Dai farmaci agli stipendi dei grand commis statali. Dalle comunità montane ai costi delle istituzioni. Questa del 2008, appena approvata dal Senato, è la Finanziaria delle riforme mutilate. Strombazzate dal governo, abortite prima del traguardo parlamentare. Vanificate dai dissidi nella maggioranza, dalle pressioni delle lobby o semplicemente dalla mancanza di coraggio. Per mesi si discute con entusiasmo di norme che poi, improvvisamente, spariscono nella depressione parlamentare. Stralciate per ragioni clientelari. O riscritte in modo da svuotarne il senso. Un tipico caso di «legislazione ciclotimica» secondo la definizione di Luciano Vandelli, giurista dell’università di Bologna che al fenomeno ha dedicato un saggio intitolato «Psicopatologia delle riforme quotidiane» (Il Mulino).