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 GUSTAVO SELVA: CHE CADUTA DI STILE! Data: 12/06/2007
Appertiene alla sezione: [ Politica ]
Di Gustavo Selva ricordiamo ancor oggi gli interventi radiofonici da Radio Selva che i suoi nemici e detrattori, e ne aveva tanti all'epoca della sua dichiarata militanza democristiana di "destra", trasformarono in "radiobelva" Ed erano dei veri e propri ruggiti quelli che Gustavo Selva, giornalista scomodo e coraggioso,lanciava ogni mattina, alle 7,30,dal GR2, dando la sveglia agli italiani negli anni di piombo e del terrorismo, rugggiti che gli procurarono anche un attentato di cui fu vittima. E noi l'apprezzavamo per il suo coraggio, per la franchezza del suo linguaggio, per la determinazione che usava nel dire pane al pane e vino al vino, contro corrotti e corruttele, anche contro la Dc, o almeno contro una certa parte della DC, quella che cedeva a sinistra e scendeva a compromesso con la sinistra, quella che, finita la Dc, si sarebbe alleata poi con la sinistra e che,è cosa di queste giorni, si sarebbe infine mescolata con la sinistra, sino a negare le origini e i suoi riferimenti politici e culturali. Si, davvero abbiamo considerato Selva un mito per la nostra battaglia che continua ancor oggi. Ma da ieri l'altro, Selva un mito non lo è più. I fatti sono noti a tutti. Il giorno della visita di BUSH a Roma, Selva doveva raggiungere gli studi televisivi della 7, ma le strade erano bloccate. Qualcuno gli ha suggerito di chiamare una autombulanza e fingere di stare male. Selva non ci ha penasto su un attimo, lo ha fatto, si è finto moribondo, si è fatto trasportare ad un ospedale, poi, resuscitato, si è fatto trasportare dal suo cardiologo di fiducia che in verità erano gli studi della 7. E' stato scoperto, e la notizia ha suscitato polemiche e critiche, per una volta bipartisan. Una fra tutte: il leghista Calderoli "si è augurato che in caso di malanno vero di Selva non capiti che l'autombulanza non giunga in tempo perchè impegnata a trasportare un altro onorevole fintosi ammalto". Selva oggi ha indirizzato al presidente del Senato una lettera di dimissioni da senatore. Sappiamo come andrà a finire. Le dimissioni saranno respinte, e Selva resterà sui banchi del Senato, dopo aver pronunciato qualche parola di scusa, speriamo anche verso gli operatori del 118 cui, pare, non avrebbe risparmiato anche qualche insolenza. Ma per noi è comunque finito un mito. Selva non è più una belva ma una pecora che si aggiunge al gregge di quelli che "non sai chi sono io". Proprio quelli che un tempo erano i suoi bersagli preferiti. Da cacciatore a cacciato! Che peccato.

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