Secondo un sondaggio autorevole e non smentito, il nascente Partito Democratico che dovrebbe sorgere dalle ceneri degli ex comunisti e degli ex popolari, non riuscirebbe a raccogliere in una ipotetica competizione elettorale ravvicinata nemmeno il 26% conseguito dai due partiti alle elezioni politiche dell'anno scorso. Secondo questo sondaggio che ha tolto il sonno a Fassino, rovinato la digestione a D'Alema, e fatto storcere il naso a Rutelli, il neo partito democratico raccoglierebbe, oggi, appena il 23% dei consensi degli italiani. Il che dimostra che in politica non sempre due più due fa quattro. Senza contare la ormai certa scissione che subirà il partito dei DS, l'ennesima dopo la caduta degli dei comunisti, ad opera di Mussi e di Angius, dirigente quest'ultimo molto vicino a D'Alema sino a poco tempo fa, i quali si dà per certo che non parteciperanno nemmeno al congresso di scioglimento dei DS e che invece rafforzeranno l'iniziativa di una nuova aggregazione della sinistra massimalista cui lavora da tempo Rifondazione Comunista che, è bene non dimenticarlo, a sua volta sta subendo l'azione "contro" degli esponenti "no global" la cui presenza si è avvertita durante il dibattito parlamentare che ha portato alla prima crisi del governo Prodi dopo nemmeno dieci mesi dall'insediamento. Insomma a sinistra la casa scricchiola e le crepe si fanno sempre più evidenti, con grande dolore del premier PRODI. E mentre a sinistra si piange, chi gongola è FORZA ITALIA, la quale, secondo gli stessi sondaggi volerebbe, da sola, intorno al 30-31% dei voti, mentre è tutto il centro-destra ad avere il vento in poppa, tanto da superare il 50% dei voti anche senza l'apporto dell'UDC. Che, però, celebrerà fra qualche giorno il suo congresso nazionale e si in molti a ritenere che il partito ex dc troverà il modo di ricompattarsi con gli alleati di centrodestra. E' l'auspicio di tutti.