qualsiasi e si guardi attorno, guardi una qualsiasi persona che fa la spesa e magari si accorgerà che la sua appariscente frugalità messa in mostra a Venezia (pensione a tre stelle, ristorante turistico, etc.)  è solo spocchia di fronte alla vera miseria, quella dei pensionati a 400 euro al mese che compranon una lisca di pesce e chiedono una, dicasi una, carota per mescolarla alla lisca, spennati vivi dalle tasse di Monti, servo della Merkel. Parli allora di Europa e di Germania…. g.

DA OGGI SIAMO PIU’ POVERI

Pubblicato il 2 gennaio, 2013 in Giustizia, Politica | No Comments »

A Monti ormai è cresciuto un naso lungo come a Pinocchio per le troppe bugie fiscali. Il premier infatti scrive, nel documento del governo Analisi di un anno, che il suo obiettivo è ridurre di un punto la pressione fiscale, iniziando con le aliquote delle fasce più deboli. Sarebbe un vero toccasana, ma la realtà è tutt’altra: Monti ha già preparato per il 2013 una sventagliata di aumenti. A cominciare dal decreto Salva Italia, con cui ha varato un macchinoso aumento della tassa sui rifiuti, per famiglie e imprese, la cui pressione dovrebbe passare da circa lo 0,4% del Pil nel 2012 allo 0,6 nel 2013. Il tributo doveva aumentare al massimo di 0,40 euro il metro quadrato ma, non essendo possibile calcolare le superfici esatte, i comuni faranno aumenti a forfait, giocando su presunzioni. A questo si aggiungerà l’aumento dell’Irpef sui fitti degli immobili la cui base imponibile lievita del 10%, mediante la riduzione del 10% della detrazione per spese. Chi ha una aliquota del 45% verrà così a pagare il 50%. Questa norma, inventata per finanziare una parte degli esodati di cui il ministro Fornero si era dimenticata, scatta con la dichiarazione dei redditi del 2013. Il trucco sta nel nascondere l’aggravio nell’imponibile, invece che farlo comparire nell’aliquota.

Poi, con la scusa di adempiere ai doveri europeisti, di marca tedesca, Monti ha stabilito che l’Italia combatterà la speculazione con una tassa sulla vendita di titoli, che, guarda caso, colpirà anche coloro che li vendono e comprano in contanti. Questa mina fiscale sarà fatta brillare in marzo e sarà più gravosa per chi non compra e vende in borsa, cioè non fa lo speculatore. Un’altra bugia. C’è inoltre l’invenzione di far pagare ai contribuenti tutta l’Imu ai comuni. Sembrerebbe un trasferimento in nome del federalismo fiscale, ma in verità è una trappola per indurre i sindaci ad accrescerla, applicando l’aliquota massima. Non è finita qui. Da luglio scatterà anche la maggiorazione dell’Iva al 22%.
Così Monti racconta che ridurrà le imposte, ma nei suoi scritti prevede un aumento di pressione fiscale dal 44,7% al 45,3. Bugia doppia, perché temo che s’arriverà al 46. Francesco Forte, Il Giornale, 2 gennaio 2013

ECCO GLI AUMENTI DELLE TARIFFE PER IL 2013: OGNI FAMIGLIA 1500 EURO IN PIU’ ALL’ANNO

Pubblicato il 2 gennaio, 2013 in Economia, Politica | No Comments »

Al di là delle tante sciocchezze che il tecino incompetente Monti va dicendo in giroi e anche questa mattina cimentandosi alla Radio,ecco il regalo di fine anno dei tecnici. Finita la sbornia dei festeggiamenti dell’ultimo dell’anno tocca fare i conti con la dura realtà del 2013.

