IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA IL BILANCIO: PER IL 2007 OPERE PUBBLICHE AL PALO E AUMENTO DELLE TASSE PER I CITTADINI
Il consiglio comunale del nostro paese ha approvato l’altra sera il bilancio di previsione per il 2007 e gli atti ad esso collegati, cioè il piano triennale delle opere pubbliche e l’elenco delle stesse per il 2007, le tariffe ICI, TARSU e IRPEF. Quest’ultima, come è gia noto, è stata aumentata dello 0,2 per mille, passando dallo 0,5 per mille allo 0,7 per mille, avvalendosi della facoltà che la Finanziaria Prodi-Padoa Schioppa ha concesso agli enti locali per porre rimedio alla decurtazione dei trasferimenti statali. Il nostro Comune, che già applicava da qualche anno l’aliquota massima sinora consentita, cioè lo 0.5 per mille, l’ha ulteriormente rincarata, elevandola dello 0,2 per mille, cioè del 40% di quella sinora caricata sulle spalle dei cittadini. In soldoni, il rincaro dell’IRPEF consentirà al Comune di incassare circa 89 mila euro, quasi pari al costo delle indennità di sindaco, vicesindaco e assessori che ammontano a 85 mila euro.
Sono rimaste invariate le aliquote dell’ICI, il 5 per mille per la prima casa e il 7 per mille per le seconde case e i terreni edificabili, come pure invariate sono rimaste le detrazioni e le teoriche agevolazioni per alcune categorie di cittadini.
Aumenta anche la TARSU, sia pure entro i limiti del tasso ufficiale di inflazione che si aggira intorno al 3-4%, a fronte di un servizio che continua ad essere pessimo e in attesa che vadano a regime i bacini regionali, come pure la diversificazione tariffaria che dovrà tenere in conto non solo la superficie delle abitazioni ma anche il numero dei componenti del nucleo familIare. Il costo dello smaltimento dei rifiuti è aumentato rispetto a quello dell’anno precedente, il che significa che non ha prodotto risultati significativi la raccolta differenziata dei rifiuti e che la spesa per le isole ecologiche è risultata un cattivo affare per le casse comunali.
A proposito di carichi fiscali, con un palmo di naso sono rimasti, a proposito di ICI, i proprietari dei suoli ubicati nelle aree a rischio idorgeologico e che allo stato sono impossibilitati ad edificare.
Nell’ordine del giorno notificato ai consiglieri comunali cinque giorni prima del consiglio era iscritta la proposta di modifica del regolamento ICI che “esonerava i proprietari dei suoli perimetrati dal PAI dal pagamento dell’ICI sino all’adeguamento del piano regolatore”. Questa proposta aveva registrato l’obbligatorio e preventivo parere favorevole del direttore di ragioneria, senza peraltro che fosse stato calcolato a quanto ammontasse, per effetto di tale modifica, la minor entrata per il Comune e quindi si fosse provveduto sia a modificare l’importo del gettito ICI, sia, ovviamente, a rideterminare il pareggio di bilancio, riducento le spese in misura uguale alla riduzione delle minor entrate.
Con faciloneria e stupefacente superficialità, anche dello stesso Collegio dei Revisori dei Conti, tale verifica non è stata fatta, per cui al momento della discussione dell’argomento il sindaco ha ritirato il provvedimento, ed è facile dedurre che i proprietari dei suoli, costituitisi anche in comitato, sono destinati a dover pagare l’ICI nonostante la impossibilità ad edificare che di certo non può essere imputata a loro ma a circostanze oggettivamente estranee alla loro volontà. D’altra parte, ed anche questo è segnale di superficilità e faciloneria, da parte di taluni consiglieri e assessori di maggioranza si è sostenuto che tocca ai privati rimuovere gli impedimenti alla edificabilità dei suoli per effeto dei rilievi idrogeologici dell’autorità di bacino regionale. Ed è stata in questa circostanza che in risposta alle opposizioni che chiedevano notizie del piano regolatore è emerso che la maggioranza brancola nel buio e nel vago più assoluti, dopo aver negli ultimi due mesi annunciato immediate iniziative (ma in bilancio non è stato stanziato nepopure un euro per la riformulazione del piano regolatore ) per dare slancio alla bloccata situazione edilizia del nostro paese. Che si riflette anche sulle opere pubbliche il cui piano triennale e piano annuale è stato notevolmente ridimensionato rispetto alla previsione dello scorso ottobre per l’obbligo del rispetto del patto di stabilità. Nel 2007, praticamente, non ci sarà alcuna opera pubblica che prenderà il via, salvo la ristrutturazioone del Palazzo Stella che però è del 2006, sempre che vengano rimossi i problemi di natura legale legati all’appalto finito dinanzi al Tar e per il quale si attende la sentenza per il prossimo giugno.
