GODETE ADESSO CHE DOMANI TOCCA A VOI
Pubblicato il 28 novembre, 2013 in Politica | Nessun commento »
Senza parole. Alle 17.43 le lancette della storia si fermano per sempre. Suona a morto la campana della democrazia. È il minuto di silenzio della libertà. Il lasciapassare definitivo alla cavalcata giudiziaria di un organo dello Stato che s’è fatto partito e che presto colpirà – perché tanto colpirà (e noi garantisti saremo lì a difendervi, ma quanto ci farà godere quel momento) – chi oggi brinda alla fine di Berlusconi. Senza parole per lo spettacolo offerto all’estero da un Paese allo sfascio. Senza parole per i vili e gli sciacalli, per chi non ha palle e dignità. Senza parole per Renzo Piano, senatore a vita sempre assente ma ricomparso per ghigliottinare il Cav. Senza parole per chi straparla di legge uguale per tutti quando per uno, è dimostrato, non esserlo stata. Senza parole. Le uniche sensate le riproduciamo da un sms di un amico, vecchio comunista, disgustato dai 195 schierati nel piazzale Loreto del Senato: «È così triste e deprimente, dopo 40 anni di militanza politica, dover prendere atto della deriva giustizialista della sinistra italiana». Senza parole pure lui. Senza più speranza tutti noi. Gian Marco Chiocci, Il Tempo, 28 novembre 2013
……………..Il Direttore de Il Tempo, quotidiano indipendente di Roma, da sempre voce dei moderati italiani senza tessere di partito, scrive oggi questo editoriale che esprime nella sua brevità e concisione lo stupore e la rabbia degli italiani dinanzi allo scempio che si è compiuto ieri al Senato con la decadenza di Berlusconi, ultimo atto di una guerra durata 20 anni e finalmente conclusasi con lo scalpo del nemico. Ma quelli che oggi esultano si guardino le spalle perchè se e quando oseranno svincolarsi dall’abbraccio mortale dell’organo dello Stato che si è fatto partito per “vendicarsi” di Berlusconi, allora e solo allora capiranno quale errore hanno commesso contribuendo vilmente ad assoggettare la politica ai diktat extraparlamentari. g.
BERLUSCONI DECADE? NESSUNO SI ILLUDA CHE SPARISCANO I MODERATI.
Pubblicato il 27 novembre, 2013 in Politica | Nessun commento »
Cacciano Berlusconi e subito aumentano le tasse. Un uno-due che ha provocato l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza.
Addio governo delle larghe intese, che se la vedano loro (sinistra, alfaniani e montiani) con la loro coscienza, con i cittadini. E non si illudano di farla franca.
Non si illudano che un voto di decadenza possa impedire a Silvio Berlusconi di essere il leader politico di milioni di italiani che sperano ancora in un Paese libero e liberale.
Non si illudano le procure di Milano e Napoli che arrestando Berlusconi (da domani è possibile, perdendo l’immunità) possa venire meno la forza del più importante partito liberale d’Europa.
Non si illuda Napolitano di poter ribaltare con oscure manovre di palazzo e patti indicibili l’esito di libere elezioni.
Non si illudano Letta e Alfano di continuare a governare come se niente fosse, come ha deciso ieri sera Napolitano: quel che resta della maggioranza e del governo è una accozzaglia, per di più litigiosa, di mediocri, miracolati e traditori incapaci di risolvere alcun problema come ben dimostra la legge di stabilità tutta tasse e niente tagli.
Non si illudano, Napolitano e Letta, di riuscire nel loro intento di vendere, in cambio della loro sopravvivenza, quel che resta del Paese a cancellerie straniere che spingono per un’Italia sottomessa ai loro interessi.
Non si illuda il ministro dell’Economia Saccomanni che via Berlusconi si possa rapinare impuniti i contribuenti con tasse palesi e occulte su un bene, la casa, che è proprietà inviolabile e sacra degli italiani.
Non si illudano Napolitano e il Pd di dire a noi che cosa è giusto e cosa è sbagliato, se si deve o no scendere in piazza: dai comunisti non accetteremo mai lezioni di libertà e democrazia.
Non si illudano Formigoni e Schifani di averla fatta franca o attenuato i loro pesanti guai giudiziari. La sinistra li sta usando come polli per poi, a missione compiuta, riconsegnarli nelle mani dei pm aguzzini.
Non si illuda Letta di salvarsi dal ciclone Renzi facendosi scudo di Napolitano ed Alfano. Il suo governo, anche per la sinistra, è un morto che cammina.
Nessuno si illuda di romperci i santissimi con la menata della stabilità. Non può esserci stabilità senza efficienza fiscale, libertà e giustizia.
Non si illuda Alfano di essere un leader.
Non si illuda Berlusconi che tutto questo sia una passeggiata. Sarà dura, ma la sua gente non lo lascerà solo.
Questo è certo.
Cacciano Berlusconi e subito aumentano le tasse. Un uno-due che ha provocato l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza.
Questo è l’editoriale con cui Il Giornale ha commentato la decadenza del Presidente Berlusconi dalla carica di senatore a cui l’avevano eletto dieci milioni di italiani. Lo facciamo nostro perchè lo condividiamo in ogni sua parte. g.
“NAPOLITANO RICATTA”: EDITORIALE DI FUOCO DI ALESSANDRO SALLUSTI
Pubblicato il 26 novembre, 2013 in Politica | Nessun commento »
Alla vigilia del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, il Direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, attacca Napolitano con un editoriale al vetriolo. Motivo scatenante un intervent o maldestro di Napolitano a proposito della manifestazione indetta da Forza Italia a favore del proprio leader. Maldestro e sopra le riga perchè è sembrato una diffida a partecipare alla manifestazione. Di qui le invettive di Sallusti che rivendica il diritto in un paese libero e democratico a manifestare nel rispetto della legge. Perchè, ed è appena il caso di ricordarlo, che qui non siamo in Ucraina dove il potere, manco a dirlo postcomunista, ha messo in galera la leader della opposizione accusata di aver trescato con la Russia di cui l’attuale regime ucraino è sponda. I toni di Sallusti sono forti ma provocati da un intervento che Napolitano poteva e doveva risparmiarsi, cosicchè non sarebbe stato riesumato il ricordo di quando lui, staliniamo di ferro, chiudeva gli occhi sui massacri degli insorti ungheresi nelle tragiche giornate dell’ottobre del 1956 da parte dell’Armata Ross, esprimendo solidarietà non agli insorti ma ai loro massacratori.g.