Il Corriere della Sera pubblica oggi un commento di Renato Mannheimer a un sondaggio sull’operato del Governo e usa una titolazione in cui cerca di contenere l’effetto negativo: “Governo promosso solo dal 34%”. Più incisivo sarebbe stato “Governo bocciato dal 66%”.
Questo è infatti il dato che risulta dal sondaggio, che mette in evidenza anche un altro aspetto: la rapidità della discesa del consenso; appena un mese fa, a maggio, il giudizio positivo era al 46%, a giugno è sceso al 34%. La perdita di 12 punti in un mese è un vero record.
Non basta. Il peggioramento del giudizio sul Governo è massimo tra i giovani, nella fascia di età 18-24 anni, segue quello dei residenti nei grandi Comuni con più di 100 mila abitanti.
Si tratta di dati significativi perché denunziano il crollo della speranza e la denunzia delle condizioni di vita.
E’ vero che la differenza tra giudizio negativo (66%) e giudizio positivo (34%), uguale a 32%, è inferiore al distacco sulle intenzioni di voto tra i due schieramenti, che registra un vantaggio del centrodestra di 10-12 punti, ma questo è assai poco rassicurante per Prodi poiché indica che su di lui si coagula la maggiore delusione dell’elettorato di sinistra.
Questo sondaggio, che arriva a due giorni di distanza da quello pubblicato da Il Sole 24 Ore sulla fuga da Prodi e dalla sinistra del mondo imprenditoriale, conferma la crescente distanza tra Paese legale e Paese reale e dimostra il modo in cui Prodi e la sinistra concepiscono la funzione di governare, ovvero non-governare per mantenere il potere (e i suoi privilegi).