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 NELLE LISTE DEL PDL NON CI SONO VELINE. I GOSSIPARI SONO RIMASTI DELUSI. Data: 30/04/2009
Appertiene alla sezione: [ Politica Nazionale ]
Chi si aspettava uno stuolo di potenziali euro veline già in partenza per Strasburgo è rimasto a bocca asciutta. Chi puntava sul velinismo in salsa elettorale per condire i commenti di giornata sui candidati del Pdl alle europee ha dovuto ricredersi. Niente scoop (sic!) dell’ultim’ora a Montecitorio – sala del Mappamondo – dove i triumviri La Russa, Verdini e Bondi presentano le attesissime liste, insistono sul background dei candidati uscenti e delle matricole, fissano gli obiettivi della competizione elettorale (presenti anche Fabrizio Cicchitto, Maurizio Lupi e Barbara Saltamartini). E rimettono al centro la politica. Con una raccomandazione rivolta alla selva di giornalisti col taccuino in mano: “Per favore, basta gossip: questi nomi sono il frutto di un lungo lavoro di analisi e selezione che abbiamo fatto tutti insieme e in grande sintonia, ma qui si sono montate polemiche strumentali sul nulla”.

E alla fine, il paradosso è che dopo tanto rumore per nulla, l’effetto velina colpisce proprio nel campo del Pd. Come accaduto a Firenze dove il candidato sindaco Matteo Renzi (lo stesso che all’epoca di Veltroni definì Franceschini il “vice disastro”) vuole nella lista per Palazzo Vecchio l’ex schedina di “Quelli che il calcio” Elisa Sergi. Niente di strano, osservano i triumviri del Pdl, ma allora non si gridi allo scandalo prima ancora di vedere le nostre liste.

E i nomi dei “papabili” eurodeputati sono lì a dimostrarlo. L’unica eccezione che tuttavia non conferma la regola, è Barbara Matera la foggiana, classe 1981, unica candidata che viene dal mondo dello spettacolo (ex annunciatrice Rai, alcuni ruoli da attrice) ma non solo, dicono i coordinatori nazionali, perché “è da otto anni che milita in Forza Italia”. Insieme a Lara Comi e Licia Renzulli compone la pattuglia delle new entry. La Russa ironizza: “La Matera non è bella come Sassoli, insomma non è un velino…”. Correrà nella circoscrizione dell’Italia meridionale, numero 8 della lista dove ci sono Clemente Mastella (ex Udeur), Erminia Mazzoni (ex Udc) e Giacomo Mancini (ex Pd). Tre politici di rango che hanno compiuto una scelta di campo e sui quali i coordinatori nazionali del Pdl concentrano l’analisi per indicare che queste sì, sono le vere novità politiche, il valore aggiunto per una competizione elettorale che si giocherà sulle preferenze e dunque sul territorio.

La candidatura della Mazzoni (in lista nella circoscrizione sud), gia' vice segretario nazionale dell'Udc e parlamentare , racchiude in sé un valore strategico. Passaggio che Bondi, La Russa e Verdini richiamano quando parlando di una scelta “che va nella senso della costituzione del grande partito dei moderati capace di includere settori sempre più ampi della società civile e politica”. A lei i vertici del Pdl hanno chiesto di entrare a far parte della direzione nazionale e di assumere l'ufficio delle Politiche della giustizia in materia di Famiglia e Minori. Al numero 6 della stessa lista c’è Giacomo Mancini, classe ’72. L’ex deputato dei Socialisti di Enrico Boselli, ora milita nelle file del centrodestra. Calabrese doc, porta il nome del nonno, ex ministro e segretario nazionale del Psi della prima Repubblica. Nella casella successiva figura l’ex Guardasigilli Clemente Mastella, uno degli artefici della caduta del governo Prodi, nel 2008. “La sua presenza nelle nostre liste – osserva Bondi – ha un significato politico: si tratta del leader di un partito fino a poco tempo fa alleato con il centrosinistra, un politico che ha subito l’onta di un’inchiesta giudiziaria poi rivelatasi infondata”.