Un anno di stangate. L’eredità che il governo Monti ci lascia è un tariffario pieno di aumenti. Dalla bolletta del gas al pedaggio delle autostrade, dall’acqua alle già salatissime multe, dal canone Rai all’Rc auto. Si salvi chi può. Una raffica di aumenti che ci costringerà a sborsare 1500 euro in più all’anno per ogni nucleo familiare. Ma la mazzata non è mica finita: a luglio l’Iva, come preannunciato, passerà dal 21 al 22%. Non solo. Debuttano altre tre tasse nuove di zecca. Scatta da subito l’Ivie, l’imposta che si paga sul valore degli immobili all’estero. A marzo arriva la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie. Ma la tassa protagonista del 2013 sarà la Tares: nuova tariffa sui rifiuti che si preannuncia come un balzello di rilievo. Inizieremo a pagarla da aprile sulla grandezza degli immobili ma manderà in pensione la tecchia Tarsu e assorbirà la Tassa di Igiene Ambientale. Il risultato è da gunness dei primati. Pensavate di aver raggiunto il tetto massimo di pressione fiscale nel 2012? Vi sbagliavate. La pressione fiscale (stando alle stime del governo) salirà dal 44,7% dell’anno appena concluso al 45,3%. Record assoluto.

La bolletta del gas Il rincaro sarà dell’1,7%, pari a 22 euro all’anno.

Autostrade Aumenti medi del 2,91%, su rete Aspi del 3,47%.

Aeroporti Le tasse a carico dei passeggeri saliranno allo scalo di Fiumicino da 16 a 26,50 euro.

Rifiuti Arriva la Tares, che sostituirà Tarsu e Tia. Secondo i consumatori, si tratterà di un aggravio di 64 euro a famiglia (+25%).

Poste Più cari di 10 centesimi i francobolli per le lettere, e di 30 centesimi per le raccomandate. Il canone annuo del Bancoposta sale da 30,99 a 48 euro.

Rai Il canone passa da 112 a 113,5 euro.

Conti depositoi e buoni postali L’imposta di bollo passa dallo 0,10 allo 0,15%. Esenti buoni postali fruttiferi con rimborso inferiore a 5.000 euro e i fondi pensione.

Acqua La tariffa aumenta di 26 euro l’anno a famiglia.

Multe Più alte le contravvenzioni stradali. Lieviteranno del 5,9%. Ad esempio, il divieto di sosta passa da 39 a 41 euro, l’eccesso di velocità (fra i 10 e i 40 Km all’ora oltre il limite) da 159 a 168. Chi non mette la cintura potrà essere sanzionato con una multa che passa da 76 a 80 euro e se si parla al telefonino mentre si guida si rischia di dover pagare 161 euro (fino a ieri, 152).

Rc Auto Le polizze dovrebbero aumentare del 5%, ossia di 61 euro l’anno.

Grazie signor Monti!

LE DIECI FALSITA’ DEL DOCUMENTO MONTI SUL SITO DEL GOVERNO

Pubblicato il 2 gennaio, 2013 in Economia, Politica | No Comments »

Nell’analisi di un anno di governo, pubblicato sul sito di Palazzo Chigi, sono almeno dieci le cose che non vanno

Il documento presentato da Mario Monti sul sito di Palazzo Chigi, a consuntivo di un anno di governo dell’esecutivo tecnico guidato dal Professore, è una collezione di falsità e imprecisioni.

Il primo punto dolente dell’operazione è la sovrapposizione tra due personaggi incarnati nella stessa persona.

Il Monti candidato e il Monti premier collidono in un documento che non si limita a tracciare un consuntivo del 2012, elencando le vittorie – o presunte tali – dei tecnici, ma fa anche campagna elettorale, propagandando le misure che andrebbero prese in futuro.

Ecco  i dieci punti assolutamente non veritieri.

1. 13 mesi fa non c’era la liquidità necessaria per pagare cassa integrazione, pensioni, spesa sanitaria e servizi pubblici essenziali. Falso.

2. 13 mesi fa i piccoli risparmiatori che avevano investito in titoli dello Stato avrebbero rischiato di perdere gran parte del loro patrimonio. Falso: l’Italia ha sempre onorato il suo debito. Affermazioni tendenziose come queste minano la nostra credibilità.

3. Grazie al clima diverso che si respira intorno all’Italia la BCE è potuta intervenire per stabilizzare i mercati finanziari. Falso: il raffreddamento sui mercati è avvenuto grazie all’intervento della BCE (non viceversa) e comunque la banca centrale è indipendente dai singoli Stati e opera in prospettiva europea (non nazionale).

4. L’idea dello scudo antispread proposta dal presidente del Consiglio italiano il 28-29 giugno a Bruxelles si è rivelata una polpetta avvelenata e, se si pensa che abbia trovato attuazione nel Meccanismo Europeo di Stabilità, ricordiamoci che questo è bloccato per i veti posti dalla Germania.

