Aumenta fra gli italiani il senso di insicurezza, il timore di essere colpiti da una criminalità sempre più invasiva, da una malavita che i flussi d’immigrazione clandestina hanno reso particolarmente pericolosa. È questo il dato rilevante che emerge dall’ultimo rapporto del Viminale, ma l’attuale governo non è in grado di rispondere validamente alla crescente domanda di sicurezza e mai come in questo periodo le forze dell’ordine sono in difficoltà per le dissennate misure che ne hanno ridotto uomini e mezzi.
Quartieri insicuri.
Un italiano su quattro ha paura di passeggiare di sera per le strade del suo quartiere o del suo paese. Il senso di insicurezza è più marcato in Sicilia, Lombardia, Lazio e tocca la punta più alta in Campania (un cittadino su tre teme aggressioni). Anche nelle aree del Nord Est è cresciuto il timore della malavita: negli Anni Novanta il 17,3 per cento degli abitanti considerava a rischio la propria zona, oggi la percentuale dei cittadini preoccupati è salita al 28,1.
Il boom delle rapine.
Rispetto al 1970 il numero delle rapine è cresciuto di 18 volte. Il 3 per cento delle aggressioni oggi è commesso nelle case delle vittime, il 43 per cento in strada.
Negli ultimi dodici mesi sono stati commessi nel nostro Paese 621 omicidi, 21 in più rispetto al minimo storico registrato nel 2005.
Immigrati clandestini. Un solo dato per comprendere quanto abbia pesato l’innesto della criminalità “importata”: il 32 per cento dei denunciati per omicidio sono stranieri.
Gli immigrati clandestini rintracciati e identificati dalle forze dell’ordine nell’ultimo anno sono stati 101.704, gli espulsi sono stati soltanto 22.700.
Nel corso delle indagini su terrorismo internazionale, 20 stranieri ritenuti pericolosi sono stati espulsi dall’Italia; sono state avviate le procedure per l’espulsione di altri 1.088 stranieri.
Violenze sulle donne.
Impressionante l’aumento delle aggressioni e dei maltrattamenti a danno di donne. Secondo il rapporto del Viminale, negli ultimi dodici mesi sono state 1 milione e 150 mila le donne che hanno subito violenze fisiche e sessuali; lo 0,3 per cento (circa 3.800) di loro ha subito uno stupro o un tentativo di stupro, le altre hanno sofferto violenze meno gravi, ma pur sempre intollerabili.
La risposta che manca.
I cittadini, dunque, chiedono sicurezza, dicono in tutti i modi che fra i compiti qualificanti dello Stato c’è quello di garantire tranquillità e rispetto delle leggi. Ma questo governo, proprio mentre più insidioso diventa l’attacco della criminalità, ha depotenziato le forze dell’ordine. I tagli disposti con la finanziaria hanno colpito in maniera cieca e grave il comparto della sicurezza, che invece avrebbe dovuto ricevere più fondi. Tutti i corpi di polizia oggi sono sotto organico e si sono limitati anche gli straordinari. Sono state smantellate scuole e caserme, soprattutto sono stati ridotti i fondi per l’ordinaria attività. La maggior parte dei mezzi hanno più di sette anni, molte “volanti” e “gazzelle” non possono essere utilizzate perché in panne o perché manca il carburante. C’è stata una precisa, deliberata sordità del governo Prodi alla crescente domanda di sicurezza.
Ancora oggi l’esecutivo si lacera e i ministri litigano per la spartizione del cosiddetto tesoretto, le risorse spremute ai cittadini con il torchio fiscale, ma non ci sono in programma investimenti seri per la sicurezza.
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