di Mario Cervi
Ci voleva una bella boccata di benaltrismo, ne sentivamo la mancanza. E ieri siamo stati accontentati. Il benaltrismo - quasi tutti lo sanno ma lo ripeto ad uso di chi aborre i neologismi - è un espediente dialettico grazie al quale si elude ogni questione. Uno invoca la riduzione dei forestali calabresi? «Ben altri sono - si tuona subito dal profondo Sud - i veri problemi di cui occuparsi». Stesso ragionamento, ad altre latitudini, per ogni magagna del Paese. La conseguenza del benaltrismo è la paralisi, che non spiace per niente ai fannulloni.
Ieri il ministro Brunetta, grazie al quale sono stati installati a Palazzo Chigi e al ministero della Funzione pubblica i «tornelli» controllanti le entrate e le uscite del personale, ha avanzato una proposta audace. Tornelli anche per i magistrati. La cui replica è stata immediata. «Invece dei tornelli servono aule e uffici». Come se le due cose fossero incompatibili. Benissimo, se ci sono i fondi, aule e uffici in più. Ma che c’è di male se questi miglioramenti vengono abbinati a una verifica del lavoro svolto dai magistrati?
Saremo sommersi, è la più facile delle previsioni, da segnalazioni di magistrati esemplari, che dedicano alle pratiche loro affidate molte più ore di quanto gli stretti obblighi burocratici comporterebbero. Questo avviene in tutte le branche dell’amministrazione pubblica, dove i bravi devono sopperire al lavativismo di tanti, di troppi. Ma, si obbietterà, il sottoporsi ai tornelli - ammissibile per l’operaio o per impiegati che non ritengono d’assolvere una missione suprema - umilierebbe le toghe. È lo stesso ragionamento con cui i sindacati degli aeroporti si opponevano all’installazione di telecamere nei luoghi di smistamento dei bagagli: sostenendo che quella misura era offensiva. Ma chi non ruba perché dovrebbe temere la telecamera? E chi va regolarmente - com’è suo dovere - in ufficio, perché dovrebbe temere i tornelli?
I casi ufficialmente denunciati di neghittosità dei magistrati - fino al limite dello scandalo, come è a tutti noto - sono molti. Ma rappresentano una minima percentuale dei casi di cui magistrati, avvocati, cancellieri chiacchierano divertiti tra loro. Probabilmente verrà affacciata l’idea di mobilitare - se Brunetta insistesse - la Corte costituzionale. Leggiamo di faide indecenti tra giudici ignorate o quasi dal Csm perché «ben altri...». Visti gli altolà che Brunetta ha già incontrato - figuriamoci poi Calderoli, che i tornelli li vorrebbe addirittura mettere in Parlamento, per i parlamentari - forse tutto finirà in niente, e sarebbe un peccato. Ma «ben altri...».