5. “Il Governo si è sforzato di ancorare saldamente l’agenda delle riforme interne agli obiettivi europei, e al tempo stesso di essere un protagonista autorevole”. Vera la prima: totale aderenza dell’operato del governo italiano ai diktat degli altri paesi. Falsa la seconda: altro che protagonismo autorevole: siamo piaciuti ai tedeschi solo perché li abbiamo assecondati in tutto.

6. “Il miglioramento dello scenario economico italiano ha numerosi effetti concreti sulla vita delle famiglie e delle imprese italiane”. Sì: la recessione!

7. “L’obiettivo è di ridurre di un punto e progressivamente la pressione fiscale”. Peccato che in un anno sia aumentata di 3 punti.

8. I dati relativi alle entrate tributarie e alla lotta all’evasione sono perfettamente in linea con gli anni di governo Berlusconi. Niente di nuovo sotto il sole.

9. “L’azione di governo non è stata impostata solo sul rigore ma anche sulla crescita economica”. Ah si? Non se n’è accorto nessuno…

10. Un beau geste: il governo riconosce che i maggiori fondi destinati alla produttività del lavoro (2,1 miliardi contro l’iniziale 1,6) sono il risultato di emendamenti del Parlamento”. 2 gennaio 2013

IN ATTESA DEL 2013: SARA’ L’ANNO CHE SEGBNERA’ IL NOSTRO FUTURO, di Alessandro Sallusti

Pubblicato il 31 dicembre, 2012 in Politica | No Comments »

Delle tante parole spese ieri per ricordare Rita Levi Montalcini, morta a 103 anni, me ne sono rimaste in testa sette sue: «L’essenza della natura umana è la libertà».

Dovremo ricordarcelo più spesso soprattutto in tempi, come questi, di delusione e sconforto. Arriviamo da un anno difficile durante il quale in tanti hanno lavorato, su fronti diversi ma con obiettivi convergenti, per costruire una alternativa illiberale e classista al futuro governo del Paese. Ci hanno provato Paesi stranieri, Germania in testa, con una ingerenza, per lo più occulta, senza precedenti che ha minato alle radici la nostra sovranità. Ci ha provato il presidente Napolitano che ha insediato un governo tecnico e azzerato il potere reale del Parlamento concedendo l’uso della fiducia come mai prima. Ci sta provando Monti, che tradendo la parola data con solennità, è diventato soggetto politico di parte contro altre parti che lo avevano sostenuto loro malgrado. Ci prova con costanza la magistratura che fa dell’immunità assoluta di cui gode uno scudo alla sua faziosità e malafede neppure più negata, come dimostrano le candidature show dei pm Ingroia e Grasso. Ci stanno provando illustri cardinali che schierandosi a sostegno di una parte politica, quella montiana, non a difesa di princìpi (radicati anche in altre forze) ma di poco chiari interessi personali commettono il peccato mortale di nominare il nome di Dio invano.
E allora dobbiamo avere ben chiaro che nell’anno che si apre domani saremo chiamati subito a scegliere non tra questo o quel partito come se si trattasse di una questione estetica o umorale ma a ipotecare un bel pezzo del nostro futuro in senso liberale o anti liberale. Se la stagione nata con Forza Italia e proseguita in modo pasticciato e a tratti inadeguato fino a un anno fa dovesse essere archiviata, ci ritroveremmo, chiunque vinca le elezioni, a fare i conti con uno Stato non solo incapace come al solito, ma centralista, invasivo, ingordo dei nostri beni, censore delle nostre idee. Uno stato etico e di polizia, cioè l’esatto contrario dell’essenza della nostra natura di uomini liberi e sovrani, come disse la Montalcini.
Noi ci impegniamo a sostenere questa battaglia, così come abbiamo sempre fatto. E a questo proposito siamo orgogliosi che sia andata in porto con la vostra straordinaria partecipazione la sottoscrizione di libertà a difesa dei poliziotti che rischiano la vita e lo stipendio per difendere da teppisti e violenti noi e le nostre città durante le manifestazioni di piazza. Il fondo ha raggiunto la ragguardevole cifra di 580mila euro. Grazie a tutti, nei prossimi giorni comunicheremo chi, e come, si occuperà della gestione. Alessandro Sallusti, 31 dicembre 2012

