Dopo che Berlusconi e Bossi, ieri, avevano annunicato di voler recarsi dal Capo dello Stato per rappresentargli la grave situazione del Paese e lo stato di ingovernabilità che arreca gravi danni all'economia e alla democrazia, anche il leader di Alleanxza Nazionale, Fini, ha annunciato che si unirà al capo della CDL e a Bossi. Lo stesso Fini ha espresso ferme critiche alla decisione negativa dell'UDC annunciatada Casini secondo il quale "non bisogna tirare per la giacca il Capo dello Stato". Noi ci auguriamo che la notte porti consiglio al capo dell'UDC e gli faccia rivedere questa sua decisione. Recarsi dal Capo dello Stato nel sistema parlamentare italiano non significa tirarlo per la giacca, ma solo invitarlo a constatare lo stato di sfacelo delle istituzioni e indurlo ad esercitare i suoi poteri costituzionali e le sue prerogative presidenziali. E quanto più la opposizione si manifesterà unita, tanto più potrà risultare incisiva la sua azione di sottolineatura e di sollecitazione. Ciò vale ovunque, a Roma, a Bari, a Toritto. Quanto più la opposizione è coesa, tanto più mette alla corda la maggioranza. E ovunque la opposizione si sfilaccia, ovunque ciò fa il gioco della maggioranza che dalla divisione della opposizione trae linfa per rinvigorisi. Ha ragione perciò Belrusconi quando afferma che chiunque si tiri fuori, si tira fuori dal blocco liberale e si pone dall'altra parte. E consapevole o meno che sia questa scelta, essa non può non essere oggetto di pubblica denuncia alla opinione pubblica che si richiama al blocco liberale, democratico e di centrodestra, che da questo si attende tutela e difesa dei suoi diritti e delle sue speranze.