UNA STORIA ESEMPLARE
M. è un ragazzo di Toritto, ha 24 anni, da quattro anni vive a Parigi. Partì per Parigi quando aveva 20 anni, una modesta conoscenza del francese scolastico, e un contratto di lavoro di un mese. Terminato quel breve periodo di lavoro, M., affascinato dalla città e dall’avventura, e per nulla spaventato di dover affrontare una realtà sconosciuta e lontana da casa e dalle gonne di mammà, decise di rimanere a Parigi, si cercò un lavoro, da solo, nel frattempo perfezionò il suo francese scolastico e si iscrisse alla Università della Sorbonne al corso di laurea di storia e filosofia, trasferendosi dalla Università di Bari, presso cui si era iscritto dopo il diploma. Un anno dopo il Ministero della Cultura francese bandì un concorso per l’assunzione di guide presso le strutture museali parigine e Marco presentò il suo curriculum. Grazie anche alla conoscenza di due lingue (l’italiano e il francese) fu assunto in prova presso il Museo Picasso di Parigi, nel cuore della città, a due passi dal Centro Pompidou, dall’Hotel di Ville, da Place de la Bastille, da rue de Rivolì. Dopo un primo periodo presso il Museo Picasso, M. è andato a far esperienza presso la reggia di Versailles e quindi, definitivamente assunto, è stato assegnato al Museo Archeologico di Parigi, a poca distanza da Versailles, che raggiunge ogni mattina, sei giorni la settimana, compreso due week end al mese, con i treni della RER che ci mettono una trentina di minuti per raggiungere il luogo di lavoro. Ritorna a casa la sera tra le 18 e le 18,30, a seconda dei periodi e del numero dei viaggiatori. Nelle giornate libere frequenta la Università nel mondo straordinario e vivace del Quartiere Latino perché intende laurearsi, specializzandosi nelle materie della sua attività che l’appassionano, senza rinunciare alle cose che piacciono a tutti i ragazzi del mondo: le amicizie, i viaggi, la musica, lo sport. Intanto ha “fatto carriera” perché presso il Museo dove lavora è stato nominato responsabile della gestione contabile del Museo stesso che cura con diligenza e attenzione, meritandosi la stima dei superiori e l’apprezzamento dei colleghi. Ritorna di tanto in tanto a Toritto per far visita ai suoi che ne sono giustamente orgogliosi. Noi siamo felici di averlo conosciuto. Ci sono ragazzi che senza essere “bravi” si fanno onore e lo fanno anche a noi.