AUGURI DI BUON ANNO

UN DISCORSO CHE NON SENTIREMO MAI……

Pubblicato il 30 dicembre, 2012 in Gossip, Politica | No Comments »

Questa  sera,  31 dicembre, come di consueto, il Presidente della Repubblica rivolgerà agli Italiani il rituale discorso di fine Anno. E’ certo che parlerà di tutto e di tutti, naturalmente anche dell’anno difficile che abbiamo vissuto, del governo, delle elezioni e anche di Monti. Il sito satirico DAGOSPIA ha immaginato di aver ritrovato nei pressi del Quirinale la bozza del discorso di Napolitano che ne ha per tutti, prima di tutto per Monti. Non sarò così, perchè Napolitano, per le ragini che ciascuno può immaginare, si guarderà bene dal dire ciò che pensiamo in tanti. Eppure, dopo aver letto la ipotetica bozza del discorso che Napolitano non farà mai, ciascuno di noi può leggerla tra le riga del discorso che invece pronuncerà, l’ultimo del suo settennato.

Di passaggio in via del Quirinale a Roma, abbiamo raccolto dei fogli caduti da una finestra della ex residenza estiva dei Papi, come se fossero stati improvvisamente buttati via. In testa al primo di essi abbiamo letto: “Intervento del Presidente della Repubblica, 31 dicembre 2012. Prima bozza, 30 dicembre ore 17,30″. Per non dare ai turisti diretti alle Scuderie del Quirinale l’idea che non fossimo attenti al decoro della Capitale d’Italia, in omaggio al citizen journalism e consapevoli dell’importanza del documento che chiude il settennato del Presidente Giorgio Napolitano, abbiamo deciso di pubblicarlo, avvertendo che le parole che il Presidente effettivamente pronuncerà la sera del 31 dicembre in televisioni a reti unificate potranno anche essere diverse, in tutto o in parte, da quelle contenute nel testo . Dagospia

Italiane e italiani,
poiché a causa delle incombenze di fine legislatura non ho fatto in tempo il giorno della vigilia di Natale a recarmi dal mio amico Joseph Ratzinger a confessarmi, lo faccio ora davanti a tutti voi. Troppo grande e’ infatti il peso che avverto sulla mia coscienza per i “peccati” che ho commesso dal novembre dello scorso anno. Voglio percio’ esprimere tutto il mio ravvedimento e pentimento di fronte a voi, per alleviare le mie pene e non certo perché ambisco ad avere l’assoluzione.

Chiedo per la prima cosa perdono ai milioni di cittadini provenienti dalla mia stessa tradizione post¬ comunista, socialista e socialdemocratica, perché è ormai chiaro che sono stato raggirato anch’io e gli effetti della mia azione rischiano di impedire la salita a palazzo Chigi del caro compagno Pierluigi Bersani, il primo post comunista che poteva arrivarci attraverso un percorso democratico e una legittimazione popolare inedita nella storia dl nostro Paese e di quel partito che è stato anche il mio.

Vi sembrera’ strano, ma poiché sono una persona corretta chiedo scusa anche a Silvio Berlusconi. Sia chiaro, con le sue “cene eleganti” aveva dato ben piu’ di un pretesto ai nostri competitor internazionali per attaccare il nostro Paese e la situazione non era piu’ sostenibile. Dovevo quindi intervenire, ma mai avrei pensato (ed è solo di questo che chiedo scusa anche a lui) scegliendo Mario Monti di imbattermi in un cattolico falso, cortese e deferente ma servo dei poteri forti nazionali e internazionali.

Poiche’ tale giudizio riecheggia spesso e poiché io lo sto usando per la prima volta, ho il dovere di spiegare a voi, italiane e italiani, cosa significa, o almeno quello che io penso significhi per il nostro Paese. Secondo me, significa essenzialmente due cose: mettere fuori gioco il made in Italy a favore del made in Germany, a favore cioè delle imprese tedesche di cui noi siamo i principali concorrenti nel mondo, anche e soprattutto nella tecnologia e non soltanto, com’è evidente, nella moda e nel cibo.

