E' di questa mattina un dettaglio che molti quotidiani hanno riportato a margine della notizia più importante, quella, cioè, della riunione dell'Ecofin a Berlino. L'Ecofin è l'organismo cui partecipano i ministri economici della Unione Europea e i governatori delle banche nazionali. Al termine della riunione, Padoa-Schioppa e Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia hanno lasciato precipitosamente la conferenza stampa perchè dovevano prendere l'aereo che doveva riportarli a Roma. E' sembrato strano perchè di solito l'aereo dell'Aereonautica Militare non dà fretta ai ministri e rappresentanti dello Stato. Si è saputo dopo che la fretta dei due era dovuta al fatto che entrambi avevano prenotato un volo civile per giunta law-cost per rientrare a Roma. Si tratta, dobbiamo riconoscerlo, di un gesto simbolico che Padoa e Draghi hanno voluto compiere per significare la necessità di ridurre la spesa pubblica, ad incominciare dai tabernacoli della politica, dai ministeri, per scendere giù verso le regioni, le provincie, i comuni, proprio quando dall'Eurostat si apprende che l'Italia, dopo la Francai, è il paese con la più elevata spesa pubblica, il 50,15 del PIL- prodotto interno lordo - rispetto ad una media europea del 47,4%.Spesa che è in continua crescita nonostante le assicurazioni contrarie e nonostante l'invito - e la legislazione - a ridurla. Ma la tendenza a spendere più di quanto si abbia è forte a tutti i livelli. Anche nel nostro piccolo comune, a quanto sembra, l'esempio di PADOA-sCHIOPPA non raccoglie adepti. Anzi, l'assessore comunale al bilancio, di cui ci sfugge nome e connotati, a quel che ci hanno riferito, nella riunione della commissione bilancio per l'esame della bozza di bilancio, avrebbe detto, a proposito delle opere pubbliche soggette al patto di stabilità fissato dalla Finanziaria PRODI-PADOA, che se tutti fossero d'accordo, si potrebbe "sforare" rispetto al patto di stabilità. E' una sciocchezza perchè la Corte dei Conti interverrebbe subito come ha fatto per il bilancio 2006, ma non ci sembra una linea di condotta corretta, nè sotto l'aspetto politico, nè sotto l'aspetto etico. Ma è indicativo di come i gesti simbolici del ministro dell'economia e del governatore della Banca d'Italia servano a ben poco in un Paese la cui classe dirigente, grande e piccola, si industria di vanificare gli obiettivi di risanamento enunciati ma non praticati.