di Domenico Di Virgilio *
Uno Stato realmente democratico dovrebbe certamente avere tra le proprie priorità quella relativa alle problematiche socio-sanitarie, e il Popolo della Libertà ha ben chiaro quale dovrà essere il programma in tema di sanità che il prossimo Governo dovrà attuare per cercare di rimediare agli innumerevoli danni provocati dal Governo di Prodi ai cittadini, agli operatori sanitari ed al Servizio Sanitario Nazionale. Ormai in tutti i cittadini italiani, e soprattutto nei malati vige una grave sfiducia nei confronti del nostro sistema sanitario.
Una recente indagine circa il gradimento degli utenti sull’assistenza sanitaria nell’Unione Europea, la “Euro Health Consumer Index”, ha declassato il Servizio Sanitario Italiano dall’11° al 18° posto su 29 Paesi. E’ inaccettabile! Dobbiamo invertire questa tendenza.
Il compito del Popolo della Libertà, appena tornerà al Governo, sarà di riprendere l’opera riformatrice iniziata in campo sanitario nella XIV Legislatura, dando risposte rapide e concrete ai cittadini che chiedono eccellenza, equità, efficienza, economicità, responsabilizzazione. Il compito non ci spaventa, abbiamo le idee chiare!
Le priorità che ci proponiamo di attuare al più presto sono:
1.l’abbattimento delle liste di attesa prevedendo un sistema di valutazione per la appropriatezza delle prestazioni;
2.strutture ospedaliere e territoriali operanti h 12/h 24;
3.ospedali di eccellenza in ogni Regione, trasformando i piccoli ospedali in presidi sanitari di 1° livello con il coinvolgimento dei medici di famiglia;
4.l’istituzione di un fondo per la non autosufficienza adeguato in favore di persone anziane e di disabili non autosufficienti che pesano gravemente sulle tasche delle famiglie italiane, il cui finanziamento potrà essere previsto attraverso una assicurazione obbligatoria di cui si faranno carico coloro che hanno un reddito elevato a sostegno dei redditi più bassi;
5.ripristino della meritocrazia nell’affidare incarichi di struttura complessa(primari) e di capo dipartimento con la previsione di un Albo Nazionale dei Direttori Generali;
6.prevedere accanto al Fondo Sanitario Nazionale un sistema di mutualità integrativa;
7.prevedere una migliore gestione del rischio clinico attraverso la gestione di un fondo assicurativo nazionale per tutti gli operatori sanitari e a carico della Asl di riferimento, l’istituzione in ogni Asl di una unità del rischio clinico, prevedere tempi brevi di soluzione di cause per errori medici attraverso uffici di conciliazione appositi.
Certamente tutto ciò sarà realizzabile soprattutto se avvieremo anche politiche di promozione e valorizzazione del ruolo svolto non solo dai medici ma anche degli infermieri e delle altre figure sanitarie, ciascuno per le parti di propria competenza, attraverso maggiore coinvolgimento degli operatori delle diverse professioni sanitarie nel funzionamento delle aziende sanitarie, quindi nuovi modelli assistenziali con l’infermiere di famiglia e gli ambulatori infermieristici, ed una rivisitazione radicale della legge Bindi.
Voglio sottolineare come il Governo Berlusconi con la legge n. 1 del 2002 abbia iniziato a dare una giusta dignità alla professione infermieristica, approvando poi la legge n. 43 del 2006 che prevedeva maggiore coinvolgimento dirigenziale per gli infermieri e la trasformazione dei Collegi in Ordini, e che è stata ignorata dal Governo Prodi che non ha volutamente attuato la legge delega per rendere operativo questo provvedimento.
Noi siamo dalla parte dei cittadini ed io stesso sono stato promotore di un provvedimento teso a porre un freno alle numerose morti improvvise dovute ad arresto cardiaco, attraverso la diffusione di defibrillatori semiautomatici ed automatici nei luoghi in cui si svolge qualsiasi tipo di attività fisica agonistica e non, e nei luoghi in cui vi è forte affluenza di persone. Alla caduta del Governo Prodi il provvedimento era al termine del suo iter parlamentare, che fortunatamente può venir concluso entro breve tempo dal prossimo Governo. L’importanza del provvedimento è indubbia visto che potrà far diminuire anche del 50% le morti improvvise per arresto cardiaco che oggi ammontano a 60.000 all’anno.
Dobbiamo abbattere le liste di attesa, i cittadini ce lo chiedono giustamente, e contiamo di farlo attraverso un aumento dell’offerta grazie alla partecipazione del privato accreditato ed una politica di umanizzazione delle liste di attesa tese ad evitare quello stato di abbandono di cui i cittadini spesso sono vittime prima di riuscire ad essere inseriti nelle liste di strutture per usufruire della prestazione richiesta.
Il nostro obiettivo è ambizioso ma è chiaro, rilanciare la sanità come avevamo cominciato a fare nel 2001; lo riprenderemo laddove è stato bruscamente interrotto per due anni combattendo anche, senza se e senza ma, tutti quei fattori che costituiscono la “malasanità” nel nostro Paese.
E concludo con entusiasmo, prendendo spunto dal nostro Presidente Berlusconi, dicendo “Rialzati sanità”!
* deputato di Forza Italia