Questa mattina, dinanzi al Sacello del Milite Ignoto, all'Altare della Patria, a rendere omaggio ai Caduti nella ricorrenza del 25 aprile, c'erano le massime autorità dello Stato, il Presidente della Repubblica, l'ex comunista NAPOLITANO, il presidente del Senato, l'ex democristiano SHIFANI, il presidente della Camera, l'ex neofascista FINI, il presidente del Consiglio, l'ex socialista BERLUSCONI. E' la migliore sintesi di una Italia diversa da quella che fece nel 1946 la Repubblica e nel 1948 la Carta Costituzionale. Le massime autorità dello stato del 2009 sono espressioni di tutte le culture politiche del dopoguerra che rappresentano oggi, plasticamente, una Italia che ha già saputo superare l'ostacolo della divisione politica e che contrariamente a certe vocazioni "partigiane" aspira alla più piena e consapevole unitarietà. Alla unitarietà dello Stato e del popolo italiano si è riferito nel suo discorso di oggi il presidente Napolitano che non ha mancato di chiedere ed offrire "rispetto" per tutti, per "tutti" i morti e per le famiglie di "tutti" i morti. Altrettanto ha fatto il presidente del Consiglio Berlusconi quando ad ONNA, luogo del martirio del recente terremoto e luogo del martirio di una orrenda rappresaglia tedesca durante la guerra, ha celebrato il 25 aprile. Berlusconi ha rivolto parole di "rispetto" per i caduti della RSI che combatterono e caddero per la parte che combatteva per una "causa persa". Lasciamo agli storici il compito di scrivere, senza riscriverla, la storia tragica della guerra civile, lasciamo che le passioni si sopiscano per sempre attraverso la narrazione equilibrata di fatti che lacerarono il Paese, divisero lo Stato, spaccarono la gente, costrinsero i fratelli ad armarsi contro altri fratelli. Oggi, uno Stato forte e democratico, ha il dovere, e la necessità, di chiudere dietro di sè gli anni della divisione per porsi con uguale rispetto verso tutte le parti in causa, in nome, come dice Napolitano, della unitarietà dello Stato. Se riusciremo a fare ciò aggiunge Berlusconi, riuciremo a trasformare la festa del 25 aprile in una festa di tutti intitolata alla Libertà. Perciò suona stonata la campana del segretario del PD che recatosi ad ONNA anch'egli ha "contestato" le parole di Berlusconi che pure riecheggiavano quelle di Napolitano ed ha preteso di continaure a distinguere i morti dai morti, non comprendendo che non sono i morti le ragioni della divisione, ma il significato da dare a ciò che quei morti, tutti, hanno contribuito a costruire. Uno Stato che ha i suoi vertici un ex comunista e un ex socialista, un ex democristiano ed un ex neofascista è uno stato che ha già reso omaggio a tutti i morti ed ha già raggiunto la unitarietà. Ed è questo quel che conta festeggiare oggi, 25 aprile del 2009. g.