A tanto ammonterà il beneficioa favore dei “molti milioni di poveri” – parole di Prodi – del nostro Paese, ma Prodi neppure arrossisce per la vergogna.
In una lunga lettera al Corriere della Sera, Romano Prodi spiega che i due terzi del «tesoretto» fiscale (cioè le maggiori entrate che non saranno contabilizzate nel deficit di quest’anno) andranno - scrive il presidente del Consiglio - «a favore di chi, lavoratore, pensionato o disoccupato, affronta con maggior difficoltà il cammino della propria esistenza». Il resto - prosegue - «andrà alle imprese e alle politiche per la crescita, lo sviluppo e gli investimenti in infrastrutture di un’economia che si sta risanando, ma che ha ancora bisogno di stimoli e di incentivi; soprattutto alla ricerca, all’innovazione e al rilancio delle risorse umane». E in serata, precisa: «Non si può uccidere il Paese per ripianare il debito».
Ma a quanto ammonta il «tesoretto»? Secondo il ministero dell’Economia, ed in base alle audizioni che sull’argomento hanno tenuto in Parlamento sia Tommaso Padoa-Schioppa sia Vincenzo Visco, nel 2007 si dovrebbe registrare un aumento delle entrate tributarie nell’ordine ddi 9-10 miliardi di euro. Di questi, 7,5 miliardi sono destinati alla riduzione del deficit, e ad impedire una manovra economica di pari ammontare con la finanziaria del 2008. Il resto, 2,5 miliardi, dovrebbe rappresentare il cosiddetto «tesoretto». Per gli amanti della statistica si tratta dello 0,16% del pil. Da qui, la cautela di Visco sull’argomento.
Secondo le parole del presidente del Consiglio, i due terzi dovrebbero andare alle fasce meno fortunate della popolazione. Cioè, 1,6 miliardi di euro. Secondo i dati del Dipartimento fiscale del ministero dell’Economia (gli ultimi disponibili riguardano i redditi 2003), quasi il 48% dei contribuenti dichiara redditi fino a 12.500 euro all’anno. Si tratta di 19,4 milioni di persone. Se i due terzi del «tesoretto» venisse loro destinate, riceverebbero un minore prelievo fiscale dalle buste paga di 82 euro all’anno. Qualcosa come 6 euro al mese: 20 centesimi al giorno. Se, invece, la fascia di reddito che il governo conta di beneficiare arriva a 15.490 euro, i contribuenti interessati salgono a 24 milioni. In compenso, il bonus scende a 66 euro all’anno. Cioè, 5,5 euro al mese: 18 centesimi al giorno.
Nella Relazione unificata sulla finanza pubblica (il documento che ha preso il posto della Trimestrale di cassa) il ministro dell’Economia ricorda che solo dopo il bilancio di assestamento sarà possibile per la contabilità pubblica «incamerare» l’eventuale extragettito; e, quindi, stimare con esattezza il «tesoretto». Ed il bilancio di assestamento viene presentato in Parlamento in giugno. Con un particolare. Visto che la cifra di 2,5 miliardi è fatta su base annua, l’ammontare spendibile dal governo da giugno a dicembre è la metà. Semprechè, il governo possa utilizzarla. Se così fosse, le cifre di prima vanno dimezzate.
I problemi legati alla capacità di spesa derivano dal Patto di stabilità europeo. Tant’è che il commissario Ue agli Affari monetari, Joaquin Almunia, avverte che «L’extra gettito deve essere impiegato per la riduzione del deficit e del debito». Nel patto di stabilità c’è scritto che, soprattutto nei periodi di buon andamento congiunturale (e l’attuale, lo è), il maggior gettito deve andare a riduzione del deficit. Ne consegue - come scrive Padoa-Schioppa nella Relazione unificata - che prima di poter disporre del «tesoretto» sarà necessario avviare una dura trattativa con Bruxelles. Ammesso che vada in porto positivamente, i lavoratori dipendenti e pensionati a basso reddito potranno beneficiarne nella tredicesima. Così da spendere a Natale 5 o 6 euro in più.