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 LO SCANDALO PUGLIESE: ECCO COME FORMA LE LISTE PER L'EUROPA IL PD Data: 24/04/2009
Appertiene alla sezione: [ Dal Territorio ]
Da giorni, il Transatlantico e il cortile di Montecitorio sono animati da capannelli di deputati pugliesi in cui si succedono frasi e battutacce vuoi di indignazione, vuoi di sdegno, vuoi di rabbia. Il cronista ha ascoltato ma, per carità di patria, non ha riportato le ragioni di tanto scandalo.

Oggi però, uno dei parlamentari pugliesi di maggior spicco, il simpaticissimo e colto Francesco Boccia, ha deciso di uscire allo scoperto, di dire ad alta voce e in pubblico – con un’intervista al Riformista - quel che gli altri si dicevano tra di loro: nelle candidature per le europee in Puglia si nasconde uno scandalo.

Paolo De Castro infatti – questa non è un’accusa, ma una semplice quanto scandalosa constatazione - è stato candidato capolista in Puglia non per i suoi meriti, o i suoi rapporti con l’elettorato meridionale, ma essenzialmente perché andandosene a Strasburgo, libera un seggio al Senato che passerà a Alberto Tedesco, ex assessore regionale alla Sanità, indagato per la Sanitopoli pugliese.

Un legame tanto indubitabile che la magistratura di Bari, la notte stessa, dopo che la direzione del Pd ha approvato la candidatura di De Castro, ha ordinato e effettuato una perquisizione a carico di Tedesco, anticipando atti giudiziari per evitare di doverli effettuare in campagna elettorale o, addirittura, dopo che Tedesco sia diventato senatore, con le tutele e le protezioni che la nuova carica gli garantirà. Icastico il commento di Boccia: “Non può essere questa la nostra etica!” Poi allarga il tiro: "Per poter essere credibili sul conflitto d’interessi di Berlusconi, il Pd deve essere inappuntabile. Invece anche noi, per quanto ci indigniamo di fronte a “magagne” altrui, abbiamo nelle nostre file ingegneri che fanno gli assessori all’Urbanistica, palazzinari che stanno nelle istituzioni, governatori regionali che si occupano di nomine nelle Asl e via dicendo”.

Naturalmente, la critica di Boccia, come quella di tanti altri parlamentari del Pd, non si limita al “caso Tedesco”, ma coinvolge tutta la struttura delle liste presentate da Franceschini: “Oltra alla sacrosanta riconferma degli uscenti che hanno fatto bene, nel Pd è prevalso il “volemose bene”. Basta guardare le liste: abbiamo il giovane e il parruccone, il trombato e quello che sta all’ultimo giro; dal punto di vista sociale è un’operazione nobile; politicamente però, è un disastro”.

Il vero mistero, però, riguarda proprio Franceschini che ha legato tutta la sua carriera politica futura, tutta la sua credibilità personale, al perseguimento di un obbiettivo elettorale almeno discreto, e che poi ha riempito le liste di decine di “signori nessuno”. E questo in una competizione in cui le preferenze contano svariati punti di percentuale in più o in meno rispetto al voto per il partito. Incompetenza? Presunzione? Trappola dei boiardi del Pd che si sono rifiutati di candidarsi? Lo si saprà l’8 giugno.

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