Il simbolo cristiano non è da considerarsi una offesa ma solo un portare l’educazione, cioè unisce ma non discrimina, all’interno di una struttura pubblica come la scuola o l’ufficio, e rimane un punto di riferimento alla fede cristiana. La sua esposizione, ciò vale sia per i credenti che per i non credenti, è motivata ed assume significato non di carattere discriminatorio sul piano religioso, se esso è capace di rappresentare e di riportare alla mente in forma sintetica, nell’immediato intuibile e percepibile, valori civilmente rilevanti, e segnatamente quei valori che ispirano l’ordine costituzionale italiano, fondamento del vivere civile, come la tolleranza, il rispetto reciproco, i valori dell’essere umano, l’affermazione dei propri diritti, intorno alla propria libertà, autonomia della coscienza morale nei riguardi dell’autorità, solidarietà umana, rifiuto di una qualunque forma discriminatoria. Valori che hanno permeato di sé tradizioni, modus vivendi, cultura dei cittadini italiani. In questa otticca, il crocefisso svolgerà, per il mondo laico, una funzione simbolica di alta qualità educativa, a prescindere dalla fede professata (nelle scuole) dagli alunni.
Così si è espresso di recente il Consiglio di Stato fissando dei punti fermi, de jure, nella discussione inerente la libertà religiosa e la laicità dello Stato italiano, soventemente ispirato da interpretazioni che gli stessi magistrati hanno delineato come ideologiche
Per il superiore organo della Magistratura amministrativa non è possibile pensare alCrocifisso esposto nell’aula della scuola come a un suppellettile, oggetto di arredo e nemmeno come ad un oggetto di culto; si deve ritenere piuttosto come simbolo atto ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili, che costituiscono i valori che evidenziano la laicità nell’ordinamento della Repubblica italiana. Uno Stato laico, quindi, che tollera la sensibilità e la libertà religiosa di ciascuno, sostenendo nel contempo valori comuni a tutti i cittadini.
Viene aggiunto, inoltre, nella sentenza, che nel contesto culturale italiano appare arduo reperire un altro simbolo che si presti più del Crocifisso a farlo. Secondo il Consiglio di Stato, la decisione degli organi scolastici di esporre il simbolo dei cristiani, che ha causato l’attuale pronuncia del Consiglio di Stato, non appare censurabile con riferimento al principio di laicità proprio della repubblica italiana. Giuseppe Paccione.