Il capitolo gossip si chiude quindi in poche battute. Bondi non ci gira intorno quando dice che “abbiamo superato positivamente la prima prova importante di questo partito alle prese con questa campagna elettorale, ma da tempo si è scatenata una campagna mediatica fondata sul nulla, farcita di falsità palesi. Si è detto che volevamo fare liste bloccate ed ora si sono fatte polemiche sull'inserimento delle cosiddette veline. E’ tutto falso”. E La Russa rincara la dose: “E’ razzismo spocchioso scartare a priori una persona per il lavoro che fa o per la provenienza. Poi è chiaro c’è la selezione ed è giusto. Noi abbiamo valutato le richieste e la disponibilità di tutti, come si fa e come accade in ogni campagna elettorale che si rispetti. Almeno 250 persone aspiravano ad essere candidate e le liste erano già, nome èpiù nome meno, pronte”. E così sono rimaste anche dopo le dichiarazioni di Veronica Lario Berlusconi, insomma “non abbiamo cambiato un solo nome” assicura il ministro della Difesa. Mentre Verdini rivendica con orgoglio il fatto che nelle liste sia “rappresentato il 40 per cento di donne. Su 72 candidati, 33 hanno tra i 25 e i 50 anni. Abbiamo dovuto dire tantissimi no ma abbiamo lavorato bene”. Un lavoro andato avanti giorno e notte, passato a esaminare qualcosa come “quattrocento richieste di candidatura, perciò non riusciamo a capire lo svilimento di queste ore che ci fa soffrire”.

La mission. A Strasburgo il Pdl intende portare 35 parlamentari. La maggior parte degli uscenti è stata riconfermata, come da previsioni. Silvio Berlusconi sarà capolista in tutte e cinque le circoscrizioni e in pista ci sono anche alcune parlamentari (tra le quali Ravetto, Aprea, Mannucci, Calia, Pelino che in caso di elezione saranno chiamate a scegliere per la regola dell’incompatibilità) con il compito preciso di macinare voti in campagna elettorale e fare da traino valorizzando la rappresentanza femminile. Ma avvertono i tre triumviri, “qui non c’è alcuno specchietto per le allodole, chi viene eletto resta in Europa per cinque anni a fare gli interessi degli italiani”. Il riferimento corre alla carrellata di nomi altisonanti – di politici e giornalisti come nel caso della Gruber e di Santoro – della sinistra che nel recente passato da Strasburgo sono tornati a Roma ben prima di concludere il mandato parlamentare.

Berlusconi capolista, dunque . La Russa definisce l’impegno del premier “una garanzia per i cittadini. Usiamo la stessa tecnica dimostrata in Campania per il problema dei rifiuti o in Abruzzo per l’emergenza terremoto. Noi ci mettiamo la faccia e se i parlamentari non funzioneranno, la responsabilità sarà di tutti quelli che si sono candidati”. Stoccata a Franceschini: “Si assuma la stessa responsabilità, non sfugga di fronte agli elettori”. Lo stesso La Russa è l’unico ministro in lizza per le europee, candidato nella circoscrizione nord-occidentale. Assicura che non si sottrarrà al suo impegno di titolare della Difesa, semmai , spiega, per un mese sospenderà l’incarico di coordinatore del Pdl.

Nella composizione delle liste, hanno infine spiegato i tre triumviri è stato tenuto conto anche delle richieste dei partiti “minori”, non a caso citano la candidatura di Lucio Barani parlamentare del Nuovo Psi nella circoscrizione del centro-Italia. Ma sulla questione le polemiche non sono chiuse. E Rotondi leader della Dca non nasconde il proprio disappunto proprio nel giorno della presentazione delle liste.

La conferenza stampa dura un’ora. Nessuna domanda dai giornalisti. Il capitolo gossip finisce in archivio. Ora si apre la campagna elettorale. Berlusconi ha già assegnato l’obiettivo ai candidati: superare il 42 per cento dei consensi.

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