Avete mai sentito una volta il professor Monti parlare di industria, di manifattura, di prodotti italiani? Io no. Il secondo motivo è questo: sapete che oggi si possono comprare case in Grecia con uno sconto del 70 per cento rispetto al valore che esse avevano prima della tempesta finanziaria scatenata dai famosi mercati. Noi non siamo (ancora) la Grecia, ma i mercati da noi vogliono mettere le mani non solo sugli immobili ma sui pochi gioielli industriali, soprattutto pubblici, che ci sono rimasti.

Il professor Monti è il cavallo di Troia di entrambi i disegni, per i quali si è addirittura presentato alla elezioni insieme a compagni di viaggio a dir poco impresentabili. Egli, ho il dovere di dirlo ma voi lo sapete gia’, ha parlato di vocazione maggioritaria ma non riuscira’ nemmeno ad arrivare secondo. In tal caso, i famosi mercati subito dopo le elezioni, quando magari sara’ difficile formare un governo se il Pd non dovesse avere la maggioranza anche al Senato, sono pronti a scatenare una nuova offensiva contro l’Italia.

Le banche tedesche e francesi venderanno i nostri titoli di Stato, quelli per i quali paghiamo 80 miliardi di euro di interessi all’anno e di cui ho parlato spesso per difendere il fatto di aver scelto Mario Monti in quanto amico dei mercati, proprio per costringerci a recuperare il professore alla guida del governo, in modo che egli possa portare a termine il suo programma di vendita dei gioielli italiani, trasformando davvero l’Italia nel sud della Germania. So che quanto vi sto dicendo è grave, ma è mio dovere avvertire i cittadini di quanto è avvenuto e, soprattutto, di quanto potra’ avvenire. E di questo vorrei che vi ricordaste nel giudicare il mio settennato.

Debbo anche chiedere scusa a voi italiane ed italiani, al mondo produttivo, alle associazioni del commercio e dell’artigianato, al volontariato e alle forze sindacali perché mai e poi mai avrei immaginato di dover essere io a mettere la firma sotto una serie di provvedimenti che hanno cosi terribilmente impoverito il nostro Paese, messo in grave difficolta’ le famiglie, aumentato contemporaneamente disoccupazione e debito pubblico come non mai nella storia economica dell’Italia.

I miei collaboratori mi hanno preparato le schede con tutti i provvedimenti del governo Monti che hanno fatto stramazzare l’Italia con la scusa di salvarla, ma ve li risparmio perché immagino li conosciate benissimo.

Chiedo scusa a tutti voi. Non chiedo assoluzione ma solo comprensione e, soprattutto, il riconoscimento della mia buona fede. Buona fede migliorista di chi crede nell’Italia e nell’Europa, in una Europa solidale senza discriminazioni sociali e non certo un ‘Europa dei potenti contro i deboli, dei prevaricatori contro la stragrande maggioranza dei cittadini.

Chiedo scusa a tutti, tranne ad uno, al quale rivolgo il più fermo e convinto anatema per aver tradito la mia fiducia, strumentalizzato il mio spirito di servizio al Paese, ignorato il senso dello Stato, il rispetto delle istituzioni e delle regole e, talvolta, persino la buona educazione.

Cari italiane e cari italiani, nella storia del nostro Paese si annoverano molti salvatori della Patria, alcuni veri, altri presunti. Ma gli uomini della Provvidenza non esistono più da 2000 anni, se si esclude Gesu’ per i credenti. E neppure l’improvvida, opportunistica e poco meditata benedizione vaticana per Mario Monti può sopperire a tale rappresentazione della storia: neppure Pio XII arrivò a fare ciò che le alte gerarchie della Chiesa hanno fatto in queste ore con una ingerenza senza precedenti in affari tutt’altro che spirituali e molto mi meraviglia che Papa Benedetto XVI abbia consentito questa deriva che va ben oltre il relativismo e che provochera’ inevitabilmente un corto circuito nello storico rapporto tra Stato e Chiesa in Italia.

Che farà domani Santa Madre Chiesa se legittimamente una forza politica espressione della sovranita’ popolare dovesse rivendicare anche in Italia l’adozione di una normativa sulle nozze gay? Con quale credibilita’ si potrebbe opporre a politiche di un governo in contrasto con una Chiesa schierata, almeno in Italia, non con i deboli ma con i potenti?