A parte ciò, l’unica opera finaziata è la fogna nera di Quasano che però è ancora allo stato di progetto definitivo, in attesa del progetto esecutivo (rilievi altimetrici in primis) e quindi delle procedure di appalto. Le altre opere pubbliche iscritte nell’elenco del 2007 sono tutte destiante a rimanere sulla carta, come del resto gran parte delle opere annunciate dalla amministrazione Geronimo, con buona pace di chi l’enfatizza e si autoimbroda nelle sale dei ristoranti. I
Infatti tra le opere previste c’è la ristrutturazione del campo di calcio per quasi 500 mila euro per il cui finanziamento si ricorre alla legge regionale n.32 del 1985 che da 15 anni non ha finanziamenti,
e l’adeguamento alle norme antincendio delle scuole e degli altri immobili comunali per il cui finanziamento si ricorre al comma 625 dell’unico articolo della finanziaria 2007. Questo comma della finanziaria stanzia per l’anno 2007 50 milioni di euro, e per gli anni 2008 e 2009 100 milioni di euro per ciascun anno, per l’adeguamento alle norme antincendio degli edifici scolastici, tra l’altro nel rispetto dei piani previsti dalla legge 23 del 1996 e con il concorso alla pari dello stato, della regione e del comune interessato per la copertura finanziaria di ogni singolo progetto. E’ ageevole per chiunque, salvo per Geronimo e compagni, capire che il nostro Comune, salvo che non vinca il superenalotto, non potrà ottenere i finanziamenti necessari all’adeguamento delle scuole in virtù del comma 625 indicato da Geronimo in una lettera trasmessa al dirigente del settore lavori pubblici.
Si tratta, evidentemente, solo di un espediente per giustificare la iscrizione di queste opere pubbliche nell’elenco del 2007. Purtroppo quando si perdono i treni, come fece Geronimo nel 2004, quando da vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, dimenticò di predisporre e inviare alla Regione le schede per partecipare alla assegnazione dei fondi del terzo triennio proprio della legge 23/96, che avrebbe consentito - certamente ! - alle nostre scuole di ottenere finanziamenti pari a circa 1.200.000 euro, è difficile porvi rimedio.
Ma Geronimo, faccia tosta, invece di fare il mea culpa, insiste nella politica dell’apparenza che non produce nulla.
Come per l’ultima delle opere pubbliche iscritte nell’elenco 2007 approvato dal Consiglio lo scorso 19 aprile. Ci riferiamo alla strada in zona artigianale, da anni ancora allo stato di progetto preliminare, il cui costo, nonostante passino gli anni dalla prima previsione, è ancor oggi fissato in 330 mila euro. Ebbene, questa strada, che è di vitale importanza per il comparto 20, cioè quello della zona artigianale che forse, grazie alla caparbietà degli artigiani locali potrebbe prendere il volo, la si vorrebbe finanziare con i finanziamenti dei PIT regionali. Cioè, mai, visti che i finanziamenti PIT sono fermi e che secondo una previsione mai aggiornata un eventuale finanziamento PIT per Toritto è previsto nel 2009. E’ una responsabilità enorme che si assume l’amministrazione comunale non individuando altre e più certe fonti di finanziamento per questa viabilità che costituisce infrastruttura essenziale perché il comparto della zona artigianale possa davvero avviarsi concretamente. Come altrettanto essenziale risulta essere il servizio fognario che pare lo si voglia collegare alla condotta che trasferirà da Quasano a Bari Ovest i liquami di Quasano. Ma può attendere la economia artigianale torittese i tempi della realizzazione di questa condotta che, come abbiamo detto, è ancora allo stato di progettazione definitiva? E’ un quadro preoccupante quello che emerge dai lavori del Consiglio Comunale, quelli di un organo fondamentale che si dedica a ridicole querelle di retrobottega, occupando gran parte del tempo a far da palcoscenico a saltimbanchi del locale politicume da avanspettacolo, piuttosto che seriamente e compostamente affrontare e risolvere problematiche vitali per la nostra cittadina e la nostra comunità. Di questo, oltretutto, hanno davvero bisogno i giovani del nostro paese. Ma c’è chi pensa che è sufficiente prenderli in giro con qualche passeggiata romana e qualche votazione truccata.