Tutto ciò vi dico, con grande preoccupazione per il futuro del nostro Paese e, se mi consentite, con grande rammarico e dolore. Caro professor Monti, fosse stato vivo Aldo Moro oggi Le avrebbe senz’altro detto che lei è un misto di grande opportunismo e di piccolo cinismo. Fossero vivi oggi i grandi padri della patria, da De Gasperi a Fanfani, da Berlinguer ad Almirante, da Pertini a Cossiga e tanti altri, Lei sarebbe ancora al posto che più di tutti avrebbe ancora titolo a ricoprire: consulente dell’onorevole Paolo Cirino Pomicino (il quale, guarda caso, ha bocciato inesorabilmente la sua agenda).

Prima di avviarmi alla conclusione, prima di augurarvi un anno sereno compatibilmente con la grave situazione che vi sto esponendo, debbo davanti a voi fare un pubblico elogio per Luca Cordero di Montezemolo: Il presidente della Ferrari ha capito in tempo con quale compagnia si stava mettendo, ha lasciato i suoi alle prese con l’agenda Monti e ha scelto per l’agenda di fine anno sua e della sua famiglia le Maldive. Sì, le isole nell’Oceano indiano dove le acque sono trasparenti e dove, mi dicono, hanno svernato in passato anche Belen Rodriguez e il suo fidanzato dell’epoca, quello con i tatuaggi.

Dico, senza infingimenti, che si tratta di una scelta che gli fa onore e che non è stata nascosta in quanto l’ha annunciata ufficialmente Carlo Rossella nella rubrica Alta Società del Foglio. Essa ha il sapore di un atto politico vero e proprio, a fronte delle miserie dei centrini, un atto politico che lo riscatta di tante incertezze e tentazioni del passato.

Care italiane cari italiani, ho inteso dirvi la verità. Sono consapevole che di per sé essa non basta a cambiare la nostra situazione presente, ma voglio sperare che su di essa, a cominciare dalle elezioni dove il vostro voto potrà e dovrà contare, si possa costruire una nuova stagione di benessere e giustizia sociale per le nostre famiglie e il nostro Paese, la nostra Italia.

PS. Una piccola vendetta l’ho consumata, però: rifiutare le dimissioni di Mario Monti all’indomani della sua “salita” in politica, cosa che l’avrebbe sciolto da lacci e lacciuoli per poter correre meglio la campagna elettorale. Un no che è motivato, da un lato, dall’inutilità di mettere su un governo per appena 10 giorni; dall’altro, dalla mia volontà di far cadere sul premier un bel macigno di polemiche, come ha sottolineato il mio carissimo amico Eugenio Scalfari:

“Da venerdì scorso comunque Mario Monti è a capo della coalizione centrista. La panchina è vuota, perfino i palazzi del governo sono semivuoti, eppure nei 60 giorni che mancano alle elezioni ce ne sarebbero di cose da fare, di provvedimenti già approvati ma privi di regolamentazione, di pratiche da portare avanti, per quanto mi risulta in ufficio c’è rimasto soltanto Fabrizio Barca, ministro della Coesione territoriale. Lui ha idee di sinistra, quella buona per capirci, non quella di Ingroia dove si parla solo della rivoluzione guidata dalle Procure e dell’agenda di Marco Travaglio.

Perfino il commissario Bondi ha smesso di occuparsi di “spending review” per il nuovo compito sulla formazione delle liste. Lo fa nel tempo libero o in quello d’ufficio? Ecco una domanda alla quale si vorrebbe una risposta”. DAGOSPIA.IT

……………….Di tutto il discorso cxhe non sentiremo mai,  val la pena di sottolineare che uno dei capetti che si sono inventati cosalvatori di noi italiani, il signor Luca Cordero di Montezemolo, meglio noto come scudiero di Agnelli e compare per lungbi anni  della giunonica Edvige Fenech, tanae è la preoccupazione per il popolo italiano che non ce la fa a pagare le tasse, che lui tra Natale  e l’Epifania è volato alle Maldive a riscaldarsi al sole. Ne ha ben ragione visto che il governo Monti e il ministro Passera gli hanno fatto un bel ragalino nell’ordine di centinaia di milioni di euro perchè l’azienda produttrice della scatola nera è ampiamente  partecipata dallo stesso Montezemolo che l’ha rilevata giusto in tempo per fare un buon affare.  Auguri, italiani. g.